Elezioni Europee 2014

28 aprile 2007

Una fiaccolata per Alcoplus


Lunedi 30 aprile, alle ore 21 in piazza della Cattedrale a Ferrara si terrà una fiaccolata a sostegno dei lavoratori del’Alcoplus, l’azienda ferrarese leader nella produzione di bioetanolo a rischio di chiusura.
L’iniziativa, seppur lanciata dall’I.D.V. di Ferrara, non vuole avere connotazione politica ma si prefigge di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sulla crisi dell’Alcoplus. Non saranno quindi esposte bandiere o simboli di partito!
Invitiamo le forze politiche e sindacali, i rappresentanti delle Istituzioni locali, le associazioni, la società civile ad aderire alla fiaccolata.

Per informazioni e adesioni: cell. 347.8056095 – E.mail: fiaccolataxalcoplus@italiadeivaloriferrara.it

21 aprile 2007

Turbogas: ''Dati errati su carta patinata''


Turbogas: ''Dati errati su carta patinata''
La pubblica amministrazione continua a sostenere l’opportunità economica della centrale turbogas da 800 MW e parimenti ne sostiene la non pericolosità a livello di impatto ambientale e di rischi sulla salute umana.
Afferma addirittura che vi sarà un miglioramento della qualità dell’aria con lo spegnimento delle vecchie centrali CTE 1 e CTE 2 da 20 e 60 MW.
Tali affermazioni, dopo uno studio attento dei dati fornitici dai suoi esperti, mostrano una profonda infondatezza e conducono a conclusioni errate.
Concentrandoci sul tema della non pericolosità, proviamo ad esaminare i punti fondamentali per il confronto tra “vecchio sistema” descritto come maggiormente inquinante e “moderna turbogas”.
1) Per la CTE 2 usata nel confronto i risultati ottenuti risentono dell’essere stati calcolati per un funzionamento al 100% dell’impianto, che invece risulta funzionare mediamente al 65% del suo potenziale (per fermo–manutenzione, riduzione richiesta notturna…)
I calcoli sono stati ottenuti moltiplicando i dati delle emissioni misurate di NOx e SOx per la portata massima autorizzata (da progetto) e non per la portata reale.
Ne consegue che le conclusioni sulle attuali emissioni inquinanti della CTE1 e CTE2 contenute all’interno de “Il Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria” presentato nello scorso autunno sono sbagliate.
L’attuale produzione di NOx risulta allora non di 820 tonnellate/anno, come dichiarato, ma significativamente inferiore.
Pertanto le emissioni di 1085 tonnellate/anno di NOx autorizzate per la futura turbogas (equivalenti ad un funzionamento di 4480 ore, rispetto alla reale potenzialità di 8060 ore di esercizio) sono estremamente superiori a quelle attualmente emesse dalla CTE1 e CTE2.
2) Sempre “Il Piano di Tutela” afferma che gli SOx scompariranno con la chiusura dei vecchi impianti. Anche questo dato non è corretto, visto che la CTE 2 continuerà ad essere utilizzata come riserva fredda della turbogas e che i dati presenti in letteratura indicano emissioni di inquinanti solforosi anche da impianti a gas naturale.
3) Comunque, anche se i bilanci considerati fossero realistici, non si possono assimilare gli impatti sulla salute di sostanze chimiche diverse, in particolare SOx con NOx, in quanto hanno effetti diversi .
E’ nota a tutti la relazione che esiste tra NOx e produzione di ozono e i gravi effetti che lo smog fotochimico produce sulla salute. Non a caso l’OMS parla per la pianura padana di ”allarme ozono” e della assoluta necessità di ridurne le concentrazioni in atmosfera .
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la funzione respiratoria diminuisce in media del 10% nelle persone sensibili che praticano un'attività fisica all'aperto se la concentrazione dell'ozono nell'aria raggiunge 200 µg/m³.
4) Nel calcolo delle emissioni inquinanti dell’aria non vanno trascurate tutte le altre emissioni perché, a fronte dell’unica forte diminuzione degli SOx, aumenterà grandemente l’emissione di CO, da 40 ton.(Emas1999) a 585 ton. (ing. Mirandola, per funzionamento turbogas a 4480 ore) con incremento del 1363%, di CO2, da 271.220 ton. a 1.451.520 ton. con incremento del 435%, e non si può non tenere conto che aumenterà l’emissione di idrocarburi reattivi, tra cui la formaldeide, e di metalli pesanti. Tali emissioni inquinanti aumenterebbero poi enormemente se si considerasse l’intero ciclo di vita della centrale, dalle infrastrutture cantieristiche fino alla chiusura dell’impianto.
5) I calcoli effettuati dai tecnici dell’assessorato ambientale della provincia, o meglio, dai tecnici di Arpa, relativi al totale annuale dei micro aereo inquinanti possono essere esatti, ma il problema è se sono esatti i parametri utilizzati per il calcolo.
Infatti il rilievo della polluzione della CTE 2 usato per il confronto, è effettuato con metodica in continuo dagli stessi gestori dell’impianto ed automaticamente trasformato in un numero che rappresenta una media oraria. Questa è inviata in tempo reale ai controllori pubblici.
Pur essendo consapevoli che quanto descritto rispetta le norme in vigore, appare ovvio che per l’importante confronto tra inquinanti prodotti dalla obsoleta centrale e quelli dalla moderna turbogas, ci si può solo fidare del gestore dell’impianto che ha profondi interessi nel nuovo, in avanzata fase di costruzione.
6) Come fidarsi dei dati continuamente rassicuranti proposti da chi fino a poco tempo fa negava l’esistenza del particolato secondario? Come fidarsi di chi affermava la diminuzione degli NOx (depliant comune 2004) mentre solo oggi riconosce la produzione rilevante di polveri secondarie (868 ton) e l’incremento degli NOx del 32%? Come possiamo fidarci di chi continua a parlare delle due centrali che la turbogas andrà a sostituire come totalmente alimentate a olio combustibile.? Questo mentre le CTE1, l’unica che sarà chiusa funziona a gas naturale e la CTE2 che continuerà a funzionare come riserva fredda è alimentata a olio solo per il 45%.?
Infine appare non ascrivibile al campo delle rassicurazioni tecniche e neppure di quelle politiche l’affermazione che la futura turbogas sarà comunque “imbrigliata” nel suo lavoro da un divieto di superare l’emissione di 1085 t./ anno di NOx . Sarà sempre l’ente erogatore a fornire i dati per il controllo?
Tale affermazione si cita unicamente per rimarcare come scelte così importanti per la salute pubblica abbiano bisogno di ben altre ponderazioni.

Comitato Ferrara Città Sostenibile




20 aprile 2007

L'Italia dei Valori di Ferrara propone di dimezzare la potenza della centrale turbogas.


L’Italia dei Valori è sempre stata contraria alla costruzione della centrale turbogas da 800 Mw e coerentemente ha sempre assunto delle posizioni pubbliche su questo tema. La nostra posizione non è cambiata. Riteniamo, però, che una forza di governo qual è la nostra debba assumere delle responsabilità per governare i processi della società.Siamo fermamente convinti che una potenza di 800 Mw ha come unica giustificazione l’ammortamento dei costi nel più breve tempo possibile, attraverso la vendita di energia alla rete nazionale, da parte della SEF, la società proprietaria della centrale, e che tale potenza nulla abbia a che fare con il fabbisogno del territorio presente e futuro, poiché già oggi le centrali in funzione alimentano l’intero polo chimico e producono un surplus per la rete nazionale. Se è comprensibile la logica del privato che investe e che vuole ottenere, giustamente, un ritorno, non altrettanto è comprensibile avallare tale logica da parte della pubblica amministrazione che ha altre finalità prioritarie, in primo luogo la tutela della salute e dell’ambiente.Inoltre, dal punto di vista dell’impatto, la costruenda centrale non migliorerà le condizioni ambientali, anzi la produzione di Nox (ossidi di azoto) aumenterà del 28%, portando le emissioni complessive dalle attuali 846 t/anno a 1085 t/anno. Ciò significa che per restare nel limite attuale la centrale dovrà funzionare al 56% delle sue potenzialità. Sarà disposta la SEF a far funzionare l’impianto a poco più della metà delle sue potenzialità a fronte di investimenti rilevanti per una potenza doppia? Chi controllerà il rispetto dei limiti considerato che, per fare un esempio concreto, sulle manutenzioni delle centrali attualmente in funzione gli enti pubblici non hanno alcun potere di controllo né le proprietà sono tenute a informarli?Questa centrale nasce già vecchia, oltre che sovradimensionata, se è vero, come dice il professor Francesco Dondi dell’Università di Ferrara nel n. 3/2006 di Piazza Municipale, periodico di informazione del Comune, che “in riferimento alle direttive europee per il 2020, tutte le emissioni dovranno essere ridotte e così quelle della centrale di Ferrara”. Dunque, già oggi, a lavori non ancora ultimati, quindi in una situazione ottimale per rivedere le scelte compiute, si sa che questa centrale dovrà ridurre le emissioni. Come saranno ridotte, se la potenza resta quella prevista di 800 Mw? Inoltre, sempre su Piazza Municipale, il monito lanciato dal prof. Dondi è chiaro e preoccupante per le conseguenze sulla salute dei cittadini. Dice infatti: “In generale, su questi temi, si segnala la necessità di acquisire ulteriori dati scientifici e si ravvisa, anche a livello nazionale, che la ricerca purtroppo procede con lentezza”.A fronte dei dubbi di uno studioso abbiamo le certezze granitiche dei sostenitori della centrale, comprese, purtroppo, le Amministrazioni Comunale e Provinciale e alcuni alleati del centro sinistra. Ma non basta: “L’esperienza dei lavori nella commissione sulla turbogas (voluta dal Consiglio comunale, ndr) ha evidenziato come ci siano lacune estremamente importati nella politica scientifica che l’Italia sta svolgendo in merito alle tematiche ambientali. Non abbiamo strumenti adeguati – è sempre il prof. Dondi che parla – per conoscere ciò che accade nel nostro ambiente. Per quanto riguarda la centrale di Ferrara i responsabili dei gravi problemi ambientali non sono gli ossidi di azoto che escono dal camino, ma è l’acido nitrico che si forma in atmosfera dopo quattro o cinque giorni dall’emissione. Significa che tutto il complesso delle emissioni agisce in modo complicato e bisogna quindi scientificamente capire questi meccanismi di interazione”.Ebbene, alla luce di queste considerazioni di uno studioso, invochiamo l’adozione del principio di precauzione che deve essere fatto proprio dalle autorità preposte alla tutela della salute pubblica. Poiché i lavori non sono ancora ultimati e visto che entro l’estate sarà testato il funzionamento del primo modulo della centrale da 400 Mw, proponiamo ai nostri alleati di centro sinistra e a tutte le forze politiche di confrontarsi sulla proposta di limitare la costruzione della centrale a 400 Mw, facendo salvo, così, l’investimento dei privati e riducendo l’impatto ambientale. Una potenza simile, con tutti gli accorgimenti della migliore tecnologia disponibile, sicuramente sarebbe migliorativa della situazione ambientale attuale, purché la produzione di energia sia in continuo sulle 24 ore e non con stop and go (come invece sembra avverrà per la centrale prevista) che fanno innalzare i picchi di emissione in corrispondenza delle punte di massima potenza.Se oggi la consapevolezza e l’informazione dei cittadini ha raggiunto alti livelli lo si deve al lavoro instancabile dei comitati e alle associazioni ambientaliste che hanno surrogato un deficit di informazione delle istituzioni su questo tema, tanto che circa 11.600 ferraresi hanno espresso il loro no alla centrale in un referendum autogestito, dopo che, colpevolmente, non si è ritenuto di indire un referendum istituzionale.Vogliamo sperare che su questa nostra proposta si apra il confronto nella città e tra le forze politiche, in particolare del centro sinistra, perché il rischio è di condizionare negativamente il futuro ambientale e sanitario di Ferrara per i prossimi trent’anni.

Il Direttivo Provinciale dell'Italia dei Valori di Ferrara

11 aprile 2007

Autobomba a Ferrara: un episodio inquietante con molti lati oscuri.


L’Italia dei Valori di Ferrara esprime forte preoccupazione per quanto è accaduto questa mattina in Via dell’Arginone.
L’esplosione di oggi, che per puro miracolo non ha causato vittime, è un atto di estrema gravità che questa città non merita.
Il fatto che sia stato coinvolto un detenuto in semilibertà fa apparire la vicenda alquanto oscura. Attentato fallito o esplosione accidentale di un ordigno intenzionalmente trasportato a bordo del veicolo? Soprattutto in questo ultimo caso, ancora più inquietante, sarebbe da accertare le responsabilità di chi ha concesso il regime di semilibertà e su quali criteri di valutazione della personalità del detenuto è stata concessa la misura alternativa alla pena detentiva. Spetta ora agli inquirenti fare luce sul grave episodio.

10 aprile 2007

Tariffe per il teleriscaldamento: allargare il "tavolo tecnico" HERA-Comune di Ferrara ai cittadini ed alle associazioni di consumatori.


L’Italia dei Valori registra un’apprezzabile impegno della Giunta Comunale di Ferrara nell’individuazione di un percorso orientato alla tutela della qualità dei servizi pubblici offerti da Hera ed al controllo dell’equità delle tariffe applicate ai cittadini.
Tuttavia, nel caso del servizio di teleriscaldamento, che nell’ultimo anno ha visto un forte rincaro tariffario, l’istituzione di un “tavolo tecnico” di confronto tra il Comune di Ferrara ed Hera s.p.a. rappresenta solo un piccolo passo verso l’obiettivo della trasparenza delle bollette. Nell’interesse dei cittadini occorre quindi fare di più.
L’Italia dei Valori chiede pertanto al Comune di Ferrara di compiere un’ulteriore sforzo estendendo la partecipazione al tavolo tecnico ai cittadini-utenti, rappresentati dalle Associazioni di consumatori.
Solo in questo modo si potrà rafforzare il rapporto di fiducia tra le Istituzioni e i cittadini e si renderà effettivo esercizio del potere di “controllo dal basso” sull’attività delle aziende municipalizzate e partecipate dal Comune, come nel caso di Hera s.p.a.. Tutto ciò in perfetta coerenza con le intenzioni del Sindaco di istituire, speriamo al più presto, una sorta di authority di controllo sull’operato dei Consigli di Amministrazione delle Aziende incaricate di pubblico servizio.