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15 maggio 2014
Fiorillo: rifiuti, Bratti e Bellini si sono svegliati tardi.
Notiamo che non pochi politici, fra cui l’onorevole Bratti e l’assessore Bellini, stanno scoprendo ora il tema dei rifiuti, ed esprimono le loro preoccupazioni per il conferimento di spazzatura proveniente da fuori regione nei nostri inceneritori. Un risveglio un po’ tardivo, che sa tanto di mossa in chiave elettorale, considerando che né Bratti né Bellini, a tempo debito, hanno avuto da obiettare sull’adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Quello stesso Piano che, in base al comma 3 dell’articolo 18 delle norme tecniche, stabilisce che negli inceneritori dell’Emilia Romagna «è consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile». L’inceneritore di via Diana continuerà quindi a funzionare a pieno regime, al massimo della potenza autorizzata, grazie ai rifiuti speciali, che essendo a libero mercato non sono soggetti ad alcun vincolo territoriale e potranno arrivare da ogni parte di Italia: una vera e propria beffa per i cittadini ferraresi che, come prefigura Bellini, pagheranno bollette più care e saranno costretti ad aumentare il loro impegno per la raccolta differenziata, senza però avere in cambio alcun beneficio: le minori quantità di rifiuti inviate all’inceneritore grazie agli sforzi e alle bollette più care saranno rimpiazzate con rifiuti speciali provenienti dalle altre regioni. Si affronterà l’argomento anche dopo le elezioni o le nostre preoccupazioni torneranno a essere solo “inutili allarmismi”, come dichiarato dall’on. Bratti? Per ora c’è solo una certezza: se il Piano Rifiuti non sarà modificato con urgenza, per i cittadini di Ferrara e di tutta l’Emilia Romagna sarà solo l’ennesimo salasso a tutto vantaggio di Hera.
17 aprile 2014
Fornaro (VdS). Trivellazioni: chiediamo chiarezza alla Regione.
“Non è possibile escludere, ma nemmeno provare”. E’ qui che deve intervenire la politica bloccando subito ogni ulteriore autorizzazione a nuove prospettazioni del sottosuolo in Emilia Romagna, o peggio estrazioni di idrocarburi. La giunta regionale non può far finta che nel rapporto Ichese quel dubbio (“Non è possibile escludere”) sulla relazione tra le attività estrattive e il terremoto, non ci sia. Responsabilità degli amministratori è sempre quella di adottare il principio di precauzione non autorizzando attività che possano ledere diritti fondamentali dei cittadini come la salute, l’incolumità personale e la salvaguardia delle proprietà minacciate da attività che fanno solo gli interessi di grosse lobbies petrolifere le quali devastano il territorio e una volta esaurita la loro attività lasciano tracce indelebili con cui i cittadini sono costretti a convivere per il resto della loro vita.
Gli interessi di pochi non possono continuare determinare le scelte di politica economica di questo paese e di questa regione. Pertanto, chiediamo alla Giunta Regionale di esprimersi in modo chiaro su quali siano le sue reali intenzioni sulle nuove e sulle vecchie autorizzazioni, senza troppi giri di parole. Non basta dire che sulle vecchie autorizzazioni la competenza è del ministero scaricando il barile a Roma. Cominci Errani a prendere una posizione netta.
Giuseppe Fornaro, candidato sindaco Valori di Sinistra
28 febbraio 2014
Freda - Fiorillo (IDV): "Piano rifiuti, la Regione continua a raccontare favole".
I nostri timori sono stati confermati: i Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti non sono più in vigore. Nel corso della Commissione Ambiente il sottosegretario Bertelli ha ammesso che i Piani Provinciali restano in vigore solo per le parti non in contrasto con il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Un modo velato per dire che il PRGR è legge a tutti gli effetti.
Tutto questo senza che l'Assemblea Legislativa abbia avuto preventivamente la possibilità di discuterlo e modificarlo. Un colpo di mano che avrà effetti devastanti per la nostra Regione: in base a quanto stabilisce il comma 3 dell'articolo 18 delle norme tecniche del PRGR, negli inceneritori dell'Emilia Romagna «è consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile». Per permettere agli impianti di continuare a funzionare a pieno regime fin da ora si potranno saturare gli inceneritori non solo con i rifiuti di altre province, ma anche con l'importazione di rifiuti speciali - che per legge sono a libero mercato - provenienti da ogni parte d'Italia. Già oggi, secondo quanto scrive il Report Rifiuti 2013 di Arpa Emilia Romagna, la nostra regione importa un milione di tonnellate di rifiuti speciali: come possono i vertici della Regione continuare a raccontarci la favola ben diversa dalla realtà - che in Emilia Romagna non verranno bruciati rifiuti provenienti da altre regioni?
Ci chiediamo a cosa servano gli sforzi dei cittadini nel mettere in atto buone pratiche come la raccolta differenziata - senza peraltro avere in cambio alcun beneficio in bolletta - se non a fare spazio negli inceneritori per i rifiuti che verranno da fuori provincia e da fuori regione. La Regione ha imposto il suo Piano Rifiuti: un Piano che ha a cuore non l'autosufficienza ma gli interessi dei gestori degli inceneritori, senza alcuna cura della salute e della qualità di vita delle persone.
Tutto questo senza che l'Assemblea Legislativa abbia avuto preventivamente la possibilità di discuterlo e modificarlo. Un colpo di mano che avrà effetti devastanti per la nostra Regione: in base a quanto stabilisce il comma 3 dell'articolo 18 delle norme tecniche del PRGR, negli inceneritori dell'Emilia Romagna «è consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile». Per permettere agli impianti di continuare a funzionare a pieno regime fin da ora si potranno saturare gli inceneritori non solo con i rifiuti di altre province, ma anche con l'importazione di rifiuti speciali - che per legge sono a libero mercato - provenienti da ogni parte d'Italia. Già oggi, secondo quanto scrive il Report Rifiuti 2013 di Arpa Emilia Romagna, la nostra regione importa un milione di tonnellate di rifiuti speciali: come possono i vertici della Regione continuare a raccontarci la favola ben diversa dalla realtà - che in Emilia Romagna non verranno bruciati rifiuti provenienti da altre regioni?
Ci chiediamo a cosa servano gli sforzi dei cittadini nel mettere in atto buone pratiche come la raccolta differenziata - senza peraltro avere in cambio alcun beneficio in bolletta - se non a fare spazio negli inceneritori per i rifiuti che verranno da fuori provincia e da fuori regione. La Regione ha imposto il suo Piano Rifiuti: un Piano che ha a cuore non l'autosufficienza ma gli interessi dei gestori degli inceneritori, senza alcuna cura della salute e della qualità di vita delle persone.
Sabrina Freda - segretario regionale Italia dei Valori Emilia Romagna
Massimiliano Fiorillo - Italia dei Valori Ferrara
15 febbraio 2014
Bonifiche “dimenticate” nel Piano Regionale Rifiuti. Fiorillo (Idv): "Grave omissione e violazione delle prescrizioni di legge. Non si tiene conto della salute delle persone"
Nel Piano Regionale dei Rifiuti non c’è traccia di una pianificazione degli interventi di bonifica delle aree contaminate, nonostante due decreti (il D.lgs 22/97, sia il il D.lgs 152/06) prescrivano che il Piano bonifiche debba essere parte integrante di ogni Piano Regionale dei Rifiuti. Una “dimenticanza” della quale si è accorto Massimiliano Fiorillo dell’Idv, che è stato in grado di analizzare il documento, approvato dalla Giunta regionale da due settimane “ma a tutt’oggi tenuto nascosto ai più”.
Una grave omissione, tenuto anche conto che lo stesso D.lgs 152/06 prescrive chiaramente che ogni Piano rifiuti contenga precise informazioni sui siti contaminati da bonificare, mentre in realtà non vi è nessuna menzione dei siti presenti in Emilia Romagna e delle caratteristiche degli inquinanti, né dell’ordine di priorità degli interventi in considerazione della popolazione esposta, delle modallità di risanamento ambientale, della stima degli oneri economico-finanziari etc.
“Si tratta – denuncia Fiorillo – di una “dimenticanza” non di poco conto. Oltre a essere una violazione delle prescrizioni di legge, l’assenza del Piano bonifiche all’interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si manifesta in realtà come un’omissione che impedisce nei fatti di intervenire sulle aree contaminate senza dover rincorrere le emergenze, o peggio, i decessi”.
Ma quale sarebbe il motivo di tale omissione? Verificato che nei Piani già approvati da altre Regioni come Lombardia, Veneto e Toscana, in nessuno manca la parte relativa alle aree da bonificare, Fiorillo avanza una sua ipotesi. “Ad oggi – dice – siamo a conoscenza di 523 interventi di bonifica in corso in Emilia Romagna, di cui 142 giudicati particolarmente critici, che rappresentano però solo un dato parziale di un quadro purtroppo molto più grave e di cui non si conosce lo stato di avanzamento dei lavori né l’esito. Ma la politica dello struzzo non paga: se non si provvede a pianificare e procedere con continuità a interventi di bonifica delle aree contaminate secondo chiari criteri di priorità, rischiamo di dover rivivere la tragedia delle morti da esposizione all’amianto, a causa questa volta di altri inquinanti”.
“Come riportato da alcuni quotidiani – conclude Fiorillo - nel 1996 in Emilia Romagna si registravano 73 casi di mesotelioma, mentre l’anno scorso ne sono stati censiti 2.334: bastano solo queste cifre per far riflettere sulla necessità di abbandonare ogni rinvio e temporeggiamento di comodo per adottare scelte finalmente chiare e tempestive, che tengano veramente conto della salute delle persone”.
“Si tratta – denuncia Fiorillo – di una “dimenticanza” non di poco conto. Oltre a essere una violazione delle prescrizioni di legge, l’assenza del Piano bonifiche all’interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si manifesta in realtà come un’omissione che impedisce nei fatti di intervenire sulle aree contaminate senza dover rincorrere le emergenze, o peggio, i decessi”.
Ma quale sarebbe il motivo di tale omissione? Verificato che nei Piani già approvati da altre Regioni come Lombardia, Veneto e Toscana, in nessuno manca la parte relativa alle aree da bonificare, Fiorillo avanza una sua ipotesi. “Ad oggi – dice – siamo a conoscenza di 523 interventi di bonifica in corso in Emilia Romagna, di cui 142 giudicati particolarmente critici, che rappresentano però solo un dato parziale di un quadro purtroppo molto più grave e di cui non si conosce lo stato di avanzamento dei lavori né l’esito. Ma la politica dello struzzo non paga: se non si provvede a pianificare e procedere con continuità a interventi di bonifica delle aree contaminate secondo chiari criteri di priorità, rischiamo di dover rivivere la tragedia delle morti da esposizione all’amianto, a causa questa volta di altri inquinanti”.
“Come riportato da alcuni quotidiani – conclude Fiorillo - nel 1996 in Emilia Romagna si registravano 73 casi di mesotelioma, mentre l’anno scorso ne sono stati censiti 2.334: bastano solo queste cifre per far riflettere sulla necessità di abbandonare ogni rinvio e temporeggiamento di comodo per adottare scelte finalmente chiare e tempestive, che tengano veramente conto della salute delle persone”.
da www.estense.com 14.02.14
09 febbraio 2014
Rifiuti, botta e risposta sulla ‘pattumiera d’Italia’
Antonio Di Pietro era tornato alla carica avvertendo i cittadini del rischio che l’Emilia diventi la pattumiera d’Italia. Il sottosegretario alla presidenza della Regione, Alfredo Bertelli risponde al fondatore dell’Idv e lui contro-replica Massimiliano Fiorillo, ex vicepresidente dalla Giunta provinciale.
Un botta e risposta tra chi vede il nuovo piano per lo smaltimento dei rifiuti in Regione con due visuali decisamente opposte. “Il piano dei rifiuti della Regione Emilia-Romagna è costruito sulla logica della autosufficienza regionale. È una strategia condivisa con i sindaci, e contrasta fortemente con l’idea che questa regione possa diventare luogo di smaltimento di rifiuti provenienti da altre parti del Paese – afferma Bertelli rispondendo a Di Pietro -. Come hanno già detto il presidente della Regione Vasco Errani e i sindaci emiliano romagnoli incontrando il ministro per l’Ambiente Andrea Orlando – prosegue Bertelli – il nostro Piano prevede una riduzione degli impianti per il trattamento dei rifiuti, sia per quanto riguarda le discariche, sia per quanto riguarda i termovalorizzatori. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la raccolta differenziata e diminuire la produzione complessiva dei rifiuti”. “Contrasteremo con forza l’idea che la nostra regione – conclude il sottosegretario in netta opposizione rispetto a quanto affermato dal presidente dell’Italia dei Valori – possa diventare luogo di conferimento di rifiuti provenienti da altre Regioni che non hanno realizzato gli impianti previsti dai loro piani di smaltimento”.
Affermazioni che però vedono l’istantanea contro-replica di Massimiliano Fiorillo, ex vicepresidente della Provincia di Ferrara in quota Idv. “Ancora una volta il sottosegretario Alfredo Bertelli cerca di correre ai ripari proclamando che il Piano regionale di gestione dei Rifiuti prevede la riduzione di discariche e inceneritori e che la nostra regione non diventerà il punto di riferimento per l’importazione di rifiuti provenienti da fuori – afferma Fiorillo che attacca -: Parole, quelle di Bertelli, totalmente prive di credibilità, e che sono smentite da quanto contenuto nello stesso Piano che, forse non a caso, continua a essere tenuto nascosto ai più. Ma l’articolo 18 delle norme tecniche – spiega l’esponente dell’Idv ferrarese -, al comma 3 riporta testualmente che negli inceneritori dell’Emilia Romagna «è consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile». In altri termini – avverte Fiorillo – gli inceneritori saranno riempiti con rifiuti provenienti da tutta Italia, in particolare con i rifiuti speciali che per legge sono a libero mercato e non sono soggetti ad alcun vincolo territoriale. Altro che dismissione graduale degli inceneritori grazie alla raccolta differenziata – incalza – : al contrario, continueranno a essere alimentati all’infinito, e l’impegno dei cittadini servirà solo a fare spazio ad altri rifiuti che verranno da fuori. Questi sono i fatti – conclude Fiorillo -: l’ambientalismo di maniera di Bertelli è solo un tentativo di confondere la realtà”.
Sulla questione interviene anche il deputato Pd Alessandro Bratti che difende a spada tratta il piano: “Anche all’interno delle politiche nazionali – assicura il responsabile Ambiente del PD Emilia-Romagna – mi impegnerò insieme agli altri colleghi deputati e senatori affinché ci siano tutte le rassicurazioni possibili sul fatto che la pianificazione regionale sia prioritaria rispetto a qualsiasi scelta fatta a livello nazionale”.
Da Estense.com del 06.02.14
27 novembre 2013
“Via i blocchi del traffico se inceneriamo nuovi rifiuti”
Richiesta di Fiorillo (Idv) al sindaco: "Non ha senso che i sacrifici per la qualità dell'aria gravino solo sui cittadini"
Cancellare il blocco del traffico del giovedì se a Ferrara verranno inceneriti rifiuti provenienti da altre regioni. Lo chiederà Massimiliano Fiorillo (Italia dei Valori) al sindaco Tagliani in “assenza di chiarimenti e rassicurazioni sulla possibilità che in Emilia Romagna e a Ferrara vengano bruciati rifiuti provenienti da tutte le altre regioni italiane”.
Per Fiorillo si tratta di una questione di principio e non solo, dato che, come sostiene, non è concepibile “che la delicata questione della qualità dell’aria gravi esclusivamente sulle spalle dei cittadini e dei commercianti, a cui si chiedono costanti sacrifici senza che però venga richiesto altrettanto impegno a chi guadagna sull’incenerimento dei rifiuti”. Le preoccupazioni dell’esponente ferrarese dell’Idv arrivano in seguito all’approdo in Commissione Ambiente del disegno di legge in cui si prevede anche la costituzione di una rete nazionale degli inceneritori, in base al quale sembra che “a causa del collegato ambiente l’Emilia Romagna sia destinata a importare rifiuti da tutta Italia”. “Nessuno – riferisce Fiorillo – ha dato risposta alle preoccupazioni espresse dal segretario regionale Idv Sabrina Freda, dal capogruppo Idv in Consiglio regionale Liana Barbati, dai tanti sindaci, amministratori, comitati e associazioni che hanno chiesto chiarimenti al Ministro dell’Ambiente Orlando, al Ministro per lo Sviluppo economico Zanonato, al presidente della Regione Errani, che è anche l’assessore regionale all’Ambiente. Nessuna risposta, solo un silenzio assordante che sembra confermare i nostri timori”.
Dunque, visto il “silenzio assordante”, a parlare ci ha pensato Fiorillo con la richiesta al sindaco di cancellazione dei cosiddetti “giovedì senz’auto”, che comportano sacrifici a cittadini e commercianti in nome della qualità dell’aria che rischiano di essere vanificati dall’incenerimento di nuovi rifiuti. “Quando infatti si tratta di alimentare l’inceneritore, importando rifiuti da tutta Italia – commenta Fiorillo – non c’è molta sensibilità sul tema della qualità dell’aria: sembra che sia meglio venire incontro agli interessi delle aziende, con buona pace degli sforzi fatti dalla gente comune in tutti questi anni grazie alla raccolta differenziata. Che i cittadini riprendano pure la macchina il giovedì: il sindaco cancelli il blocco fino a quando non potrà garantire che non importeremo rifiuti da tutta Italia. Fermare il traffico quando incombono sui ferraresi sempre più sostanze nocive provenienti dall’incenerimento di rifiuti non ha senso”.
Cancellare il blocco del traffico del giovedì se a Ferrara verranno inceneriti rifiuti provenienti da altre regioni. Lo chiederà Massimiliano Fiorillo (Italia dei Valori) al sindaco Tagliani in “assenza di chiarimenti e rassicurazioni sulla possibilità che in Emilia Romagna e a Ferrara vengano bruciati rifiuti provenienti da tutte le altre regioni italiane”.
Per Fiorillo si tratta di una questione di principio e non solo, dato che, come sostiene, non è concepibile “che la delicata questione della qualità dell’aria gravi esclusivamente sulle spalle dei cittadini e dei commercianti, a cui si chiedono costanti sacrifici senza che però venga richiesto altrettanto impegno a chi guadagna sull’incenerimento dei rifiuti”. Le preoccupazioni dell’esponente ferrarese dell’Idv arrivano in seguito all’approdo in Commissione Ambiente del disegno di legge in cui si prevede anche la costituzione di una rete nazionale degli inceneritori, in base al quale sembra che “a causa del collegato ambiente l’Emilia Romagna sia destinata a importare rifiuti da tutta Italia”. “Nessuno – riferisce Fiorillo – ha dato risposta alle preoccupazioni espresse dal segretario regionale Idv Sabrina Freda, dal capogruppo Idv in Consiglio regionale Liana Barbati, dai tanti sindaci, amministratori, comitati e associazioni che hanno chiesto chiarimenti al Ministro dell’Ambiente Orlando, al Ministro per lo Sviluppo economico Zanonato, al presidente della Regione Errani, che è anche l’assessore regionale all’Ambiente. Nessuna risposta, solo un silenzio assordante che sembra confermare i nostri timori”.
Dunque, visto il “silenzio assordante”, a parlare ci ha pensato Fiorillo con la richiesta al sindaco di cancellazione dei cosiddetti “giovedì senz’auto”, che comportano sacrifici a cittadini e commercianti in nome della qualità dell’aria che rischiano di essere vanificati dall’incenerimento di nuovi rifiuti. “Quando infatti si tratta di alimentare l’inceneritore, importando rifiuti da tutta Italia – commenta Fiorillo – non c’è molta sensibilità sul tema della qualità dell’aria: sembra che sia meglio venire incontro agli interessi delle aziende, con buona pace degli sforzi fatti dalla gente comune in tutti questi anni grazie alla raccolta differenziata. Che i cittadini riprendano pure la macchina il giovedì: il sindaco cancelli il blocco fino a quando non potrà garantire che non importeremo rifiuti da tutta Italia. Fermare il traffico quando incombono sui ferraresi sempre più sostanze nocive provenienti dall’incenerimento di rifiuti non ha senso”.
24 novembre 2013
Idv: “La Regione prenda posizione sugli inceneritori”. Fiorillo: "Pronte mozioni e odg contro il piano nazionale inceneritori"
“Sugli inceneritori la Regione deve far chiarezza, non si può giocare sulla salute dei cittadini”. È sul tema dei rifiuti che Ignazio Messina, segretario nazionale dell’Italia dei Valori, al suo primo incontro con Massimiliano Fiorillo della segreteria di Ferrara, ha puntato l’attenzione.
Il segretario nazionale Messina ha criticato il disegno di legge che prevede l’istituzione di una rete nazionale degli inceneritori. “Così si crea un sistema che costringe gli inceneritori dell’Emilia Romagna a smaltire i rifiuti di tutta Italia, senza tener conto del fatto che la regione è già in procedura d’infrazione per quanto riguarda la qualità dell’aria”.Sull’argomento sono già intervenuti la segretaria regionale IdV ed ex assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda e la capogruppo IdV in consiglio regionale Liana Barbati, che ha presentato una mozione alla giunta regionale.
Per Massimiliano Fiorillo (IdV Ferrara), la levata di scudi dei Comuni contro la rete nazionale degli inceneritori “è opportuna, ma tardiva e per molti aspetti contraddittoria. Infatti, fino ad oggi, nella nostra Regione la strategia adottata dagli enti locali nell’ambito delle politiche sulla gestione dei rifiuti è stata quella di alimentare sempre più gli inceneritori anziché puntare sulla loro progressiva dismissione. Nella nostra Provincia a segnare questa tendenza è stata la recente modifica dell’Autorizzazione integrata Ambientale per l’inceneritore di Ferrara, che ha aperto le porte ai rifiuti provenienti da fuori provincia. Quale sia il reale beneficio di questa scelta è fin troppo chiaro, e riguarda esclusivamente i bilanci di Hera. Occorre quindi che in tema di rifiuti si faccia un’operazione verità, e cioè che si dica ai cittadini come stanno realmente stanno le cose. Ma è certo che l’Italia dei Valori farà la sua parte: in ogni Consiglio comunale e in ogni Provincia, oltre che in Regione, presenteremo mozioni e odg che impegnino le amministrazioni locali ad opporsi a questo assurdo disegno di legge”.
da Estense.com
07 settembre 2013
Piena solidarietà a Sabrina Freda, estromessa dalla Giunta regionale perché ha fatto il suo dovere di Assessore all'Ambiente
Esprimo piena solidarietà a Sabrina Freda, un amministratore competente ed onesto che ha pagato per non essere stato il maggiordomo di Errani , di Hera e del PD. E' il solito film che si ripete. Quando un assessore ragiona con la propra testa e non accetta compromessi al ribasso, viene prima isolato, poi delegittimato ed infine allontanato. Sabrina Freda è stata per l'Italia dei Valori motivo di orgoglio perché si è battuta per la difesa dell'ambiente con determinazione ed impegno. Purtroppo ha trovato sulla sua strada un PD che di democratico ha solo il nome e che va a braccetto con lobbies e poteri forti.da
Massimiliano Fiorillo
Massimiliano Fiorillo
Errani silura l’assessore scomodo
Fiorillo (Idv): "Il Pd ancora una volta dimostra che di democratico ha ben poco"
Via il dente, via il dolore. Il presidente della Regione Vasco Errani, dopo le polemiche e i duri scontri in materia di gestione dei rifiuti, ha deciso di togliere la delega all’assessore all’ambiente Sabrina Freda (Idv).
“Questa mia decisione – ha spiegato il governatore- è maturata esclusivamente dalla constatazione che, di fatto, sono via via venuti meno quello spirito di collaborazione, di collegialità e quel metodo di confronto aperto e costruttivo con le altre istituzioni e l’intera società regionale che per me sono irrinunciabili e a fondamento del lavoro della Giunta. Di ciò non posso che prendere atto con rammarico, ringraziando l’assessore per l’impegno comunque profuso. Non c’è dunque un problema politico – conclude Errani -. Assumo le deleghe ad interim, confermando il programma e la linea politica della Giunta”.
L’ormai ex assessore, proprio sulla materia dei rifiuti, era entrata in polemica anche con l’amministrazione provinciale ferrarese criticando apertamente la nuova Aia per l’inceneritore, definendola una “scelta ingiustificabile” (leggi) e causando più di un malumore all’assessore provinciale all’ambiente Giorgio Bellini, alla presidente Marcella Zappaterra nonché al deputato Alessandro Bratti.
Dopo la rimozione della Freda dalla Giunta regionale da parte di Errani non tardano però ad arrivare i primi commenti, negativi, sulla vicenda. Massimiliano Fiorillo, ex segretario provinciale Idv ed ex vice presidente della Provincia che già aveva subito una situazione simile si dice “sorpreso ma non più di tanto” e accusa il Pd: “evidentemente questo è il loro metodo collaudato per far fuori gli amministratori scomodi. Il Partito democratico ancora una volta dimostra che di democratico ha ben poco”.
Dura anche la presa di posizione di Giovanni Favia, consigliere regionale indipendente che si scaglia anch’egli contro il Pd ed il centro-sinistra tutto, compreso l’Idv: ““le posizioni differenti sul tema rifiuti non erano un segreto, ma quello che più fa indignare è vedere una classe politica così cinica e spietata, dal presidente Errani al partito d’appartenenza dell’assessore. Freda -accusa Favia- non era disposta ad abbassare la testa davanti ai dictat delle multiutilities e dei relativi camerieri, ovvero le province ed in primis quella di Modena che nelle ultime settimane tanto ha fatto discutere per le sue facili autorizzazioni”. “L’ormai ex assessore ha pagato questa sua onestà, come spesso accade in Italia, a caro prezzo, con l’isolamento all’interno di Idv e la perdita dell’assessorato. Chi invece si appresta a bruciare rifiuti oltre i piani previsti e senza rispettare le normative vigenti, può dormire sonni tranquilli. Oggi -conclude il consigliere ex grillino- abbiamo assistito ad uno dei punti più bassi della legislatura. Massima solidarietà a Sabrina Freda”.
Non si espone invece Legambiente, che sottolinea però -seppure “con l’assessore sia sempre mancata qualsiasi possibilità di dialogo” – come sul tema del ridimensionamento del sistema di smaltimento fossero stati posti dalla Freda obiettivi ambiziosi “che è bene tenere al centro del futuro piano”. L’associazione auspica, infine, “che nel futuro diventi davvero possibile un reale confronto tra società civile e Regione, sui temi presidiati dell’assessorato all’ambiente”.http://www.estense.com/?p=326160
01 settembre 2013
Promemoria per l'On. Bratti (PD)

La Regione, e nello specifico l’assessorato competente, non si sta dunque limitando a “scrivere lettere” (atto peraltro doveroso per prevenire colpi di mano, come quello messo in atto dalla Provincia di Modena alla vigilia di Ferragosto sul cambiamento di destinazione d’uso dell’inceneritore del capoluogo, che potrebbe così accogliere rifiuti da tutta Italia, o quanto fatto dalla Provincia di Ferrara in merito alla nuova autorizzazione di impatto ambientale del termovalorizzatore di via Diana, alla richiesta di ampliamento della discarica Crispa e alla riapertura della discarica di Molino Boschetti per lo stoccaggio dei rifiuti-post terremoto ben oltre i limiti originali previsti dal decreto Napolitano), ma è da tempo attiva e puntuale nel tener fede agli impegni legati alla programmazione in materia di rifiuti.
Altro “post it” per Bratti è sulle previsioni di de-assimilazione di parte dei rifiuti speciali attualmente considerati come urbani, da lui ritenute il “cavallo sbagliato” su cui l’assessore Freda sta puntando: a causa dell’alta assimilazione l’Emilia-Romagna ha la produzione più alta di rifiuti di tutta l’Unione Europea “a quindici” (673 kg per abitante contro 542), e dei 3 milioni di tonnellate annue di rifiuti annoverati tra quelli urbani, circa la metà sono in realtà speciali. Proprio la stima al rialzo dei rifiuti urbani ha avuto come conseguenza il sovradimensionamento dell’impiantistica di smaltimento, impianti che nelle previsioni del Piano rifiuti sono destinati a essere progressivamente spenti e i cui costi oggi i cittadini si ritrovano puntualmente nelle bollette.
Ben vengano le critiche, allora, ma su questo fronte dall’on. Bratti più che parole ci aspetteremmo maggior concretezza, onestà intellettuale e chiarezza. Anche se, a dirla tutta, sul tema dei rifiuti non abbiamo ancora ben capito da che parte stia.
Segreteria Italia dei Valori di Ferrara
25 agosto 2013
Inceneritori, IDV Ferrara: «prima via Diana, ora Modena: una strategia dettata da Hera per fare più soldi»
Prima la modifica all'Aia dell'inceneritore di Ferrara, poi la stessa procedura per quello di Modena. Obiettivo: eliminare i vincoli attualmente in vigore, aumentare le capacità ricettive dei due impianti e far sì che entrambi possano accogliere rifiuti provenienti da tutta Italia.
Operazioni troppo simili nei modi per non far venire il sospetto che dietro ci siano forti interessi economici. Facile intravedere in questo caso la longa manus di Hera, abile nell'andare a braccetto con la politica grazie al solerte appoggio delle Province, che avallano decisioni estremamente delicate – oltreché discutibili - pur essendo enti destinati all'imminente abolizione. L'obiettivo della multiutility è forse quello di sostituirsi alla Regione, arrivando magari ad individuare anche i flussi dei rifiuti urbani all’interno del nuovo ambito territoriale che coincide con l’intero territorio regionale secondo quanto stabilito dalla legge regionale 23/2011.
Questo tipo di valutazioni, però, devono essere effettuate dal Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato, e non certo da Hera: ecco perché le Amministrazioni provinciali, in assenza di pianificazione regionale, non possono modificare le autorizzazioni relative all'aggiornamento degli impianti. Un concetto che l'assessore regionale all'Ambiente Sabrina Freda ha più volte espresso, provvedendo anche a sottolinearlo con una lettera inviata il 19 febbraio a tutti gli assessori provinciali all'Ambiente.
Quale sia il reale beneficio di questi reiterati colpi di mano è fin troppo chiaro, e riguarda esclusivamente i bilanci di Hera. La strategia è chiara: alimentare gli inceneritori, a cominciare da quello di Ferrara, invece che ridurne progressivamente l'impiego. Proprio il contrario di quello che prevede il Piano regionale di gestione dei rifiuti.
In tale scenario si inserisce inoltre il grave cortocircuito istituzionale tra ARPA e Provincia di Ferrara. A quanto pare, infatti, per l'Amministrazione di Castello Estense i pareri in materia di rifiuti dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale sono carta straccia e quindi da ignorare. Era successo alcuni mesi fa con il via libera della Provincia di Ferrara all'ampliamento della discarica Crispa di Jolanda di Savoia; oggi la storia si ripete con la discarica di Molino Boschetti. In entrambi i casi la Provincia non ha minimamente preso in considerazione i rischi ambientali evidenziati dai tecnici dell'ARPA derivanti dall'ampliamento delle due discariche.
E' evidente che ci troviamo di fronte ad Amministrazioni locali che fanno continuamente l'occhiolino alle aziende partecipate, Hera in primis, dimenticandosi degli interessi dei cittadini, e men che meno, della loro salute che rischia di essere sacrificata per l'ennesima volta in nome del profitto.
Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara
Operazioni troppo simili nei modi per non far venire il sospetto che dietro ci siano forti interessi economici. Facile intravedere in questo caso la longa manus di Hera, abile nell'andare a braccetto con la politica grazie al solerte appoggio delle Province, che avallano decisioni estremamente delicate – oltreché discutibili - pur essendo enti destinati all'imminente abolizione. L'obiettivo della multiutility è forse quello di sostituirsi alla Regione, arrivando magari ad individuare anche i flussi dei rifiuti urbani all’interno del nuovo ambito territoriale che coincide con l’intero territorio regionale secondo quanto stabilito dalla legge regionale 23/2011.
Questo tipo di valutazioni, però, devono essere effettuate dal Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato, e non certo da Hera: ecco perché le Amministrazioni provinciali, in assenza di pianificazione regionale, non possono modificare le autorizzazioni relative all'aggiornamento degli impianti. Un concetto che l'assessore regionale all'Ambiente Sabrina Freda ha più volte espresso, provvedendo anche a sottolinearlo con una lettera inviata il 19 febbraio a tutti gli assessori provinciali all'Ambiente.
Quale sia il reale beneficio di questi reiterati colpi di mano è fin troppo chiaro, e riguarda esclusivamente i bilanci di Hera. La strategia è chiara: alimentare gli inceneritori, a cominciare da quello di Ferrara, invece che ridurne progressivamente l'impiego. Proprio il contrario di quello che prevede il Piano regionale di gestione dei rifiuti.
In tale scenario si inserisce inoltre il grave cortocircuito istituzionale tra ARPA e Provincia di Ferrara. A quanto pare, infatti, per l'Amministrazione di Castello Estense i pareri in materia di rifiuti dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale sono carta straccia e quindi da ignorare. Era successo alcuni mesi fa con il via libera della Provincia di Ferrara all'ampliamento della discarica Crispa di Jolanda di Savoia; oggi la storia si ripete con la discarica di Molino Boschetti. In entrambi i casi la Provincia non ha minimamente preso in considerazione i rischi ambientali evidenziati dai tecnici dell'ARPA derivanti dall'ampliamento delle due discariche.
E' evidente che ci troviamo di fronte ad Amministrazioni locali che fanno continuamente l'occhiolino alle aziende partecipate, Hera in primis, dimenticandosi degli interessi dei cittadini, e men che meno, della loro salute che rischia di essere sacrificata per l'ennesima volta in nome del profitto.
Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara
11 agosto 2013
Ferrara capitale d'Italia dello smaltimento dei rifiuti speciali?
Con la rimozione del vincolo di 30 mila tonnellate annue, sembra proprio che la Provincia voglia candidare l'inceneritore di Ferrara ad accogliere e smaltire i rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. Una linea completamente priva di buon senso e che va contro le indicazioni contenute nel Documento preliminare del Piano regionale di gestione dei rifiuti: non è infatti ipotizzabile un'eliminazione discrezionale dei limiti agli speciali per aumentare la capacità di smaltimento degli impianti. Tutto questo indipendentemente dalla produzione regionale e con l'unico scopo di perseguire la logica del profitto.
È bene ricordare che è la capacità degli impianti a dover regolare i flussi dei rifiuti, e non viceversa, e che in merito al loro smaltimento il Piano regionale sostiene il principio dell'autosufficienza e della prossimità. Criteri che né la Provincia né l'onorevole Bratti, molto più allettati dalla possibilità di alimentare l'inceneritore di Ferrara che di ridurne progressivamente l'impiego, sembrano voler tenere in considerazione. È anche così che si spiega la contrarietà della Provincia alle politiche sulla de-assimilazione dei rifiuti urbani di provenienza industriale che la Regione vuole portare avanti; divenendo questi ultimi rifiuti speciali, l'unico modo per continuare a smaltire sul territorio anche la quantità attualmente inviata nell'impianto è proprio quello di rimuovere i vincoli al tetto.
Si tratta di orientamenti che ricordano molto quello già seguito per la richiesta di ampliamento a 250.000 tonnellate della capacità della discarica Crispa, da riservare proprio ai rifiuti speciali, nonostante Arpa abbia espresso e confermato il parere negativo sull'intervento, visti i rischi di inquinamento della falda acquifera sottostante e delle potenziali ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ma evidentemente a certe Amministrazioni locali stanno più a cuore i bilanci delle multiutility e tutto il resto può anche passare in secondo piano.
Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara
È bene ricordare che è la capacità degli impianti a dover regolare i flussi dei rifiuti, e non viceversa, e che in merito al loro smaltimento il Piano regionale sostiene il principio dell'autosufficienza e della prossimità. Criteri che né la Provincia né l'onorevole Bratti, molto più allettati dalla possibilità di alimentare l'inceneritore di Ferrara che di ridurne progressivamente l'impiego, sembrano voler tenere in considerazione. È anche così che si spiega la contrarietà della Provincia alle politiche sulla de-assimilazione dei rifiuti urbani di provenienza industriale che la Regione vuole portare avanti; divenendo questi ultimi rifiuti speciali, l'unico modo per continuare a smaltire sul territorio anche la quantità attualmente inviata nell'impianto è proprio quello di rimuovere i vincoli al tetto.
Si tratta di orientamenti che ricordano molto quello già seguito per la richiesta di ampliamento a 250.000 tonnellate della capacità della discarica Crispa, da riservare proprio ai rifiuti speciali, nonostante Arpa abbia espresso e confermato il parere negativo sull'intervento, visti i rischi di inquinamento della falda acquifera sottostante e delle potenziali ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ma evidentemente a certe Amministrazioni locali stanno più a cuore i bilanci delle multiutility e tutto il resto può anche passare in secondo piano.
Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara
09 agosto 2013
L'Assessore regionale Freda scrisse alla Provincia di Ferrara che quella modifica all'AIA per l'inceneritore di Ferrara non si doveva fare. Inascoltata!
L'Assessore regionale all'ambiente, Sabrina Freda, già nel febbraio di quest'anno esprimeva contrarietà alla modifica dell'Autorizzazione Integrata Ambientale dell'inceneritore Hera di Ferrara.
Questa è la lettera che l'Assessore Freda inviò alla Provincia di Ferrara il 19 febbraio 2013.
Ma rimase inascoltata!
Questa è la lettera che l'Assessore Freda inviò alla Provincia di Ferrara il 19 febbraio 2013.
Ma rimase inascoltata!
L’assessore regionale Freda contraria alla modifica dell'AIA per l'inceneritore Hera di Ferrara.
Nuova Aia per inceneritore, “scelta ingiustificabile”
L’assessore regionale Freda critica la nuova autorizzazione della Provincia
Una scelta sbagliata nel merito e nella sostanza. A partire dal disposto legislativo europeo per quanto riguarda i rifiuti speciali fino al significato ‘politico’ di vanificare gli sforzi dei cittadini di incrementare la raccolta differenziata.
È una bocciatura su tutti i fronti quella che arriva dall’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda, che si interroga sul rispetto del principio di non peggioramento della qualità dell’aria da parte dell’ente del Castello estense.
Nel dispositivo della modifica dell’Aia (vai all’articolo) si legge, tra l’altro, che si è proceduto ad eliminare i limiti sul quantitativo di rifiuti speciali in ingresso nell’inceneritore di Hera e sulla loro provenienza lasciando invariato il limite massimo di 130mila tonnellate l’anno e che dovrà essere assicurata la priorità di accesso all’impianto ai rifiuti urbani prodotti nell’ambito provinciale ferrarese e, a seguito di quanto disposto dalla legge regionale 23 del 2011, ai rifiuti urbani prodotti nel restante bacino unico regionale.
“Secondo la Provincia – fa notare Freda – la modifica non produrrebbe una ricaduta immissiva sul territorio differente rispetto a quella registrata nel 2011 e l’analisi dei dati circa lo sviluppo della raccolta differenziata e la stabilizzazione della produzione dei rifiuti (urbani) consentirebbe di aumentare la quantità di rifiuti speciali da smaltire nell’inceneritore senza con ciò intaccare l’autosufficienza del sistema integrato provinciale di gestione dei rifiuti”. Sul punto l’assessore osserva che “una lettura non formalistica del principio di non peggioramento della qualità dell’aria non può che condurre a conclusioni diverse. Ed infatti la riduzione del quantitativo di rifiuti urbani da avviare a smaltimento anche tramite le attività di raccolta differenziata non può secondo la logica del legislatore in primo luogo comunitario, giustificare la scelta dell’amministrazione di aumentare la quantità di rifiuti speciali da bruciare nell’impianto”.
È evidente per l’assessore IdV che “compensare la diminuzione del carico dei rifiuti urbani con un corrispondente aumento della possibilità di smaltimento dei rifiuti speciali ha l’effetto di vanificare gli sforzi compiuti dalle amministrazioni e dai cittadini, anche tramite le attività di raccolta differenziata, per ridurre la quantità di rifiuti da avviare a smaltimento con una conseguente vanificazione dei miglioramenti ambientali anche di carattere emissivo cui tali azioni sono finalizzate”.
Per quanto riguarda invece la rimozione del limite provinciale di provenienza dei rifiuti, “l’ampliamento dell’ambito territoriale ottimale introdotto in via legislativa necessita, per avere effetti concreti sulle autorizzazioni, che risultino individuati altresì i flussi dei rifiuti urbani all’interno di tale nuovo ambito territoriale”. Flussi la cui valutazione “è effettuata in via generale dal pertinente strumento di pianificazione che è il Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato”.
02 luglio 2013
La bufala della raccolta differenziata a Ferrara
(clicca sull'immagine per ingrandire)
Pubblichiamo la lettera pervenutaci da un autotrasportatore di rifiuti che ci svela la farsa della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica svolta da Hera a Ferrara.
Chissà al riguardo cosa avrà da dirci l'assessore comunale all'ambiente di Ferrara.
Italia dei Valori Ferrara
09 febbraio 2013
Il NO di IDV alla centrale geotermica di Pontegradella. Il Sindaco non dia un colpo al cerchio ed un colpo alla botte ma stia dalla parte dei cittadini.

Non si comprende l’equilibrismo del Sindaco Tagliani, troppo attento a dare un colpo al cerchio, il comitato no centrale, ed un colpo alla botte, Hera.
Un Sindaco, quando si tratta di tutelare l’ambiente e la salute, dovrebbe avere una posizione chiara ed univoca: stare dalla parte dei suoi concittadini.
Invece tenta di aggirare il problema prendendo tempo o pensando di delocalizzare la centrale in un’altra area, ammettendo implicitamente che nel nostro Comune ci sono zone e cittadini di serie A e di serie B.
A solo un anno dalla fine delle legislatura, l’Italia dei Valori chiede che non vengano adottate scelte che ipotecano il futuro dei ferraresi. Ogni decisione venga presa dopo il 2014 con il nuovo Sindaco e la nuova giunta; si spera che chi si proporrà a Sindaco di Ferrara non dimostri sudditanza ad Hera e prenda fin da subito l’impegno con i cittadini di dire no alla centrale. La centrale geotermica, è inutile negarlo, non darà alcun vantaggio all’ambiente ed ai residenti, solo rischi e disagi. L’unica a guadagnarci è Hera. Questo è bene i ferraresi lo sappiano.
Segreteria provinciale I.D.V. Ferrara
03 febbraio 2013
Discarica Crispa, IDV Ferrara: "ampliamento incomprensibile, Bellini ci dia spiegazioni".
Il progetto della discarica Crispa non può essere emendato: sull’ampliamento di 110 mila tonnellate per il “landfill mining” del lotto 1 c’è un parere negativo di Arpa Ferrara, da ritenersi vincolante, e che non può essere compensato dalle prescrizioni imposte ad Area dall’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), dato che non riducono i rischi ambientali.
La valutazione dell’agenzia dovrebbe essere sufficiente per mettere in allarme qualsiasi amministratore locale sull’impatto ambientale per il territorio. Eppure c’è chi non sembra affatto preoccuparsene, come l’Assessore provinciale all’Ambiente Giorgio Bellini, che ha sposato con ostinazione il progetto, arrivando addirittura a liquidare il parere di Arpa come «non tecnico, con elementi probabilistici, ipotetici e di opportunità operativa». Ma l’analisi approfondita di Arpa èproprio di natura tecnica e rileva come in realtà con il “landfill mining” non si faccia altro che creare spazio per accogliere nuovi rifiuti provenienti da altre Regioni, trascurando il rischio che possano entrare in contatto con la falda acquifera.
Incurante delle critiche, Bellini non ha mai fornito spiegazioni su una scelta incomprensibile dimostrando di non avere alcun riguardo per la comunità e che può avere alle spalle solo una reale motivazione: la semplice logica del profitto.
Segreteria provinciale IDV Ferrara
La valutazione dell’agenzia dovrebbe essere sufficiente per mettere in allarme qualsiasi amministratore locale sull’impatto ambientale per il territorio. Eppure c’è chi non sembra affatto preoccuparsene, come l’Assessore provinciale all’Ambiente Giorgio Bellini, che ha sposato con ostinazione il progetto, arrivando addirittura a liquidare il parere di Arpa come «non tecnico, con elementi probabilistici, ipotetici e di opportunità operativa». Ma l’analisi approfondita di Arpa èproprio di natura tecnica e rileva come in realtà con il “landfill mining” non si faccia altro che creare spazio per accogliere nuovi rifiuti provenienti da altre Regioni, trascurando il rischio che possano entrare in contatto con la falda acquifera.
Incurante delle critiche, Bellini non ha mai fornito spiegazioni su una scelta incomprensibile dimostrando di non avere alcun riguardo per la comunità e che può avere alle spalle solo una reale motivazione: la semplice logica del profitto.
Segreteria provinciale IDV Ferrara
07 gennaio 2013
Freda (IDV): da Bratti solo un comodo scarica barile
L'Assessore regionale Sabrina Freda risponde all'On. Bratti.
Trovo sorprendenti le riflessioni fatte dall'on. Bratti a proposito della discarica Crispa, dell'inceneritore di Parma e del Piano regionale di gestione dei rifiuti, tanto più perché espresse da un esponente politico di vecchio corso, già onorevole e in procinto di tornare in Parlamento. In primo luogo, mi sembra azzardata da parte dell'on. Bratti la tesi secondo la quale le scelte fatte dalle amministrazioni provinciali di Ferrara e di Parma in merito all'ampliamento della discarica Crispa (nonostante il parere negativo di Arpa) e al nuovo inceneritore, nulla avrebbero a che vedere con il Pd, che pure è il partito che le esprime. Un comodo scarica barile. Per quanto riguarda il nuovo piano regionale dei rifiuti, confermo all'on. Bratti che è in fase di elaborazione secondo l'iter previsto dalla legge regionale 20/2000, né potrebbe essere altrimenti. Questo iter è lungo e complesso perchè prevede l'ampio coinvolgimento di tutti gli interlocutori, ma la Regione sta rispettando pienamente i tempi previsti dalla normativa nazionale e ha già fatto passi importanti: non solo il programma di mandato approvato dal 2010 prevede lo stop ad ogni nuovo inceneritore, ma la Giunta Regionale ha già approvato con delibera dello scorso 30 luglio l'atto di indirizzi del nuovo piano e sono già stati svolti numerosi incontri, partecipati da amministratori, aziende, gestori, associazioni etc, che hanno portato all'elaborazione del documento preliminare, attualmente all'attenzione della presidenza della Giunta. L'on. Bratti sbaglia quindi a dire che le mie sono solo "dichiarazioni politiche". Al contrario, le mie dichiarazioni sul fatto che non si realizzeranno nuovi inceneritori e che lo smaltimento in discarica e per incenerimento dovrà divenire una pratica residuale, puntando invece su recupero e prevenzione in ottemperanza alla 98/2008, rispecchiano precisi atti amministrativi approvati dalla Giunta Regionale. Infine, per quanto riguarda la previsione di de-assimilare parte dei rifiuti speciali attualmente considerati come urbani, voglio ricordare che la Regione, proprio per effetto di un'altissima assimilazione, risulta avere la produzione più alta di rifiuti non solo d'Italia, ma di tutta l'Unione Europea "a quindici" (673 kg per abitante contro 542). Ricordo che sui 3 milioni di tonnellate annue di rifiuti annoverati tra quelli urbani, circa la metà sono in realtà speciali. Ricordo che proprio questa sovrastima dei rifiuti urbani ha portato al sovradimensionamento dell'impiantistica di smaltimento, impianti pagati dalle bollette dei cittadini, di cui Bratti sembra in teoria rammaricarsi, senza tuttavia muovere un dito per porvi rimedio. Considerando che sul territorio regionale vengono gestiti 15 milioni di tonnellate annue di rifiuti speciali a libero mercato, il ridotto quantitativo che deriverebbe dalla de-assimilazione (circa 600 mila tonnellate) non sembra particolarmente appetibile per la malavita organizzata, ma piuttosto uno spauracchio per lasciare tutto così com'è: se l'on. Bratti intende concentrarsi sulla piccola quantità di de-assimilato rischia di non dormire la notte pensando agli oltre 15 milioni di rifiuti speciali gestiti annualmente in Regione, che non può considerare meno insidiati dalla malavita. Per concludere, l'on. Bratti potrebbe senz'altro incidere di più a livello nazionale conducendo una battaglia seria, al di fuori di ogni partigianeria (come mai parla solo del sindaco di Napoli e non della sindachessa Iervolino che ha governato la città per un decennio?) e cercando di evitare che, anche grazie a comodi "scarica barile" l'Emilia diventi punto di riferimento per lo smaltimento di tutta l'Italia.
Sabrina Freda - Assessore regionale ambiente e riqualificazione urbana
Trovo sorprendenti le riflessioni fatte dall'on. Bratti a proposito della discarica Crispa, dell'inceneritore di Parma e del Piano regionale di gestione dei rifiuti, tanto più perché espresse da un esponente politico di vecchio corso, già onorevole e in procinto di tornare in Parlamento. In primo luogo, mi sembra azzardata da parte dell'on. Bratti la tesi secondo la quale le scelte fatte dalle amministrazioni provinciali di Ferrara e di Parma in merito all'ampliamento della discarica Crispa (nonostante il parere negativo di Arpa) e al nuovo inceneritore, nulla avrebbero a che vedere con il Pd, che pure è il partito che le esprime. Un comodo scarica barile. Per quanto riguarda il nuovo piano regionale dei rifiuti, confermo all'on. Bratti che è in fase di elaborazione secondo l'iter previsto dalla legge regionale 20/2000, né potrebbe essere altrimenti. Questo iter è lungo e complesso perchè prevede l'ampio coinvolgimento di tutti gli interlocutori, ma la Regione sta rispettando pienamente i tempi previsti dalla normativa nazionale e ha già fatto passi importanti: non solo il programma di mandato approvato dal 2010 prevede lo stop ad ogni nuovo inceneritore, ma la Giunta Regionale ha già approvato con delibera dello scorso 30 luglio l'atto di indirizzi del nuovo piano e sono già stati svolti numerosi incontri, partecipati da amministratori, aziende, gestori, associazioni etc, che hanno portato all'elaborazione del documento preliminare, attualmente all'attenzione della presidenza della Giunta. L'on. Bratti sbaglia quindi a dire che le mie sono solo "dichiarazioni politiche". Al contrario, le mie dichiarazioni sul fatto che non si realizzeranno nuovi inceneritori e che lo smaltimento in discarica e per incenerimento dovrà divenire una pratica residuale, puntando invece su recupero e prevenzione in ottemperanza alla 98/2008, rispecchiano precisi atti amministrativi approvati dalla Giunta Regionale. Infine, per quanto riguarda la previsione di de-assimilare parte dei rifiuti speciali attualmente considerati come urbani, voglio ricordare che la Regione, proprio per effetto di un'altissima assimilazione, risulta avere la produzione più alta di rifiuti non solo d'Italia, ma di tutta l'Unione Europea "a quindici" (673 kg per abitante contro 542). Ricordo che sui 3 milioni di tonnellate annue di rifiuti annoverati tra quelli urbani, circa la metà sono in realtà speciali. Ricordo che proprio questa sovrastima dei rifiuti urbani ha portato al sovradimensionamento dell'impiantistica di smaltimento, impianti pagati dalle bollette dei cittadini, di cui Bratti sembra in teoria rammaricarsi, senza tuttavia muovere un dito per porvi rimedio. Considerando che sul territorio regionale vengono gestiti 15 milioni di tonnellate annue di rifiuti speciali a libero mercato, il ridotto quantitativo che deriverebbe dalla de-assimilazione (circa 600 mila tonnellate) non sembra particolarmente appetibile per la malavita organizzata, ma piuttosto uno spauracchio per lasciare tutto così com'è: se l'on. Bratti intende concentrarsi sulla piccola quantità di de-assimilato rischia di non dormire la notte pensando agli oltre 15 milioni di rifiuti speciali gestiti annualmente in Regione, che non può considerare meno insidiati dalla malavita. Per concludere, l'on. Bratti potrebbe senz'altro incidere di più a livello nazionale conducendo una battaglia seria, al di fuori di ogni partigianeria (come mai parla solo del sindaco di Napoli e non della sindachessa Iervolino che ha governato la città per un decennio?) e cercando di evitare che, anche grazie a comodi "scarica barile" l'Emilia diventi punto di riferimento per lo smaltimento di tutta l'Italia.
Sabrina Freda - Assessore regionale ambiente e riqualificazione urbana
31 dicembre 2012
Replica dell'Italia dei Valori di Ferrara alle dichiarazioni dell'On. Bratti, in materia di rifiuti, apparse sulla Nuova Ferrara di domenica 30 dicembre

L'On. Bratti, fresco di primarie, sulla Nuova Ferrara di domenica 30 dicembre accusa l'Assessore regionale all'ambiente Sabrina Freda di aver fatto solo dichiarazioni e non il Piano dei rifiuti.
Peccato per lui che, probabilmente a sua insaputa, quel Piano invece è in corso di elaborazione (secondo il percorso fissato dalla legge regionale 20/2000), che è già stato approvato l'atto di indirizzo, che il documento preliminare è stato presentato in oltre 10 incontri pubblici alla presenza di molti assessori e sindaci del suo partito e che, proprio in questi giorni, è all'attenzione del presidente della Regione Errani.
Sull'inceneritore di Parma ….
A sua insaputa, l'inceneritore di Parma è stato pianificato dal PD, partito che amministra la Provincia. Perché Bratti non ha detto ai suoi colleghi di partito che l'inceneritore di Parma (guarda caso di proprietà di Iren invece che di Hera ) era inutile?
Sulla discarica Crispa …..
A sua insaputa, la Provincia di Ferrara è amministrata dal PD. Perché non chiede alla peresidente Zappaterra di tenere nella massima considerazione il parere negativo di ARPA e quindi di non autorizzare l'ampliamento della discarica Crispa?
Ci auguriamo che l'Onorevole Bratti, se rimarrà in Parlamento (e membro della commissione Ambiente) per altri cinque anni, possa impiegare il suo tempo meglio di quanto abbia fatto fino ad ora per risolvere il problema dei rifuiti urbani che, oggetto di un semplice trattamento meccanico, diventano - secondo l'attuale normativa - rifuti speciali liberi di circolare su tutto il territorio nazionale e quindi di invadere anche la nostra provincia, come già accaduto con i rifiuti campani accolti alcuni mesi fa dalla discarica Crispa di Jolanda di Savoia.
Italia dei Valori Ferrara
29 dicembre 2012
Sulla vicenda della discarica Crispa di Jolanda di Savoia interviene l'Assessore regionale Sabrina Freda: "il mio compito è contrastare gli interessi che minacciano la tutela dell'ambiente".
"Le affermazioni dell'assessore Bellini non solo sono offensive, ma dimostrano di scarso interesse per l'ambiente. A questo proposito, mi corre l'obbligo di continuare a porre una domanda alla quale non ho ancora ottenuto risposta: perché si vuole a tutti i costi ampliare la capacità della Crispa per rifiuti che verranno da altre province e da altre regioni? Sostenere che l'ampliamento di 250.000 ton. della Crispa serva a rendere "più ecologica la discarica" è un insulto all'intelligenza dei cittadini, così come il tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità definendo "strumentalizzazione politica" domande a cui non si vuole rispondere. Arpa ha espresso e confermato il parere negativo su questo intervento, qualsiasi versione diversa è una mistificazione che poco si addice a chi riveste ruoli di governo, si tratti dell'assessore Bellini o della Presidente Zappaterra. Per concludere, il piano regionale di gestione dei rifiuti ha fissato nei suoi indirizzi fondamentali il superamento delle discariche e degli inceneritori per puntare su prevenzione e recupero, costruendo una filiera produttiva sostenibile e realmente "più ecologica". Certamente, questo non vieta a norma di legge di autorizzare nuove discariche o ampliamenti di quelle esistenti, ma procedere ignorando o riformulando il parere di Arpa, rischiando di inquinare la falda acquifera per seguire un'evidente logica di profitto, resta nei fatti una scelta insostenibile".
Ampliamento della discarica Crispa. Dalla Provincia un regalo milionario ad Area s.p.a. che ipoteca pesantemente l'ambiente e la salute dei cittadini.
Arriverà infatti nei prossimi giorni l'autorizzazione della Provincia che prevede l'aumento di 250 mila tonnellate di rifiuti speciali che verranno stoccati nella discarica di Jolanda di Savoia. Una decisione, quella della Provincia di Ferrara, a dir poco irresponsabile e che rischia di compromettere definitivamente la situazione ambientale nelle aree limitrofe alla discarica.
A nulla sono serviti i richiami alla cautela di Arpa e Regione rispetto ai rischi di inquinamento della falda derivanti dal “landfill mining”, così come non sono stati ascoltati i residenti che opponendosi all'ampliamento della discarica rivendicano con forza il loro sacrosanto diritto alla salute ed a un ambiente più pulito.
La determinazione della Provincia di Ferrara a voler chiudere la partita nel giro di pochi giorni, evidenzia la volontà di fare un regalo milionario ad Area s.p.a. che grazie al business dei rifiuti potrà chiudere i buchi di bilancio al prezzo, tuttavia, di una pesante ipoteca sull'ambiente e sulla salute dei cittadini.
Ci auguriamo che il clima festivo non contribuisca a far passare inosservata agli occhi degli abitanti di Jolanda di Savoia e dei Comuni limitrofi la scelta della Provincia di autorizzare l'ampliamento della discarica Crispa, ma che al contrario ci sia una forte mobilitazione popolare in difesa dell'ambiente e della salute.
Italia dei Valori - Lista Di Pietro - Ferrara
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