Elezioni Europee 2014

17 luglio 2011

L’I.D.V. risponde alle accuse di SEL sulla gestione del servizio idrico. “Vendoliani” distratti, non sanno che la posizione dell’I.D.V. sull’acqua è in totale coerenza con il responso referendario.

Respingiamo al mittente le accuse di SEL rivolte all’Italia dei Valori, colpevole secondo i “vendoliani” ferraresi, di non aver assunto posizioni in tema dell’acqua coerenti con lo spirito referendario.
Evidentemente gli amici di SEL, complice forse il caldo torrido che annebbia la mente, si sono distratti e non hanno seguito le recenti vicende della politica ferrarese in tema di servizio idrico.
L’Italia dei Valori, infatti, con un documento approvato dal Direttivo provinciale del Partito e diffuso ai mezzi d’informazione, ha assunto una posizione chiara ed in totale coerenza con il responso delle urne referendarie.
Semmai ce ne fosse il bisogno, ribadiamo con forza che l’Italia dei Valori è per la ripublicizzazione del servizio idrico inteso come servizio di interesse generale e gestito secondo criteri di economicità, trasparenza e partecipazione attraverso un soggetto di diritto pubblico.
Inoltre, per dar seguito alla volontà popolare, l'Italia dei Valori ritiene che si dovrà al più presto ridurre le tariffe del servizio idrico per effetto dell'abrogazione della norma che prevede l'adeguatezza della remunerazione del capitale investito. I cittadini ora si aspettano che l'esito referendario si traduca in qualcosa di concreto e vantaggioso, ovvero bollette più leggere, frutto di tariffe eque e di una gestione del servizio idrico non soggetta alla logica di mercato.
Per quanto riguarda la modifica dello Statuto Comunale di Ferrara nella parte che riguarda i beni comuni, ricordiamo agli amici di SEL che l'Italia dei Valori presenterà in Consiglio Comunale un emendamento che esclude l'acqua dal regime di "mercato regolato" per sottolineare inequivocabilmente la volontà di gestire questo bene in forma pubblica.

Massimiliano Fiorillo

(Segretario provinciale I.D.V. Ferrara)

15 luglio 2011

No dell'I.D.V. alla combustione di biomasse presso l'inceneritore Hera di Ferrara. Presentata una doppia interpellanza in Provincia ed in Comune di Ferrara

Presentata in Consiglio provinciale e comunale di Ferrara dai consiglieri I.D.V. Alessandro Rorato e Giorgio Scalabrino Sasso un'interpellanza sul progetto di combustione di biomasse presso l'inceneritore Hera di Ferrara.


INTERPELLANZA

OGGETTO: Interpellanza sul progetto di produzione di energia elettrica e termica attraverso la combustione di biomasse presso il termovalorizzatore Hera di Ferrara

Premesso

che Herambientes.p.a. ha presentato all'Ufficio competente della Provincia di Ferrara un progetto per produzione di energia da combustione di biomasse presso l'impianto di termovalorizzazione sito in Comune di Ferrara –via Cesare Diana, 44;

che la Regione Emilia-Romagna ha approvato con deliberazione n. 344 del 14 marzo 2011 la cartografia contenente le aree di superamento rispettivamente per il PM10 ed il biossido di azoto;

che la Regione sta valutando come dare attuazione alla Direttiva Comunitaria 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), che, tra l’altro, regolamenta l’utilizzo della biomassa negli impianti IPPC e che definisce valori limite di emissione per gli impianti di combustione aventi una potenza termica nominale totale pari o superiore a 50 MW;

che il Comune di Ferrara e la Provincia da circa 10 anni siglano l’Accordo di Programma Regionale per la qualità dell’aria, in plenaria con Regione, Comuni capoluogo, province e comuni con più di 50000 abitanti, che prevede azioni di vario tipo per il miglioramento continuo della qualità dell’aria;

che la Provincia di Ferrara ha approvato, di concerto con i comuni della provincia, in primis il comune di Ferrara,il Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria;

preso atto

che dalla documentazione pubblicata presso il sito dell'Amministrazione provinciale risulta che tale progetto prevede la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili attraverso la combustione di biomasse lignocellulosiche provenienti anche dalla raccolta differenziata per un quantitativo di circa 44mila tonnellate/anno;

che per il materiale raccolto in maniera differenziata, per norma e letteratura, si prevede una seconda vita ed un riutilizzo, non la combustione dello stesso;

che detto quantitativo di biomassa si aggiunge alla quantità di rifiuti urbani e speciali, pari a 130 mila tonnellate anno, già oggetto di A.I.A. e quindi trattati presso il termovalorizzatore in parola;

considerato

che la combustione di biomasse, pur determinando minori emissioni di CO2rispetto ad altri combustibili, provoca un consistente aumento di polveri sottili e di ossidi di azoto, per i quali oggi l'Italia è sottoposta ad una procedura di infrazione da parte della UE per i ripetuti sforamenti dei livelli di inquinanti nell'aria;

che l'immissione in atmosfera degli inquinanti derivanti dal processo di combustione della biomassa determinerà inevitabilmente un peggioramento della qualità dell’aria che interesserà peraltro un territorio già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale e per il quale vigono accordi precisi ;

che l'attività in parola determinerà inoltre un aumento del traffico veicolare con conseguente incremento delle emissioni in atmosfera di inquinanti e del rischio di incidentalità stradale;

che non è possibile avere certezze sulla non contaminazione da inquinanti della biomassa che verrà bruciata perché le procedure di controllo adottate nell'impianto di termovalorizzazione non garantiscono l’assenza di sostanze pericolose per la salute;

che il rischio per la salute legato alla presenza in atmosfera di micro particolato è un'evidenza scientifica consolidata e documentata;

che è sempre auspicabile un ampio coinvolgimento della popolazione locale su temi così delicati;

interpella codesta Amministrazione per conoscere

quale sia l'orientamento in merito all'autorizzazione dell'attività di produzione di energia elettrica e termica attraverso la combustione di biomasse presso l'impianto di termovalorizzazione Hera s.p.a.;

come si intenda gestire le ulteriori attuali e future richieste di installazione di centrali a biomassa, dopo quella di Hera, in assenza per altro di un atto programmatorio del territorio;

se nella valutazione della domanda di autorizzazione presentata da Herambiente si terrà conto dellasostenibilità del progetto con particolare riferimento all'elevato grado di compromissione ambientale del territorio interessato dall'attività in parola;

quali iniziative si intendono intraprendere a tutela della salutedei cittadini residenti nelle aree interessate dalle emissioni in atmosfera derivanti dal processo di combustione della biomassa;

se si intenda sospendere l’iter procedurale autorizzativo al fine di verificare la volontà della popolazione al riguardo, dal momento che non risultano finora avviati momenti di confronto;

se si sia richiesto ad herambiente un elenco più dettagliato della tipologia di biomasse utilizzate nel progetto, visto che si parla genericamente di “biomasse di tipo ligneo-cellulosico principalmente prodotte da attività di recupero degli scarti di potatura”.

13 luglio 2011

L'On. Silvana Mura risponde alla Presidente della Provincia, Marcella Zappaterra

Gentile Direttore,
da diversi giorni la posizione assunta dall’Italia dei Valori in merito all’abolizione delle Province sta suscitando un acceso dibattito, non privo di asprezze polemiche, in particolare a Ferrara, al quale non si è sottratta neppure la presidente della Provincia Marcella Zappaterra. Per questo le chiedo di ospitare sul suo giornale questo mio intervento volto a chiarire quale sia la posizione del mio partito sul tema.
L’Italia dei Valori nella campagna elettorale per le politiche del 2008 si impegnò con i propri elettori ad abolire l’Ente Provincia. Una volta in parlamento l’impegno è stato prontamente onorato attraverso la presentazione di una proposta di legge di modifica costituzionale che la scorsa settimana è stata respinta dalla Camera con il voto contrario di Pdl e Lega e l’astensione del Partito Democratico.
L’Italia dei Valori vuole abolire le Province perché ritiene, dati alla mano, che si tratti di un ente intermedio del quale nella nuova architettura federalista si può fare a meno con importanti risparmi per il bilancio statale. Ad oggi il costo delle Province per le casse dello stato è stimabile in circa 17 miliardi di euro all’anno. Chiaramente nessuno si sogna di sostenere che la loro abrogazione equivarrebbe al risparmio netto di questa cifra, perché i costi del personale, che verrebbe riallocato in altre strutture pubbliche, rimarrebbe, così come rimarrebbe parte dei trasferimenti erogati dallo stato per lo svolgimento di quelle funzioni che verrebbero destinate a Comuni e Regioni.
Il risparmio stimato della riforma si attesterebbe sui due miliardi annui e si otterrebbe esclusivamente sull’eliminazione di quell’esercito di eletti e amministratori che oggi opera nelle Province.
Si tratta di demagogia? Personalmente ritengo di no, anche perché altrimenti si dovrebbe considerare demagogico anche il Sole 24 Ore, che ha definito un errore madornale la bocciatura inflitta dalla Camera alla proposta di legge dell’Italia dei Valori.
Veniamo ora a Ferrara, una provincia che non ho difficoltà ad ammettere che sia bene amministrata, come lo sono, per fortuna le altre province della nostra regione. La questione però non riguarda la singola amministrazione ma ha un respiro più ampio e di sistema, come spiegato in precedenza.
Ammetto che le polemiche sollevate dal segretario provinciale del Partito Democratico, ma soprattutto dalla Presidente Zappaterra mi hanno sorpreso, perché sembrano aver fatto di una proposta politica generale un caso particolare che riguarda i loro attuali ruoli.
Voglio sgombrare subito il campo da ogni equivoco. L’Italia dei Valori ha il pieno rispetto per le donne e gli uomini che nei consigli e nelle giunte con il loro lavoro rappresentano l’Istituzione Provincia. E proprio tra queste donne e questi uomini ci sono esponenti dell’Italia dei Valori che ogni giorno si impegnano e continueranno a farlo per l’efficienza delle amministrazioni provinciali. Questo non esclude che quelle donne e quegli uomini ritengano che l’ente nel quale operano debba essere abolito con le procedure democratiche previste dalla costituzione.
In questi giorni sovente si è fatto riferimento ad una presunta incompatibilità che riguarderebbe Massimiliano Fiorillo che è vice presidente della Provincia di Ferrara e segretario provinciale dell’Italia dei Valori. Conoscendo Fiorillo mi sento di rassicurare la presidente Zappaterra sul fatto che tutte le volte che su sua delega dovrà indossare la fascia azzurra lo farà al meglio e nell’interesse del Castello e dei cittadini della provincia di Ferrara, e non certo come una oscura quinta colonna che trama nell’ombra. Anche la presunta incompatibilità tra il suo ruolo istituzionale e il suo ruolo politico, ovvero quello di segretario di un partito che vuole abrogare le Province, non ci sembra fondata, perché con lo stesso metro la presidente Zappaterra allora dovrebbe chiedere ai tanti cittadini della provincia di Ferrara che sono favorevoli all’abrogazione di questo ente, di rinunciare ai servizi che questo offre.
Se poi il Partito Democratico ritiene che ci sia un problema politico da risolvere con l’Italia dei Valori nella maggioranza che sostiene la giunta provinciale, la questione è diversa e non c’entra nulla con l’abolizione delle Province.
Concludendo, noi non siamo così presuntuosi da ritenere di avere la ragione in tasca, neppure sul tema delle Province. E’ per questo che, come accaduto per i referendum del 12 e 13 giugno, riteniamo di dare la parola ai cittadini e di rimetterci al loro insindacabile giudizio, attraverso la prossima raccolta firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare. Ci auguriamo davvero e di cuore che il motivo di tante polemiche non risieda proprio in questa scelta.

On. Silvana Mura – Coordinatrice regionale Italia dei Valori

10 luglio 2011

Smaltimento dei reflui a Cento. L'I.D.V. sollecita la giunta comunale

Lo smaltimento dei reflui resta per Cento un grave problema. Rappresenta un danno per l'ambiente, un disagio per la comunità e, per questo, l'amministrazione comunale certamente si farà carico del problema nel brevissimo periodo. D'altra parte, sono molti i cittadini delle frazioni che si interrogano sulle modalità con cui la giunta intende affrontare e risolvere il problema delle acque reflue, pilastro portante della campagna elettorale dell'Italia dei Valori e della coalizione di centrosinistra. L'Italia dei Valori considera positivamente l'annullamento della delibera dell'ex sindaco Tuzet che scaricava i costi della messa a norma sui cittadini, ma la gravità del problema merita un intervento urgente da parte del Comune. Pertanto pensiamo che l’assessore all’ambiente Mario Pedaci e il sindaco dovrebbero al più presto informare dettagliatamente i cittadini in merito agli interventi urgenti che sicuramente saranno nell’agenda dei lavori della giunta. L'Italia dei Valori, con convinzione dalla parte della gente delle frazioni, ha condiviso e condivide i propositi della campagna elettorale e quanto scritto nel programma, nel quale si fa riferimento con nettezza all'esigenza di risolvere il problema della inadeguatezza degli scarichi anche con una collaborazione con istituzioni limitrofe (per esempio col sindaco Broglia di Crevalcore).

Italia dei Valori di Cento

08 luglio 2011

L'On. Silvana Mura (IDV) risponde a Paolo Calvano (PD): "Comprendiamo il loro imbarazzo, ma sulle Province ed i costi della politica, l'I.D.V. risponde solo agli elettori".

Comprendiamo che l'iniziativa assunta dall'Italia dei Valori in Parlamento, che tenendo fede al mandato assunto con gli elettori, ha proposto l'abolizione delle province, ha creato imbarazzo oltre che a diversi esponenti del partito democratico nazionale, anche al segretario provinciale del PD di Ferrara. Ma le tesi da lui sostenute oltre a non stare in piedi, credo aumentino l'irritazione proprio degli elettori e dei militanti Pd, come è accaduto per le giustificazioni offerte a livello nazionale. - Lo dichiara l'on. Silvana Mura coordinatrice regionale dell'Idv - La coerenza dell'Idv a differenza di altre forze politiche sta nel cercare di realizzare in parlamento, come negli enti locali, le promesse effettuate nelle rispettive campagne elettorali e l'abolizione delle province era una di queste. L'idv è una forza politica di livello nazionale e come tale, a legislazione vigente, partecipa alle elezioni provinciali e conseguentemente fa operare i propri eletti e amministratori in queste istituzioni con una finalità espressa di riduzione del danno. La differenza tra noi e il Pd sta nel fatto che i nostri eletti e i nostri amministratori provinciali rimangono favorevoli all'abolizione dell'ente provincia perché credono nel principio e non nella poltrona che la provincia oggettivamente offre. Se Calvano ritiene che l'ente Provincia sia utile e che non costituisca una voce rilevante della categoria costi della politica, è libero di farlo, anche se molti nel PD a livello nazionale non sembrano pensarla come lui. Noi riteniamo che sui costi della politica sia necessario non guardare in faccia a nessuno, e tanto meno i dirigenti locali che cercano di tutelare rendite di posizione acquisite. Come annunciato proprio oggi l'Idv intraprenderà a breve una raccolta firme per una proposta di legge d'iniziativa popolare per abolire le province, quella sarà un'ottima occasione per capire come i cittadini ferraresi la pensano sulla questione.

Ufficio stampa I.D.V.

03 luglio 2011

I.D.V. per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

L'Italia dei Valori ritiene necessario dare al più presto una risposta ai milioni di italiani che con il referendum del 12 e 13 giugno si sono espressi a sostegno dell'acqua pubblica.
Per non deludere ed eludere la volontà popolare occorre pertanto mettere in campo, da subito e senza tentennamenti, azioni concrete che diano il segno della svolta epocale sancita dal referendum.
Niente tatticismi, niente operazioni di facciata ma l'avvio di un percorso rigoroso, serio e partecipato che dovrà condurre alla ridefinizione del servizio idrico inteso come servizio pubblico di interesse generale e gestito secondo criteri di economicità, trasparenza e partecipazione.
Occorre prima di tutto partire dalla riflessione sul tema delle tariffe idriche che andranno ridefinite alla luce dell'abrogazione della norma che prevede l'adeguatezza della remunerazione del capitale investito. I cittadini ora si aspettano che l'esito referendario si traduca in qualcosa di concreto e vantaggioso, ovvero bollette più leggere, frutto di tariffe eque e di una gestione del servizio idrico non soggetta alla logica di mercato.
L'Italia dei Valori è pienamente consapevole che gli effetti del referendum non si potranno vedere da un giorno all'altro ma il processo di ripubblicizzazione dell'acqua è ormai avviato ed è ineluttabile. Un processo, quello che conduce al “governo pubblicistico” del servizio idrico in coerenza con la natura di bene comune della risorsa acqua, che dovrà essere fortemente partecipato e dovrà vedere un ampio confronto tra forze politiche, sindaci del territori e Comitato per l'Acqua Pubblica a cui va riconosciuto un importante ruolo nella discussione e nel percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico.
Per quanto riguarda la modifica dello Statuto Comunale di Ferrara nella parte che riguarda i beni comuni, l'Italia dei Valori presenterà in Consiglio Comunale un emendamento che esclude l'acqua dal regime di "mercato regolato" per sottolineare inequivocabilmente la volontà di gestire questo bene in forma pubblica.

Il Direttivo provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara