Elezioni Europee 2014

31 luglio 2008

I.D.V. contro la privatizzazione del Centro d'incremento ippico di Ferrara


L'Italia dei Valori di Ferrara ribadisce il proprio no alla privatizzazione del Centro d'Incremento ippico di Ferrara voluta dalla Regione.
La privatizzazione, infatti, non è la strada giusta per il rilancio del centro, ma apre le porte alla speculazione edilizia sull'intera area dell'ippodromo ferrarese. Questo la Regione lo sa benissimo perché è evidente che la finalità pubblica del centro d'incremento ippico non è compatibile con una gestione privata. Oltretutto, nessuna garanzia occupazionale viene data dalla Regione ai 12 lavoratori del centro.
Si vuole quindi far morire una struttura d'eccellenza nel campo dell'ippocoltura, una delle più importanti d'Italia. E tutto ciò sotto il silenzio complice delle istituzioni locali.
Possiamo quindi tranquillamente dire che i mandanti di questa operazione sono a Ferrara. Il movente sono gli interessi economici dei privati che condizionano le scelte politiche.
Con la chiusura del Centro regionale d'Incremento ippico un altro pezzo di Ferrara se ne va. Chiediamo ai cittadini uno scatto d'orgoglio e di mobilitarsi per difendere un patrimonio di tutti.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia Dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

27 luglio 2008

Nucleare: ritorno al passato.


Sono trascorsi 21 anni dal referendum che ha bloccato nel nostro Paese la prosecuzione del programma nucleare per la produzione di energia elettrica e con un solo colpo di spugna (tanto per cambiare) si cancella l’esito della consultazione referendaria.
Quesito che tra l’altro aveva abrogato altre due norme molto contestate l’una che consentiva di bypassare il dissenso delle Regioni e l’altra che prevedeva solo udienze pubbliche scavalcando e marginalizzando i poteri dei Comuni. in merito alla localizzazione dei siti ospitanti le centrali nucleari.
A rafforzare questo principio di autonomia è intervenuta la modifica dell’art. 117 della Costituzione (Titolo V) che ha affidato alle Regioni, tra le materie concorrenti, proprio quelle relative alla produzione di energia ed il governo del territorio.
Ne consegue che a Costituzione vigente lo Stato non può che determinare i soli principi generali ma non certo sostituirsi alle Regioni per tutto ciò che attiene alle scelte di come produrre e dove collocare gli impianti tenuto conto che la loro localizzazione determina in maniera quasi permanente problemi di servitù nelle aree interessate.
Le Regioni devono poi fare i conti con le spese necessarie alla redazione dei piani di emergenza e di evacuazione previsti per questo tipo di impianti dalle Norme Europee che vanno ad incidere sui bilanci regionali.
E’ importante sottolineare questo particolare aspetto poiché l’attacco frontale che viene portato dalle coorti berlusconiane alla struttura del nostro sistema di regole di convivenza ha prodotto i suoi primi effetti.
La militarizzazione delle discariche per affrontare l’emergenza rifiuti in Campania utilizzando l’argomento che sono sedi ritenute strategiche per il Paese, potrebbe tranquillamente essere trasferito alle aree oggetto di insediamento delle future centrali nucleari sovvertendo e calpestando l’elementare diritto dei cittadini di esprimere il proprio dissenso.
Come la prenderanno tutti quei cittadini che ora plaudono all’energica ed autoritaria azione del governo quando si comincerà a definire la dislocazione delle nuove centrali e magari capiterà di trovarsela proprio dietro il proprio giardino?
Non bastano le segnalazioni di incidenti anche molto vicino a casa nostra (Slovenia e Francia) per suggerire molta cautela nel lanciare senza se e senza ma una campagna di ricorso al nucleare ancorché basato su tecnologie oramai obsolete e superate tecnologicamente.
Il Governo Prodi non aveva chiuso le porte al nucleare ma molto saggiamente aveva aderito ad un programma internazionale per lo sviluppo e al ricerca di soluzioni per le cosiddette centrali di quarta generazione.
Centrali dotate di tecnologie che permetteranno di limitare drasticamente la produzione di scorie radioattive a bassa attività per le quali si pone il problema del loro smaltimento cosa che non può avvenire per incenerimento come i rifiuti urbani ma solo attraverso il loro confinamento in aree super protette o tramite lavorazioni molto costose.
Ma andiamo con ordine perché come tutti i problemi sembra ragionevole iniziare l’analisi chiedendosi innanzitutto a quali necessità risponda questa incontrollabile voglia di nucleare.
La prima e la più perentoria è come produrre più energia per il nostro sistema produttivo e per i privati cittadini a costi ragionevolmente più bassi affrancandosi dalla dipendenza della fornitura di petrolio, diversificando le fonti di approvvigionamento delle risorse energetiche.
Partendo da qui occorre fin d’ora dire che attualmente siamo già in una fase di riduzione progressiva nell’uso del ricorso al petrolio impiegato come combustibile per la produzione di energia elettrica che di fatto è passato da un quota del 30% nel 2000 all’11% nel 2006 (fonte TERNA).
Una prima risposta a questa domanda è aumentare le risorse da mettere a disposizione per lo sviluppo di progetti di maggiore efficienza energetica e di risparmio nell’uso delle risorse.
Solo onorando l’impegno Europeo che prevede il raddoppio della quota della produzione di energie rinnovabili dal valore attuale del 16% al 32% sarebbe di per sé sufficiente per assorbire completamente il consumo di petrolio dal nostro sistema di produzione di energia elettrica.
Lo sviluppo delle interconnessioni delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, nell’ottica della diversificazioni delle sorgenti di approvvigionamento da realizzare con partners europei, può essere un’altra risposta alla domanda crescente di energia elettrica tenuto conto che nei Paesi Balcanici (Croazia, Bosnia, Kosovo, Serbia , Montenegro) ci sono più di 10 mila Mega Watt di energia idroelettrica (prodotta con l’acqua) inespressa.
I relativi progetti che permetterebbero di sfruttare questa fonte di energia rinnovabile a basso costo potrebbe essere realizzati entro 3-4 anni ( fonte TERNA ).
Sono tutte fonti di energia a basso costo che potrebbero essere utilizzate anche nel nostro Paese ed evitare così di costruire altre infrastrutture.
Puntare sul gas che si stima sia disponibile in quantità pressoché doppia rispetto al petrolio permetterebbe all’Italia di puntare su un mix di risorse energetiche importante.
La demagogia del Ministro Scaiola che fa balenare l’idea dell’energia a basso costo non dice che comunque bisognerebbe aspettare almeno 4-5 anni per vedere le prime centrali realizzate ed in grado di produrre energia elettrica.
Il sistema Paese ha bisogno di diversificare e di pagare meno cara la bolletta oggi, mentre invece dobbiamo fare fronte ad un prossimo aumento della bolletta nel prossimo mese di luglio per + 8%.
Non credo di allontanarmi molto dal vero se affermo che le grandi aziende nazionali e multinazionali dell’atomo vedono all’orizzonte nuove e più consistenti business.
Non ultimo la scelta del nucleare non affranca l’Italia dalla dipendenza da altri paesi per l’approvvigionamento del combustibile che in questo caso è l’uranio.
Il rischio è di vincolarsi ad un mercato dell’uranio dominato da pochissimi produttori privati che a differenza delle grandi compagnie petrolifere non sono soggetti contrattuali governati da organismi politici come l’OPEC.
Questo significa consegnarsi nelle mani di produttori che possono determinare il prezzo dell’uranio in base a regole che possono variare da produttore a produttore in maniera incontrollabile.
Giova ricordare che il prezzo dell’uranio era di 7 dollari l’oncia nel 2000 per schizzare agli oltre 120 dollari nel 2007.
Quale potrebbe essere il prezzo dell’uranio tra quindi ci o venti anni quando le eventuali centrali italiane saranno a regime?
Sarà ancora così conveniente il costo del KW/h?
La seconda domanda è quale le potrebbe essere il contributo delle centrali nucleari alla riduzione di emissioni di gas serra in conseguenza dell’ipotetica riduzione al ricorso delle centrali termoelettriche a combustibile fossile ?
Risposta: il protocollo di Kyoto non ha incluso il nucleare nell’elenco delle politiche atte a ridurre l’emissione dei gas serra!
E non poteva nemmeno farlo tenuto conto del fatto che il contributo mondiale alla produzione di energia elettrica, prodotta dal nucleare, scenderà dall’attuale 6,3% al 5% del totale nel 2030 (fonte Key world energy statistics, 2007).
Sono ben altri i valori di riduzione dei gas serra che la comunità internazionale chiede agli Stati membri quale impegno concreto per invertire la tendenza globale al progressivo riscaldamento del pianeta che sta manifestando con il progressivo scioglimento dei ghiacci polari con conseguenti effetti devastanti sul clima mondiale.
Gli impegni europei del nostro Paese prevedono riduzioni del 50-80% entro il 2050 ed almeno del 20% entro il 2020.
In Italia perciò visto che l’obbiettivo minimo da raggiungere entro il 2012 e dell’ordine del 6,5% non può riguardare il nucleare poiché per quella data è altamente improbabile avere anche solo una sola centrale in servizio senza contare l’aumento della domanda di energia che nel frattempo si manifesterà per effetto di richieste maggiori per imprese e servizi.
In sintesi tre sono le strade da percorrere per evitare un'inutile e costosissima rincorsa al nucleare:
1) aumentare l’efficienza degli utilizzatori finali (aziende e privati) incentivando progetti di riconversione e defiscalizzando l’uso delle energie alternative a cominciare dal settore pubblico che fin da subito dovrebbe investire sul fotovoltaico e sul solare;
2) puntare sulla diversificazione delle fonti e dei fornitori spingendo sul gas realizzando i rigassificatori e potenziano la rete di distribuzione riconvertendo le centrali termoelettriche,
rivalutando la possibilità di realizzazione di nuove centrali idroelettriche nel rispetto dei vincoli idrogeologici dei territori;
2) aumentare l’uso delle rinnovali ad iniziare dai Comuni e dall’ANAS con programmi di sostituzione dell'illuminazioni pubbliche con pali a pannello fotovoltaico.

Giorgio Sasso (I.D.V. Ferrara)

16 luglio 2008

Teorema


L’arresto di Ottaviano Del Turco, accusato dalla Procura di Pescara di corruzione, concussione e truffa, ripropone l’ormai consueta polemica sul ruolo della magistratura nel nostro Paese.
E’ il copione di un film già visto e rivisto. E non mi riferisco alle gravissime ipotesi di reato contestate al Governatore dell’Abruzzo, che stanno a dimostrare come l’epoca di tangentopoli non sia mai finita, ma all’immancabile sequela di attacchi ai giudici ed ai pubblici ministeri che indagano su politici e personaggi eccellenti.
Per l’occasione, puntuale prende corpo il partito trasversale di coloro che si indignano e se la prendono con i magistrati solo quando a cadere nelle maglie della giustizia sono i politici ed i potenti. Tacciono, invece, quando di mezzo ci vanno i poveri cristi che, colpevoli od innocenti, possono tranquillamente marcire nelle patrie galere, senza che di loro nessuno si accorga. E’ questo l’atteggiamento della casta, di una classe politica dotata di un innato istinto di conservazione d’ispirazione darwiniana, sempre pronta ad autoassolversi ed a difendersi gridando al teorema, al complotto togato.
Sembra quasi che il problema siano i magistrati che indagano e non chi truffa, chi corrompe e chi ruba. Ed a coloro che invocano una legge uguale per tutti è presto servito l’appellativo di giustizialisti, manettari e forcaioli.
E’ proprio un Paese strano, il nostro.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori - Ferrara)

11 luglio 2008

Inguistizia approvata


Dal Blog di Antonio Di Pietro.

Oggi ho pronunciato in aula la nostra dichiarazione di voto contraria alla "salvapremier", o lodo Alfano, perché viola il principio secondo cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, nessuno escluso.
"Sig. Presidente del Consiglio che non c’e’, Oggi Lei non è soltanto assente. Oggi Lei è contumace!
Sì, contumace - sig. Presidente del Consiglio che non c’è - perché oggi in quest’Aula non si sta approvando una legge giacchè una legge per definizione dovrebbe essere una norma generale che riguarda tutti.
E non ci venga a dire che non c’è perché impegnato altrove. Possiamo benissimo aspettare che ritorni, giacchè non vediamo proprio alcuna urgenza per approvare una legge del genere.
Stiamo approvando, invece uno specifico provvedimento che serve a Lei e solo a Lei!
Lei, in altri termini, ha trasformato il Parlamento in “magistrato speciale” che ora è chiamato – ma che dico, obbligato – ad emanare un provvedimento para-giudiziario di proscioglimento perché l’imputato si chiama Silvio Berlusconi!
Insomma lei – sig. Presidente del Consiglio contumace – finalmente è riuscito nel suo scopo: scegliersi il giudice che più le piace.
Un giudice, diciamo così domestico!
Ed appunto perché tratta il Parlamento come suoi domestici, non ci degna della sua presenza neanche oggi che ci chiama a violare la Costituzione per farle un favore.
Certo, in quanto suoi domestici, alcuni di noi possono sempre sperare che – poi - alle prossime elezioni Lei, dall’alto della Sua magnanimità, li riconfermi nell’incarico visto che la legge elettorale Le consente questo potere di vita o di morte!
Ma, mi creda, sig. Presidente del Consiglio contumace, ci avrebbe fatto davvero piacere guardarla in faccia almeno oggi che la mandiamo in Paradiso.
Però attenzione, imputato Berlusconi! Attenzione perché ho l’impressione che qualche suo domestico parlamentare – per la troppa fregola di difenderla – credo abbia sbagliato ancora una volta a scrivere la norma.
Se lo ricorda il caso Previti? Anche quella volta, per la troppa fretta di fermare il processo, la legge che si era fatta confezionare venne dichiarata incostituzionale e si risolse in un boomerang tanto che Lei dovette sacrificare il suo fido Previti per salvare se stesso!
Anche ora il caso può ripetersi perché anche questa volta Lei è sotto processo insieme ad un altro complice: l’avvocato inglese David Mills. Sì quel “testimone un po’ così” che, purtroppo per Lei, ha già ammesso per iscritto – brutto comunista che non è altro in combutta con altrettanti brutti e cattivi giudici comunisti inglesi – di aver ricevuto da Lei una cospicua somma di denaro per dire il falso ai giudici italiani in un processo dove Lei, Presidente Berlusconi era imputato!
Ed allora, come crede Lei di poter svolgere serenamente le sue funzioni nel caso il suo complice venga condannato per un reato che – secondo l’Accusa - avete fatto insieme?
Ohh, lo so! Qualcuno, per Lei, andrà dal giudice per dire che anche il processo al sig. Mills si deve fermare.
Ma Lei, oramai, dovrebbe saperlo: a Milano non ci sono i giudici domestici che oggi Lei si è nominato in questo Parlamento. Lì ci sono giudici veri che la legge la applicano veramente e seriamente.
Ah, certo! A quel punto, Lei andrà a sostenere che – siccome i giudici di Milano non le hanno dato ragione - vuol dire che ce l’hanno con lei e che c’e’ in atto un teorema politico dei soliti comunisti brutti e cattivi per impedirle di camminare sulle acque e di moltiplicare i pani e i pesci necessari per sfamare il popolo italiano!
Ma a quel punto – glielo segnalo per tempo – sig. Presidente del Consiglio contumace - i giudici di Milano faranno ricorso alla Corte Costituzionale – non perché lo dico io, ma perché è nella logica delle cose - e vedrà che anche questa volta la norma verrà dichiarata abusiva rispetto alla nostra Carta Costituzionale.
A meno che Lei non voglia riservare anche alla Corte Costituzionale lo stesso trattamento che voleva riservare al Consiglio Superiore della Magistratura, allorchè si permise di dissentire dalla sua dissennata proposta di legge tesa a bloccare oltre 100.000 processi e tutti i tribunali italiani solo per bloccare il Suo. Proposta che ora – con una faccia tosta che non ha pari - è disposta a ritirare visto che non le serve più.
Ma in quel caso – stiano tranquilli i cittadini italiani – ci vuole una legge di modifica costituzionale e quindi saranno alla fine chiamati loro stessi ad esprimersi se accettare o meno la dittatura dolce che il Governo Berlusconi vuole propinarci!
Dica la verità, sig. Presidente del Consiglio contumace, Lei si è pure fatto mettere una norma di “sfogo” nella sua “salvapremier”: la facoltà di rinunciare alla sospensione del processo.
Non perché ci voglia rinunciare già da oggi ma solo per tenersi una chance nel caso il coimputato Mills venga assolto. Beh, allora – e solo allora – lei rinuncerà alla immunità. Solo quando avrà letto una sentenza che la proscioglie.
Sia chiaro, noi dell’Italia dei Valori votiamo contro il provvedimento “salvapremier” perché siamo contrari a questa norma a prescindere dal fatto che oggi essa serva per favorire Berlusconi e domani chissà chi.
Noi dell’Italia dei Valori siamo contrari a questa legge perché riteniamo immorale – prima ancora che incostituzionale – che 4 cittadini italiani 4, per il solo fatto che svolgono un lavoro invece che un altro, possano commettere qualsiasi reato durante il loro mandato senza che nessuno possa dire loro nulla, nemmeno se impazziscono e se si mettono ad uccidere mogli, stuprare bambini, violentare o subornare donne indifese, detenere e spacciare droga, arraffare la cassa dello Stato, costituire nuove P2 e così via.
Riteniamo poi un pasticcio giuridico il fatto che – siccome è stato previsto che la sospensione avvenga solo ad azione penale avviata (e cioè solo dopo la chiusura delle indagini preliminari ed a richiesta di rinvio a giudizio depositata) - potremmo un domani avere il caso di un Presidente che viene pure arrestato in flagranza di reato per il quale il provvedimento cautelare è obbligatorio ex art 68 Cost e siccome non può essere processato rimane a svolgere le sue funzioni dal carcere dell’Ucciardone invece che da Montecitorio!
E con quali garanzia di terzietà potrà svolgersi l’azione civile al posto dell’azione penale prevista dalla odierna legge per tutelare le parti offese se ad essere offeso dovesse essere lo Stato stesso in caso ad esempio di peculato? Potrebbe mai aver un senso una causa civile intentata mettiamo dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro l’imputato Berlusconi Silvio in cui la stessa persona con una mano chiede il risarcimento del danno e con l’altra la nega?
Insomma, noi dell’Italia dei Valori siamo dell’idea che tutti i cittadini devono essere considerati uguali davanti alla legge e se una delle alta cariche dello Stato è accusata di aver commesso qualcosa di penalmente rilevante deve essere semmai giudicato prima e non dopo gli altri.
Lo dico in modo chiaro non solo ai colleghi della maggioranza ma anche a quegli amici del Partito Democratico che oggi hanno dichiarato la loro disponibilità a considerare possibile in futuro la previsione di una norma generale ed astratta che preveda la sospensione dei processi alle alte cariche dello Stato.
Anche di questo ovviamente dovremo tenere conto allorché ci sarà da ridiscutere il modo di stare insieme, come da voi ieri chiesto ed oggi anche – ancora di più - da noi!"

10 luglio 2008

No Cav day after


L'8 luglio a Roma, in Piazza Navona, si è tenuta la grande manifestazione promossa da Micromega e dall’Italia dei Valori contro le leggi ad personam del Governo Berlusconi ed in difesa della nostra Costituzione.
C’era tantissima gente, giovani e meno giovani, donne e famiglie intere. Anche Ferrara ha risposto all’appello con un folto gruppo di partecipanti.
I giornali ed i TG del giorno dopo, quasi a reti unificate, hanno fatto passare un messaggio profondamente distorto rispetto a ciò che è stata realmente la manifestazione di Piazza Navona. Descrivono una piazza oltraggiosa, forcaiola, volgare e violenta nel linguaggio. Delegittimano la protesta di decine di migliaia dei persone. Lo fanno amplificando al massimo le parole di Beppe Grillo, come se quella del comico genovese fosse stata l’unica voce che si è levata dal palco di Piazza Navona (tra l’altro, Grillo neppure era presente fisicamente ma solo in collegamento telefonico da chissà dove). E’ vero, Beppe Grillo ha fatto il Beppe Grillo ed era da immaginarselo. E’ stato l’intervento che personalmente ho apprezzato di meno, soprattutto perché è andato fuori tema dando fondo al solito repertorio ispirato dal sentimento dell’antipolitica che non condivido affatto. Forse si poteva fare a meno di Beppe Grillo, ma pazienza, è andata così.
Sul palco di Piazza Navona però non c’era solo lui. Perché i media non hanno parlato di Flores D’Arcais, Pancho Pardi, Moni Ovadia, Di Pietro, Rita Borsellino, Livia Ravera, Fiorella Mannoia, Marco Travaglio, Andrea Camilleri e di tanti altri che si sono succeduti sul palco? Perché si è mistificato la realtà? Perché si è voluto screditare migliaia e migliaia di persone venute da tutta Italia per dire no al vilipendio (quello vero!) ai valori della nostra Costituzione perpetrato da Silvio Berlusconi e dalla sua maggioranza?
Non mi sorprende affatto la reazione della platea bipartisan dei benpensanti, inciucisti ed ipocriti che non hanno perso l’occasione per denigrare la piazza e per sbandierare ai quattro venti la loro indignazione di convenienza.
Ma lasciamoli nella loro indignazione e andiamo avanti per la nostra strada. E’ quello che ci chiedono i nostri elettori.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

05 luglio 2008

Anche da Ferrara con l’Italia dei Valori per manifestare l’8 luglio a Roma contro le leggi “ad personam” volute dal premier Berlusconi.


Sono numerosi i ferraresi che l’8 luglio parteciperanno a Roma, in piazza Navona, alla grande manifestazione organizzata da Micromega e dell’Italia dei Valori contro le leggi “ad personam” che minano i principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di libertà d’informazione e di autonomia della magistratura.
Quello dell’8 luglio sarà il giorno della grande mobilitazione per la difesa dei principi costituzionali di libertà ed eguaglianza e che coinciderà con l’inizio dell’iter parlamentare per l’approvazione delle norme blocca processi (oltre 100 mila processi verranno sospesi), salva premier (per l’immunità-impunità delle alte cariche dello Stato) e sulle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura (per la galera ai giornalisti che fanno informazione).
L’appuntamento è quindi per l’8 luglio a Roma, in Piazza Navona, alle ore 18.
Per raggiungere il luogo della manifestazione, l’Italia dei Valori sta organizzando alcuni pullman con partenza da Bologna. Per la prenotazione dei posti e per informazioni telefonare al 051.6395495 oppure inviare una mail a info@italiadeivaloriferrara.it .

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

01 luglio 2008

Centro d'incremento ippico di Ferrara: l'Italia dei Valori replica alle dichiarazioni del Vice Presidente della Provincia, Davide Nardini.


Dopo l'interrogazione in Regione del Consigliere Regionale dell'Italia dei Valori, Paolo Nanni e l'ordine del giorno presentato in Consiglio della Circoscrizione “Via Bologna”, ora anche altre forze politiche si schierano a difesa del Centro Regionale d'Incremento Ippico di Ferrara.
Questo non ci può che far piacere, tuttavia noi dell'Italia dei Valori non possiamo condividere la posizione espressa dal Vice Presidente della Provincia, Davide Nardini secondo il quale il rilancio del Centro d'Incremento ippico deve necessariamente avvenire attraverso l'affidamento ai privati dell'attività.
Ci pare, questa, una posizione fortemente contraddittoria e poco attenta alla realtà delle cose. Infatti, come ben si sa, i soggetti privati sono solitamente portatori di interessi particolari, non si fanno carico di perseguire l'interesse generale del settore che può essere promosso soltanto dalla Pubblica Amministrazione quale soggetto che media tra i vari interessi privati e stabilisce gli obiettivi generali verso i quali procedere.
Il Vice Presidente Nardini ci spieghi, quindi, come è possibile coniugare la funzione pubblica del Centro svolta nel settore della valorizzazione e del miglioramento genetico delle razze equine con una gestione privata dell'attività.
Gli interventi indicati da Davide Nardini non porteranno al rilancio del Centro ippico ma al contrario rischiano concretamente di sancire la dismissione dell'attività.
Quanto all'esigenza di risparmio di spesa pubblica a cui fa riferimento il Vice
Presidente, è bene evidenziare che il Centro ippico di Ferrara, unico in Emilia Romagna, non è affatto un ente inutile, un ramo secco o una macchina mangia soldi. Tutt'altro. Il Centro rappresenta una vera e propria eccellenza nel campo delle produzioni equine, con particolare riferimento alle tecniche di riproduzione artificiale e di miglioramento genetico delle razze. Presso l'ippodromo ferrarese, tra l'altro, viene svolta in collaborazione con le strutture sanitarie locali un'importante attività di ippoterapia rivolta a bambini con problemi neurologici e psichici.
Nell'ultimo decennio la spesa regionale per il funzionamento della struttura è stata, in media, pari a circa 450.000 euro di cui 300.000 euro sono stati annualmente recuperati attraverso entrate finanziarie derivanti dai servizi resi dal Centro. Pertanto il costo effettivo della gestione dell'attività è stato di circa 150.000 euro per anno.
Va inoltre detto che il Centro è una struttura regionale che opera sulla base di funzioni amministrative e compiti trasferiti dallo Stato alle Regioni da leggi nazionali che prevedono anche il trasferimento delle opportune risorse finanziarie.
Noi dell'Italia dei Valori non crediamo quindi che la scelta di cedere ai privati il Centro Regionale d'Incremento ippico di Ferrara risponda effettivamente ad una logica di risparmio di risorse pubbliche.
Non vorremmo infatti che dietro l'angolo ci siano appetiti speculativi da soddisfare e che il Centro ippico sia terra di conquista da parte di privati che tutto hanno in mente tranne che l'attività di incremento e di valorizzazione dell'ippocoltura regionale.
Per ultimo, ma non meno importante, vi è la questione occupazionale.
A tal proposito il Vice Presidente Nardini nulla dice riguardo il personale a tempo determinato che si trova a svolgere, da 20-25 anni, un lavoro che richiede un notevole livello di specializzazione professionale a fronte di una totale incertezza sul proprio futuro.
Ai 12 lavoratori vanno date risposte concrete ed al più presto.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara)