Elezioni Europee 2014

23 giugno 2006

Per salvare la Costituzione, il 25 e 26 giugno, votiamo NO.


Il 25 e 26 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne per il referendum costituzionale. Si tratterà di confermare o meno la riforma della Costituzione voluta dal centro-destra.
Una riforma che non serve ai cittadini ma che invece li danneggia, che non modernizza il Paese ma che invece lo fa regredire.
Qualcuno giustamente ha parlato di contro riforma, un mix pasticciato e demagogico di norme e di disposizioni nel quale coesistono derive centraliste e secessioniste.
Uno degli aspetti più rilevanti e più preoccupanti di questa riforma è rappresentato dalla previsione di un bicameralismo imperfetto con l’istituzione del Senato federale e del premierato forte. Ed è soprattutto quest’ultimo aspetto che più di altri potrebbe sconvolgere un sistema costituzionale ha garantito per sessant’anni, anche in tempi difficili, la tenuta della democrazia nel nostro Paese.
Ecco allora che con questa riforma viene svilito il ruolo del Parlamento, che diviene perenne ostaggio del primo ministro, e del Capo dello Stato relegato a funzioni di sempice rappresentanza, in pratica poco più di un cerimoniere.
E’ facilmente immaginabile quanto sia pericoloso concentrare il potere su una sola persona, senza prevedere una logica di pesi e contrappesi ovvero il bilanciamento tra i poteri dello stato che sta alla base di una sana e moderna democrazia.
Ma poi c’è il riferimento alla “devolution” con quale si trasferisce interamente ed esclusivamente alle Regioni la potestà legislativa in materie fondamentali quali sanità, scuola pubblica e sicurezza. Questo ci porterebbe ad avere tanti modelli di sanità quante sono le Regioni con prestazioni diverse a seconda della loro ricchezza;
una scuola pubblica con programmi, indirizzi e orientamenti diversi a seconda delle varie realtà locali; un apparato preposto all’ordine pubblico e di polizia ridotto ad uno “spezzatino” regionale privo di ogni coordinamento nazionale (e internazionale) e quindi incapace di fronteggiare il crimine organizzato ed internazionale.
Insomma, senza dover andare oltre, c’è ne abbastanza per dire il 25 e 26 giugno NO a questa pessima riforma.

Massimiliano Fiorillo

1 commento:

Anonimo ha detto...

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