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23 novembre 2006

Riunitisi a Roma i Comitati per la difesa della Costituzione. Il resoconto dell'assemblea.



Il 18 Novembre 2006 a Roma, presso l’Auditorium di Via Rieti, si è riunita l’Assemblea nazionale dei delegati dei Comitati per la difesa della Costituzione per discutere il seguente tema:
La Costituzione dopo il referendum: rispettare il voto degli italiani.
Il Presidente del comitato, Sen. Oscar Luigi Scalfaro, ha aperto la riunione, successivamente sono intervenuti i costituzionalist: On Franco Bassanini, Prof. Alessandro Pace, Prof. Leopoldo Elia, Prof. Valerio Onida, Dirigenti nazionali dei sindacati, Pancho Pardi, il Ministro delle riforme istituzionale Vannino Chiti, il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni nonché vari presidenti dei comitati locali di Roma, Andria, Rovigo, Pescara, Firenze, ecc..
punti salienti della discussione risultano sinteticamente i seguenti.
La vittoria elettorale conseguita il 25 –26 giugno scorso , che ha la stessa portata storica del 02 giugno 2006, impone al comitato il dovere di essere custode della volontà espressa dagli italiani poiché si sentono “voci” che parlano come se il voto non ci fosse stato.
Il comitato non sposerà riforme di alcun genere ,tranne la riforma dell’art. 138, necessaria per mettere in sicurezza la Costituzione rispetto ad eventuali cambiamenti a colpi di maggioranza.
Il 25 giugno 2006 è stato un successo! L’esito del referendum è stato netto e chiaro con più di 5.000.000 di voti di maggioranza per il no alla riforma e, in un ‘Italia spaccata in due, dal punto di vista politico, 5.000.000 di voti sono un dato significativo.
Questo risultato evidenzia che la maggior parte degli italiani si riconosce nell’impianto vigente della Costituzione ed è per questo che i comitati locali intendono continuare la loro attività affinché il risultato del referendum non sia tradito; ciò significa impegnarsi per diffondere una cultura costituzionale diffusa, a partire dalle scuole, ma non solo, e vigilare sulle future riforme istituzionali.
Come comitato si chiede di mettere in sicurezza la Costituzione garantendo che non possa essere cambiata a colpi di maggioranza poiché, se ciò era pacifico 30 anni fa,da una quindicina d’anni non lo è più, infatti, sia il centrodestra che il centrosinistra si sono resi responsabili di riforme approvate da un solo schieramento politico.
Occorre, quindi, una modifica condivisa dell’art. 138, modifica che, tra l’altro, rientra nel programma dell’ Unione e sarebbe grave che il governo arrivasse a fine legislatura senza aver attuato questo punto.
La Costituzione deve essere messa in sicurezza soprattutto nei nostri cuori, in quanto, è la cultura costituzionale , più che la modifica delle regole formali, che va sollecitata, soprattutto nei giovani. Se i valori costituzionali diventano ideali nell’intimo di ogni cittadino non si dovranno più temere modifiche a colpi di maggioranza parlamentare.
Sono in corso tre tentativi di oblio:
1. oblio del referendum, ossia si procede politicamente come se esso non ci fosse stato;
2. oblio del significato del referendum sulla forma di governo: il voto del 25 – 26 giugno ha bocciato la devolution e il premierato;
3. oblio della necessità di modificare l’art. 138 della Costituzione.
Il tema costituzionale deve essere, però, affrontato in futuro, in modo nuovo, ossia non deve essere strumentalizzato politicamente.
La riforma dell’art. 138 non deve essere di parte, occorre quindi liberare la modifica costituzionale dagli schieramenti politici e contemporaneamente capire che molti problemi non richiedono modifiche costituzionali e che possono essere risolti con legge ordinaria e con puntuali ritocchi del testo costituzionale.
La mancanza di coesione sociale, la disaffezione verso la politica, la sfiducia nelle istituzioni possono riportare alla ribalta, ancora una volta, la modifica della Carta come panacea di tutti i mali del paese.
Ci sono molte luci e spinte positive nel paese, ma anche tante ombre e spinte di interessi particolari.
Occorre, in questo senso, cancellare tutte le leggi ad personam e far capire che la Costituzione non indica vuote parole ma progetti da realizzare.
La Costituzione necessita di puntuali innovazioni e non di grandi riforme; essa è un elemento di identità , in particolare modo, nella odierna società aperta e multiculturale in divenire, è necessario quindi rivolgersi soprattutto ai giovani ed eliminare il divario tra ciò che imparano sul contenuto costituzionale e ciò che vivono nella realtà.
I valori ed i principi costituzionali sono proprio i valori che sembrano venir meno quotidianamente nelle nostre scuole, nelle nostre strade e, forse, nella nostra classe politica e dirigente.
Non si può convincere i giovani della autorevolezza del dettato costituzionale se i messaggi, gli input, gli stimoli che ricevono quotidianamente nel loro vissuto personale e nel vissuto collettivo mediante i media, non rispecchiano minimamente quei principi.
La discussione termina con la stesura di un documento condiviso con cui il comitato si assume gli impegni fin qui esposti.

Ferrara, 18.11.06

Paola Manzan

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