Elezioni Europee 2014

25 agosto 2013

Inceneritori, IDV Ferrara: «prima via Diana, ora Modena: una strategia dettata da Hera per fare più soldi»

Prima la modifica all'Aia dell'inceneritore di Ferrara, poi la stessa procedura per quello di Modena. Obiettivo: eliminare i vincoli attualmente in vigore, aumentare le capacità ricettive dei due impianti e far sì che entrambi possano accogliere rifiuti provenienti da tutta Italia.
Operazioni troppo simili nei modi per non far venire il sospetto che dietro ci siano forti interessi economici. Facile intravedere in questo caso la longa manus di Hera, abile nell'andare a braccetto con la politica grazie al solerte appoggio delle Province, che avallano decisioni estremamente delicate – oltreché discutibili - pur essendo enti destinati all'imminente abolizione. L'obiettivo della multiutility è forse quello di sostituirsi alla Regione, arrivando magari ad individuare anche i flussi dei rifiuti urbani all’interno del nuovo ambito territoriale che coincide con l’intero territorio regionale secondo quanto stabilito dalla legge regionale 23/2011.
Questo tipo di valutazioni, però, devono essere effettuate dal Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato, e non certo da Hera: ecco perché le Amministrazioni provinciali, in assenza di pianificazione regionale, non possono modificare le autorizzazioni relative all'aggiornamento degli impianti. Un concetto che l'assessore regionale all'Ambiente Sabrina Freda ha più volte espresso, provvedendo anche a sottolinearlo con una lettera inviata il 19 febbraio a tutti gli assessori provinciali all'Ambiente.
Quale sia il reale beneficio di questi reiterati colpi di mano è fin troppo chiaro, e riguarda esclusivamente i bilanci di Hera. La strategia è chiara: alimentare gli inceneritori, a cominciare da quello di Ferrara, invece che ridurne progressivamente l'impiego. Proprio il contrario di quello che prevede il Piano regionale di gestione dei rifiuti.
In tale scenario si inserisce inoltre il grave cortocircuito istituzionale tra ARPA e Provincia di Ferrara. A quanto pare, infatti, per l'Amministrazione di Castello Estense i pareri in materia di rifiuti dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale sono carta straccia e quindi da ignorare. Era successo alcuni mesi fa con il via libera della Provincia di Ferrara all'ampliamento della discarica Crispa di Jolanda di Savoia; oggi la storia si ripete con la discarica di Molino Boschetti. In entrambi i casi la Provincia non ha minimamente preso in considerazione i rischi ambientali evidenziati dai tecnici dell'ARPA derivanti dall'ampliamento delle due discariche.
E' evidente che ci troviamo di fronte ad Amministrazioni locali che fanno continuamente l'occhiolino alle aziende partecipate, Hera in primis, dimenticandosi degli interessi dei cittadini, e men che meno, della loro salute che rischia di essere sacrificata per l'ennesima volta in nome del profitto.

Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara

11 agosto 2013

Ferrara capitale d'Italia dello smaltimento dei rifiuti speciali?

Con la rimozione del vincolo di 30 mila tonnellate annue, sembra proprio che la Provincia voglia candidare l'inceneritore di Ferrara ad accogliere e smaltire i rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. Una linea completamente priva di buon senso e che va contro le indicazioni contenute nel Documento preliminare del Piano regionale di gestione dei rifiuti: non è infatti ipotizzabile un'eliminazione discrezionale dei limiti agli speciali per aumentare la capacità di smaltimento degli impianti. Tutto questo indipendentemente dalla produzione regionale e con l'unico scopo di perseguire la logica del profitto.
È bene ricordare che è la capacità degli impianti a dover regolare i flussi dei rifiuti, e non viceversa, e che in merito al loro smaltimento il Piano regionale sostiene il principio dell'autosufficienza e della prossimità. Criteri che né la Provincia né l'onorevole Bratti, molto più allettati dalla possibilità di alimentare l'inceneritore di Ferrara che di ridurne progressivamente l'impiego, sembrano voler tenere in considerazione. È anche così che si spiega la contrarietà della Provincia alle politiche sulla de-assimilazione dei rifiuti urbani di provenienza industriale che la Regione vuole portare avanti; divenendo questi ultimi rifiuti speciali, l'unico modo per continuare a smaltire sul territorio anche la quantità attualmente inviata nell'impianto è proprio quello di rimuovere i vincoli al tetto.
Si tratta di orientamenti che ricordano molto quello già seguito per la richiesta di ampliamento a 250.000 tonnellate della capacità della discarica Crispa, da riservare proprio ai rifiuti speciali, nonostante Arpa abbia espresso e confermato il parere negativo sull'intervento, visti i rischi di inquinamento della falda acquifera sottostante e delle potenziali ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ma evidentemente a certe Amministrazioni locali stanno più a cuore i bilanci delle multiutility e tutto il resto può anche passare in secondo piano.

Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara

09 agosto 2013

L'Assessore regionale Freda scrisse alla Provincia di Ferrara che quella modifica all'AIA per l'inceneritore di Ferrara non si doveva fare. Inascoltata!

L'Assessore regionale all'ambiente, Sabrina Freda, già nel febbraio di quest'anno esprimeva contrarietà alla modifica dell'Autorizzazione Integrata Ambientale dell'inceneritore Hera di Ferrara.
Questa è la lettera che l'Assessore Freda inviò alla Provincia di Ferrara il 19 febbraio 2013.
Ma rimase inascoltata!






L’assessore regionale Freda contraria alla modifica dell'AIA per l'inceneritore Hera di Ferrara.


Nuova Aia per inceneritore, “scelta ingiustificabile”

L’assessore regionale Freda critica la nuova autorizzazione della Provincia


Una scelta sbagliata nel merito e nella sostanza. A partire dal disposto legislativo europeo per quanto riguarda i rifiuti speciali fino al significato ‘politico’ di vanificare gli sforzi dei cittadini di incrementare la raccolta differenziata.
È una bocciatura su tutti i fronti quella che arriva dall’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda, che si interroga sul rispetto del principio di non peggioramento della qualità dell’aria da parte dell’ente del Castello estense.
Nel dispositivo della modifica dell’Aia (vai all’articolo) si legge, tra l’altro, che si è proceduto ad eliminare i limiti sul quantitativo di rifiuti speciali in ingresso nell’inceneritore di Hera e sulla loro provenienza lasciando invariato il limite massimo di 130mila tonnellate l’anno e che dovrà essere assicurata la priorità di accesso all’impianto ai rifiuti urbani prodotti nell’ambito provinciale ferrarese e, a seguito di quanto disposto dalla legge regionale 23 del 2011, ai rifiuti urbani prodotti nel restante bacino unico regionale.
“Secondo la Provincia – fa notare Freda – la modifica non produrrebbe una ricaduta immissiva sul territorio differente rispetto a quella registrata nel 2011 e l’analisi dei dati circa lo sviluppo della raccolta differenziata e la stabilizzazione della produzione dei rifiuti (urbani) consentirebbe di aumentare la quantità di rifiuti speciali da smaltire nell’inceneritore senza con ciò intaccare l’autosufficienza del sistema integrato provinciale di gestione dei rifiuti”. Sul punto l’assessore osserva che “una lettura non formalistica del principio di non peggioramento della qualità dell’aria non può che condurre a conclusioni diverse. Ed infatti la riduzione del quantitativo di rifiuti urbani da avviare a smaltimento anche tramite le attività di raccolta differenziata non può secondo la logica del legislatore in primo luogo comunitario, giustificare la scelta dell’amministrazione di aumentare la quantità di rifiuti speciali da bruciare nell’impianto”.
È evidente per l’assessore IdV che “compensare la diminuzione del carico dei rifiuti urbani con un corrispondente aumento della possibilità di smaltimento dei rifiuti speciali ha l’effetto di vanificare gli sforzi compiuti dalle amministrazioni e dai cittadini, anche tramite le attività di raccolta differenziata, per ridurre la quantità di rifiuti da avviare a smaltimento con una conseguente vanificazione dei miglioramenti ambientali anche di carattere emissivo cui tali azioni sono finalizzate”.
Per quanto riguarda invece la rimozione del limite provinciale di provenienza dei rifiuti, “l’ampliamento dell’ambito territoriale ottimale introdotto in via legislativa necessita, per avere effetti concreti sulle autorizzazioni, che risultino individuati altresì i flussi dei rifiuti urbani all’interno di tale nuovo ambito territoriale”. Flussi la cui valutazione “è effettuata in via generale dal pertinente strumento di pianificazione che è il Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato”.