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20 febbraio 2008

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18 febbraio 2008

Ricambio generazionale, mancano i maestri.


Se ne parla tanto di ricambio generazionale… il mio punto di partenza è come sempre una sua definizione, sulla cui base costruirmi un’opinione il più possibile motivata.
Devo ammettere che è risultato piuttosto faticoso trovare una definizione che si confacesse alle mie aspettative, l’interpretazione che prevale del concetto è piuttosto tecnica e materiale ed è riassumibile con “processo di rinnovamento mediante il quale una popolazione sostituisce le perdite per decesso con le nascite”. Ok, già da questa definizione mi appare chiaro quanto questo concetto trovi scarsa applicazione nella realtà che mi circonda. La popolazione Italiana diventa ogni giorno che passa più vecchia e a questo concorrono più fattori: la diminuzione della fecondità, l’innalzamento dell’aspettativa di vita e la riduzione del tasso di mortalità.
Di per sé gli ultimi due fattori citati non possono che essere accolti con favore, certo sono indice di un progresso. La scienza, grazie ai continui e sorprendenti sviluppi tecnologici, ha consegnato nelle nostre mani innumerevoli strumenti di benessere e tutela della nostra salute.
Per quanto riguarda il primo fattore mi pare tuttavia di poter affermare che non rappresenti un indice di progresso ma al contrario di regresso, di progressivo annullamento.
Spero di non essere il solo a riconoscere la bellezza, la capacità di rinnovamento, la freschezza, l’incisività, il coraggio, l’audacia, la capacità di sognare che ci contraddistinguono in età giovanile. La frase “i giovani sono il nostro futuro” non è una banale affermazione, non è retorica, è la realtà oggettiva, sotto tutti i punti di vista. A volte mi pare che questa realtà sia sottovalutata. Non solo ci sono sempre meno giovani, ma, cosa ancora più grave, quegli stessi giovani vengono lasciati a sé stessi, demotivati, disincentivati, disillusi, bollati come “bambaccioni”, sfruttati in qualità di “consumatori” o “risorse umane”, malpagati, corrotti da modelli e stili di vita fasulli, non virtuosi, che ne annullano la capacità di sognare, di creare, di vivere. Sapete cos’è che manca veramente a un giovane? Manca la figura di un Maestro.
Mancano dei modelli da inseguire, mancano i genitori, mancano gli insegnanti, manca una classe dirigente responsabile che si faccia promotrice di quei principi che non hanno colore, perché in sé li contengono già tutti: l’onestà, la solidarietà, il senso civico, l’umiltà, il rispetto per il prossimo.

Federico Monesi - Giovani dell'Italia dei Valori di Ferrara