Elezioni Europee 2014

22 dicembre 2009

L'I.D.V. e le crisi aziendali del nostro territorio

L’Italia dei Valori segue con costante attenzione e preoccupazione la situazione economica del nostro territorio.
E’ evidente che l’onda lunga della crisi economica generale sta abbattendosi anche sulla nostra provincia aggiungendo ad una situazione da sempre difficile le criticità della congiuntura economica attuale. Si potrebbe fare un lungo discorso sui motivi che vedono da sempre la nostra. provincia dal punto di vista economico fanalino di coda in regione, ma non ci sembra opportuno oggi cercare le responsabilità o i motivi di questa situazione che pure ci sono, e andranno individuati e corretti attraverso una condivisa volontà politica che possa mettere in campo intelligenze e risorse (non solo economiche) al fine di elaborare una nuova strategia di sviluppo.
Basta leggere i giornali di queste ultime settimane per rilevare la grande difficoltà che un tessuto produttivo, fondamentalmente sano, subisce per causa di una politica creditizia miope che l’attuale governo ispira, ma anche per una politica degli investimenti strutturali insufficiente. Non si contano le operazioni, al limite della pirateria, in cui gruppi economici potenti comprano aziende e le svuotano di ogni possibile ricchezza e capacità produttiva per poi accedere ai contributi statali. Nell’operazione si perdono posti di lavoro, capacità produttive, know how in cambio di benefici finanziari riservati agli speculatori. Dietro ogni posto di lavoro perduto c’è una realtà esistenziale fatta di persone , donne, uomini, giovani ed anziani, ridotti all’emergenza se non all’indigenza.
Fatta questa premessa e ricordando, per fare pochi esempi, la SIMEL di Vigarano Mainarda che rischia la chiusura ed il licenziamento di 58 lavoratori e la OERLIKON di Cento dove 240 lavoratori rischiano tutto (lavoro, casa,ecc.). Vogliamo inoltre focalizzare l’attenzione sulla situazione critica, da tempo annunciata, della ROMAGNA RUOTE, fabbrica che produce cerchioni di qualità per auto.
Anche qui 195 operai vivono sotto la minaccia di una disoccupazione e con scarse prospettive di poter godere degli ammortizzatori sociali. Anche in questo caso di crisi aziendale si è assistito senza capacità di reazione ad una operazione piratesca: l’Alcoa compra, ristruttura, licenzia, delocalizza e distrugge un patrimonio umano ed economico di esperienza perseguendo solo una logica speculativa.
L’Italia dei Valori di Ferrara esprime la piena solidarietà ai lavoratori e si impegna, insieme a tutte le forze politiche democratiche, a ricercare soluzioni soddisfacenti ed a portare all’attenzione dei propri parlamentari la questione al fine di evitare che questi drammi rimangano personali.

La Segreteria provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara

20 dicembre 2009

Buone feste!


Italia dei Valori Ferrara è lieta di farvi gli auguri per le imminenti festività natalizie!

Le nostre attività, tra cui l'incontro a Codigoro con Marco Travaglio, fissato per l'8 di gennaio, riprenderanno con l'anno nuovo.

18 dicembre 2009

Lettera aperta all’Onorevole Sacconi

Gentile signor ministro,
secondo una sua recente comunicazione la pillola abortiva (per piacere smettiamola di chiamarla ru486, perché non è più in fase di sperimentazione da decenni, ma chiamiamola Mifepristone, nome del principio attivo, o Mifegyne, nome commerciale, come in tutti gli altri paesi europei) va somministrata in ricovero ospedaliero ordinario e non in day hospital.
E’ così che lei, signor ministro, vuole abbattere in maniera sapiente e consistente i costi della sanità italiana? Il DH (day-hospital) è nato per ridurre i costi della sanità e lei vuole ritornare al costo della degenza ordinaria?
Lei sostiene che “la forma di DH non corrisponde alle esigenze di salute per un processo che non è semplice bensì molto complesso e che può dare luogo a molte complicanze”. Certo signor ministro, anche la somministrazione di una apparentemente innocua pillola antinfiammatoria può diventare una minaccia per la salute, eppure si prescrive in Italia con una facilità estrema o addirittura distribuita in farmacia senza ricetta medica.
Allora descriviamo quali sono queste complicanze:
- sanguinamento uterino 1-2 giorni dopo aver assunto la pillola abortiva (cioè normale mestruazione)
- 2 giorni più tardi all’assunzione della pillola abortiva, va assunta un’altra pillola (una prostaglandina); la gravidanza verrà espulsa nel giro di poche ore dalla somministrazione di quest’ultima pillola o nei giorni immediatamente successivi e il sanguinamento dura in media 12 giorni.
Lei vuole fare un ricovero di 12 giorni per seguire una mestruazione, quando al momento i pazienti vengono dimessi precocemente a domicilio dagli ospedali italiani per abbattere i costi della sanità alle volte in condizioni ancora molto precarie e con terapie importanti?
Perché non possiamo comportarci signor ministro come tutti gli altri paesi europei (Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Austria, Belgio, Grecia, Lussemburgo, Danimarca, Regno Unito, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, ecc ecc ) e usare la pillola abortiva in regime di DH?
Forse perché in casi non comuni può dare rash cutanei (arrossamenti), orticaria, cefalea, malessere generale, sintomi vagali? O forse perché in casi molto rari può dare shock tossico? E il metodo chirurgico dell’aborto invece è meno rischioso? Anche questo si pratica perlopiù in regime di DH e non di ricovero ordinario, eppure nel metodo chirurgico c’è forse un sanguinamento minore che con la pillola da meritare il DH anziché il ricovero ordinario? C’è forse un rischio inferiore di revisione della cavità uterina (raschiamento) per aborto incompleto o minor rischio di formazione di coaguli vascolari e quindi trombosi con il metodo chirurgico rispetto alla pillola? Senza contare i vantaggi della pillola abortiva che evita il rischio della narcosi, traumi e ferite al collo dell’utero. Inoltre la donna con la pillola ha una maggiore responsabilità personale, perché non è in narcosi, e un maggior sollievo psichico perché può essere assunta precocemente.
Quindi signor ministro, cosa facciamo, ricoveriamo in regime ordinario per la semplice assunzione di una pillola e invece lasciamo in DH operazioni di emorroidi, ernia inguinale, varici, ecc ecc?

Coordinamento donne I.D.V. Ferrara

13 dicembre 2009

Marco Travaglio a Codigoro (FE) l'8 gennaio 2010, ore 17.30, teatro Arena.

Inizia la fase congressuale dell’I.D.V. Eletti i delegati ferraresi che parteciperanno al Congresso nazionale il 5,6,7 febbraio 2010 a Roma.


E’ iniziata la fase congressuale che porterà l’Italia dei Valori all’elezione del proprio leader nazionale in occasione del congresso che si terrà a Roma il 5,6 e 7 febbraio prossimo.
Nel fine settimana si è tenuta l’assemblea degli iscritti dell’Italia dei Valori di Ferrara e provincia nel corso della quale sono stati eletti i 12 delegati ferraresi che parteciperanno al congresso nazionale.
I delegati ferraresi sono: Luca Bolletta, Laura Bonora, Matteo Checchi, Angelo Contini, Rosy De Pietro, Gian Clemente De Silva, Graziella Ferretti, Eleonora Grieco, Luca Perri, Paolo Pozzi, Francesco Tomasi e Daniele Vecchiattini.
Grande spazio è stato dato ai giovani ed alle donne. Un terzo dei delegati sono under 30 e donne. La media anagrafica dei delegati è di 37 anni.
A questi, si aggiungono i seguenti 7 delegati di diritto: Massimiliano Fiorillo (vice Presidente Provincia), Rossella Zadro (Assessore comunale di Ferrara), Alessandro Rorato (Consigliere provinciale), Giorgio Sasso Scalabrino (Consigliere comunale di Ferrara), Federico Monesi (Assessore comunale di Copparo), Giuliano Giuliani (Consigliere comunale di Copparo), Samuela Pamini (Assessore comunale di Argenta).
Grande partecipazione ha visto il dibattito che ha consentito di individuare i principali temi che dovranno far parte dell'agenda politica dell’Italia dei Valori nel prossimo futuro.
Diritto al lavoro, difesa della Costituzione, libertà di informazione, energie pulite e no al nucleare, acqua pubblica, sostegno alla ricerca ed alla scuola pubblica, riforma della giustizia per una legge uguale per tutti, sono le principali priorità per le quali i delegati ferraresi chiederanno al futuro segretario nazionale dell’Italia dei Valori la massima attenzione.

La Segreteria provinciale dell’Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara

10 dicembre 2009

No alla privatizzazione dell'acqua.


Accolgo con molto favore la netta presa di posizione del PD provinciale in merito all'approvazione del Decreto Ronchi.
Il tradimento dello spirito federalista del centro destra è evidente a tutti tranne cha alla Lega che con la promessa di un vagheggiato processo di riforma organico sulla materia si deve accontentarsi ed in goiare rigurgiti di centralismo.
Come altro definire l'approvazione del Decreto Ronchi che di fatto tenta di espropriare i governi locali dalla possibilità di decidere sul proprio territorio di questioni importanti come l'acqua.
L'elenco non finisce qui e potrebbe continuare con la decisone centralistica delle sedi delle nuove centrali nucleari di terza generazione, per passare al “furto ” dell'ICI sulla prima casa che solo a Ferrara costa ai cittadini qualcosa come 6.000.000,00 di Euro che si tradurranno in minori investimenti e quindi minori opportunità per le nostre aziende e le loro maestranze.
Ma veniamo alla questione dell'acqua sulla quale l'Italia dei Valori ha intenzione, insieme a tutti quelli che la vorranno sostenere, di portare fino in fondo la battaglia per la sua pubblicizzazione o quantomeno per non consegnarla nelle mani dei privati.
Ha un bel dire il Consigliere Dragotto circa il potere taumaturgico della competizione che, anche in questo ambito, d'incanto sembra poter coniugare efficienza e convenienza.
Non mi pare che le esperienze di affidamento al mercato di tale servizio abbiano portato in nessun caso a miglioramenti sostanziali né del servizio né tanto meno dell'economicità delle tariffe per i cittadini.
Stante questa situazione giova ricordare che l'impegno di tutti Gruppi Consiliari escluso il Consigliere Rendine si sono espressi a favore dell'inserimento nello Statuto del Comune di Ferrara la formula che riconosce all'acqua il valore di bene comune, diritto inalienabile di ogni essere vivente la cui proprietà gestione ed erogazione costituisca attività di interesse generale priva di rilevanza economica.
Questa opportunità di poter definire localmente il carattere del servizio in questione, non è una gentile concessione dei proponenti ma si rifà ad un parere espresso dalla Sezione della Corte dei Conti della Lombardia che in merito ad un quesito rivoltole dal Comune di Mainate ha affermato che “la caratteristica di servizio pubblico di rilevanza economica è prerogativa dei singoli Comuni
che di volta in volta procedono alla loro individuazione in base alle caratteristiche specifiche che la singola Amministrazione gli riconosce”.
Nasce da qui la legittimazione giuridica dell'affermazione contenuta nell'ordine del giorno del 31.08.2009.
La stessa Corte Costituzionale nella sentenza n°272 del 27/07/2004 sugli effetti della incostituzionalità dell'art. 113 bis D.Lgs 267/2000 rileva che la conseguenza di tale soppressione affida all'Ente locale la facoltà di decidere quali servizi ritenga di dover mantenere con le caratteristiche di Servizio pubblico.
Per ultimo la sentenza del TAR della Sardegna 1729 del 02/08/2005 precisa “....che deve ritenersi di rilevanza economica il servizio che si innesta in un settore per il quale esiste, quantomeno in potenza, una redditività, e quindi una competizione sul mercato....”.
La particolare natura dell'affermazione di servizio privo di rilevanza economica non può e non deve essere interpretato come “senza costi” ma bensì al riparo da fenomeni lucrativi o di concorrenza caratteristici dei servizi di rilevanza economica affidati alle cure del mercato.
Questa ritengo debba essere la chiave interpretativa corretta.
L'Italia dei Valori intende ribadire la sua netta contrarietà all'affidamento al mercato di un settore delicato e vitale come l'acqua e si batterà per impedire questa deriva mercantile che trasferisce settori strategici della nostra vita e li affida alla speculazione.
Questi sono i motivi per i quali ritengo politicamente qualificante trasformare quella che fino ad oggi è e rimane una affermazione di principio per operare con la modifica dello Statuto quella scelta di campo che privilegi il carattere universalistico del bene acqua e la sua natura di diritto del cittadino.

Sasso Giorgio Scalabrino Consigliere Comunale di Ferrara
Italia dei Valori

03 dicembre 2009

Italia dei valori chiede maggior chiarezza sulla questione delle pinete di Comacchio

E' scaduta la sospensione del permesso di costruire n.108/09 rilasciato dal Comune di Comacchio in data 11/08/2009, che riguarda la pineta di via Giorgione. In casi così delicati sarebbe auspicabile attendere che la situazione sia definita in modo chiaro, prima di procedere in modo irreparabile all'abbattimento delle pinete, soprattutto quando la situazione giuridica è tanto complessa. Pare però che il Comune non intenda prorogare la sospensione del permesso. A nostro avviso è una scelta grave e sbagliata.
Innanzitutto bisogna stabilire se sulle pinete in questione operi una tutela ex lege – il cosiddetto vincolo paesaggistico -, ai sensi della c.d. Legge Galasso (legge 431/1985), oggi assorbita nel famoso Codice Urbani (d.lgs. 42/2004). In particolare l'art. 1 della Legge Galasso (oggi art.142 del Codice Urbani) prevedeva la sottoposizione a vincolo paesaggistico di quei “ territori coperti da foreste o da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco”, con l'eccezione delle c.d. Zone A e B, secondo la definizione che ne dà il D.P.R. 1444/1968. Nel nostro caso rilevano le zone B, cioè “le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A : si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq”.
Ora, quando è entrata in vigore la Legge Galasso, nel 1985, pare che le aree pinetate in questione non potessero essere classificate come zone B, e d'altro canto Provincia e Comune di Comacchio non risulta che abbiano finora presentato progetti o calcoli svolti all'epoca che dimostrino il contrario, nonostante la Presidente della Provincia Marcella Zappaterra dia per scontato che le pinete fossero ricomprese nelle zone B.
Come si può dunque affermare che non sussiste il vincolo paesaggistico?
rima di autorizzare l'abbattimento delle pinete bisognerebbe almeno essere sicuri che quelle zone fossero escluse da questo vincolo all'epoca in cui entrò in vigore la Legge Galasso, e comunque la Provincia, attraverso il PTCP, potrebbe proteggere tali zone, anche considerando il fatto che lì è certa la presenza del cisto rosso, specie vegetale oggi protetta.
Considerata l'incertezza normativa, sarebbe auspicabile una riflessione approfondita sul tema, anziché tutta questa fretta nel disboscamento delle pinete: Italia dei Valori chiede con forza una proroga della sospensione del permesso di costruire sulla pineta di via Giorgione, fino a che sia fatta piena luce sulla questione. Inoltre sarebbe doveroso promuovere in tempi brevi una tavola rotonda che coinvolga non soltanto il Comune di Comacchio, ma anche la Provincia di Ferrara con tutti i consiglieri. Trasparenza e dialogo con i cittadini sono i cardini per una corretta amministrazione.
Facendo poi alcune considerazioni più generali, ci si chiede perchè, di fronte ad una costante diminuzione del flusso turistico ai Lidi di Comacchio, si proceda per contro ad un aumento della cementificazione per costruire nuove strutture turistiche: che senso ha costruire ancora quando non vengono riempiti gli appartamenti e gli alberghi già esistenti?
Perchè deturpare un ambiente come quello di Comacchio? La costa alto-adriatica non brilla per la qualità del suo mare: una delle sue amene peculiarità è costituita proprio dal piacevole intervallarsi del verde delle pinete ai complessi edilizi. Eliminato il verde che cosa resta della nostra costa??Perche` non puntare sulla riqualificazione e ristrutturazione di cio`che e` gia` costruito?
Aggiungo altresì che il Comune di Comacchio risente meno di altri comuni dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa, considerato che a Comacchio vi sono moltissime seconde case con cui far cassa, senza per forza dover incassare oneri di urbanizzazione a manetta.
Spiace constatare come la Giunta di Comacchio si disinteressi di tutto questo e continui imperterrita nell'opera di impoverimento della natura dei nostri Lidi.
Italia dei Valori ha dato il suo appoggio al sindaco uscente Cristina Cicognani, ma pretenderà che nel programma concordato sia esplicitata una chiara presa di posizione per la tutela delle pinete rimaste e per un freno all`attuale cementificazione. Ne va del benessere nostro e delle generazioni future, che potrebbero trovarsi nella situazione di vedere le pinete solo sulle cartoline.

Francesco Tomasi – Referente Italia dei Valori Comacchio