Elezioni Europee 2014

10 dicembre 2008

L'Italia dei Valori parteciperà allo sciopero generale proclamato dalla CIGL per il 12 dicembre


L'Italia dei Valori parteciperà allo sciopero generale proclamato dalla CIGL per il giorno 12 dicembre.
Chi volesse partecipare alla manifestazione di Bologna che vedrà la presenza del Segretario Generale CGIL Guglielmo Epifani, può usufruire del pullman che partirà dall'Ex MOF di Ferrara alle ore 8. Per prenotazioni chiamare il 0532/783275.
Vi riporto un'agenzia con le dichiarazioni dell'On. Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei Valori.

Massimiliano Fiorillo
Segretario Provinciale Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara


© APCOM
Roma, 10 dic. (Apcom) - Italia dei Valori "guarda con rispetto e rispetta l'autonomia sindacale e auspica il massimo dell'unità possibile contro le devastanti scelte economiche dell'attuale governo. IdV rivendica, al tempo stesso, l'esigenza di schierarsi in ogni occasione dalla parte dei cittadini e dei lavoratori colpiti dalla politica economica del governo che toglie a chi non ha o ha poco per dare a chi ha o ha molto". Lo precisa in una nota Leoluca Orlando, portavoce di Idv, annunciando la presenza del suo partito in piazza, in occasione dello sciopero generale proclamato dalla Cgil per venerdì prossimo "a sostegno delle critiche e delle alternative possibili espresse con la manifestazione del 12 dicembre".
Secondo Orlando "i tagli e l'indifferenza per il settore della scuola, dell'università e della ricerca pubblica, per il sostegno al reddito e all'occupazione, l'assenza di un organico programma di sicurezza nel lavoro e l'assenza di un programma organico di investimenti e di politiche industriali, i tagli al settore degli investimenti pubblici e alle infrastrutture stanno paralizzando l'intero paese rendendo più povere le regioni povere e impedendo alle altre regioni di sfruttare le proprie potenzialità di crescita".
"I parlamentari ed i dirigenti nazionali e locali saranno presenti fisicamente nelle piazze - prosegue l'esponente dell'Idv - per testimoniare il proprio impegno per cittadini e lavoratori e per evidenziare i guasti prodotti dall'attuale governo tutto attento a fare del conflitto di interesse una regola di comportamento che mortifica il libero mercato, costruisce caste, aumenta i costi della politica, ignora i bisogni e mortifica i meriti".

09 dicembre 2008

Sondaggio sul voto europeo: Pdl al 39%, cala il Pd, vola l'Idv.


da Repubblica.it del 09.12.08

Sondaggio Ipr marketing per Repubblica.it sul voto di giugno
Il partito del Cavaliere primo in tutte le circoscrizioni. Di Pietro in crescita


ROMA - Sorridono Berlusconi e Di Pietro. Nemici giurati ma, stavolta, accomunati dal segno più. Non ride il Pd che ha di che guardare con preoccupazione alla sua seconda grande prova elettorale. Molto deboli i segni di risveglio della sinistra radicale, mentre i centristi dell'Udc calano. Bene invece la Lega che rafforza il peso nel Nord del Paese. Sono queste le prime indicazioni che arrivano dal primo sondaggio sulle elezioni europee dell'anno prossimo realizzato da Ipr marketing per Repubblica.it. Una rilevazione fatta a sei mesi dal voto di giugno in attesa dell'eventuale varo della legge, voluta dal Pdl, che propone uno sbarramento al 5%. Soglia che taglierebbe fuori molti piccoli partiti.
Pdl primo partito, Pd al 28%. Primo partito si conferma il Pdl. Il partito di Berlusconi, infatti, tocca quota 39%. In crescita sia rispetto alle Europee del 2004 (quando però Forza Italia e An si presentarono da soli), sia rispetto alle politiche del 2008 che hanno portato il Cavaliere a Palazzo Chigi. Lo scorso aprile il Pdl arrivò al 37,3%, oggi sale di due gradini e arriva al 39%.
Vanno meno bene le cose per il Pd. Il partito di Veltroni si attesta su un 28% che non può far sorridere. Sia se lo si compara con le europee del 2004 (quando Ds e Margherita, separatamente, presero il 31,1%), sia, ed è questo il dato più preoccupante per i democratici, rispetto alle ultime politiche. Il battesimo elettorale del Pd, infatti, fece registrare un 33,2% che oggi appare decisamente lontano (-5,7%).
Chi, sale, è l'Idv di Antonio Di Pietro. Il partito dell'ex pm vede i suoi consensi salire fino a uno straordinario 7,8%. Aumento considerevole sia rispetto alle europee del 2004 (+5,7%), sia sulle ultime politiche (+3,4%). Un dato che fotografa quando stai pagando l'opposizione "dura e pura" messa in scena dall'ex pm.
La Lega, grande protagonista delle ultime politiche, registra una frenata. Si ferma al 7,5%, in aumento rispetto alle europee del 2004, ma in calo sulle ultime politiche (8,3%). Un decremento che, però, può essere spiegato anche con la visione "antieuropeista" del Carroccio. Un ostracismo che sfocia nel non voto. Almeno stando ai sondaggi odierni.
Tocca poi ai partiti della sinistra. Sparita dal Parlamento nazionale, in chiara crisi di identità, la galassia della sinistra estrema vede nelle Europee un'occasione di riscatto. Che, però, sembra ancora lontano. Primo dato è l'abbandono della coalizione bocciata alle politiche (si fermò al 3,8%). Stavolta ciascuno va per conto proprio. Rifondazione comunista si ferma al 2,3% (lontanissimo dal 6,1% del 2004), il Pdci allo 0,6% (era al 2,4%) e i Verdi all'1,3% (erano al 2,5%). Sinistra Democratica, costola del Pd, arriva a 1,3%.
Anche l'Udc registra un sensibile calo. Solo il 4% dichiara il suo voto per il partito di Casini. In calo di un punto e mezzo rispetto alle ultime politiche. Infine i radicali. Alle politiche si "diluirono" dentro il Pd, stavolta, da soli, conquistano l'1%.
Seggi. Più complesso il discorso sui seggi. Anzitutto perché la nuova legge, seppur non ancora approvata, vede un calo della rappresentanza italiana da 78 a 73 parlamentari. Un calo che rende difficile un raffronto con le elezioni del 2004. Poi c'è da contare la questione dei "resti", che potrebbero sparigliare il rapporto tra circoscrizioni e seggi assegnati. Per questo nella valutazione è usare uno scarto di un seggio, in più o in meno.
Con questo scenario, al Pdl andrebbero 28 seggi su 73 ed al Pd 20. Rifondazione (2), Verdi (1) e la Destra (1) potrebbero avere dei rappresentanti a Strasburgo. Sei i seggi di Di Pietro e della Lega. Tre quelli dell'Udc. Restano fuori i Comunisti Italiani e l'Udeur di Mastella, mentre i radicali, se corrono da soli, potrebbero ottenere un parlamentare.
Circoscrizioni. L'analisi del voto delle 5 circoscrizioni rimanda a un Pdl in netto aumento. Il partito di Berlusconi è ovunque la prima forza politica, raggiungendo il massimo nella circoscrizione insulare (43,8%) ed il minimo nel Nord Est (31,5%). Ma in quest'ultima zona del Paese pesa la forza della Lega che aumenta in 5 anni di circa 5 punti, superando il 13,2%. Al partito di Bossi va ancora meglio nella circoscrizione Nord Ovest in cui raggiunge il 19,5% con addirittura un +8% rispetto al 2004. E proprio nel Nord Ovest, il Pd subisce una flessione pesante (-5%). Flessione che è, invece, omogenea nelle altre circoscrizioni (circa 3-4 punti). Segno positivo, invece, nella circoscrizione insulare (dal 27% al 30,6%).
Sale l'Idv che triplica i voti rispetto al 2004, con picchi nel Nord Est (dal 2 al 9,6%), al Centro e al Sud. Cala l'Udc, così come i Comunisti italiani e Rifondazione.
Le Tabelle

04 dicembre 2008

Inail e biciclette


Facendo riferimento alla lodevole iniziativa del dott. Massimo Masotti (interpellanza in Consiglio Comunale) sulla questione degli incidenti in itinere occorsi a cittadini che usano la bicicletta per il tragitto casa-lavoro, mi sento di esprimere alcune considerazioni. La legge 38/2000 art.12 è un capolavoro di ambiguità che lascia spazi interpretativi spesso a sfavore dei cittadini. Si dice infatti: «l'assicurazione è operativa anche in caso di uso di mezzo privato, purchè necessitato» (sic!). E' sul termine "necessitato" che si aprono contenziosi e fumi interpretativi...
Come cittadino-ciclista ritengo che usare la bicicletta per gli usi quotidiani sia cosa encomiabile, perchè contribuisce a limitare il traffico, l'inquinamento e rende gli spostamenti veloci ed efficaci. La bicicletta è e sarà sempre di più la risposta economica e salutare alla congestione delle nostre città.
Come membro dell'Associazione Amici della Bicicletta ricordo che la Fiab nazionale sta portando avanti una petizione affinchè il Parlamento accolga la richiesta di riconoscimento dell'infortunio in itinere, qualunque sia il mezzo usato (compresa la bicicletta) per andare e tornare dal lavoro.
Come esponente dell'Italia dei Valori auspico un'ampia convergenza politica su questa iniziativa a difesa dei lavoratori.
Come medico Inail mi auguro che questo Ente, prezioso per molti aspetti, tenga fede al proprio mandato fondante (la tutela dei lavoratori infortunati) e non si trinceri in logiche aziendalistiche autoreferenziali.

Valerio Vicentini cittadino-ciclista
Segretario cittadino Italia dei Valori
membro direttivo Fiab
medico Inail

01 dicembre 2008

Dopo l'esposto sull'inquinamento da CVM presentato dall'Italia dei Valori di Ferrara, la magistratura apre un'inchiesta


Il Resto del Carlino del 30/11/2008 ed. FERRARA

Scatta l'inchiesta per il nuovo asilo
Tra esposti, segnalazioni e reportage tv
di Stefano Lolli

ATTI ALLA PROCURA, e probabile intervento dei carabinieri del Noe (il nucleo operativo ecologico dell'Arma) per il nido comunale in costruzione in via del Salice. Il clamoroso sviluppo della vicenda è legato anche all'inchiesta che Rainews 24 e Sky hanno diffuso nei giorni scorsi sui canali satellitari (e che è tuttora visibile nella versione integrale nel sito internet di Rainews); ma incidono anche le segnalazioni di cittadini ed ecologisti, oltre all'esposto presentato dai rappresentanti dell'Italia dei Valori Massimiliano Fiorillo e Valerio Vicentini. Risultato, l'apertura di un fascicolo di inchiesta - in questo caso non giornalistica ma giudiziaria - anche se al momento senza alcun coinvolgimento di possibili responsabili. Anche perchè gli 'autori' del maxi inquinamento da Cvm, la sostanza presente nella fascia più profonda del sottosuolo (oltre i 10-15 metri), non operano più. Da anni, addirittura da decenni.
Il caso si incardina però sulla costruzione del nuovo asilo comunale. Elemento scatenante della polemica poichè la struttura è stata ubicata dal Comune - proprietario dei terreni nella zona di via Frutteti - sul sedime di antiche discariche degli anni '60; le analisi attuate anche di recente, ripete il dirigente del Servizio Ambiente Alberto Bassi, «escludono qualsiasi rischio per la salute pubblica, poichè non ci sono emergenze in superficie di valori e sostanze anomale. E' certo però che in quella zona sarà necessario attuare interventi di bonifica - prosegue il dirigente comunale -, il cui costo però supera di gran lungo le risorse del Comune». Si va infatti dai 6 agli 8 milioni di euro, contro una disponibilità che non supera, tra le somme già spese e quelle iscritte a bilancio per il 2008 e 2009, i 700 mila euro: «Dovremo cercare di battere cassa...», sorride Bassi.
Il cui primo compito, però, sarà quello di presentarsi in Procura già la prossima settimana (ma come consulente o informatore, non certo perchè chiamato a rispondere della minima responsabilità), con il voluminoso faldone di mappe, risultati dei monitoraggi, foto aeree e 'termografiche' che documentano lo stato dei suoli e le zone dei numerosi prelievi e carotaggi. «Non abbiamo nulla da nascondere, così come nei numerosi incontri con i cittadini e gli ambientalisti - prosegue il dirigente comunale - abbiamo presentato di volta in volta tutte le risultanze delle nostre attività di ricerca. E' singolare comunque che siamo stati noi a rivelare quanto sia elevata la concentrazione dell'inquinamento in quella zona, anche se come detto non vi è pericolo per la salute pubblica, ed ora siamo idealmente accusati di essere gli... avvelenatori!».
Si tratta appunto di un'accusa ideale, o meglio virtuale; nell'esposto dei due 'dipietristi' si fa comunque riferimento alla scelta inappropriata per il nuovo asilo nido. La cui apertura, inizialmente prevista per la fine del 2008 ed a questo punto rinviata di qualche mese - ufficialmente solo per consentire la gara per l'affidamento della gestione ai privati -, andrebbe secondo Fiorillo e Vicentini preceduta da una minuziosa «indagine epidemiologica sui residenti della zona di via Caretti, via del Salice, via del Melo, e dei bambini che saranno inseriti nell'asilo». In pratica, un paletto per mettere i sigilli alla scuola d'infanzia prima ancora che venga inaugurata.
Restiamo però agli sviluppi giudiziaria; al momento si tratta come detto solo di un'apertura di un fascicolo d'inchiesta, le indagini non risultano ancora formalmente assegnate ad uno specifico magistrato e pertanto non si possono ipotizzare eventuali titoli di reato. Anche se nell'esposto si parla di «continuità del reato di inquinamento» facendo riferimento alla prassi di sversare nelle vecchie cave della ex fornace Sef, il micidiale Cvm ed altre sostanze (metalli pesanti, idrocarburi) di provenienza industriale. Coprendo poi il tutto, come ha raccontato un residente alla troupe di Rainews, con materiali inerti frutto dei lavori edilizi, e con i 'normali' rifiuti urbani.

22 novembre 2008

L'Italia dei Valori di Ferrara presenta un esposto alla magistratura per l'inquinamento da CVM nei terreni dove sta sorgendo l'asilo nido comunale


Giovedì 20 novembre, Valerio Vicentini ed io, con l'assistenza legale dell'Avv. Matteo Fogli, abbiamo depositato presso la Procura della Repubblica di Ferrara un esposto a carico di ignoti nel quale si chiede alla magistratura di far luce sull'inquinamento da Cloruro di Vinile (CVM) Monomero riscontrato su un'ampia area della città dove attualmente vi sono numerosi insediamenti abitativi e dove si sta realizzando il nuovo asilo nido comunale. L'elevata concentrazione di CVM, sostanza riconosciuta come cancerogena, individuata nella falda acquifera impone, a nostro parere, da un lato un tempestivo intervento di monitoraggio e di bonifica dell'area, dall'altro un'attività investigativa di polizia giudiziaria ambientale volta all'individuazione dei responsabili dell'inquinamento.
Vi riporto l'articolo di stampa apparso sulla Nuova Ferrara del 21.11.08.


Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara)


La Nuova Ferrara del 21/11/2008 ed. Nazionale p. 8

Arriva in Procura l'inquinamento da cvm
Esposto dell'Italia dei valori: urgente valutare i rischi per la salute

Sull'inquinamento da cvm nella zona di via Caretti, che minaccia l'asilo di via del Salice, Comune e Arpa si sono mossi «con trasparenza ma nei limiti delle loro risorse». A giudizio dell'Italia dei valori restano dei punti interrogativi ai quali solo la magistratura può dare risposta, di qui la decisione di presentare ieri mattina in Procura un esposto.
I dipietristi Massimiliano Fiorillo e Valerio Vicentini, che hanno firmato l'esposto, evidenziano la «notevole intensità» dell'inquinamento delle falde della zona da parte del gas cancerogeno, e si chiede tra l'altro «di esaminare ogni misura, anche preventiva, atta a impedire che siano portate a conseguenza ulteriori le fattispecie illecite penali che dovessero emergere dalle indagini». Il riferimento all'asilo è palese, poichè l'esposto si conclude così: «Appare evidente che il mantenimento dell'attuale status quo sopra descritto, nelle aree comunque minacciate dall'inquinamento da cvm, contribuisce ad esporre la popolazione ivi residente a pericoli per la salute, che devono essere valutati con la particolare urgenza derivata dal fatto che, entro breve tempo, verranno ultimati i lavori di costruzione dell'asilo nido di via del Salice». Perchè vi sarebbero rischi per la salute, che il Comune ha escluso? «Abbiamo fiducia nei confronti del Comune, è stato l'ingegner Bassi (responsabile del Servizio Ambiente, ndr) a dire che questo inquinamento è superiore anche di 10 volte a quello del petrolchimico. Chiediamo però grande determinazione nell'andare fino in fondo senza minimizzare la situazione» premette Fiorillo, coordinatore di Idv. E Vicentini evidenzia una «imprecisione nelle analisi tecniche del Comune, peraltro sottolineata da una geologa come Carmela Vaccaro. E' vero che nel sottosuolo di via Caretti ci sono lenti argillose in grado di fermare la risalita verso la superficie del gas, ma ci sono anche intervalli di materiale torboso permeabile. Ecco perchè lanciamo questo segnale di allarme». L'esigenza è quella di svolgere un'indagine epidemiologica sui residenti e anche «sui bambini che saranno inseriti nell'asilo». Nell'esposto si evidenzia anche come le falde intrise di cvm si stiano spostando, sia pure lentamente, in direzione dell'asilo e si fa pure riferimento al processo di Porto Marghera.
Dal punto di vista tecnico l'apertura di un'indagine si giustifica, secondo l'avvocato Matteo Fogli, «con la continuità del reato d'inquinamento in quella zona, dagli anni '70 fino a quasi alla nostra epoca. Ci sono testimonianze in questo senso da parte di residenti». Di qui la speranza dei firmatari dell'esposto che la magistratura possa attribuire responsabilità per l'inquinamento, passaggio cruciale per non caricare sulle spalle del pubblico i costi del disinquinamento. Anche prima della recente legge Ronchi, insistono, esistevano norme che imponevano la bonifica ambientale a carico degli inquinatori.
Stefano Ciervo

09 novembre 2008

ER-GO censura la protesta degli studenti contro i tagli delle risorse per il diritto allo studio


Un gruppo di studenti universitari di Ferrara ci ha segnalato che addetti dell’ER-GO, l’Azienda regionale per il Diritto agli Studi superiori, hanno recentemente rimosso dagli spazi collocati all’interno degli studentati della città i volantini ed i manifestini di protesta e di mobilitazione contro i tagli, decisi da ER.GO, delle risorse destinate al sostegno del diritto allo studio. L’Italia dei Valori di Ferrara giudica questo episodio una grave violazione del diritto di manifestare il proprio dissenso e chiede di conoscere da chi sia partito l’ordine di censurare la protesta studentesca.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

05 novembre 2008

Elezioni Usa: la soddisfazione dell’Italia dei Valori di Ferrara per la vittoria di Barack Obama.


Il Partito dell’Italia dei Valori di Ferrara saluta con soddisfazione il nuovo Presidente U.S.A., Barack Obama, l’uomo giusto al momento giusto che segna la fine della politica conservatrice e guerrafondaia di George Bush.
Siamo certi che Obama saprà interpretare al meglio una politica di rinnovamento particolarmente attenta ai temi dell’economia, della pace e dell’ambiente.
Una svolta, quella di Obama, che speriamo faccia sentire i suoi benefici effetti anche oltreoceano ed in particolare in Italia dove si assiste ad un preoccupante riflusso antidemocratico, populista e conservatore determinato dal governo di destra.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

30 ottobre 2008

Replica alle dichiarazioni del Consigliere regionale PdL Dragotto sull'assenteismo all'ospedale S.Anna di Ferrara


Le recenti dichiarazioni di Dragotto in merito al supposto azzeramento delle assenze per malattia dei dipendenti del S. Anna dimostrano il cinismo e l’irresponsabilità del PDL nei confronti dei lavoratori dipendenti e degli utenti del SSN. Cinismo, in quanto espressione compiaciuta delle vessazioni che il decreto Brunetta ha messo in atto contro i pubblici dipendenti; irresponsabilità, in quanto ciò potrebbe significare la presenza in servizio di operatori che lavorano in condizioni di non perfetta efficienza fisica e psicologica, in mansioni delicate e ad alta responsabilità.
Il dato fornito è di per sé discutibile in quanto l’assenza dal servizio per malattia è comunque fisiologica in una certa percentuale di lavoratori e variabile nei diversi periodi dell’anno, in relazione all’andamento stagionale delle varie patologie (influenza, gastroenteriti, etc.) , come sa qualunque amministratore. Sarebbe inoltre interessante conoscere per lo stesso periodo citato da Dragotto eventuali variazioni degli infortuni sul lavoro o delle assenze per altro motivo degli stessi dipendenti.
E’ infine da considerare se sia opportuno essere curati da dipendenti che, per non subire decurtazioni del proprio stipendio possano divenire involontari responsabili di danni ai pazienti.
Un ulteriore elemento di potenziale discredito per una Sanità che si vorrebbe sempre meno pubblica ma affidata a privati che perseguirebbero in via prevalente finalità miranti al mero profitto.

Stefano Melagrani - Area Sanità - Italia dei Valori di Ferrara

24 ottobre 2008

Lodo Alfano e libertà d'informazione. Un sabato in piazza Trento Trieste con l'IDV di Ferrara per difendere gli articoli 3 e 21 della Costituzione.


Sabato 25 ottobre, sarà un'altra giornata di raccolta firme per il referendum abrogativo del Lodo Alfano.
Saremo a Ferrara in Piazza Trento Trieste dalle 10 alle 19 ed a Cento (FE) in Piazza del Guercino dalle 16.30 alle 19.
In occasione dell'iniziativa promossa dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall'Unione Nazionale Cronisti per sostenere la libertà d'informazione, che si terrà domani in piazza Trento Trieste dalle 12 alle 13, noi dell'IDV di Ferrara faremo un'attività di volantinaggio per protestare contro la "Legge bavaglio" che vieta la pubblicazione di atti pubblici di natura giudiziaria d'interesse collettivo e contro il provvedimento che limita l'utilizzo intercettazioni telefoniche nell'attività d'indagine disposta dall'Autorità Giudiziaria.
Con l'iniziativa "Arrestateci tutti" e "Intercettatemi" l'Italia dei Valori si mobilita a difesa della libertà d'informazione e di espressione, principi sanciti dall'art.21 della Costituzione e per affermare l'autonomia della magistratura.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori - Lista Di Pietro, Ferrara)

20 ottobre 2008

Referendum Lodo Alfano: continua la raccolta firme.



L’Italia dei Valori continua la raccolta firme per il referendum abrogativo del Lodo Alfano.
Questi i prossimi IDV point:

- Martedì 21 ottobre: dalle 10.00 alle 12.30 presso il mercato settimanale di Bondeno (FE);

- Venerdì 24 ottobre: dalle 10.00 alle 12.30 presso il mercato settimanale di Ferrara (Piazza Trento Trieste) e presso il mercato settimanale di Copparo (FE);

- Sabato 25 ottobre: dalle 10.00 alle 19.00 a Ferrara (Piazza Trento Trieste) e dalle 16.30 alle 19.30 a Cento (FE) (Piazza del Guercino);

- Domenica 26 ottobre: dalle 10.00 alle 19.00 a Ferrara (Piazza Trento Trieste).

Per informazioni: tel. 178.2729676 - e.mail referendum@italiadeivaloriferrara.it

Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara

L'Italia dei Valori di Ferrara aderisce alla manifestazione del 20 ottobre a difesa della scuola pubblica e contro la riforma Gelmini.


L’Italia dei Valori aderisce alla fiaccolata in difesa della scuola pubblica che si terrà lunedì 20 ottobre a Ferrara.
Una mobilitazione per dire no alla riforma Gelmini che smantella il sistema della scuola pubblica attraverso tagli di risorse e riduzioni di personale docente e non docente.
Il decreto Gelmini, scritto sotto dettatura del Ministro Tremonti, risponde unicamente alla logica del taglio indiscriminato delle spese, a cui non segue nessun miglioramento dell’offerta formativa ed educativa delle scuole italiane. Una riforma che, per assicurarsi la copertura finanziaria richiesta dalla Commissione Bilancio, utilizza il fondo d’istituto delle istituzioni scolastiche. Una vera e propria beffa perché i fondi d’istituto, invece di garantire l’autonomia scolastica, verranno utilizzati per retribuire i maggiori carichi di lavoro richiesti al maestro unico a partire dal 1 settembre 2009.
Oltre le leggi “ad personam”, il Governo Berlusconi e la sua maggioranza parlamentare mettono atto le leggi “contra personas” e cioè a danno di milioni di studenti, delle loro famiglie ed insegnanti.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

13 ottobre 2008

Referendum Lodo Alfano: 2189 grazie!


2189 grazie a tutti coloro che tra sabato e domenica si sono recati presso il banchetto dell’Italia dei Valori di Piazza Trento Trieste per firmare la richiesta di referendum popolare abrogativo del Lodo Alfano.
Questo ci dimostra che la gente non è per niente rassegnata a subire le leggi “ad personam” di Berlusconi e del suo Governo. Un segnale forte e chiaro che ci induce a continuare la nostra battaglia a difesa del principio costituzionale di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, palesemente calpestato dal Lodo Alfano.
La raccolta firme, quindi, continua con ancora più determinazione.
Non osiamo immaginare quante firme avremmo raccolto se avessimo allestito più “IDV point” in tutta la Provincia di Ferrara. Ci pervengono decine di mail e telefonate da persone che vogliono firmare presso i loro Comuni di residenza. Purtroppo, benché il numero di volontari che si offrono per darci una mano nella raccolta firme cresca di giorno in giorno, non siamo in grado di essere presenti con i nostri banchetti in tutti i comuni della Provincia di Ferrara.
Prossimi IDV point per la raccolta firme: giovedì 16.10.08 a Cento e venerdi 17.10.08 a Copparo ed a Ferrara dalle 9.30 alle 12.30 in area mercato, sabato 18.10.08 e domenica 19.10.08 a Ferrara in Piazza Trento Trieste mattina e pomeriggio.
Per informazioni: referendum@italiadeivaloriferrara.it – tel./fax 178.2729676.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori Ferrara)

10 ottobre 2008

Testo integrale della conferenza stampa di presentazione del referendum abrogativo del Lodo Alfano. Ferrara, 09.10.08


"Siamo qui per presentare la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo della legge 124/08 (cd Lodo Alfano) che inizierà in tutta Italia sabato 11 ottobre.
Sarà quello il giorno della legalità e della giustizia che vedrà in tutte le piazze d’Italia i gazebo ed i banchetti dell’Italia dei Valori.
A Ferrara abbiamo voluto “battezzare” l’11 ottobre 2008 “G.Day”, il giorno della giustizia e della leagalità. L’IDV sarà in piazza Trento Trieste a Ferrara con un gazebo presso il quale i ferraresi potranno recarsi per firmare per il referendum abrogativo del lodo Alfano. Sarà quindi una giornata di festa e di mobilitazione per dire No alle leggi ad personam volute dal Governo di centro destra, per difendere il principi costituzionali di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e di autonomia della magistratura.
Presso l’ “IDV point”, oltre alla raccolta delle firme referendarie, saranno proiettati video e verrà realizzato un collegamento in diretta streaming con la manifestazione di Piazza Navona a Roma dove, dalle 17 alle 18, interverrà l’On. Antonio Di Pietro.
Il Lodo Alfano non ha bisogno di presentazioni particolari. E’ la legge che ha voluto Silvio Berlusconi unicamente per se, al fine di risolvere i suoi guai giudiziari e per non farsi processare, in particolare dai Giudici di Milano nel processo che lo vede imputato per il reato di corruzione in atti giudiziari, il cosiddetto processo Mills.
In altre parole, il Lodo Alfano è la legge che non consentirà a nessun giudice di procedere nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, tra cui, appunto, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per tutta la durata del mandato.
C’è da dire che, complice un sistema dell’informazione distorto e condizionato pesantemente dalla maggioranza di Governo, ai cittadini è stata negata la possibilità di conoscere la reale portata di questa legge. Un vuoto informativo che noi cercheremo di colmare ai banchetti parlando con la gente e spiegando loro cosa significa per la nostra democrazia una legge come il Lodo Alfano. Siamo certi che la gente, dopo, firmerà con ancora più convinzione.
Noi dell’Italia dei Valori siamo quindi fermamente determinati a far abrogare, attraverso l’istituto del referendum, la legge 124/08 perché la riteniamo una legge vergognosa, non degna di un paese civile, una legge che crea una nuova casta: quella degli impuniti.
Il lodo Alfano, prevedendo la sospensione dei procedimenti penali a carico del Presidente del Consiglio, costituisce un unicum nel panorama politico europeo, dove l'immunità è prevista solo per i parlamentari limitatamente all'esercizio delle loro funzioni: i rappresentanti dell'esecutivo degli altri paesi europei non godono di alcuna immunità processuale.
E siamo ancora di più contrari al lodo Alfano se pensiamo che questa legge potrebbe essere il passepartout per altre leggi che istituzionalizzano l’impunità per politici e membri delle istituzioni. Infatti si inizia già a parlare di Lodo Consolo per i Ministri e addirittura di Lodo per l’Avv. Mills.
Perché diciamo no al Lodo Alfano?
Iniziamo dagli aspetti prettamente giuridici.
In primo luogo il Lodo Alfano, secondo noi di IDV, viola i principio costituzionale della ragionevole durata dei processi (art.111 c.1 Cost.) e dell’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.).
Inoltre, il Lodo Alfano è una legge ordinaria che interviene su principi sanciti dalla Costituzione. Ciò avrebbe dovuto avvenire per effetto di una legge costituzionale, approvata secondo un iter legislativo cosiddetto “aggravato” ben più complesso di quello previsto per le norme ordinarie, quale è appunto la legge 124/08.
Ma non è finita. Il lodo Alfano potrebbe violare il diritto alla difesa sancito dall’Art. 24 della costituzione.
Un problema che naturalmente Silvio Berlusconi non sente perché lui difende il suo interesse processuale modificando le regole della democrazia, utilizzando il parlamento per farsi una legge che gli garantisca l’impunità.
Noi crediamo invece che il capo del Governo abbia il dovere di presentarsi davanti i giudici e dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati e comunque di farsi giudicare.
Ma l’aspetto più odioso di questa legge, il principale motivo per il quale vede l’Italia dei Valori mobilitarsi per proporre il referendum abrogativo, è rappresentato dal fatto che il Lodo Alfano contrasta palesemente con il principio costituzionale dell’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge sancito dall’art. 3.
Invece, in virtù del Lodo Alfano quattro persone, le più alte cariche dello Stato, non saranno chiamate a rispondere davanti alla legge. Questo per noi è profondamente ingiusto, immorale ed indegno per un Paese civile.
Invitiamo pertanto tutti i ferraresi a recarsi, da sabato 11 ottobre, ai nostri banchetti per firmare per l’abrogazione di questa vergognosa legge".
Chiunque voglia aiutarci a raccogliere le firme o ricevere informazioni può scrivere a:
referendum@italiadeivaloriferrara.it oppure chiamare il numero di telefono (fax e segreteria telefonica) 178.2729676.
Sito internet: www.italiadeivaloriferrara.it

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori Ferrara)

05 ottobre 2008

Sabato 11 ottobre: G-Day, la giornata della giustizia. Parte la raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano


Da sabato 11 ottobre partirà la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo del Lodo Alfano. A Ferrara, l'Italia dei Valori con i suoi banchetti sarà in piazza Trento Trieste tutti i sabato e domenica, sia mattina che pomeriggio. Ogni lunedì e venerdi, alla mattina, invece, sarà al mercato settimanale rispettivamente di Piazza Travaglio e Piazza Trento Trieste. Altri banchetti di raccolta firme verranno organizzati presso i mercati settimanali di Copparo, Portomaggiore, Cento e Bondeno.
Per il calendario completo visitate il sito http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/firmaefermali/
Abbiamo bisogno del vostro auto!
Chiunque volesse darci una mano nella raccolta delle firme ed ai nostri banchetti ci può mandare una mail all'indirizzo: referendum@italiadeivaloriferrara.it
Grazie.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori Ferrara)

28 settembre 2008

Cessione delle azioni Hera alla Holding: maggioranza sconfitta in Consiglio comunale con i voti di PdC, RC e Verdi


Il Partito dell’Italia dei Valori, pur non condividendo la delibera sul conferimento dell'80% delle azioni di Hera alla holding Ferrara Servizi, non può esultare dopo la sua bocciatura in Consiglio Comunale. Anzi, esprime un forte rammarico per come sono andate le cose e per aver assistito ad un vero e proprio suicidio politico della maggioranza. Una spaccatura che andava evitata con il senso di responsabilità e con lo spirito di coesione che deve sempre prevalere nei momenti difficili. E’ stato un grave errore voler portare avanti a tutti i costi un’operazione poco trasparente e senza aver offerto alcuna possibilità di dialogo tra tutte le forze di centro sinistra. Il voto di ieri impone quindi una seria riflessione sui metodi con cui questa maggioranza governa la città. Con una maggioranza che vuole andare avanti come un panzer non ci si può aspettare niente di buono, soprattutto quando entrano in azione i kamikaze.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale ITALIA DEI VALORI – DI PIETRO Ferrara)

18 settembre 2008

Dopo Vasto, parte la raccolta firme per il referendum abrogativo del Lodo Alfano


Si è conclusa domenica scorsa a Vasto (CH) la Festa nazionale dell'Italia dei Valori. Un week-end dedicato ad approfondimenti politici di altissimo livello e ad interessantissimi dibattiti. Antonio Di Pietro ha dimostrato ancora una volta di essere un grande leader. Ha infatti tracciato, con parole chiare ed in modo estremamente efficace, la linea su cui si svilupperà l'azione politica dell'Italia dei Valori nel prossimo futuro, a partire dagli appuntamenti elettorali dell'autunno di quest'anno fino ad arrivare alle amministrative del 2009.
A breve, sul sito dell'Italia dei Valori www.italiadeivalori.it verranno messi on line le registrazioni degli interventi del Presidente dell'Italia dei Valori. Naturalmente saranno disponibili anche i video degli altri relatori, tra cui il bravissimo Marco Travaglio.
Ma ora è tempo di pensare alla prossima importantissima sfida: il referendum abrogativo del Lodo Alfano, la vergognosa legge che riserva alle quattro alte cariche dello Stato, tra cui il Presidente del Consiglio, l'immunità (=impunità) parlamentare. E' la legge che Silvio Berlusconi ha voluto per se al fine di sfuggire ai processi che, se giunti termine, avrebbero portato ad una sua condanna per corruzione. Il lodo Alfano oltraggia il principio costituzionale dell'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge; siamo quindi fortemente decisi a ricorrere allo strumento referendario per la sua abrogazione.
Dall'11 ottobre e per tre mesi saremo in tutte le piazze d'Italia con i nostri banchetti per raccogliere il mezzo milione di firme necessario per il referendum abrogativo del Lodo Alfano.
Noi dell'Italia dei Valori saremo in piazza anche a Ferrara e nei principali Comuni della Provincia. Ci siamo dati l'obiettivo di raccogliere almeno 6000 firme! La nostra sarà una campagna referendaria fortemente osteggiata dal centro-destra ed ignorata dal centro sinistra, in particolare dal P.D. che non muoverà un dito per aiutarci a raccogliere le firme. Ma a noi ciò non importa perché sappiamo che dalla parte nostra avremo moltissimi cittadini che si recheranno in massa ai nostri banchetti per firmare contro il Lodo Alfano. Sarà una campagna referendaria molto dura perché le firme da raccogliere sono moltissime. Ci sarà quindi bisogno della collaborazione di tutti.
Vi chiedo quindi di aiutarci e di partecipare ai banchetti referendari che prossimamente verranno allestiti.
Comunicate a info@italiadeivaloriferrara.it la vostra disponibilità.
Più saremo, meno difficile sarà raggiungere il nostro obiettivo di 6000 firme a Ferrara.
Aspetto un vostro segno di buona volontà.
Grazie e cordiali saluti a tutti.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara)

10 settembre 2008

Strade killer: Sabbioncello San Vittore e le sue buche..


Riceviamo e pubblichiamo volentieri.
(la Redazione di www.italiadeivaloriferrara.it)


La provinciale SP20 collega Ferrara a Formignana. E’ una via realizzata tanto tempo fa; affianca spesso il Po di Volano, e collega tutti i piccoli paesini che caratterizzano la campagna ferrarese.
E’ una via importante perché utilizzata quotidianamente da lavoratori pendolari, mezzi agricoli e da pesanti autotreni. Tuttavia è lontana, lontana dagli occhi del nostro Presidente della Provincia.
La strada è caratterizzata da numerosi avvallamenti, curve cieche e strette; inoltre in alcuni tratti la pavimentazione stradale si innalza fino a 8 metri rispetto ai terreni adiacenti, rendendo necessaria l’installazione di opportune protezioni(attualmente inesistenti). Già queste caratteristiche dovrebbero sensibilizzare la nostra Amministrazione, ma a quanto pare non è così. E non è finita qui.
La segnaletica orizzontale è quasi totalmente assente, infatti la striscia di mezzeria è scolorita dal tempo e dalla cecità del Servizio Viabilità della Provincia. Inoltre la segnaletica verticale non impone di rallentare la velocità (rispetto ai 90 km/h consentiti su tutto il tratto). Pensate che ci sono punti in cui le abitazioni sorgono ad un metro e mezzo dalla carreggiata, e non si sa proprio se procedere ai 60 o 70 km/h. A tutto questo si deve registrare la presenza di tratti pericolosi senza illuminazione notturna.
La situazione si aggrava in località Sabbioncello San Vittore, in via Argine Volano, dove le buche e una banchina dissestata la fanno da padrone. L’inverno è alle porte e non vorremmo che ghiaccio e pioggia aggravassero la già martoriata strada.
Quotidianamente bambini, anziani, ciclisti, e ovviamente residenti utilizzano questo tratto di strada. Il pericolo reale proviene dalle automobili che percorrono il tratto precedente a 90 km/h e giungono in paese proprio in corrispondenza di questo tratto pericoloso.
L’ultimo importante rifacimento risale al 1982; da allora la strada è stata oggetto di interventi limitati al “rattoppare” i buchi che puntualmente si riaprono sulla pavimentazione.
La responsabilità non è certo da imputare alla qualità dell’intervento degli addetti alla manutenzione, piuttosto a coloro che gestiscono i denari destinati alla sicurezza dei cittadini.
Probabilmente sono le stesse persone che curano personalmente il manto stradale davanti alla casa del Sindaco o del Presidente della Provincia.
Alcuni residenti si sono rivolti alle Autorità competenti, tuttavia gli è stato risposto che “attualmente non sono previsti interventi su quel tratto”.
Noi, cittadini onesti, gradiremmo che da parte del Comune di Copparo e della Provincia ci sia un interessamento maggiore alla vita sociale, anche dei piccoli paesi. Rimettere in sicurezza questa strada sarebbe un ottimo inizio per riguadagnare la fiducia della gente (ammesso che si voglia farlo).
Mi chiedo il perché il Comune di Formignana è riuscito a rifare quasi interamente le sue strade ed invece frazioni limitrofe come Sabbioncello San Vittore, e Sabbioncello San Pietro è da più di vent’anni che devono penare per un pezzo di strada decente.
Forse perché ci si ricorda dei cittadini solo durante le elezioni e quando dobbiamo pagare le tasse. Mi sovviene una domanda. Il nostri amministratori risiedono su strade come queste?

Nicola - Copparo (FE)

07 settembre 2008

Le farneticazioni del Consigliere Comunale di AN Enrico Brandani


Il Signor Brandani, dalle pagine del Resto del Carlino del 1 settembre, ha accusato il Partito dell’Italia dei Valori di aver effettuato banchetti senza aver versato i tributi comunali relativi all’occupazione del suolo pubblico, insinuando oltretutto trattamenti di favore da parte dell’Amministrazione Comunale.
Affermazioni, quelle del Consigliere comunale di AN, totalmente false, infondate e che oltre a ledere l’immagine dell’Italia dei Valori di Ferrara gettano discredito sull’operato dell’Amministrazione Comunale.
Pertanto respingiamo con forza tali accuse e specifichiamo quanto segue:
- Italia dei Valori, in data 21.07.08, ha presentato al Comune di Ferrara regolare istanza (in marca da bollo) ai fini del rilascio dell’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico (1 metro quadrato) per l’effettuazione di banchetti adibiti alla raccolta firme per il referendum abrogativo del cosiddetto “Lodo Alfano” (raccolta firme, poi slittata a metà ottobre). Detta istanza è stata accompagnata dal versamento in conto corrente postale a favore del Comune di Ferrara – Servizio Attività Produttive dell’importo richiesto dalla citata Amministrazione, nonché dei diritti di segreteria.
- Con atto n.112300 del 24.07.08 (prot. n. 63685/08) il Comune di Ferrara - Servizio Attività produttive e Commercio ha concesso all’Italia dei Valori il permesso di occupazione di suolo pubblico secondo il calendario di date richieste.
- L’esenzione dal pagamento della C.O.S.A.P. è avvenuta nel pieno rispetto dell’Art. 35 comma 1 lett. B del “Regolamento per l’applicazione del canone di occupazione suolo pubblico” che esonera dal pagamento della citata imposta le “le occupazioni temporanee realizzate per manifestazioni ed iniziative celebrative, politiche, sindacali, religiose, assistenziali, comunque aventi finalità sociali, umanitarie, ricreative e sportive, non comportanti attività di vendita e somministrazione di alimenti e bevande e senza fini di lucro”.
Ci spiace dover smontare il falso scoop del Sig. Brandani. Evidentemente la voglia di visibilità a basso costo gli ha giocato un brutto scherzo facendolo incorrere in un clamoroso errore di valutazione che ci auguriamo sia unicamente frutto della buona fede e non della volontà di screditare a tutti i costi ed ingiustamente gli avversari politici.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro – Ferrara)


Riportiamo l'articolo pubblicato sul Resto del Carlino di Ferrara del 01.09.08

di STEFANO LOLLI
LA PROPAGANDA politica? E' una... missione umanitaria. E...

LA PROPAGANDA politica? E' una... missione umanitaria. Ed al pari della solidarietà e del volontariato, viene esentata dal Comune dal pagamento delle tasse. Ad iniziare dalla Cosap, il canone di occupazione del suolo pubblico che sono tenuti a pagare anche partiti, sindacati e associazioni (tranne le cosiddette 'Onlus', quelle che non esercitano attività con fine di lucro) che allestiscono 'banchetti' per le raccolta di firme, per gli incontri con i cittadini e per la distribuzione di materiale relativo alle proprie iniziative od a campagne di pubblico interesse. Ma come evidenzia Enrico Brandani, capogruppo di An in Consiglio comunale, la Cosap non è uguale per tutti: «Nel nostro caso ci siamo sempre regolarmente premuniti di richiesta, autorizzazione e ovviamente del pagamento della Cosap». Un rapido calcolo: tra moduli, marche da bollo e permessi vidimati, per una giornata si spendono 60-70 euroi. A meno che non si faccia parte dell'Italia dei Valori o della Cgil, per citare solo due esempi recenti scoperti da Brandani: tra il 21 e il 25 luglio per il sindacato, e lungo tutto agosto (con propaggini sino a fine settembre) per i 'dipietristi', sono stati allestiti banchetti tra Piazza Travaglio e Piazza Trento e Trieste. Tutti gratis: «Il Servizio Commercio ha riconosciuto a Cgil e Italia dei Valori il diritto a non pagare la Cosap, in forza dell'articolo 35 del regolamento comunale - spiega il capogruppo di An -, che al secondo e terzo comma garantisce le esenzioni appunto alle Onlus o, nel caso dei partiti politici, a condizione esclusiva che le loro manifestazioni abbiano una riconosciuta finalità di carattere sociale ed umanitario». Per la Flai-Cgil non si può dire che sia un ente o un'associazione del volontariato, anche se le iniziative in collaborazione con la Cisl riguardavano i dipendenti dell'ippodromo a rischio di posto di lavoro; in senso lato si può forse parlare di manifestazione con un risvolto sociale. «Strana invece l'esenzione per l'Italia dei Valori - denuncia Brandani -: nella richiesta di permesso si faceva espresso riferimento ad attività di propaganda politica». Malgrado ciò, la dirigente comunale Evelina Benvenuti ha firmato «un atto che concede ai dipietristi di non tirar fuori neppure un euro - incalza il capogruppo di An -, oltre tutto per una serie di iniziative destinate a proseguire anche in settembre...». Per i rappresentanti dell'Idv, si tratta di un 'risparmio' stimato in oltre 2 mila euro: «A norma di regolamento si tratta probabilmente di una svista - ironizza Brandani -, facilmente sanabile per non incorrere comunque nel sospetto di abusi. A meno che non si dica che per il partito di Di Pietro c'è la possibilità di ottenere i banchetti gratuitamente, senza pagare nemmeno i... valori bollati». Brandani allarga però il tiro: chiede infatti «in quali e quante altre circostanze sindacati o forze politiche anche più autorevoli dell'Italia dei Valori, hanno ottenuto lo stesso occhio di riguardo da parte del Comune con quello che appare un vero e proprio escamotage».






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13 agosto 2008

Iustitia


“Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge” recita l’enciclopedia Treccani alla voce Giustizia.
Termine evidentemente difficile da realizzare in un paese dove un ergastolano condannato per un duplice omicidio mafioso e per altri reati minori viene definito un eroe dal presidente del consiglio, dove uno dei principali partiti politici degli ultimi 14 anni è stato fondato da signori condannati tra l’altro per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. In quello stesso paese in cui siedono in parlamento ben 18 condannati definitivi, in cui chi proclama l’indipendenza di alcune regioni, crea un assise politica secessionista, minaccia la guerriglia e dedica il dito medio all’inno nazionale diviene ministro in buona compagnia di chi in quanto ad accoglienza degli immigrati la pensa “che tornino nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie, ma a casa nostra si fa come si dice a casa nostra!” e che non è certo più composto quando si esprime in tema di diritti degli omosessuali: “se non si fosse ancora capito essere culattoni è un peccato capitale e chi vota una legge a favore dei Di.Co. finirà nelle fiamme del più profondo dell´inferno”.
E’ fin troppo facile pescare altri esempi non proprio rispecchianti una società imperniata sul concetto di giustizia ma trovo molto più utile e meno stomachevole riflettere su “qualche idea per” rendere la giustizia veloce e la pena certa.
A dispetto del proposito chimerico, vorrei iniziare in modo molto concreto e razionale, convinto che poco si possa fare senza preventivare una spesa economica necessaria a realizzarlo. E quindi andrei innanzitutto a ricercare i modi per ottenere i fondi necessari.
Uno di questi potrebbe essere l’eliminazione delle province e delle comunità montane. Prendendo spunto dai dati della stessa Unione delle Province Italiane, il 73% dei bilanci se ne va in spese correnti e soltanto il 27% in investimenti. Tradotto in soldoni: 3/4 dei soldi servono al mantenimento delle stesse province, e solo 1/4 vengono utilizzati per il cittadino (sul come poi, è tutto un altro discorso). Il costo complessivo delle 107 province ammonta a 115 miliardi di euro. Insomma, più o meno, un miliardo di euro l'una.
Le Comunità Montane: sono 356, e costano allo Stato 190 milioni di euro all’anno.
Ancora più utile sarebbe riformare la giustizia tributaria, innanzitutto obbligandola a rispettare le regole che ci sono già (ma che proprio perché riguardano una materia così stomachevole per gli italiani come il conflitto di interessi, rispettate non lo sono). Oggi nel 57% delle sentenze ad uscire sconfitto è l’erario, invece avere delle commissioni tributarie funzionanti permetterebbe di recuperare tutti quei contenziosi oggi chiusi nei cassetti e il cui valore è stimato in oltre 5.000 milioni di euro.
Magari bisognerebbe recuperare anche i 44 miliardi accertati agli evasori e di cui nel 2007 l’amministrazione finanziaria è riuscita a riscuotere solo il 7%.
E’ evidente come l’entità delle risorse recuperabili sia tale da garantire non solo un loro impiego per una giustizia pienamente funzionante ma anche per la risoluzione di altri problemi che affliggono la nostra penisola. Anche perché gran parte delle misure che ho in mente non richiedono alle casse pubbliche una spesa.
Come per esempio quella fondamentale dell’interruzione della prescrizione col rinvio a giudizio. Fondamentale perché moralmente doverosa, infatti uno stato di diritto che si ritiene tale non può, per ragioni di tempo, rinunciare a difendere i propri cittadini garantendo che la legge sia rispettata e che nel caso ciò non avvenga vi siano delle conseguenze inevitabili.
Fondamentale anche perché strutturalmente necessaria dato che permetterebbe una considerevole velocizzazione dei processi tanto più economicamente svantaggiosi all’imputato che sa di dover arrivare comunque ad una decisione nel merito quanto più lunghi. In sostanza sarà la stessa attuazione della misura a rispondere alla critica che le si muove, ossia il pericolo che tra la commissione del reato e la comminazione della sanzione trascorra troppo tempo.
Altrettanta attenzione merita il tema delle misure alternative man mano accresciute di numero negli anni e rese più facilmente fruibili ai condannati sulla base di quello che io non riesco a non vedere come una sconfitta dello stato, una contraddizione, un atteggiamento rinunciatario: il carcere è un ambiente criminogeno, evitiamolo anche ai condannati per quanto è possibile.
Mi sa tanto di “la volpe che non arriva all’uva dice che è acerba”. Il carcere è un ambiente criminogeno perché le nostre strutture sono sovraffollate e soprattutto perché l’attuazione del comma terzo dell’art. 27 Cost. è a livelli ridicoli.
Invece di continuare a inventarsi dei modi per rendere gli indici edittali una presa in giro per chi li legge bisognerebbe assumere altro personale penitenziario e costruire nuove carceri in modo da rendere le stesse un ambiente molto meno criminogeno e molto più rieducativo. A bilanciare poi quel residuo ineliminabile di fattore di devianza vi sarebbe (laddove tutte queste misure venissero applicate) la consapevolezza della certezza della pena che fungerebbe da forte deterrente.
Trovo inoltre profondamente ingiustificata l’esistenza delle attenuanti generiche e ancor più l’invisa prassi che le vuole sempre e comunque concesse a tutti, tra l’altro così sottraendogli ogni funzione.
A mio avviso la possibilità di concedere le attenuanti generiche va eliminata perché rappresenta una delle maggiori fautrici del distacco tra la pena che la vittima del reato e l’opinione pubblica in generale si aspettano e quella inflitta, discrasia che aumenta quel sentimento di sfiducia verso il potere giudiziario.
Continuo a chiedermi se gli elettori dell’attuale maggioranza nell’applaudire i politici di riferimento ogni qual volta in campagna elettorale si menzionava la sicurezza come tratto portante della futura azione di governo si immaginavano anche questo, piuttosto che un disegno di legge che distrugge lo strumento investigativo più efficace, piuttosto che l’ideazione del ricatto antidemocratico che da una parte aveva la sospensione di 100 mila processi e dall’altra la negazione del principio di uguaglianza, piuttosto che i 3,5 miliardi di euro di tagli alle forze dell’ordine appena decisi dalla manovra economica triennale (capaci di far sfilare a Roma contro il governo per la prima volta lo scorso 17 luglio tutti e 23 i sindacati del settore).

Pierpaolo Indino
(Area Giustizia IdV Ferrara)

09 agosto 2008

Aumentano i bambini malati di cancro



Riceviamo e pubblichiamo volentieri la seguente lettera a firma di un gruppo di medici.

I.D.V. Ferrara




Gentile Direttore,
vorremmo invitare Lei e tutti i suoi lettori ad un attimo di riflessione su questa frase: “la deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’ esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell’ acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”.
Queste parole, che concludono un articolo sui rischi attribuibili ad agenti chimici scritto dal professor Lorenzo Tomatis* nel 1987, ci sono tornate alla mente come una lucida profezia davanti agli ultimi, recentissimi dati sull’incidenza di cancro nell’ infanzia in Italia pubblicati dall’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM: I tumori infantili Rapporto 2008).
Se già i dati pubblicati da Lancet nel 2004, che mostravano un incremento dell’ 1.1% dei tumori infantili negli ultimi 30 anni in Europa, apparivano preoccupanti, quelli che riguardano il nostro paese, riferiti agli anni 1998-2002 ci lasciano sgomenti. I tassi di incidenza per tutti i tumori nel loro complesso sono mediamente aumentati del 2% all’anno, passando da 146.9 nuovi casi all’anno (ogni milione di bambini) nel periodo 1988-92 a ben 176 nuovi malati nel periodo 1998-2002. Ciò significa che in media, nell’ultimo quinquennio, in ogni milione di bambini in Italia ci sono stati 30 nuovi casi in più. La crescita è statisticamente significativa per tutti i gruppi di età e per entrambi i sessi. In particolare tra i bambini sotto l’anno di età l’ incremento è addirittura del 3.2% annuo.
Tali tassi di incidenza in Italia sono nettamente più elevati di quelli riscontrati in Germania (141 casi 1987-2004), Francia ( 138 casi 1990-98), Svizzera ( 141 casi 1995-2004). Il cambiamento percentuale annuo risulta più alto nel nostro paese che in Europa sia per tutti i tumori (+2% vs 1.1%), che per la maggior parte delle principali tipologie di tumore; addirittura per i linfomi l’incremento è del 4.6% annuo vs un incremento in Europa dello 0.9%, per le leucemie dell’ 1.6% vs un + 0.6% e così via.
Tutto questo mentre si vanno accumulando ricerche che mostrano con sempre maggiore evidenza come sia cruciale il momento dello sviluppo fetale non solo per il rischio di cancro, ma per condizionare quello che sarà lo stato di salute complessivo nella vita adulta.
Come interpretare questi dati e che insegnamento trarne?
Personalmente non ne siamo affatto stupiti e ci saremmo meravigliati del contrario: i tumori nell’ infanzia e gli incidenti sul lavoro, di cui ogni giorno le cronache ci parlano, unitamente alle malattie professionali, ampiamente sottostimate in Italia, sono due facce di una stessa medaglia, ovvero le logiche, inevitabili conseguenze di uno “sviluppo” industriale per gran parte dissennato, radicatosi in un sistema di corruzione e malaffare generalizzato che affligge ormai cronicamente il nostro paese.
Potremmo, sintetizzando, affermare che lo stato di salute di una popolazione è inversamente proporzionale al livello di corruzione e quanto più questo è elevato tanto più le conseguenze si riversano sulle sue componenti più fragili, in primis l’infanzia, come Tomatis già oltre 20 anni fa anticipava.
Le sostanze tossiche e nocive non sono meno pericolose una volta uscite dalle fabbriche o dai luoghi di produzione e la ricerca esasperata del profitto e dello sviluppo industriale – a scapito della qualità di vita -, non può che avere queste tragiche conseguenze.

Dott.ssa Patrizia Gentilini
Dott.ssa Francesca Cigala Fulgosi
Dottssa. Liliana Pittini
Dott. Giancarlo Rasconi
Dott. Valerio Vicentini


*Lorenzo Tomatis (1929-2007), è stato un medico oncologo di fama internazionale, ha diretto l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione (IARC), ha posto le basi scientifiche e metodologiche per l’identificazione e la classificazione dei cancerogeni umani. Si è sempre strenuamente battuto per la Prevenzione Primaria e la difesa della Salute Pubblica ed è stato anche un grande scrittore, ricordiamo in particolare Il Fuoriuscito e L’ombra del dubbio, quest’ultimo uscito postumo (ed. Sironi).

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Per approfondimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Tomatis

http://www.epidemiologiaeprevenzione.it/index_1.html

http://www.highbeam.com/Search.aspx?q=lorenzo+tomatis

http://lib.bioinfo.pl/find?field=Papers&query=lorenzo+tomatis

http://www.greenpeace.org/italy/campagne/inquinamento/rifiuti/inceneritori/tomatis

31 luglio 2008

I.D.V. contro la privatizzazione del Centro d'incremento ippico di Ferrara


L'Italia dei Valori di Ferrara ribadisce il proprio no alla privatizzazione del Centro d'Incremento ippico di Ferrara voluta dalla Regione.
La privatizzazione, infatti, non è la strada giusta per il rilancio del centro, ma apre le porte alla speculazione edilizia sull'intera area dell'ippodromo ferrarese. Questo la Regione lo sa benissimo perché è evidente che la finalità pubblica del centro d'incremento ippico non è compatibile con una gestione privata. Oltretutto, nessuna garanzia occupazionale viene data dalla Regione ai 12 lavoratori del centro.
Si vuole quindi far morire una struttura d'eccellenza nel campo dell'ippocoltura, una delle più importanti d'Italia. E tutto ciò sotto il silenzio complice delle istituzioni locali.
Possiamo quindi tranquillamente dire che i mandanti di questa operazione sono a Ferrara. Il movente sono gli interessi economici dei privati che condizionano le scelte politiche.
Con la chiusura del Centro regionale d'Incremento ippico un altro pezzo di Ferrara se ne va. Chiediamo ai cittadini uno scatto d'orgoglio e di mobilitarsi per difendere un patrimonio di tutti.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia Dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

27 luglio 2008

Nucleare: ritorno al passato.


Sono trascorsi 21 anni dal referendum che ha bloccato nel nostro Paese la prosecuzione del programma nucleare per la produzione di energia elettrica e con un solo colpo di spugna (tanto per cambiare) si cancella l’esito della consultazione referendaria.
Quesito che tra l’altro aveva abrogato altre due norme molto contestate l’una che consentiva di bypassare il dissenso delle Regioni e l’altra che prevedeva solo udienze pubbliche scavalcando e marginalizzando i poteri dei Comuni. in merito alla localizzazione dei siti ospitanti le centrali nucleari.
A rafforzare questo principio di autonomia è intervenuta la modifica dell’art. 117 della Costituzione (Titolo V) che ha affidato alle Regioni, tra le materie concorrenti, proprio quelle relative alla produzione di energia ed il governo del territorio.
Ne consegue che a Costituzione vigente lo Stato non può che determinare i soli principi generali ma non certo sostituirsi alle Regioni per tutto ciò che attiene alle scelte di come produrre e dove collocare gli impianti tenuto conto che la loro localizzazione determina in maniera quasi permanente problemi di servitù nelle aree interessate.
Le Regioni devono poi fare i conti con le spese necessarie alla redazione dei piani di emergenza e di evacuazione previsti per questo tipo di impianti dalle Norme Europee che vanno ad incidere sui bilanci regionali.
E’ importante sottolineare questo particolare aspetto poiché l’attacco frontale che viene portato dalle coorti berlusconiane alla struttura del nostro sistema di regole di convivenza ha prodotto i suoi primi effetti.
La militarizzazione delle discariche per affrontare l’emergenza rifiuti in Campania utilizzando l’argomento che sono sedi ritenute strategiche per il Paese, potrebbe tranquillamente essere trasferito alle aree oggetto di insediamento delle future centrali nucleari sovvertendo e calpestando l’elementare diritto dei cittadini di esprimere il proprio dissenso.
Come la prenderanno tutti quei cittadini che ora plaudono all’energica ed autoritaria azione del governo quando si comincerà a definire la dislocazione delle nuove centrali e magari capiterà di trovarsela proprio dietro il proprio giardino?
Non bastano le segnalazioni di incidenti anche molto vicino a casa nostra (Slovenia e Francia) per suggerire molta cautela nel lanciare senza se e senza ma una campagna di ricorso al nucleare ancorché basato su tecnologie oramai obsolete e superate tecnologicamente.
Il Governo Prodi non aveva chiuso le porte al nucleare ma molto saggiamente aveva aderito ad un programma internazionale per lo sviluppo e al ricerca di soluzioni per le cosiddette centrali di quarta generazione.
Centrali dotate di tecnologie che permetteranno di limitare drasticamente la produzione di scorie radioattive a bassa attività per le quali si pone il problema del loro smaltimento cosa che non può avvenire per incenerimento come i rifiuti urbani ma solo attraverso il loro confinamento in aree super protette o tramite lavorazioni molto costose.
Ma andiamo con ordine perché come tutti i problemi sembra ragionevole iniziare l’analisi chiedendosi innanzitutto a quali necessità risponda questa incontrollabile voglia di nucleare.
La prima e la più perentoria è come produrre più energia per il nostro sistema produttivo e per i privati cittadini a costi ragionevolmente più bassi affrancandosi dalla dipendenza della fornitura di petrolio, diversificando le fonti di approvvigionamento delle risorse energetiche.
Partendo da qui occorre fin d’ora dire che attualmente siamo già in una fase di riduzione progressiva nell’uso del ricorso al petrolio impiegato come combustibile per la produzione di energia elettrica che di fatto è passato da un quota del 30% nel 2000 all’11% nel 2006 (fonte TERNA).
Una prima risposta a questa domanda è aumentare le risorse da mettere a disposizione per lo sviluppo di progetti di maggiore efficienza energetica e di risparmio nell’uso delle risorse.
Solo onorando l’impegno Europeo che prevede il raddoppio della quota della produzione di energie rinnovabili dal valore attuale del 16% al 32% sarebbe di per sé sufficiente per assorbire completamente il consumo di petrolio dal nostro sistema di produzione di energia elettrica.
Lo sviluppo delle interconnessioni delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, nell’ottica della diversificazioni delle sorgenti di approvvigionamento da realizzare con partners europei, può essere un’altra risposta alla domanda crescente di energia elettrica tenuto conto che nei Paesi Balcanici (Croazia, Bosnia, Kosovo, Serbia , Montenegro) ci sono più di 10 mila Mega Watt di energia idroelettrica (prodotta con l’acqua) inespressa.
I relativi progetti che permetterebbero di sfruttare questa fonte di energia rinnovabile a basso costo potrebbe essere realizzati entro 3-4 anni ( fonte TERNA ).
Sono tutte fonti di energia a basso costo che potrebbero essere utilizzate anche nel nostro Paese ed evitare così di costruire altre infrastrutture.
Puntare sul gas che si stima sia disponibile in quantità pressoché doppia rispetto al petrolio permetterebbe all’Italia di puntare su un mix di risorse energetiche importante.
La demagogia del Ministro Scaiola che fa balenare l’idea dell’energia a basso costo non dice che comunque bisognerebbe aspettare almeno 4-5 anni per vedere le prime centrali realizzate ed in grado di produrre energia elettrica.
Il sistema Paese ha bisogno di diversificare e di pagare meno cara la bolletta oggi, mentre invece dobbiamo fare fronte ad un prossimo aumento della bolletta nel prossimo mese di luglio per + 8%.
Non credo di allontanarmi molto dal vero se affermo che le grandi aziende nazionali e multinazionali dell’atomo vedono all’orizzonte nuove e più consistenti business.
Non ultimo la scelta del nucleare non affranca l’Italia dalla dipendenza da altri paesi per l’approvvigionamento del combustibile che in questo caso è l’uranio.
Il rischio è di vincolarsi ad un mercato dell’uranio dominato da pochissimi produttori privati che a differenza delle grandi compagnie petrolifere non sono soggetti contrattuali governati da organismi politici come l’OPEC.
Questo significa consegnarsi nelle mani di produttori che possono determinare il prezzo dell’uranio in base a regole che possono variare da produttore a produttore in maniera incontrollabile.
Giova ricordare che il prezzo dell’uranio era di 7 dollari l’oncia nel 2000 per schizzare agli oltre 120 dollari nel 2007.
Quale potrebbe essere il prezzo dell’uranio tra quindi ci o venti anni quando le eventuali centrali italiane saranno a regime?
Sarà ancora così conveniente il costo del KW/h?
La seconda domanda è quale le potrebbe essere il contributo delle centrali nucleari alla riduzione di emissioni di gas serra in conseguenza dell’ipotetica riduzione al ricorso delle centrali termoelettriche a combustibile fossile ?
Risposta: il protocollo di Kyoto non ha incluso il nucleare nell’elenco delle politiche atte a ridurre l’emissione dei gas serra!
E non poteva nemmeno farlo tenuto conto del fatto che il contributo mondiale alla produzione di energia elettrica, prodotta dal nucleare, scenderà dall’attuale 6,3% al 5% del totale nel 2030 (fonte Key world energy statistics, 2007).
Sono ben altri i valori di riduzione dei gas serra che la comunità internazionale chiede agli Stati membri quale impegno concreto per invertire la tendenza globale al progressivo riscaldamento del pianeta che sta manifestando con il progressivo scioglimento dei ghiacci polari con conseguenti effetti devastanti sul clima mondiale.
Gli impegni europei del nostro Paese prevedono riduzioni del 50-80% entro il 2050 ed almeno del 20% entro il 2020.
In Italia perciò visto che l’obbiettivo minimo da raggiungere entro il 2012 e dell’ordine del 6,5% non può riguardare il nucleare poiché per quella data è altamente improbabile avere anche solo una sola centrale in servizio senza contare l’aumento della domanda di energia che nel frattempo si manifesterà per effetto di richieste maggiori per imprese e servizi.
In sintesi tre sono le strade da percorrere per evitare un'inutile e costosissima rincorsa al nucleare:
1) aumentare l’efficienza degli utilizzatori finali (aziende e privati) incentivando progetti di riconversione e defiscalizzando l’uso delle energie alternative a cominciare dal settore pubblico che fin da subito dovrebbe investire sul fotovoltaico e sul solare;
2) puntare sulla diversificazione delle fonti e dei fornitori spingendo sul gas realizzando i rigassificatori e potenziano la rete di distribuzione riconvertendo le centrali termoelettriche,
rivalutando la possibilità di realizzazione di nuove centrali idroelettriche nel rispetto dei vincoli idrogeologici dei territori;
2) aumentare l’uso delle rinnovali ad iniziare dai Comuni e dall’ANAS con programmi di sostituzione dell'illuminazioni pubbliche con pali a pannello fotovoltaico.

Giorgio Sasso (I.D.V. Ferrara)

16 luglio 2008

Teorema


L’arresto di Ottaviano Del Turco, accusato dalla Procura di Pescara di corruzione, concussione e truffa, ripropone l’ormai consueta polemica sul ruolo della magistratura nel nostro Paese.
E’ il copione di un film già visto e rivisto. E non mi riferisco alle gravissime ipotesi di reato contestate al Governatore dell’Abruzzo, che stanno a dimostrare come l’epoca di tangentopoli non sia mai finita, ma all’immancabile sequela di attacchi ai giudici ed ai pubblici ministeri che indagano su politici e personaggi eccellenti.
Per l’occasione, puntuale prende corpo il partito trasversale di coloro che si indignano e se la prendono con i magistrati solo quando a cadere nelle maglie della giustizia sono i politici ed i potenti. Tacciono, invece, quando di mezzo ci vanno i poveri cristi che, colpevoli od innocenti, possono tranquillamente marcire nelle patrie galere, senza che di loro nessuno si accorga. E’ questo l’atteggiamento della casta, di una classe politica dotata di un innato istinto di conservazione d’ispirazione darwiniana, sempre pronta ad autoassolversi ed a difendersi gridando al teorema, al complotto togato.
Sembra quasi che il problema siano i magistrati che indagano e non chi truffa, chi corrompe e chi ruba. Ed a coloro che invocano una legge uguale per tutti è presto servito l’appellativo di giustizialisti, manettari e forcaioli.
E’ proprio un Paese strano, il nostro.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori - Ferrara)

11 luglio 2008

Inguistizia approvata


Dal Blog di Antonio Di Pietro.

Oggi ho pronunciato in aula la nostra dichiarazione di voto contraria alla "salvapremier", o lodo Alfano, perché viola il principio secondo cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, nessuno escluso.
"Sig. Presidente del Consiglio che non c’e’, Oggi Lei non è soltanto assente. Oggi Lei è contumace!
Sì, contumace - sig. Presidente del Consiglio che non c’è - perché oggi in quest’Aula non si sta approvando una legge giacchè una legge per definizione dovrebbe essere una norma generale che riguarda tutti.
E non ci venga a dire che non c’è perché impegnato altrove. Possiamo benissimo aspettare che ritorni, giacchè non vediamo proprio alcuna urgenza per approvare una legge del genere.
Stiamo approvando, invece uno specifico provvedimento che serve a Lei e solo a Lei!
Lei, in altri termini, ha trasformato il Parlamento in “magistrato speciale” che ora è chiamato – ma che dico, obbligato – ad emanare un provvedimento para-giudiziario di proscioglimento perché l’imputato si chiama Silvio Berlusconi!
Insomma lei – sig. Presidente del Consiglio contumace – finalmente è riuscito nel suo scopo: scegliersi il giudice che più le piace.
Un giudice, diciamo così domestico!
Ed appunto perché tratta il Parlamento come suoi domestici, non ci degna della sua presenza neanche oggi che ci chiama a violare la Costituzione per farle un favore.
Certo, in quanto suoi domestici, alcuni di noi possono sempre sperare che – poi - alle prossime elezioni Lei, dall’alto della Sua magnanimità, li riconfermi nell’incarico visto che la legge elettorale Le consente questo potere di vita o di morte!
Ma, mi creda, sig. Presidente del Consiglio contumace, ci avrebbe fatto davvero piacere guardarla in faccia almeno oggi che la mandiamo in Paradiso.
Però attenzione, imputato Berlusconi! Attenzione perché ho l’impressione che qualche suo domestico parlamentare – per la troppa fregola di difenderla – credo abbia sbagliato ancora una volta a scrivere la norma.
Se lo ricorda il caso Previti? Anche quella volta, per la troppa fretta di fermare il processo, la legge che si era fatta confezionare venne dichiarata incostituzionale e si risolse in un boomerang tanto che Lei dovette sacrificare il suo fido Previti per salvare se stesso!
Anche ora il caso può ripetersi perché anche questa volta Lei è sotto processo insieme ad un altro complice: l’avvocato inglese David Mills. Sì quel “testimone un po’ così” che, purtroppo per Lei, ha già ammesso per iscritto – brutto comunista che non è altro in combutta con altrettanti brutti e cattivi giudici comunisti inglesi – di aver ricevuto da Lei una cospicua somma di denaro per dire il falso ai giudici italiani in un processo dove Lei, Presidente Berlusconi era imputato!
Ed allora, come crede Lei di poter svolgere serenamente le sue funzioni nel caso il suo complice venga condannato per un reato che – secondo l’Accusa - avete fatto insieme?
Ohh, lo so! Qualcuno, per Lei, andrà dal giudice per dire che anche il processo al sig. Mills si deve fermare.
Ma Lei, oramai, dovrebbe saperlo: a Milano non ci sono i giudici domestici che oggi Lei si è nominato in questo Parlamento. Lì ci sono giudici veri che la legge la applicano veramente e seriamente.
Ah, certo! A quel punto, Lei andrà a sostenere che – siccome i giudici di Milano non le hanno dato ragione - vuol dire che ce l’hanno con lei e che c’e’ in atto un teorema politico dei soliti comunisti brutti e cattivi per impedirle di camminare sulle acque e di moltiplicare i pani e i pesci necessari per sfamare il popolo italiano!
Ma a quel punto – glielo segnalo per tempo – sig. Presidente del Consiglio contumace - i giudici di Milano faranno ricorso alla Corte Costituzionale – non perché lo dico io, ma perché è nella logica delle cose - e vedrà che anche questa volta la norma verrà dichiarata abusiva rispetto alla nostra Carta Costituzionale.
A meno che Lei non voglia riservare anche alla Corte Costituzionale lo stesso trattamento che voleva riservare al Consiglio Superiore della Magistratura, allorchè si permise di dissentire dalla sua dissennata proposta di legge tesa a bloccare oltre 100.000 processi e tutti i tribunali italiani solo per bloccare il Suo. Proposta che ora – con una faccia tosta che non ha pari - è disposta a ritirare visto che non le serve più.
Ma in quel caso – stiano tranquilli i cittadini italiani – ci vuole una legge di modifica costituzionale e quindi saranno alla fine chiamati loro stessi ad esprimersi se accettare o meno la dittatura dolce che il Governo Berlusconi vuole propinarci!
Dica la verità, sig. Presidente del Consiglio contumace, Lei si è pure fatto mettere una norma di “sfogo” nella sua “salvapremier”: la facoltà di rinunciare alla sospensione del processo.
Non perché ci voglia rinunciare già da oggi ma solo per tenersi una chance nel caso il coimputato Mills venga assolto. Beh, allora – e solo allora – lei rinuncerà alla immunità. Solo quando avrà letto una sentenza che la proscioglie.
Sia chiaro, noi dell’Italia dei Valori votiamo contro il provvedimento “salvapremier” perché siamo contrari a questa norma a prescindere dal fatto che oggi essa serva per favorire Berlusconi e domani chissà chi.
Noi dell’Italia dei Valori siamo contrari a questa legge perché riteniamo immorale – prima ancora che incostituzionale – che 4 cittadini italiani 4, per il solo fatto che svolgono un lavoro invece che un altro, possano commettere qualsiasi reato durante il loro mandato senza che nessuno possa dire loro nulla, nemmeno se impazziscono e se si mettono ad uccidere mogli, stuprare bambini, violentare o subornare donne indifese, detenere e spacciare droga, arraffare la cassa dello Stato, costituire nuove P2 e così via.
Riteniamo poi un pasticcio giuridico il fatto che – siccome è stato previsto che la sospensione avvenga solo ad azione penale avviata (e cioè solo dopo la chiusura delle indagini preliminari ed a richiesta di rinvio a giudizio depositata) - potremmo un domani avere il caso di un Presidente che viene pure arrestato in flagranza di reato per il quale il provvedimento cautelare è obbligatorio ex art 68 Cost e siccome non può essere processato rimane a svolgere le sue funzioni dal carcere dell’Ucciardone invece che da Montecitorio!
E con quali garanzia di terzietà potrà svolgersi l’azione civile al posto dell’azione penale prevista dalla odierna legge per tutelare le parti offese se ad essere offeso dovesse essere lo Stato stesso in caso ad esempio di peculato? Potrebbe mai aver un senso una causa civile intentata mettiamo dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro l’imputato Berlusconi Silvio in cui la stessa persona con una mano chiede il risarcimento del danno e con l’altra la nega?
Insomma, noi dell’Italia dei Valori siamo dell’idea che tutti i cittadini devono essere considerati uguali davanti alla legge e se una delle alta cariche dello Stato è accusata di aver commesso qualcosa di penalmente rilevante deve essere semmai giudicato prima e non dopo gli altri.
Lo dico in modo chiaro non solo ai colleghi della maggioranza ma anche a quegli amici del Partito Democratico che oggi hanno dichiarato la loro disponibilità a considerare possibile in futuro la previsione di una norma generale ed astratta che preveda la sospensione dei processi alle alte cariche dello Stato.
Anche di questo ovviamente dovremo tenere conto allorché ci sarà da ridiscutere il modo di stare insieme, come da voi ieri chiesto ed oggi anche – ancora di più - da noi!"

10 luglio 2008

No Cav day after


L'8 luglio a Roma, in Piazza Navona, si è tenuta la grande manifestazione promossa da Micromega e dall’Italia dei Valori contro le leggi ad personam del Governo Berlusconi ed in difesa della nostra Costituzione.
C’era tantissima gente, giovani e meno giovani, donne e famiglie intere. Anche Ferrara ha risposto all’appello con un folto gruppo di partecipanti.
I giornali ed i TG del giorno dopo, quasi a reti unificate, hanno fatto passare un messaggio profondamente distorto rispetto a ciò che è stata realmente la manifestazione di Piazza Navona. Descrivono una piazza oltraggiosa, forcaiola, volgare e violenta nel linguaggio. Delegittimano la protesta di decine di migliaia dei persone. Lo fanno amplificando al massimo le parole di Beppe Grillo, come se quella del comico genovese fosse stata l’unica voce che si è levata dal palco di Piazza Navona (tra l’altro, Grillo neppure era presente fisicamente ma solo in collegamento telefonico da chissà dove). E’ vero, Beppe Grillo ha fatto il Beppe Grillo ed era da immaginarselo. E’ stato l’intervento che personalmente ho apprezzato di meno, soprattutto perché è andato fuori tema dando fondo al solito repertorio ispirato dal sentimento dell’antipolitica che non condivido affatto. Forse si poteva fare a meno di Beppe Grillo, ma pazienza, è andata così.
Sul palco di Piazza Navona però non c’era solo lui. Perché i media non hanno parlato di Flores D’Arcais, Pancho Pardi, Moni Ovadia, Di Pietro, Rita Borsellino, Livia Ravera, Fiorella Mannoia, Marco Travaglio, Andrea Camilleri e di tanti altri che si sono succeduti sul palco? Perché si è mistificato la realtà? Perché si è voluto screditare migliaia e migliaia di persone venute da tutta Italia per dire no al vilipendio (quello vero!) ai valori della nostra Costituzione perpetrato da Silvio Berlusconi e dalla sua maggioranza?
Non mi sorprende affatto la reazione della platea bipartisan dei benpensanti, inciucisti ed ipocriti che non hanno perso l’occasione per denigrare la piazza e per sbandierare ai quattro venti la loro indignazione di convenienza.
Ma lasciamoli nella loro indignazione e andiamo avanti per la nostra strada. E’ quello che ci chiedono i nostri elettori.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

05 luglio 2008

Anche da Ferrara con l’Italia dei Valori per manifestare l’8 luglio a Roma contro le leggi “ad personam” volute dal premier Berlusconi.


Sono numerosi i ferraresi che l’8 luglio parteciperanno a Roma, in piazza Navona, alla grande manifestazione organizzata da Micromega e dell’Italia dei Valori contro le leggi “ad personam” che minano i principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di libertà d’informazione e di autonomia della magistratura.
Quello dell’8 luglio sarà il giorno della grande mobilitazione per la difesa dei principi costituzionali di libertà ed eguaglianza e che coinciderà con l’inizio dell’iter parlamentare per l’approvazione delle norme blocca processi (oltre 100 mila processi verranno sospesi), salva premier (per l’immunità-impunità delle alte cariche dello Stato) e sulle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura (per la galera ai giornalisti che fanno informazione).
L’appuntamento è quindi per l’8 luglio a Roma, in Piazza Navona, alle ore 18.
Per raggiungere il luogo della manifestazione, l’Italia dei Valori sta organizzando alcuni pullman con partenza da Bologna. Per la prenotazione dei posti e per informazioni telefonare al 051.6395495 oppure inviare una mail a info@italiadeivaloriferrara.it .

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

01 luglio 2008

Centro d'incremento ippico di Ferrara: l'Italia dei Valori replica alle dichiarazioni del Vice Presidente della Provincia, Davide Nardini.


Dopo l'interrogazione in Regione del Consigliere Regionale dell'Italia dei Valori, Paolo Nanni e l'ordine del giorno presentato in Consiglio della Circoscrizione “Via Bologna”, ora anche altre forze politiche si schierano a difesa del Centro Regionale d'Incremento Ippico di Ferrara.
Questo non ci può che far piacere, tuttavia noi dell'Italia dei Valori non possiamo condividere la posizione espressa dal Vice Presidente della Provincia, Davide Nardini secondo il quale il rilancio del Centro d'Incremento ippico deve necessariamente avvenire attraverso l'affidamento ai privati dell'attività.
Ci pare, questa, una posizione fortemente contraddittoria e poco attenta alla realtà delle cose. Infatti, come ben si sa, i soggetti privati sono solitamente portatori di interessi particolari, non si fanno carico di perseguire l'interesse generale del settore che può essere promosso soltanto dalla Pubblica Amministrazione quale soggetto che media tra i vari interessi privati e stabilisce gli obiettivi generali verso i quali procedere.
Il Vice Presidente Nardini ci spieghi, quindi, come è possibile coniugare la funzione pubblica del Centro svolta nel settore della valorizzazione e del miglioramento genetico delle razze equine con una gestione privata dell'attività.
Gli interventi indicati da Davide Nardini non porteranno al rilancio del Centro ippico ma al contrario rischiano concretamente di sancire la dismissione dell'attività.
Quanto all'esigenza di risparmio di spesa pubblica a cui fa riferimento il Vice
Presidente, è bene evidenziare che il Centro ippico di Ferrara, unico in Emilia Romagna, non è affatto un ente inutile, un ramo secco o una macchina mangia soldi. Tutt'altro. Il Centro rappresenta una vera e propria eccellenza nel campo delle produzioni equine, con particolare riferimento alle tecniche di riproduzione artificiale e di miglioramento genetico delle razze. Presso l'ippodromo ferrarese, tra l'altro, viene svolta in collaborazione con le strutture sanitarie locali un'importante attività di ippoterapia rivolta a bambini con problemi neurologici e psichici.
Nell'ultimo decennio la spesa regionale per il funzionamento della struttura è stata, in media, pari a circa 450.000 euro di cui 300.000 euro sono stati annualmente recuperati attraverso entrate finanziarie derivanti dai servizi resi dal Centro. Pertanto il costo effettivo della gestione dell'attività è stato di circa 150.000 euro per anno.
Va inoltre detto che il Centro è una struttura regionale che opera sulla base di funzioni amministrative e compiti trasferiti dallo Stato alle Regioni da leggi nazionali che prevedono anche il trasferimento delle opportune risorse finanziarie.
Noi dell'Italia dei Valori non crediamo quindi che la scelta di cedere ai privati il Centro Regionale d'Incremento ippico di Ferrara risponda effettivamente ad una logica di risparmio di risorse pubbliche.
Non vorremmo infatti che dietro l'angolo ci siano appetiti speculativi da soddisfare e che il Centro ippico sia terra di conquista da parte di privati che tutto hanno in mente tranne che l'attività di incremento e di valorizzazione dell'ippocoltura regionale.
Per ultimo, ma non meno importante, vi è la questione occupazionale.
A tal proposito il Vice Presidente Nardini nulla dice riguardo il personale a tempo determinato che si trova a svolgere, da 20-25 anni, un lavoro che richiede un notevole livello di specializzazione professionale a fronte di una totale incertezza sul proprio futuro.
Ai 12 lavoratori vanno date risposte concrete ed al più presto.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara)