Elezioni Europee 2014

23 novembre 2006

Il Consigliere Provinciale Mario Castelluzzo lascia l'Italia dei Valori e approda alla Margherita. Il documento del Direttivo Provinciale I.D.V.



Il Direttivo provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara prende atto, per averlo appreso dalla stampa locale, dell’abbandono del Partito, e di conseguenza del gruppo consiliare, da parte del Consigliere in Provincia Mario Castelluzzo. Da ciò ne discende che egli non rappresenta più le istanze dell’I.d.V. all’interno dei consigli di amministrazione o di qualunque altro organismo a cui è chiamato a far parte.
Sorvoliamo sulle questioni di stile che pure contano in politica. Nel merito delle motivazioni delle dimissioni, il Direttivo dell’I.d.V. smentisce categoricamente l’ipotesi di un sostegno del Partito a “candidature provenienti dall’area dei movimenti ambientalisti per le elezioni comunali del 2009 in alternativa al centro sinistra”. Tale ipotesi è pura fantascienza. Il Direttivo ribadisce pertanto la collocazione dell’I.d.V. all’interno del centro sinistra, sia a livello nazionale sia a livello locale, pur riaffermando il diritto ad una posizione critica rispetto ad alcune scelte politiche non condivise delle Amministrazioni comunale e provinciale di Ferrara.
Il Consigliere Castelluzzo contesta al Partito di essersi caratterizzato a Ferrara “soprattutto come forza impegnata sulle questioni ambientali locali e poco sul resto dei problemi”. É innegabile che buona parte del nostro elettorato esprime una forte sensibilità ed attenzione nei confronti dell’ambiente, anche perché una delle emergenze più rilevanti di questa città è proprio quella di carattere ambientale, su cui, peraltro, il dibattito è più accesso e l’attenzione dei cittadini più concentrata per le ripercussioni che tale emergenza ha sulla salute pubblica. Si pensi alle micropolveri ed ai provvedimenti di limitazione del traffico; si pensi alle installazioni di antenne per telefonia mobile per cui l’Amministrazione comunale, nonostante le promesse, non si è ancora dotata di un proprio regolamento; si pensi alla scelta sciagurata di autorizzare la costruzione di una centrale turbogas da 800 Mw rivelatasi, peraltro, inutile ai fini dello sviluppo dell’economia locale (il caso SFIR docet); si pensi all’altra scelta sciagurata di triplicare l’inceneritore di Cassana portandolo ad una capacità annua di smaltimento di 150mila tonnellate di rifiuti, scelta votata dal consigliere Castelluzzo nonostante il Partito gli avesse dato indicazione di astensione. Quindi non è il Partito ad essere impegnato su poche questioni ambientali per una sorta di fissazione maniacale, ma è l’agenda politica delle emergenze di questa città, emergenze create da scelte amministrative sbagliate, a dettare la linea e a porre l’I.d.V. in sintonia con una larga fetta di cittadini impegnati a vario titolo a tutela della salute e dell’ambiente.
Tralasciamo infine di commentare le considerazioni del Consigliere Castelluzzo sulla politica nazionale (es. Partito Democratico) che sono spesso un modo usato dai partiti per parlare d’altro e distogliere l’attenzione dalle spinose questioni che più interessano i cittadini.

Il Direttivo Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara

Riunitisi a Roma i Comitati per la difesa della Costituzione. Il resoconto dell'assemblea.



Il 18 Novembre 2006 a Roma, presso l’Auditorium di Via Rieti, si è riunita l’Assemblea nazionale dei delegati dei Comitati per la difesa della Costituzione per discutere il seguente tema:
La Costituzione dopo il referendum: rispettare il voto degli italiani.
Il Presidente del comitato, Sen. Oscar Luigi Scalfaro, ha aperto la riunione, successivamente sono intervenuti i costituzionalist: On Franco Bassanini, Prof. Alessandro Pace, Prof. Leopoldo Elia, Prof. Valerio Onida, Dirigenti nazionali dei sindacati, Pancho Pardi, il Ministro delle riforme istituzionale Vannino Chiti, il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni nonché vari presidenti dei comitati locali di Roma, Andria, Rovigo, Pescara, Firenze, ecc..
punti salienti della discussione risultano sinteticamente i seguenti.
La vittoria elettorale conseguita il 25 –26 giugno scorso , che ha la stessa portata storica del 02 giugno 2006, impone al comitato il dovere di essere custode della volontà espressa dagli italiani poiché si sentono “voci” che parlano come se il voto non ci fosse stato.
Il comitato non sposerà riforme di alcun genere ,tranne la riforma dell’art. 138, necessaria per mettere in sicurezza la Costituzione rispetto ad eventuali cambiamenti a colpi di maggioranza.
Il 25 giugno 2006 è stato un successo! L’esito del referendum è stato netto e chiaro con più di 5.000.000 di voti di maggioranza per il no alla riforma e, in un ‘Italia spaccata in due, dal punto di vista politico, 5.000.000 di voti sono un dato significativo.
Questo risultato evidenzia che la maggior parte degli italiani si riconosce nell’impianto vigente della Costituzione ed è per questo che i comitati locali intendono continuare la loro attività affinché il risultato del referendum non sia tradito; ciò significa impegnarsi per diffondere una cultura costituzionale diffusa, a partire dalle scuole, ma non solo, e vigilare sulle future riforme istituzionali.
Come comitato si chiede di mettere in sicurezza la Costituzione garantendo che non possa essere cambiata a colpi di maggioranza poiché, se ciò era pacifico 30 anni fa,da una quindicina d’anni non lo è più, infatti, sia il centrodestra che il centrosinistra si sono resi responsabili di riforme approvate da un solo schieramento politico.
Occorre, quindi, una modifica condivisa dell’art. 138, modifica che, tra l’altro, rientra nel programma dell’ Unione e sarebbe grave che il governo arrivasse a fine legislatura senza aver attuato questo punto.
La Costituzione deve essere messa in sicurezza soprattutto nei nostri cuori, in quanto, è la cultura costituzionale , più che la modifica delle regole formali, che va sollecitata, soprattutto nei giovani. Se i valori costituzionali diventano ideali nell’intimo di ogni cittadino non si dovranno più temere modifiche a colpi di maggioranza parlamentare.
Sono in corso tre tentativi di oblio:
1. oblio del referendum, ossia si procede politicamente come se esso non ci fosse stato;
2. oblio del significato del referendum sulla forma di governo: il voto del 25 – 26 giugno ha bocciato la devolution e il premierato;
3. oblio della necessità di modificare l’art. 138 della Costituzione.
Il tema costituzionale deve essere, però, affrontato in futuro, in modo nuovo, ossia non deve essere strumentalizzato politicamente.
La riforma dell’art. 138 non deve essere di parte, occorre quindi liberare la modifica costituzionale dagli schieramenti politici e contemporaneamente capire che molti problemi non richiedono modifiche costituzionali e che possono essere risolti con legge ordinaria e con puntuali ritocchi del testo costituzionale.
La mancanza di coesione sociale, la disaffezione verso la politica, la sfiducia nelle istituzioni possono riportare alla ribalta, ancora una volta, la modifica della Carta come panacea di tutti i mali del paese.
Ci sono molte luci e spinte positive nel paese, ma anche tante ombre e spinte di interessi particolari.
Occorre, in questo senso, cancellare tutte le leggi ad personam e far capire che la Costituzione non indica vuote parole ma progetti da realizzare.
La Costituzione necessita di puntuali innovazioni e non di grandi riforme; essa è un elemento di identità , in particolare modo, nella odierna società aperta e multiculturale in divenire, è necessario quindi rivolgersi soprattutto ai giovani ed eliminare il divario tra ciò che imparano sul contenuto costituzionale e ciò che vivono nella realtà.
I valori ed i principi costituzionali sono proprio i valori che sembrano venir meno quotidianamente nelle nostre scuole, nelle nostre strade e, forse, nella nostra classe politica e dirigente.
Non si può convincere i giovani della autorevolezza del dettato costituzionale se i messaggi, gli input, gli stimoli che ricevono quotidianamente nel loro vissuto personale e nel vissuto collettivo mediante i media, non rispecchiano minimamente quei principi.
La discussione termina con la stesura di un documento condiviso con cui il comitato si assume gli impegni fin qui esposti.

Ferrara, 18.11.06

Paola Manzan

Emissioni maleodoranti di Enb dal Petrolchimico di Ferrara: I.D.V. chiede chiarezza sui fatti e garanzie su tempestività ed efficacia dei controlli.


L’Italia dei Valori si augura che gli interventi del Sindaco e della Magistratura possano finalmente far chiarezza sulle emissioni moleste di etilen norbornene (Enb) provenienti dal petrolchimico e che da oltre due mesi creano disagi a migliaia di cittadini ferraresi.
Rimane tuttavia da domandarsi se l’ordinanza del Sindaco, che ingiunge alla Polimeri Europa l’obbligo di bloccare l’utilizzo del gas incriminato, non sia un atto tardivo. Questo perché oltre due mesi di tempo per individuare la presunta causa delle emissioni maleodoranti ci sembrano veramente troppi, soprattutto se si pensa che già nel luglio del 2003 le Rsu della Polimeri Europa denunciavano l’ennesima disfunzione alla linea di erogazione acqua potabile al reparto F26 con conseguente fuoriuscita di Enb.
E’ oltretutto bene interrogarsi sull’adeguatezza dei sistemi di controllo ambientale e di monitoraggio delle emissioni inquinanti del Petrolchimico. E’ facile infatti immaginare cosa sarebbe accaduto se le emissioni maleodoranti fossero state causate da sostanze dannose per la salute.
In vista dell’entrata in funzione della centrale turbogas e del nuovo inceneritore ed alla luce dei fatti in questione, non ci rimane che chiedere alle Istituzioni competenti ed agli Organi di vigilanza chiarezza su quanto è accaduto e maggiori garanzie sulla tempestività e sull’efficacia dell’attività di controllo dell’ambiente e della qualità dell’aria.

Il Segretario Provinciale dell’ITALIA DEI VALORI di Ferrara
(Massimiliano Fiorillo)

Contro la chiusura dello zuccherificio SFIR di Pontelagoscuro, Paolo Nanni (I.D.V.) interroga la Giunta Regionale.



Al Presidente
dell’Assemblea Legislativa


INTERROGAZIONE a risposta orale


Lo scrivente Consigliere regionale

a fronte delle notizie di stampa riguardante la grave crisi dell’industria bietolo-saccarifera con particolare riguardo allo stabilimento di Pontelagoscuro;

viste le preoccupazioni dei lavoratori per i loro livelli occupazionali ed in seguito alla mancata riconversione degli impianti


Interroga la Giunta Regionale

- per chiedere che si impegni, in tempi brevi, a convocare un tavolo composto dalle istituzioni, del mondo agricolo e delle industrie saccarifere per esaminare la situazione di grande incertezza che, in materia, affligge tutta la filiera saccarifera;

- per conoscere lo stato d’opera della riconversione degli impianti saccariferi;


- per chiedere quali azioni intenda perseguire affinché la riconversione delle strutture, non sia solo un modo “non partecipato” per costruire nuovi impianti di incenerimento rifiuti, oppure per produzioni energetiche alimentate da prodotti e materiali non legati al territorio.

Paolo Nanni


Bologna, 14 novembre 2006

Antenne selvagge: I.D.V. propone un regolamento per il Comune di Ferrara.



Approvato dal Consiglio della Circoscrizione Via Bologna un Ordine del Giorno presentato dall'Italia dei Valori per la regolamentazione dell'intallazione degli impianti fissi di telefonia mobile.
Un analogo O.d.G. verrà discusso alla Circoscrizione Centro Cittadino.



Proposta di O.d.G. presentata in data 16.11.06 dal Consigliere Massimiliano Fiorillo (Italia dei Valori).

Il Consiglio della Circoscrizione Via Bologna,

premesso

che per gli effetti dell’art. 8 comma 2 della Legge Regionale 31 ottobre 2000, n.30, i gestori di telefonia mobile hanno presentato all’Amministrazione Comunale di Ferrara il Programma annuale 2007 delle installazioni fisse di telefonia mobile da realizzare,

considerato

che ai sensi dell’art. 1 comma 2 della Delibera Regionale 20 febbraio 2001 n.197 (Direttiva per l'applicazione della L.R. 31 ottobre 2000, n. 30 recante "Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico"), gli Enti locali nell'esercizio delle loro competenze e della pianificazione territoriale e urbanistica perseguono obiettivi di qualità per la minimizzazione del rischio della popolazione ai campi elettromagnetici;

che per l’art. 8 comma 6 della Legge 22 febbraio 2001 n.36 ("Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici") i Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti fissi di telefonia mobile,

ritenuto

che un’indiscriminata proliferazione degli impianti fissi di telefonia mobile possa influire negativamente sulla salute psico-fisica degli abitanti nonché sulla qualità ambientale, paesaggistica ed urbanistica del territorio comunale;

che, in attesa di definitive acquisizioni scientifiche sugli effetti delle onde elettromagnetiche sull’uomo, la tutela della salute e del paesaggio possa realizzarsi attraverso l’adozione di atti di pianificazione e di regolamentazione dell’attività di installazione e di gestione degli impianti fissi di telefonia mobile, ispirati ai principi di cautela, di minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici, di programmazione urbanistica, di giustificazione e di ottimizzazione delle risorse del territorio,

invita l’Amministrazione comunale

alla rapida approvazione di un regolamento per l’installazione e l’esercizio degli impianti di
telecomunicazione per la telefona mobile che si ponga i seguenti obiettivi:

1) tutela della salute dei cittadini;
2) salvaguardia del patrimonio paesaggistico, urbanistico, storico ed artistico;
3) coinvolgimento dei cittadini o dei loro rappresentanti nelle fasi decisionali e di controllo delle scelte legate alla localizzazione degli impianti fissi di telefona mobile e di telecomunicazione;
4) divulgazione delle informazioni a favore dei cittadini;
5) riduzione della conflittualità e del malcontento legato all’installazione non condivisa degli impianti di telefonia;
6) riduzione dei tempi e semplificazione dell’iter di rilascio delle autorizzazioni all’installazione ai fini della maggiore trasparenza e della partecipazione democratica dei cittadini.

Auspica

che, su iniziativa del Governo e del Parlamento, venga attuato al più presto il riordino della
normativa quadro in materia di localizzazione delle antenne al fine di garantire maggiore certezza procedurale e di tutelare il diritto alla salute dei cittadini.

Ferrara, li 16.11.06


Il Consigliere
Massimiliano Fiorillo