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18 dicembre 2009

Lettera aperta all’Onorevole Sacconi

Gentile signor ministro,
secondo una sua recente comunicazione la pillola abortiva (per piacere smettiamola di chiamarla ru486, perché non è più in fase di sperimentazione da decenni, ma chiamiamola Mifepristone, nome del principio attivo, o Mifegyne, nome commerciale, come in tutti gli altri paesi europei) va somministrata in ricovero ospedaliero ordinario e non in day hospital.
E’ così che lei, signor ministro, vuole abbattere in maniera sapiente e consistente i costi della sanità italiana? Il DH (day-hospital) è nato per ridurre i costi della sanità e lei vuole ritornare al costo della degenza ordinaria?
Lei sostiene che “la forma di DH non corrisponde alle esigenze di salute per un processo che non è semplice bensì molto complesso e che può dare luogo a molte complicanze”. Certo signor ministro, anche la somministrazione di una apparentemente innocua pillola antinfiammatoria può diventare una minaccia per la salute, eppure si prescrive in Italia con una facilità estrema o addirittura distribuita in farmacia senza ricetta medica.
Allora descriviamo quali sono queste complicanze:
- sanguinamento uterino 1-2 giorni dopo aver assunto la pillola abortiva (cioè normale mestruazione)
- 2 giorni più tardi all’assunzione della pillola abortiva, va assunta un’altra pillola (una prostaglandina); la gravidanza verrà espulsa nel giro di poche ore dalla somministrazione di quest’ultima pillola o nei giorni immediatamente successivi e il sanguinamento dura in media 12 giorni.
Lei vuole fare un ricovero di 12 giorni per seguire una mestruazione, quando al momento i pazienti vengono dimessi precocemente a domicilio dagli ospedali italiani per abbattere i costi della sanità alle volte in condizioni ancora molto precarie e con terapie importanti?
Perché non possiamo comportarci signor ministro come tutti gli altri paesi europei (Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Austria, Belgio, Grecia, Lussemburgo, Danimarca, Regno Unito, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, ecc ecc ) e usare la pillola abortiva in regime di DH?
Forse perché in casi non comuni può dare rash cutanei (arrossamenti), orticaria, cefalea, malessere generale, sintomi vagali? O forse perché in casi molto rari può dare shock tossico? E il metodo chirurgico dell’aborto invece è meno rischioso? Anche questo si pratica perlopiù in regime di DH e non di ricovero ordinario, eppure nel metodo chirurgico c’è forse un sanguinamento minore che con la pillola da meritare il DH anziché il ricovero ordinario? C’è forse un rischio inferiore di revisione della cavità uterina (raschiamento) per aborto incompleto o minor rischio di formazione di coaguli vascolari e quindi trombosi con il metodo chirurgico rispetto alla pillola? Senza contare i vantaggi della pillola abortiva che evita il rischio della narcosi, traumi e ferite al collo dell’utero. Inoltre la donna con la pillola ha una maggiore responsabilità personale, perché non è in narcosi, e un maggior sollievo psichico perché può essere assunta precocemente.
Quindi signor ministro, cosa facciamo, ricoveriamo in regime ordinario per la semplice assunzione di una pillola e invece lasciamo in DH operazioni di emorroidi, ernia inguinale, varici, ecc ecc?

Coordinamento donne I.D.V. Ferrara

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