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22 novembre 2008

L'Italia dei Valori di Ferrara presenta un esposto alla magistratura per l'inquinamento da CVM nei terreni dove sta sorgendo l'asilo nido comunale


Giovedì 20 novembre, Valerio Vicentini ed io, con l'assistenza legale dell'Avv. Matteo Fogli, abbiamo depositato presso la Procura della Repubblica di Ferrara un esposto a carico di ignoti nel quale si chiede alla magistratura di far luce sull'inquinamento da Cloruro di Vinile (CVM) Monomero riscontrato su un'ampia area della città dove attualmente vi sono numerosi insediamenti abitativi e dove si sta realizzando il nuovo asilo nido comunale. L'elevata concentrazione di CVM, sostanza riconosciuta come cancerogena, individuata nella falda acquifera impone, a nostro parere, da un lato un tempestivo intervento di monitoraggio e di bonifica dell'area, dall'altro un'attività investigativa di polizia giudiziaria ambientale volta all'individuazione dei responsabili dell'inquinamento.
Vi riporto l'articolo di stampa apparso sulla Nuova Ferrara del 21.11.08.


Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara)


La Nuova Ferrara del 21/11/2008 ed. Nazionale p. 8

Arriva in Procura l'inquinamento da cvm
Esposto dell'Italia dei valori: urgente valutare i rischi per la salute

Sull'inquinamento da cvm nella zona di via Caretti, che minaccia l'asilo di via del Salice, Comune e Arpa si sono mossi «con trasparenza ma nei limiti delle loro risorse». A giudizio dell'Italia dei valori restano dei punti interrogativi ai quali solo la magistratura può dare risposta, di qui la decisione di presentare ieri mattina in Procura un esposto.
I dipietristi Massimiliano Fiorillo e Valerio Vicentini, che hanno firmato l'esposto, evidenziano la «notevole intensità» dell'inquinamento delle falde della zona da parte del gas cancerogeno, e si chiede tra l'altro «di esaminare ogni misura, anche preventiva, atta a impedire che siano portate a conseguenza ulteriori le fattispecie illecite penali che dovessero emergere dalle indagini». Il riferimento all'asilo è palese, poichè l'esposto si conclude così: «Appare evidente che il mantenimento dell'attuale status quo sopra descritto, nelle aree comunque minacciate dall'inquinamento da cvm, contribuisce ad esporre la popolazione ivi residente a pericoli per la salute, che devono essere valutati con la particolare urgenza derivata dal fatto che, entro breve tempo, verranno ultimati i lavori di costruzione dell'asilo nido di via del Salice». Perchè vi sarebbero rischi per la salute, che il Comune ha escluso? «Abbiamo fiducia nei confronti del Comune, è stato l'ingegner Bassi (responsabile del Servizio Ambiente, ndr) a dire che questo inquinamento è superiore anche di 10 volte a quello del petrolchimico. Chiediamo però grande determinazione nell'andare fino in fondo senza minimizzare la situazione» premette Fiorillo, coordinatore di Idv. E Vicentini evidenzia una «imprecisione nelle analisi tecniche del Comune, peraltro sottolineata da una geologa come Carmela Vaccaro. E' vero che nel sottosuolo di via Caretti ci sono lenti argillose in grado di fermare la risalita verso la superficie del gas, ma ci sono anche intervalli di materiale torboso permeabile. Ecco perchè lanciamo questo segnale di allarme». L'esigenza è quella di svolgere un'indagine epidemiologica sui residenti e anche «sui bambini che saranno inseriti nell'asilo». Nell'esposto si evidenzia anche come le falde intrise di cvm si stiano spostando, sia pure lentamente, in direzione dell'asilo e si fa pure riferimento al processo di Porto Marghera.
Dal punto di vista tecnico l'apertura di un'indagine si giustifica, secondo l'avvocato Matteo Fogli, «con la continuità del reato d'inquinamento in quella zona, dagli anni '70 fino a quasi alla nostra epoca. Ci sono testimonianze in questo senso da parte di residenti». Di qui la speranza dei firmatari dell'esposto che la magistratura possa attribuire responsabilità per l'inquinamento, passaggio cruciale per non caricare sulle spalle del pubblico i costi del disinquinamento. Anche prima della recente legge Ronchi, insistono, esistevano norme che imponevano la bonifica ambientale a carico degli inquinatori.
Stefano Ciervo

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