L'Assessore regionale Sabrina Freda risponde all'On. Bratti.
Trovo sorprendenti le riflessioni fatte dall'on. Bratti a proposito della discarica Crispa, dell'inceneritore di Parma e del Piano regionale di gestione dei rifiuti, tanto più perché espresse da un esponente politico di vecchio corso, già onorevole e in procinto di tornare in Parlamento. In primo luogo, mi sembra azzardata da parte dell'on. Bratti la tesi secondo la quale le scelte fatte dalle amministrazioni provinciali di Ferrara e di Parma in merito all'ampliamento della discarica Crispa (nonostante il parere negativo di Arpa) e al nuovo inceneritore, nulla avrebbero a che vedere con il Pd, che pure è il partito che le esprime. Un comodo scarica barile. Per quanto riguarda il nuovo piano regionale dei rifiuti, confermo all'on. Bratti che è in fase di elaborazione secondo l'iter previsto dalla legge regionale 20/2000, né potrebbe essere altrimenti. Questo iter è lungo e complesso perchè prevede l'ampio coinvolgimento di tutti gli interlocutori, ma la Regione sta rispettando pienamente i tempi previsti dalla normativa nazionale e ha già fatto passi importanti: non solo il programma di mandato approvato dal 2010 prevede lo stop ad ogni nuovo inceneritore, ma la Giunta Regionale ha già approvato con delibera dello scorso 30 luglio l'atto di indirizzi del nuovo piano e sono già stati svolti numerosi incontri, partecipati da amministratori, aziende, gestori, associazioni etc, che hanno portato all'elaborazione del documento preliminare, attualmente all'attenzione della presidenza della Giunta. L'on. Bratti sbaglia quindi a dire che le mie sono solo "dichiarazioni politiche". Al contrario, le mie dichiarazioni sul fatto che non si realizzeranno nuovi inceneritori e che lo smaltimento in discarica e per incenerimento dovrà divenire una pratica residuale, puntando invece su recupero e prevenzione in ottemperanza alla 98/2008, rispecchiano precisi atti amministrativi approvati dalla Giunta Regionale. Infine, per quanto riguarda la previsione di de-assimilare parte dei rifiuti speciali attualmente considerati come urbani, voglio ricordare che la Regione, proprio per effetto di un'altissima assimilazione, risulta avere la produzione più alta di rifiuti non solo d'Italia, ma di tutta l'Unione Europea "a quindici" (673 kg per abitante contro 542). Ricordo che sui 3 milioni di tonnellate annue di rifiuti annoverati tra quelli urbani, circa la metà sono in realtà speciali. Ricordo che proprio questa sovrastima dei rifiuti urbani ha portato al sovradimensionamento dell'impiantistica di smaltimento, impianti pagati dalle bollette dei cittadini, di cui Bratti sembra in teoria rammaricarsi, senza tuttavia muovere un dito per porvi rimedio. Considerando che sul territorio regionale vengono gestiti 15 milioni di tonnellate annue di rifiuti speciali a libero mercato, il ridotto quantitativo che deriverebbe dalla de-assimilazione (circa 600 mila tonnellate) non sembra particolarmente appetibile per la malavita organizzata, ma piuttosto uno spauracchio per lasciare tutto così com'è: se l'on. Bratti intende concentrarsi sulla piccola quantità di de-assimilato rischia di non dormire la notte pensando agli oltre 15 milioni di rifiuti speciali gestiti annualmente in Regione, che non può considerare meno insidiati dalla malavita. Per concludere, l'on. Bratti potrebbe senz'altro incidere di più a livello nazionale conducendo una battaglia seria, al di fuori di ogni partigianeria (come mai parla solo del sindaco di Napoli e non della sindachessa Iervolino che ha governato la città per un decennio?) e cercando di evitare che, anche grazie a comodi "scarica barile" l'Emilia diventi punto di riferimento per lo smaltimento di tutta l'Italia.
Sabrina Freda - Assessore regionale ambiente e riqualificazione urbana
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