Con la rimozione del vincolo di 30 mila tonnellate annue, sembra proprio che la Provincia voglia candidare l'inceneritore di Ferrara ad accogliere e smaltire i rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. Una linea completamente priva di buon senso e che va contro le indicazioni contenute nel Documento preliminare del Piano regionale di gestione dei rifiuti: non è infatti ipotizzabile un'eliminazione discrezionale dei limiti agli speciali per aumentare la capacità di smaltimento degli impianti. Tutto questo indipendentemente dalla produzione regionale e con l'unico scopo di perseguire la logica del profitto.
È bene ricordare che è la capacità degli impianti a dover regolare i flussi dei rifiuti, e non viceversa, e che in merito al loro smaltimento il Piano regionale sostiene il principio dell'autosufficienza e della prossimità. Criteri che né la Provincia né l'onorevole Bratti, molto più allettati dalla possibilità di alimentare l'inceneritore di Ferrara che di ridurne progressivamente l'impiego, sembrano voler tenere in considerazione. È anche così che si spiega la contrarietà della Provincia alle politiche sulla de-assimilazione dei rifiuti urbani di provenienza industriale che la Regione vuole portare avanti; divenendo questi ultimi rifiuti speciali, l'unico modo per continuare a smaltire sul territorio anche la quantità attualmente inviata nell'impianto è proprio quello di rimuovere i vincoli al tetto.
Si tratta di orientamenti che ricordano molto quello già seguito per la richiesta di ampliamento a 250.000 tonnellate della capacità della discarica Crispa, da riservare proprio ai rifiuti speciali, nonostante Arpa abbia espresso e confermato il parere negativo sull'intervento, visti i rischi di inquinamento della falda acquifera sottostante e delle potenziali ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ma evidentemente a certe Amministrazioni locali stanno più a cuore i bilanci delle multiutility e tutto il resto può anche passare in secondo piano.
Segreteria Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara
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