Elezioni Europee 2014

09 luglio 2007

L'Italia dei Valori sostiene il referendum per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale


La nuova legge elettorale, quella che ha ridato alle segreterie dei partiti la facoltà di comporre liste bloccate di candidati, rappresenta il simbolo della negazione del diritto dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti nel Parlamento. Proprio per la necessità di opporsi ad un provvedimento che favorisce la frammentazione dei partiti e nega il potere di scelta dei cittadini e il loro diritto alla trasparenza, l’Italia dei Valori di Ferrara ha deciso di sostenere i tre quesiti referendari - abrogativi della legge elettorale votata nella scorsa legislatura - depositati in Cassazione il 24 ottobre scorso.
Noi riteniamo che il diritto al voto libero e democratico sia uno dei capisaldi di un paese civile e crediamo che le riforme vadano fatte per i cittadini e con i cittadini.
Per queste ragioni sosteniamo un referendum che colpisce il cuore dei meccanismi di ricambio della classe dirigente e scardina un'idea oligarchica e paternalistica della politica. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce, d’altra parte, nella storia del nostro Partito che già nell’estate del 2003 aveva lanciato la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo della legge “Lodo Schifani” sull’immunità parlamentare e che nel 2006 ha partecipato con successo ai comitati per la difesa della Costituzione.
Consapevoli che il referendum che si propone non darà, di per sé, la legge migliore (non verrebbe risolto per esempio il problema delle liste bloccate), restiamo convinti che esso rappresenti una spinta decisiva al cambiamento contro l’instabilità e la frammentazione politica e partitica favorite dal sistema attuale.
Per aderire o per informazioni: info@italiadeivaloriferrara.it – cel. 347.8056095.


Italia dei Valori – Lista Di Pietro Ferrara


I tre quesiti


Il primo ed il secondo quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento. Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti. Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata. Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
Gli effetti politico-istituzionali: si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica; la frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione. Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza. Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi e sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza.



Il terzo quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”) che, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione! E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

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