Elezioni Europee 2014

26 ottobre 2012

Continua la raccolta firme dell'italia dei valori per i quattro referendum su tutela dei lavoratori, abolizione della diaria ai parlamentari e dei rimborsi elettorali. Il calendario dei prossimi banchetti.

L'Italia dei Valori continua a raccogliere le firme per la proposta di quattro referendum per la tutela dei lavoratori e l'abolizione della diaria ai parlamentari e dei rimborsi elettorali ai partiti.
Questo il calendario dei banchetti organizzati a Ferrara dall'Italia dei Valori nei prossimi giorni:

Sabato 27 ottobre: piazza Trento Trieste, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30;
Domenica 28 ottobre: piazza Trento Trieste, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30;
Lunedì 29 ottobre: piazza Travaglio (area mercato settimanale), dalle ore 10 alle 12.30.

Si ricorda inoltre che è possibile firmare per i referendum anche presso l'ufficio protocollo del Comune di Ferrara in piazza Municipale dal lunedì al venerdi dalle ore 9 alle 13, il martedì e il giovedi dalle 15 alle 17.

Ufficio stampa Italia dei Valori di Ferrara

19 ottobre 2012

L'On. Silvana Mura a Ferrara per sostenere la campagna referendaria dell'Italia dei Valori

E’ partita anche a Ferrara la campagna referendaria 2012: quattro i quesiti proposti da Italia dei Valori, due per il lavoro e i diritti dei lavoratori e due contro i privilegi della casta.
Sabato 20 Ottobre, in piazza Trento Trieste, alle 18.00, a sostenere l’iniziativa a fianco dei militanti saranno presenti la Segretaria regionale, On. Silvana Mura e la Coordinatrice provinciale di Ferrara, Susanna Tasso.
 “ Saremo in piazza per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che imponeva alle aziende con più di 15 dipendenti di reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa e per abolire l'art.8 della legge 138 varata da Berlusconi che altro non è se non una manomissione del contratto Collettivo Nazionale.
Attraverso uno strumento di democrazia diretta, i cittadini potranno fare di questa battaglia, una battaglia di civiltà per il ripristino dei diritti fondamentali di tutti i lavoratori: diritti individuali e diritti collettivi che non si contrappongono certo allo sviluppo, ma che fanno anzi parte di esso.
 Ma saremo in piazza anche per abolire i rimborsi elettorali ai partiti e la diaria dei Parlamentari perché in tempi di spending review, tra tagli e sacrifici per tutti, non si sopportano più i privilegi della casta. La politica deve tornare ad essere servizio, non privilegio.
 Sabato- continua Susanna Tasso - presso il gazebo in Piazza Trento Trieste, alle 18.00, sarà presente anche la nostra Segretaria regionale, On. Silvana Mura, da sempre attenta alle problematiche dei lavoratori e impegnata a garantire il riconoscimento ed il rispetto dei loro diritti.
 Questa ennesima mobilitazione è per la difesa e la garanzia dei nostri diritti, per il futuro dei nostri figli e del nostro paese, per questo auspichiamo che i cittadini rispondano all’appello con grande spirito di partecipazione democratica e con un ritrovato impegno civico”.

Ufficio stampa Italia dei Valori Emilia Romagna

14 ottobre 2012

L'Italia dei Valori al presidio dei lavoratori della “Berco” di Copparo in programma il 15 ottobre

Anche una delegazione dell'Italia dei Valori parteciperà al presidio organizzato dalle RSU di FIOM, FIM e UGL che si terrà domani, 15 ottobre alle ore 9.30, davanti ai cancelli della Berco di Copparo. L'Italia dei Valori fa proprie le preoccupazioni per il futuro dell'azienda e le richieste dei sindacati e dei lavoratori della Berco affinché il ministro dello Sviluppo Economico presti grande attenzione ad una crisi aziendale che potrebbe avere effetti devastanti sul tessuto economico e sociale dell'intera provincia ferrarese.
Le voci del probabile annullamento dell'incontro al Ministero previsto per il 17 ottobre suonano come una tragica beffa ai danni degli oltre 2000 lavoratori della Berco che vedono sempre più vicino lo spettro della chiusura dell'azienda.
Non c'è più tempo da perdere; è ora che il Governo ed il Ministro Passera affrontino con la dovuta determinazione la crisi della Berco e diano garanzia di continuità produttiva ed occupazionale per lo stabilimento copparese.

Italia dei Valori di Ferrara

12 ottobre 2012

l'Italia dei Valori dal 13 ottobre in piazza per la raccolta firme referendarie


Clicca qui per scaricare i volantini e diffondili!
Dal 13 ottobre e per circa tre mesi, l'Italia dei Valori raccoglierà le firme per la proposta di 4 referendum per dare maggiore tutela a lavoratori, per abolire la diaria ai Parlamentari ed i rimborsi elettorali a favore dei partiti politici. 
Quattro firme per dire: meno casta e più lavoro!

Vedi il calendario dei banchetti IDV in provincia di Ferrara nella sezione del sito dedicata alla raccolta firme (in alto a destra).

Per chi volesse collaborare alla raccolta firme o per informazioni può scrivere a:
info@italiadeivaloriferrara.it

Questa è la sintesi dei quattro quesiti referendari:

Quesito 1 (modulo giallo): ABROGHIAMO IL FINANZIAMENTO AI PARTITI

Cos’hanno fatto i partiti negli ultimi quarant’anni?
Si sono garantiti risorse economiche provenienti dalle tasche dei cittadini, ignorando la loro volontà. Dopo il referendum del 1993 (quando oltre il 90% degli italiani reclamò l’abrogazione del finanziamento pubblico) i partiti si limitarono, sfacciatamente, a modificare il nome con cui indicare questa cascata di denaro. Così si passò dal “ finanziamento pubblico” ai “rimborsi elettorali”.

Cosa vogliamo fare attraverso il referendum? 


Cancellare totalmente, senza se e senza ma, ogni forma di trasferimento di soldi pubblici ai partiti.

Una firma per dare precedenza ai bisogni dei cittadini rispetto ai vizi della Casta.

Quesito 2 (modulo rosa): ABOLIAMO LA DIARIA AI PARLAMENTARI

Cosa è accaduto fino ad oggi alla Camera e al Senato?
I parlamentari italiani si sono dotati di privilegi che ne fanno tra i più pagati al mondo. Occorre un taglio netto ai loro compensi, a maggior ragione in presenza delle difficoltà economiche che stanno strangolando gli italiani. È paradossale che politici tra i meno produttivi d’Europa restino super-pagati.

Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?  
Azzerare la cosiddetta “diaria”, che di fatto rappresenta un’integrazione al compenso riconosciuto ai parlamentari: circa 3.500 euro al mese. Cancellare, inoltre, le norme che rendono l’indennità mensile esente da ogni tributo e ne impediscono il sequestro o il pignoramento.

Una firma per scardinare i privilegi della Casta parlamentare. 


Quesito 3 (modulo bianco):  RIPRISTINIAMO L'ART.18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI

Cos’ha fatto il governo Monti-Berlusconi-Bersani-Casini?
Ha cancellato la norma che imponeva il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa a fronte della sentenza di un giudice. Uno sfregio destinato a penalizzare tutti i cittadini onesti e limitarne i diritti. Un regalo agli imprenditori spregiudicati.

Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Restituire allo Statuto dei Lavoratori l’art. 18 nella versione originaria, per rispettare i principi della Costituzione e rendere esigibili le decisioni della magistratura.

Una firma per impedire i licenziamenti facili, dei padri e dei figli.


Quesito 4 (modulo azzurro):  RIPRISTINIAMO I DIRITTI DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO

Cos’ha fatto il governo Berlusconi?
Nell’agosto 2011, con un colpo di mano all’interno della finanziaria dettata dall’Europa, ha consentito agli accordi aziendali (o territoriali) di derogare ai contratti collettivi nazionali. E, con essi, a tutte le norme che regolano il lavoro: dalla disciplina delle man- sioni a quella dell’inquadramento professionale, dall’orario di la- voro ai licenziamenti.

Cosa vogliamo fare attraverso i referendum? 
Abolire le deroghe e ristabilire la certezza dei diritti minimi previsti dal contratto nazionale. A parità di condizioni devono esserci regole generali minime che valgano dovunque ed in tutti i luoghi di lavoro, men- tre la contrattazione aziendale deve accompagnare l’andamento dell’impresa.

Una firma per garantire in modo omogeneo diritti universali.

07 ottobre 2012

Anche l'I.D.V. di Ferrara dice NO alla fusione Hera Acegas-Aps. Comunicato congiunto con il Comitato Acqua Pubblica.

Siamo contro questa fusione perchè è contro l'esito referendario e radicalizza l’indirizzo della quotazione in Borsa e della presenza di soggetti finanziari nel settore dei Servizi Pubblici Locali.
Siamo contro questa fusione perché non c’è stato alcun dibattito pubblico: lavoratori e cittadini vengono lasciati all’oscuro e la richiesta di partecipazione dei comitati viene avvertita da Hera e AcegasAps come un ronzio fastidioso.
Siamo contro la fusione perchè da che mondo e mondo le fusioni significano esuberi di personale e licenziamenti dei lavoratori: ovviamente non avverranno subito ma dopo un anno o due quando nessuno parlerà della cosa. E' sempre avvenuto così quando si tratta di aziende già pubbliche e poi privatizzate.
La fusione è un processo privo di democrazia che esautora le istituzioni democraticamente elette, il processo è sostanzialmente determinato dall’iniziativa del management, col consenso informato di pochissimi esponenti delle pubbliche amministrazioni; la maggioranza dei consigli comunali e dei sindaci è chiamata a ratificare ex-post la decisione già presa - evidentemente con un preventivo avvallo del gotha politico-governativo. In futuro questo sarà il metodo decisionale di prassi, i cittadini ed i territori saranno sempre più estromessi, con la sospensione della possibilità di realizzare processi democratici.
Il patto di sindacato dei soci pubblici resterà al 51%, ma la componente dei comuni Emiliano Romagnoli scenderà al 42% circa. Continua il processo di diluizione nella governance dei comuni dell’Emilia Romagna, e di pari passo aumenterà il potere del management, del governo centrale e delle istituzioni finanziarie private che oggi determinano le politiche della Cassa Depositi e Prestiti, del mercato finanziario sia nella forma degli azionisti privati, sia come fornitori di credito. Sempre più nelle mani della speculazione finanziaria. Come se ciò non bastasse il managament di Hera Spa ha confezionato e consegnato ai Consigli Comunali una proposta di delibera relativa alla modifica dello Statuto del gruppo che sancisce di fatto la parificazione del Fondo Strategico Italiano agli Enti Locali nel Patto di Sindacato di Hera, preparandone così l’ingresso al posto dei Comuni stessi in una delle prossime vendite di quote azionarie a cui i Comuni saranno “obbligati” dalle difficoltà finanziarie, causate anche dal Governo con l’assoggettamento al Patto di Stabilità Interno. La modifica dello statuto prevede infatti all’art. 7 che il 51% della proprietà di Hera Spa NON debba più essere saldamente in mano SOLO agli Enti Locali (Comuni, Province o Consorzi di essi) ma veda anche la presenza di “altri Enti o Autorità Pubbliche”. Un modo per anticipare l’entrata futura del FSI addirittura nel capitale azionario soggetto al Patto di Sindacato, ovvero nella quota vincolata al possesso da parte del Pubblico del 51%.
Ma il Fondo Strategico Italiano NON può essere parificato ad un Ente Locale. NON ha alcun legame con le Istituzioni locali, NON è espressione della volontà dei cittadini di cui quelle Istituzioni sono garanti, NON ha alcun legame con il territorio.
Come saranno i SPL dopo la fusione? È facile prevedere che le bollette continueranno ad aumentare, non caleranno le perdite idriche, diminuiranno invece investimenti e manutenzione, e aumenterà invece il debito accumulato: 2 miliardi e 800 milioni di € dopo la fusione e saranno i cittadini a dover pagare.
Inoltre la preannunciata riorganizzazione aziendale si muoverà in direzione di una spinta di divisionalizzazione (specializzazione), cancellando le caratteristiche di multiutility e le Strutture Operative territoriali, minando ulteriormente il radicamento territoriale, a favore di uno spostamento dei poteri al centro. Di questa operazione soffriranno gli utenti, gli enti locali e i lavoratori. E allora non chiamateli più Servizi Pubblici Locali, che dopo questa operazione di fusione non saranno niente di tutto questo!
Ma qualcosa si muove: i comuni in queste settimane stanno mostrando inquiedtudine nella fase di votazione della delibera di fusione, e non tutti sono d’accordo. Se in alcuni casi la fusione ha subito un'approvazione a strettissima maggiora, altrove è stata bocciata - comuni di Formigine (MO), San Portico e San Benedetto (FC), Premilcuore (FC) e Rocca San Casciano (FC) Predappio e a Civitella di Romagna (FC), Porretta Terme (BO) – mentre a Bologna e San Lazzaro si teme per la tenuta della maggioranza.
E a Ferrara? Lunedì 8 ottobre alle 15,30 il consiglio comunale vota, mobilitiamoci! Diciamo NO all’ennesimo tentativo di mercificazione dei servizi idrici!
Si scrive acqua, si legge democrazia.

Comitato Acqua Pubblica di Ferrara
Italia dei Valori
Sinistra Ecologia e Libertà
Ecologisti - Reti civiche - Verdi europei,
Federazione della Sinistra,
Usb (Unione Sindacale di Base)