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15 febbraio 2014

Bonifiche “dimenticate” nel Piano Regionale Rifiuti. Fiorillo (Idv): "Grave omissione e violazione delle prescrizioni di legge. Non si tiene conto della salute delle persone"

Nel Piano Regionale dei Rifiuti non c’è traccia di una pianificazione degli interventi di bonifica delle aree contaminate, nonostante due decreti (il D.lgs 22/97, sia il il D.lgs 152/06) prescrivano che il Piano bonifiche debba essere parte integrante di ogni Piano Regionale dei Rifiuti. Una “dimenticanza” della quale si è accorto Massimiliano Fiorillo dell’Idv, che è stato in grado di analizzare il documento, approvato dalla Giunta regionale da due settimane “ma a tutt’oggi tenuto nascosto ai più”. 
Una grave omissione, tenuto anche conto che lo stesso D.lgs 152/06 prescrive chiaramente che ogni Piano rifiuti contenga precise informazioni sui siti contaminati da bonificare, mentre in realtà non vi è nessuna menzione dei siti presenti in Emilia Romagna e delle caratteristiche degli inquinanti, né dell’ordine di priorità degli interventi in considerazione della popolazione esposta, delle modallità di risanamento ambientale, della stima degli oneri economico-finanziari etc.
“Si tratta – denuncia Fiorillo – di una “dimenticanza” non di poco conto. Oltre a essere una violazione delle prescrizioni di legge, l’assenza del Piano bonifiche all’interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si manifesta in realtà come un’omissione che impedisce nei fatti di intervenire sulle aree contaminate senza dover rincorrere le emergenze, o peggio, i decessi”.
Ma quale sarebbe il motivo di tale omissione? Verificato che nei Piani già approvati da altre Regioni come Lombardia, Veneto e Toscana, in nessuno manca la parte relativa alle aree da bonificare, Fiorillo avanza una sua ipotesi. “Ad oggi – dice – siamo a conoscenza di 523 interventi di bonifica in corso in Emilia Romagna, di cui 142 giudicati particolarmente critici, che rappresentano però solo un dato parziale di un quadro purtroppo molto più grave e di cui non si conosce lo stato di avanzamento dei lavori né l’esito. Ma la politica dello struzzo non paga: se non si provvede a pianificare e procedere con continuità a interventi di bonifica delle aree contaminate secondo chiari criteri di priorità, rischiamo di dover rivivere la tragedia delle morti da esposizione all’amianto, a causa questa volta di altri inquinanti”.
“Come riportato da alcuni quotidiani – conclude Fiorillo - nel 1996 in Emilia Romagna si registravano 73 casi di mesotelioma, mentre l’anno scorso ne sono stati censiti 2.334: bastano solo queste cifre per far riflettere sulla necessità di abbandonare ogni rinvio e temporeggiamento di comodo per adottare scelte finalmente chiare e tempestive, che tengano veramente conto della salute delle persone”.

da www.estense.com  14.02.14

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