Sulla questione della discarica Crispa evidentemente c'è chi la vuole buttare in “caciara”, anzichè affrontare seriamente il problema e nell'interesse dei cittadini.
La presidente della Provincia Zappaterra prima e il consigliere provinciale del PDL, Di Martino ora, liquidano la posizione di contrarietà all'ampliamento della discarica gestita da AREA s.p.a. come una ripicca dell'Assessore regionale all'ambiente ed una scaramuccia dovuta ai difficili rapporti tra IDV e PD in provincia di Ferrara.
Colpisce la pochezza delle argomentazioni addotte dalla Zappaterra e da Di Martino che denotano da un lato la volontà di derubricare la preoccupazione e l'attenzione ai problemi dell'ambiente a semplice scontro partitico, dall'altro di non riconoscere all'Italia dei Valori il diritto di esprimere la propria posizione su un tema, quello della discarica della Crispa, estremamente serio e fortemente sentito dalla popolazione.
L'Italia dei Valori non si farà condizionare da “sparate” giornalistiche che tendono unicamente a delegittimare la sua azione politica e terrà sotto pressione gli amministratori locali competenti affinché le loro scelte avvengano unicamente nell'interesse della collettività e dell'ambiente.
La Segreteria provinciale Italia dei Valori Ferrara
24 novembre 2012
23 novembre 2012
L'IDV aderisce allo sciopero del 24 novembre per la difesa della scuola pubblica.
“Allo Sciopero della Scuola, previsto per il prossimo sabato 24 novembre, aderirà anche l’IDV Emilia Romagna.” Ad affermarlo in una nota è la responsabile del dipartimento scuola e istruzione, Susanna Tasso. “Saremo anche noi a fianco degli studenti – prosegue la Tasso – per difendere il diritto all’istruzione per tutti e non solo per chi se lo può economicamente permettere e ci saremo anche per tutelare le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori. Bisogna reagire al “regime montiano” che sta massacrando le nuove generazioni culturalmente ed economicamente allargando ancora di più la forbice della disuguaglianza sociale.”
Ufficio Stampa IDV Emilia Romagna
Ufficio Stampa IDV Emilia Romagna
Discarica Crispa, scontro in Regione.
L’Idv contro la Zappaterra: “Gli unici ad avere il diritto di chiedere chiarimenti sono i cittadini”
“Sull’ampliamento della discarica di Crispa gli unici ad avere il diritto di chiedere chiarimenti sono i cittadini di Jolanda di Savoia e di tutto il ferrarese, altro che la Zappaterra”. È quanto afferma il consigliere regionale IdV, Sandro Mandini, in merito alle dichiarazioni della presidente della Provincia di Ferrara.
“Per questo – spiega Mandini – a nome loro l’Italia dei Valori ha deciso di interrogare la Regione e chiedere spiegazioni in merito allo strappo della Presidente Zappaterra sul Piano Regionale per la gestione dei rifiuti e alla decisione di procedere con l’escavazione della discarica e l’utilizzo dei rifiuti attualmente depositati, ovvero la cosiddetta procedura di lanfill mining (LFM) già indicata come pericolosa e inutile dall’Arpa, altro che le dichiarazioni del presidente di Area, Gadda”.
Incalza l’esponente IdV: “qui c’è in ballo la salute della comunità locale oltre a quella del territorio e la valutazione contraria dell’Arpa è chiara come riportato anche nel verbale della Conferenza dei Servizi, quindi il presidente di Area mente sapendo di mentire”.
Secondo l’Agenzia regionale, infatti, con questa procedura si ‘apporterebbe un beneficio ambientale ridotto rispetto ad un elevato rischio di alterare l’eco-equilibrio’ e, come se non bastasse, ‘essendo la falda abbastanza superficiale’ i rifiuti potrebbero essere immersi nella falda, o a contatto della stessa, e il loro rimaneggiamento potrebbe determinare un inquinamento maggiore.
“A noi dell’Italia dei Valori – conclude Mandini – sembra chiaro, quindi, che la Zappaterra e Area se ne infischino della salute dei cittadini, cercando di ammantare il suo menefreghismo con basse speculazioni politiche contro l’Assessore Freda e la Regione. Se per accanimento la Zappaterra intende voler tutelare persone e territorio ad ogni costo allora sì, saremo accanitamente dalla parte dei cittadini e dell’ambiente. Mi chiedo cosa ne pensino dello spericolato atteggiamento della loro conterranea i miei colleghi ferraresi in assemblea legislativa e presenti in giunta”.
20 novembre 2012
Discarica Crispa: bene l'Assessore regionale Freda. L'ampliamento della discarica non s'ha da fare.
L'Italia dei Valori condivide e sostiene il no all'ampliamento della discarica Crispa espresso dall'Assessore regionale all'Ambiente, Sabrina Freda. Un no che già in passato é stato ampiamente motivato dalla Regione Emilia Romagna e che ora viene rafforzato dal parere negativo dell'Arpa che paventa il rischio di inquinamento della falda acquifera in caso di “rimaneggiamento” dei rifiuti depositati presso la discarica di Jolanda di Savoia.
Non si capisce allora perché la Provincia di Ferrara voglia a tutti i costi dare il via all'ampliamento della discarica, ignorando il parere di Arpa e Regione. Un atteggiamento, quello dell'Amministrazione provinciale, che denota scarso rispetto istituzionale verso la Regione Emilia Romagna e l'Arpa e soprattutto nessuna attenzione per la legittima richiesta dei cittadini di Jolanda di Savoia di vivere in un ambiente più pulito.
E' lecito quindi domandarsi quali siano gli interessi economici che fanno anteporre il progetto di ampliamento della discarica all'esigenza di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini.
Va ricordato che in materia di rifiuti la Regione Emilia Romagna ha avviato l'elaborazione del Piano Regionale e pertanto la valutazione del sistema di gestione dei rifiuti prodotti dal territorio della provincia di Ferrara dovrebbe essere effettuata nell’ambito della programmazione regionale di area vasta che prevede lo smaltimento in discarica come ultima opzione; la Provincia di Ferrara, da parte sua, ha scelto autonomamente di autorizzare nuovi ampliamenti senza il benestare della Regione e nonostante sia in corso l'elaborazione del Piano.
Peraltro, la provincia di Ferrara è al penultimo posto nella graduatoria regionale per percentuale di raccolta differenziata e pertanto la gestione dei rifiuti in questo territorio andrebbe completamente rivista in un'ottica di sostenibilità. Non sembra che l'ampliamento della discarica Crispa, con ben 250 mila tonnellate di rifiuti speciali, vada in questa direzione.
La Segreteria provinciale Italia dei Valori di Ferrara
Non si capisce allora perché la Provincia di Ferrara voglia a tutti i costi dare il via all'ampliamento della discarica, ignorando il parere di Arpa e Regione. Un atteggiamento, quello dell'Amministrazione provinciale, che denota scarso rispetto istituzionale verso la Regione Emilia Romagna e l'Arpa e soprattutto nessuna attenzione per la legittima richiesta dei cittadini di Jolanda di Savoia di vivere in un ambiente più pulito.
E' lecito quindi domandarsi quali siano gli interessi economici che fanno anteporre il progetto di ampliamento della discarica all'esigenza di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini.
Va ricordato che in materia di rifiuti la Regione Emilia Romagna ha avviato l'elaborazione del Piano Regionale e pertanto la valutazione del sistema di gestione dei rifiuti prodotti dal territorio della provincia di Ferrara dovrebbe essere effettuata nell’ambito della programmazione regionale di area vasta che prevede lo smaltimento in discarica come ultima opzione; la Provincia di Ferrara, da parte sua, ha scelto autonomamente di autorizzare nuovi ampliamenti senza il benestare della Regione e nonostante sia in corso l'elaborazione del Piano.
Peraltro, la provincia di Ferrara è al penultimo posto nella graduatoria regionale per percentuale di raccolta differenziata e pertanto la gestione dei rifiuti in questo territorio andrebbe completamente rivista in un'ottica di sostenibilità. Non sembra che l'ampliamento della discarica Crispa, con ben 250 mila tonnellate di rifiuti speciali, vada in questa direzione.
La Segreteria provinciale Italia dei Valori di Ferrara
15 novembre 2012
Male non fare, paura non avere ....
Per l’ennesima volta nel corso di due mesi il Segretario Regionale dell’Italia dei Valori Emilia Romagna, Silvana Mura è stata messa alla gogna. Una persona, prima ancora che un esponente politico, di cui tutti noi conosciamo lo stile di vita, la profonda dedizione e l’assoluta integrità morale, etica e politica. Le giornate passate a lavorare per il partito, per metter su una struttura che potesse valorizzare quanti, come noi, volevano fare politica dal basso con passione e nel rispetto di principi e valori che rischiavano di sparire dopo gli scandali della prima repubblica. Le ore interminabili passate a ‘chiudere i cerchi’ perché tutto quadrasse al millesimo in qualsiasi situazione, fosse un’iniziativa, il deposito delle liste elettorali o la raccolta firme. Nottate impegnate fianco a fianco di militanti e iscritti dove non esistevano né galloni né gerarchie ma solo tanto lavoro da spartire (e non altro) per garantire sempre il risultato migliore possibile. Ecco chi è Silvana Mura. Oggi la sua colpa è quella di essere un deputato della Repubblica, di essere Tesoriera Nazionale dell’IdV e di essere stata eletta Segretario Regionale in Emilia Romagna. In poche parole, la colpa è quella di essere un’attivista politica! Allora anche noi siamo colpevoli.
Lo siamo perché eletti, perché amministratori o dirigenti politici. Lo siamo perché iscritti ad un partito e perché crediamo che il diritto di ogni cittadino sia quello di impegnarsi in prima persona per migliorare le cose. Non solo un diritto ma un dovere sacrosanto perché per garantirci tale libertà centinaia di migliaia di persone hanno dato la vita, a difesa di un ideale, a sostegno di una causa. Silvana Mura ha dimostrato di credere fermamente in questi principi e ha abbandonato un’attività imprenditoriale privata per dedicarsi interamente ad un progetto, ad un sogno che ha coinvolto milioni di cittadini: quello di un’Italia più giusta, più equa, in una sola parola, onesta!
Purtroppo, però, non le è bastato aver dato tutta se stessa per l’Italia dei Valori, per i suoi militanti e per il suo progetto. No, perché chi osa cambiare le cose, chi osa esporsi in prima persona per cercare di migliorarle è condannato a ricevere attacchi e insulti, additato come il primo dei banditi! E per tutti, meno che per noi, non valgono più le spiegazioni. Non vale essersi trovati con il ‘cerino in mano’ a causa di persone nelle quali era stata riposta fiducia, forse ingenuamente ma in buonafede. Non vale aver dovuto costruire un partito da zero con grandi sacrifici e averlo dovuto portare avanti per anni contando solo sulle proprie forze. Non vale aver rispettato le regole in maniera ferrea, né aver sempre voluto valorizzare ogni militante e simpatizzante. Non vale nemmeno aver cercato di dimostrare, carte alla mano, la totale estraneità ai fatti che le continuano a contestare in maniera strumentale. Non vale più nemmeno il motto del Presidente Di Pietro “male non fare, paura non avere” perché non basta più essere stati corretti e onesti. Adesso basta!
Abbiamo assistito ad uno stillicidio che Silvana Mura non merita e che nemmeno noi dell’Italia dei Valori meritiamo. Siamo convinti della sua completa onestà, non per partito preso ma perché ne conosciamo la profonda correttezza e intransigenza con le quali regola, per prima, la propria vita.
A lei, in quanto persona ed esponente politica, vogliamo rivolgere la nostra più profonda solidarietà per gli attacchi infamanti che sta ricevendo e confermarle piena fiducia e pieno sostegno non solo umani ma anche politici.
Firmato da 219 iscritti dell'Italia dei Valori Emilia Romagna
09 novembre 2012
Vogliono screditare l'unica forza politica che si oppone al sistema dei poteri forti ed al governo Monti: l'Italia dei Valori.

A tutto questo si aggiunge la macchina del fango avviata da una certa informazione, evidentemente al soldo di chi vuole togliere di mezzo un partito scomodo come è l’Italia dei Valori.
Antonio Di Pietro, di fronte alle infamanti accuse che non solo colpiscono la sua persona ma anche migliaia di militanti che credono in lui, è costretto ancora una volta a smentire le tesi dei detrattori pubblicando sul sito dell’Italia dei Valori sentenze, visure catastali e ogni altro documento utile a ristabilire la verità. Un’operazione trasparenza, quella dell’Italia dei Valori, più unica che rara se si guarda a ciò che fanno, o meglio non fanno, gli altri partiti e leader politici.
Chi dice che all’interno dell’Italia dei Valori c’è scarsa trasparenza ed una gestione verticistica afferma il falso; e lo fa o perché non conosce a fondo il Partito nel quale milita oppure perché animato da mala fede. Mai una volta, qui a Ferrara, si è vista l’ingerenza del partito nazionale nelle scelte a livello locale dell’Italia dei Valori, sia per quanto riguarda le candidature, i programmi e le alleanze. Tutto è stato deciso con la massima autonomia, seppur nel solco dei valori ispiratori del Partito.
Indubbiamente è necessario migliorare i meccanismi di selezione del gruppo dirigente e dei candidati, al fine di sbarrare la strada agli opportunisti ed ai disonesti e di valorizzare le persone competenti e perbene. Ma questa è un’esigenza comune a tutti i partiti, non solo dell’Italia dei Valori.
In questi giorni all’interno del Partito è in atto un serrato dibattito sul futuro dell’Italia dei Valori e soprattutto su come si possa dar voce e rappresentanza ai milioni di cittadini delusi dalla politica e che per tale ragione disertano le urne. E’ questa la nuova sfida che l’Italia dei Valori si prepara ad affrontare nel prossimo futuro. Ecco allora che si è avviato il cantiere per un’idea nuova di Partito, sempre più vicino alla gente e mai disposto agli inciuci ed ai compromessi al ribasso. Il tema delle alleanze (Grillo sì, Grillo no, PD sì, PD no) per è per l’Italia dei Valori secondario come lo è per la gente comune che vede in questo incomprensibili alchimie che non servono a risolvere i problemi del Paese ma solo a garantire la sopravvivenza di una specie parassitaria, molto dannosa per la collettività, che si chiama “partitocrazia”.
E’ possibile che a seguito di questa fase di rilancio e di rinnovamento dell’Italia dei Valori, ci sia qualcuno che uscirà dal Partito e che prenderà altre strade ma questo è nell’ordine naturale delle cose. L’Italia dei Valori ha un suo programma politico e non intende rinunciarvi. Se troverà altri compagni di viaggio disposti a condividerlo ed a lottare per vederlo realizzato, saranno i benvenuti, altrimenti l’Italia dei Valori non è affatto spaventata dalle battaglie solitarie, certa che al suo fianco ci saranno i cittadini.
Segreteria provinciale Italia dei Valori di Ferrara
02 novembre 2012
Caro Beppe, facciamo paura perchè siamo nel giusto.
Caro Beppe,
hai visto che casino sta venendo fuori a seguito della mia intervista di questa mattina su Il Fatto Quotidiano? E, soprattutto, del tuo successivo post in cui hai affermato che mi vedresti bene a fare il Presidente della Repubblica? “Troppa grazia Sant’Antonio”, direbbe mia sorella Concetta. E non mi pare proprio il caso di insistere. Però, il tuo paradosso ha certamente colto nel segno, se è vero, come è vero, che si è scatenato il mondo intero contro di noi.
Tutto l’establishment istituzionale ce l’ha con te per la tua proposta che reputano oscena. E, buona parte dei dirigenti “nominati” del mio partito, questi sì graziati da Sant’Antonio, se la sta facendo sotto temendo che una rinnovata accoppiata fra me e te metterebbe fuori automaticamente i riciclati, che pure si sono infilati nell’Italia dei Valori. Stiano tranquilli e sereni coloro che in Italia dei Valori ci sono venuti e ci stanno per amore e per passione di questo partito e di tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi anni (Travaglio in un esemplare editoriale di ieri ne ha fatto una sintesi meditata). Io non abbandonerò mai la nave IdV e rimarrò al suo comando fino alla fine, ovvero fino a quando non troveremo insieme una persona che lo farà con altrettanto amore e passione.
Certo, tutti quelli che nell’IdV, fino ad oggi, ne hanno approfittato e speravano di poterne approfittare ancora per riciclarsi, con abili manovre di trasformismo politico, fanno bene ad essere preoccupati. Perché sono effettivamente arrivati al capolinea all’interno del partito. E’ bene che costoro si preparino a traslocare altrove, giacché il Congresso prossimo venturo che ci aspetta non è, né può essere, riservato solo agli amici e agli amici degli amici. Insomma, a coloro che portano un mucchietto di tessere ogni tanto solo per assicurarsi una ricandidatura e una poltrona, sfruttando il lavoro e lo sforzo dei tanti, tantissimi militanti e dirigenti perbene che hanno fatto il loro dovere civico dentro il partito.
A costoro ribadisco: state sereni che l’IdV continuerà ad esistere e a lottare per le proprie battaglie di legalità e democrazia nel nostro Paese. Nessuno ha intenzione di ammainare la bandiera! Certo, quanto prima, e sicuramente in occasione del Congresso, toglieremo anche il mio nome dal simbolo ma questo solo perché, una volta eliminate le mele marce e i tanti “mosconi verdi” che erano saliti sul nostro carro, saremo tutti in grado di camminare a testa alta senza più il pericolo di coltellate alle spalle.
Quanto alla mia intervista di questa mattina su Il Fatto Quotidiano, i “soliti soloni”, soprattutto quelli presenti all’interno dell’IdV, mi chiedono di smentirne il contenuto e di rettificare il mio pensiero. E perché? Che cosa ho detto di male? Ho solo segnalato che l’azione di killeraggio politico in corso, su vari fronti, ai danni dell’IdV (da ultima quella realizzata da chi a Report ha dato informazioni false e documenti parziali e farlocchi, traendo così in inganno anche la sua conduttrice) sta scientemente delegittimando la nostra forza politica. Questo, allo specifico scopo di voler impedire al partito di raggiungere il quorum del 5% e così farlo restare fuori dal Parlamento nella prossima legislatura. Una riprova? Ebbene, in Parlamento stanno approvando una legge elettorale che prevede lo sbarramento del 5%, ad hoc solo per noi giacché per i partiti che si presenteranno all’interno della coalizione lo sbarramento è ridotto al 4% e per la Lega è previsto un diverso sbarramento se lo supera in almeno tre regioni e cioè quelle del Nord.
E’ evidente, quindi, che il regime partitocratico e dei poteri forti vuole che non ci sia più nemmeno una forza di opposizione all’interno del Parlamento e IdV ha dimostrato di sapersi opporre all’interno e fuori del Parlamento sia nei confronti del Governo Berlusconi che del Governo Monti. Nel corso dell’intervista ho poi aggiunto che – nel deprecato caso in cui l’IdV non dovesse riuscire a superare lo sbarramento del 5% (ma io e tutti noi dobbiamo batterci a morte per riuscirci) – mi auguravo, e mi auguro, che almeno in Parlamento ci possano andare tante persone perbene che ho visto nascere e crescere attorno al Movimento 5 Stelle. Sono ragazze e ragazzi puliti che, stufi pure loro, come noi, di stare ad aspettare che chi sta al Governo pensi un po’ al bene comune, si stanno rimboccando le maniche per occuparsi direttamente loro della cosa pubblica.
Una riprova? Guardate cosa è successo alle recenti elezioni siciliane: noi di IdV purtroppo non ce l’abbiamo fatta, ma quelli di M5S sì. Ed è un bene per la Sicilia che almeno loro ci siano riusciti ad entrare nel Consiglio regionale: così almeno ci sarà qualcuno che potrà controllare, informare e denunciare pubblicamente ciò che faranno i sempre soliti noti. E mi riferisco cioè a coloro che, durante la recente campagna elettorale, hanno fatto finta di correre l’uno contro l’altro, ma che da domani torneranno a governare insieme, ripetendo il copione di prima.
Caro Beppe, insomma e in conclusione: come mai una mia sola semplice e sincera intervista per elogiare il buon lavoro dei militanti di M5S e il tuo post di solidarietà alla mia persona hanno scatenato tanta preoccupazione? In fondo, io e te non ci siamo nemmeno sentiti, né parlati in questi giorni e men che meno abbiamo concordato, come invece qualcuno vorrebbe far credere, ciò che pubblicamente abbiamo affermato singolarmente. Sappiamo bene, tutti e due, che l’IdV e il M5S probabilmente andranno ognuno con il proprio simbolo al prossimo appuntamento elettorale. Ma ciò non toglie che sento il bisogno di ribadire il mio pensiero: rispetto ai tanti politici di professione, che hanno rovinato l’Italia in tutti questi anni, è un bene per il Paese che sia scoppiata la reazione della società civile. Una reazione che anche tu, Beppe, anzi soprattutto tu in questo periodo, hai saputo amalgamare e rappresentare.
Antonio Di Pietro
hai visto che casino sta venendo fuori a seguito della mia intervista di questa mattina su Il Fatto Quotidiano? E, soprattutto, del tuo successivo post in cui hai affermato che mi vedresti bene a fare il Presidente della Repubblica? “Troppa grazia Sant’Antonio”, direbbe mia sorella Concetta. E non mi pare proprio il caso di insistere. Però, il tuo paradosso ha certamente colto nel segno, se è vero, come è vero, che si è scatenato il mondo intero contro di noi.
Tutto l’establishment istituzionale ce l’ha con te per la tua proposta che reputano oscena. E, buona parte dei dirigenti “nominati” del mio partito, questi sì graziati da Sant’Antonio, se la sta facendo sotto temendo che una rinnovata accoppiata fra me e te metterebbe fuori automaticamente i riciclati, che pure si sono infilati nell’Italia dei Valori. Stiano tranquilli e sereni coloro che in Italia dei Valori ci sono venuti e ci stanno per amore e per passione di questo partito e di tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi anni (Travaglio in un esemplare editoriale di ieri ne ha fatto una sintesi meditata). Io non abbandonerò mai la nave IdV e rimarrò al suo comando fino alla fine, ovvero fino a quando non troveremo insieme una persona che lo farà con altrettanto amore e passione.
Certo, tutti quelli che nell’IdV, fino ad oggi, ne hanno approfittato e speravano di poterne approfittare ancora per riciclarsi, con abili manovre di trasformismo politico, fanno bene ad essere preoccupati. Perché sono effettivamente arrivati al capolinea all’interno del partito. E’ bene che costoro si preparino a traslocare altrove, giacché il Congresso prossimo venturo che ci aspetta non è, né può essere, riservato solo agli amici e agli amici degli amici. Insomma, a coloro che portano un mucchietto di tessere ogni tanto solo per assicurarsi una ricandidatura e una poltrona, sfruttando il lavoro e lo sforzo dei tanti, tantissimi militanti e dirigenti perbene che hanno fatto il loro dovere civico dentro il partito.
A costoro ribadisco: state sereni che l’IdV continuerà ad esistere e a lottare per le proprie battaglie di legalità e democrazia nel nostro Paese. Nessuno ha intenzione di ammainare la bandiera! Certo, quanto prima, e sicuramente in occasione del Congresso, toglieremo anche il mio nome dal simbolo ma questo solo perché, una volta eliminate le mele marce e i tanti “mosconi verdi” che erano saliti sul nostro carro, saremo tutti in grado di camminare a testa alta senza più il pericolo di coltellate alle spalle.
Quanto alla mia intervista di questa mattina su Il Fatto Quotidiano, i “soliti soloni”, soprattutto quelli presenti all’interno dell’IdV, mi chiedono di smentirne il contenuto e di rettificare il mio pensiero. E perché? Che cosa ho detto di male? Ho solo segnalato che l’azione di killeraggio politico in corso, su vari fronti, ai danni dell’IdV (da ultima quella realizzata da chi a Report ha dato informazioni false e documenti parziali e farlocchi, traendo così in inganno anche la sua conduttrice) sta scientemente delegittimando la nostra forza politica. Questo, allo specifico scopo di voler impedire al partito di raggiungere il quorum del 5% e così farlo restare fuori dal Parlamento nella prossima legislatura. Una riprova? Ebbene, in Parlamento stanno approvando una legge elettorale che prevede lo sbarramento del 5%, ad hoc solo per noi giacché per i partiti che si presenteranno all’interno della coalizione lo sbarramento è ridotto al 4% e per la Lega è previsto un diverso sbarramento se lo supera in almeno tre regioni e cioè quelle del Nord.
E’ evidente, quindi, che il regime partitocratico e dei poteri forti vuole che non ci sia più nemmeno una forza di opposizione all’interno del Parlamento e IdV ha dimostrato di sapersi opporre all’interno e fuori del Parlamento sia nei confronti del Governo Berlusconi che del Governo Monti. Nel corso dell’intervista ho poi aggiunto che – nel deprecato caso in cui l’IdV non dovesse riuscire a superare lo sbarramento del 5% (ma io e tutti noi dobbiamo batterci a morte per riuscirci) – mi auguravo, e mi auguro, che almeno in Parlamento ci possano andare tante persone perbene che ho visto nascere e crescere attorno al Movimento 5 Stelle. Sono ragazze e ragazzi puliti che, stufi pure loro, come noi, di stare ad aspettare che chi sta al Governo pensi un po’ al bene comune, si stanno rimboccando le maniche per occuparsi direttamente loro della cosa pubblica.
Una riprova? Guardate cosa è successo alle recenti elezioni siciliane: noi di IdV purtroppo non ce l’abbiamo fatta, ma quelli di M5S sì. Ed è un bene per la Sicilia che almeno loro ci siano riusciti ad entrare nel Consiglio regionale: così almeno ci sarà qualcuno che potrà controllare, informare e denunciare pubblicamente ciò che faranno i sempre soliti noti. E mi riferisco cioè a coloro che, durante la recente campagna elettorale, hanno fatto finta di correre l’uno contro l’altro, ma che da domani torneranno a governare insieme, ripetendo il copione di prima.
Caro Beppe, insomma e in conclusione: come mai una mia sola semplice e sincera intervista per elogiare il buon lavoro dei militanti di M5S e il tuo post di solidarietà alla mia persona hanno scatenato tanta preoccupazione? In fondo, io e te non ci siamo nemmeno sentiti, né parlati in questi giorni e men che meno abbiamo concordato, come invece qualcuno vorrebbe far credere, ciò che pubblicamente abbiamo affermato singolarmente. Sappiamo bene, tutti e due, che l’IdV e il M5S probabilmente andranno ognuno con il proprio simbolo al prossimo appuntamento elettorale. Ma ciò non toglie che sento il bisogno di ribadire il mio pensiero: rispetto ai tanti politici di professione, che hanno rovinato l’Italia in tutti questi anni, è un bene per il Paese che sia scoppiata la reazione della società civile. Una reazione che anche tu, Beppe, anzi soprattutto tu in questo periodo, hai saputo amalgamare e rappresentare.
Antonio Di Pietro
26 ottobre 2012
Continua la raccolta firme dell'italia dei valori per i quattro referendum su tutela dei lavoratori, abolizione della diaria ai parlamentari e dei rimborsi elettorali. Il calendario dei prossimi banchetti.
L'Italia dei Valori continua a raccogliere le firme per la proposta di quattro referendum per la tutela dei lavoratori e l'abolizione della diaria ai parlamentari e dei rimborsi elettorali ai partiti.
Questo il calendario dei banchetti organizzati a Ferrara dall'Italia dei Valori nei prossimi giorni:
Sabato 27 ottobre: piazza Trento Trieste, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30;
Domenica 28 ottobre: piazza Trento Trieste, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30;
Lunedì 29 ottobre: piazza Travaglio (area mercato settimanale), dalle ore 10 alle 12.30.
Si ricorda inoltre che è possibile firmare per i referendum anche presso l'ufficio protocollo del Comune di Ferrara in piazza Municipale dal lunedì al venerdi dalle ore 9 alle 13, il martedì e il giovedi dalle 15 alle 17.
Ufficio stampa Italia dei Valori di Ferrara
Questo il calendario dei banchetti organizzati a Ferrara dall'Italia dei Valori nei prossimi giorni:
Sabato 27 ottobre: piazza Trento Trieste, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30;
Domenica 28 ottobre: piazza Trento Trieste, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30;
Lunedì 29 ottobre: piazza Travaglio (area mercato settimanale), dalle ore 10 alle 12.30.
Si ricorda inoltre che è possibile firmare per i referendum anche presso l'ufficio protocollo del Comune di Ferrara in piazza Municipale dal lunedì al venerdi dalle ore 9 alle 13, il martedì e il giovedi dalle 15 alle 17.
Ufficio stampa Italia dei Valori di Ferrara
19 ottobre 2012
L'On. Silvana Mura a Ferrara per sostenere la campagna referendaria dell'Italia dei Valori
E’ partita anche a Ferrara la campagna referendaria 2012: quattro i quesiti proposti da Italia dei Valori, due per il lavoro e i diritti dei lavoratori e due contro i privilegi della casta.
Sabato 20 Ottobre, in piazza Trento Trieste, alle 18.00, a sostenere l’iniziativa a fianco dei militanti saranno presenti la Segretaria regionale, On. Silvana Mura e la Coordinatrice provinciale di Ferrara, Susanna Tasso.
“ Saremo in piazza per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che imponeva alle aziende con più di 15 dipendenti di reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa e per abolire l'art.8 della legge 138 varata da Berlusconi che altro non è se non una manomissione del contratto Collettivo Nazionale.
Attraverso uno strumento di democrazia diretta, i cittadini potranno fare di questa battaglia, una battaglia di civiltà per il ripristino dei diritti fondamentali di tutti i lavoratori: diritti individuali e diritti collettivi che non si contrappongono certo allo sviluppo, ma che fanno anzi parte di esso.
Ma saremo in piazza anche per abolire i rimborsi elettorali ai partiti e la diaria dei Parlamentari perché in tempi di spending review, tra tagli e sacrifici per tutti, non si sopportano più i privilegi della casta. La politica deve tornare ad essere servizio, non privilegio.
Sabato- continua Susanna Tasso - presso il gazebo in Piazza Trento Trieste, alle 18.00, sarà presente anche la nostra Segretaria regionale, On. Silvana Mura, da sempre attenta alle problematiche dei lavoratori e impegnata a garantire il riconoscimento ed il rispetto dei loro diritti.
Questa ennesima mobilitazione è per la difesa e la garanzia dei nostri diritti, per il futuro dei nostri figli e del nostro paese, per questo auspichiamo che i cittadini rispondano all’appello con grande spirito di partecipazione democratica e con un ritrovato impegno civico”.
Sabato 20 Ottobre, in piazza Trento Trieste, alle 18.00, a sostenere l’iniziativa a fianco dei militanti saranno presenti la Segretaria regionale, On. Silvana Mura e la Coordinatrice provinciale di Ferrara, Susanna Tasso.
“ Saremo in piazza per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che imponeva alle aziende con più di 15 dipendenti di reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa e per abolire l'art.8 della legge 138 varata da Berlusconi che altro non è se non una manomissione del contratto Collettivo Nazionale.
Attraverso uno strumento di democrazia diretta, i cittadini potranno fare di questa battaglia, una battaglia di civiltà per il ripristino dei diritti fondamentali di tutti i lavoratori: diritti individuali e diritti collettivi che non si contrappongono certo allo sviluppo, ma che fanno anzi parte di esso.
Ma saremo in piazza anche per abolire i rimborsi elettorali ai partiti e la diaria dei Parlamentari perché in tempi di spending review, tra tagli e sacrifici per tutti, non si sopportano più i privilegi della casta. La politica deve tornare ad essere servizio, non privilegio.
Sabato- continua Susanna Tasso - presso il gazebo in Piazza Trento Trieste, alle 18.00, sarà presente anche la nostra Segretaria regionale, On. Silvana Mura, da sempre attenta alle problematiche dei lavoratori e impegnata a garantire il riconoscimento ed il rispetto dei loro diritti.
Questa ennesima mobilitazione è per la difesa e la garanzia dei nostri diritti, per il futuro dei nostri figli e del nostro paese, per questo auspichiamo che i cittadini rispondano all’appello con grande spirito di partecipazione democratica e con un ritrovato impegno civico”.
Ufficio stampa Italia dei Valori Emilia Romagna
14 ottobre 2012
L'Italia dei Valori al presidio dei lavoratori della “Berco” di Copparo in programma il 15 ottobre
Anche una delegazione dell'Italia dei Valori parteciperà al presidio organizzato dalle RSU di FIOM, FIM e UGL che si terrà domani, 15 ottobre alle ore 9.30, davanti ai cancelli della Berco di Copparo. L'Italia dei Valori fa proprie le preoccupazioni per il futuro dell'azienda e le richieste dei sindacati e dei lavoratori della Berco affinché il ministro dello Sviluppo Economico presti grande attenzione ad una crisi aziendale che potrebbe avere effetti devastanti sul tessuto economico e sociale dell'intera provincia ferrarese.
Le voci del probabile annullamento dell'incontro al Ministero previsto per il 17 ottobre suonano come una tragica beffa ai danni degli oltre 2000 lavoratori della Berco che vedono sempre più vicino lo spettro della chiusura dell'azienda.
Non c'è più tempo da perdere; è ora che il Governo ed il Ministro Passera affrontino con la dovuta determinazione la crisi della Berco e diano garanzia di continuità produttiva ed occupazionale per lo stabilimento copparese.
Italia dei Valori di Ferrara
Le voci del probabile annullamento dell'incontro al Ministero previsto per il 17 ottobre suonano come una tragica beffa ai danni degli oltre 2000 lavoratori della Berco che vedono sempre più vicino lo spettro della chiusura dell'azienda.
Non c'è più tempo da perdere; è ora che il Governo ed il Ministro Passera affrontino con la dovuta determinazione la crisi della Berco e diano garanzia di continuità produttiva ed occupazionale per lo stabilimento copparese.
Italia dei Valori di Ferrara
12 ottobre 2012
l'Italia dei Valori dal 13 ottobre in piazza per la raccolta firme referendarie
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Clicca qui per scaricare i volantini e diffondili! |
Quattro firme per dire: meno casta e più lavoro!
Vedi il calendario dei banchetti IDV in provincia di Ferrara nella sezione del sito dedicata alla raccolta firme (in alto a destra).
Per chi volesse collaborare alla raccolta firme o per informazioni può scrivere a:
info@italiadeivaloriferrara.it
Questa è la sintesi dei quattro quesiti referendari:
Quesito 1 (modulo giallo): ABROGHIAMO IL FINANZIAMENTO AI PARTITI
Cos’hanno fatto i partiti negli ultimi quarant’anni?
Si sono garantiti risorse economiche provenienti dalle tasche dei cittadini, ignorando la loro volontà. Dopo il referendum del 1993 (quando oltre il 90% degli italiani reclamò l’abrogazione del finanziamento pubblico) i partiti si limitarono, sfacciatamente, a modificare il nome con cui indicare questa cascata di denaro. Così si passò dal “ finanziamento pubblico” ai “rimborsi elettorali”.
Cosa vogliamo fare attraverso il referendum?
Cancellare totalmente, senza se e senza ma, ogni forma di trasferimento di soldi pubblici ai partiti.
Una firma per dare precedenza ai bisogni dei cittadini rispetto ai vizi della Casta.
Quesito 2 (modulo rosa): ABOLIAMO LA DIARIA AI PARLAMENTARI
Cosa è accaduto fino ad oggi alla Camera e al Senato?
I parlamentari italiani si sono dotati di privilegi che ne fanno tra i più pagati al mondo. Occorre un taglio netto ai loro compensi, a maggior ragione in presenza delle difficoltà economiche che stanno strangolando gli italiani. È paradossale che politici tra i meno produttivi d’Europa restino super-pagati.
Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Una firma per dare precedenza ai bisogni dei cittadini rispetto ai vizi della Casta.
Quesito 2 (modulo rosa): ABOLIAMO LA DIARIA AI PARLAMENTARI
Cosa è accaduto fino ad oggi alla Camera e al Senato?
I parlamentari italiani si sono dotati di privilegi che ne fanno tra i più pagati al mondo. Occorre un taglio netto ai loro compensi, a maggior ragione in presenza delle difficoltà economiche che stanno strangolando gli italiani. È paradossale che politici tra i meno produttivi d’Europa restino super-pagati.
Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Azzerare la cosiddetta “diaria”, che di fatto rappresenta un’integrazione al compenso riconosciuto ai parlamentari: circa 3.500 euro al mese. Cancellare, inoltre, le norme che rendono l’indennità mensile esente da ogni tributo e ne impediscono il sequestro o il pignoramento.
Una firma per scardinare i privilegi della Casta parlamentare.
Quesito 3 (modulo bianco): RIPRISTINIAMO L'ART.18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI
Cos’ha fatto il governo Monti-Berlusconi-Bersani-Casini?
Ha cancellato la norma che imponeva il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa a fronte della sentenza di un giudice. Uno sfregio destinato a penalizzare tutti i cittadini onesti e limitarne i diritti. Un regalo agli imprenditori spregiudicati.
Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Restituire allo Statuto dei Lavoratori l’art. 18 nella versione originaria, per rispettare i principi della Costituzione e rendere esigibili le decisioni della magistratura.
Una firma per impedire i licenziamenti facili, dei padri e dei figli.
Quesito 4 (modulo azzurro): RIPRISTINIAMO I DIRITTI DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO
Cos’ha fatto il governo Berlusconi?
Nell’agosto 2011, con un colpo di mano all’interno della finanziaria dettata dall’Europa, ha consentito agli accordi aziendali (o territoriali) di derogare ai contratti collettivi nazionali. E, con essi, a tutte le norme che regolano il lavoro: dalla disciplina delle man- sioni a quella dell’inquadramento professionale, dall’orario di la- voro ai licenziamenti.
Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Una firma per scardinare i privilegi della Casta parlamentare.
Quesito 3 (modulo bianco): RIPRISTINIAMO L'ART.18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI
Cos’ha fatto il governo Monti-Berlusconi-Bersani-Casini?
Ha cancellato la norma che imponeva il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa a fronte della sentenza di un giudice. Uno sfregio destinato a penalizzare tutti i cittadini onesti e limitarne i diritti. Un regalo agli imprenditori spregiudicati.
Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Restituire allo Statuto dei Lavoratori l’art. 18 nella versione originaria, per rispettare i principi della Costituzione e rendere esigibili le decisioni della magistratura.
Una firma per impedire i licenziamenti facili, dei padri e dei figli.
Quesito 4 (modulo azzurro): RIPRISTINIAMO I DIRITTI DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO
Cos’ha fatto il governo Berlusconi?
Nell’agosto 2011, con un colpo di mano all’interno della finanziaria dettata dall’Europa, ha consentito agli accordi aziendali (o territoriali) di derogare ai contratti collettivi nazionali. E, con essi, a tutte le norme che regolano il lavoro: dalla disciplina delle man- sioni a quella dell’inquadramento professionale, dall’orario di la- voro ai licenziamenti.
Cosa vogliamo fare attraverso i referendum?
Abolire le deroghe e ristabilire la certezza dei diritti minimi previsti dal contratto nazionale. A parità di condizioni devono esserci regole generali minime che valgano dovunque ed in tutti i luoghi di lavoro, men- tre la contrattazione aziendale deve accompagnare l’andamento dell’impresa.
Una firma per garantire in modo omogeneo diritti universali.
Una firma per garantire in modo omogeneo diritti universali.
07 ottobre 2012
Anche l'I.D.V. di Ferrara dice NO alla fusione Hera Acegas-Aps. Comunicato congiunto con il Comitato Acqua Pubblica.

Siamo contro questa fusione perché non c’è stato alcun dibattito pubblico: lavoratori e cittadini vengono lasciati all’oscuro e la richiesta di partecipazione dei comitati viene avvertita da Hera e AcegasAps come un ronzio fastidioso.
Siamo contro la fusione perchè da che mondo e mondo le fusioni significano esuberi di personale e licenziamenti dei lavoratori: ovviamente non avverranno subito ma dopo un anno o due quando nessuno parlerà della cosa. E' sempre avvenuto così quando si tratta di aziende già pubbliche e poi privatizzate.
La fusione è un processo privo di democrazia che esautora le istituzioni democraticamente elette, il processo è sostanzialmente determinato dall’iniziativa del management, col consenso informato di pochissimi esponenti delle pubbliche amministrazioni; la maggioranza dei consigli comunali e dei sindaci è chiamata a ratificare ex-post la decisione già presa - evidentemente con un preventivo avvallo del gotha politico-governativo. In futuro questo sarà il metodo decisionale di prassi, i cittadini ed i territori saranno sempre più estromessi, con la sospensione della possibilità di realizzare processi democratici.
Il patto di sindacato dei soci pubblici resterà al 51%, ma la componente dei comuni Emiliano Romagnoli scenderà al 42% circa. Continua il processo di diluizione nella governance dei comuni dell’Emilia Romagna, e di pari passo aumenterà il potere del management, del governo centrale e delle istituzioni finanziarie private che oggi determinano le politiche della Cassa Depositi e Prestiti, del mercato finanziario sia nella forma degli azionisti privati, sia come fornitori di credito. Sempre più nelle mani della speculazione finanziaria. Come se ciò non bastasse il managament di Hera Spa ha confezionato e consegnato ai Consigli Comunali una proposta di delibera relativa alla modifica dello Statuto del gruppo che sancisce di fatto la parificazione del Fondo Strategico Italiano agli Enti Locali nel Patto di Sindacato di Hera, preparandone così l’ingresso al posto dei Comuni stessi in una delle prossime vendite di quote azionarie a cui i Comuni saranno “obbligati” dalle difficoltà finanziarie, causate anche dal Governo con l’assoggettamento al Patto di Stabilità Interno. La modifica dello statuto prevede infatti all’art. 7 che il 51% della proprietà di Hera Spa NON debba più essere saldamente in mano SOLO agli Enti Locali (Comuni, Province o Consorzi di essi) ma veda anche la presenza di “altri Enti o Autorità Pubbliche”. Un modo per anticipare l’entrata futura del FSI addirittura nel capitale azionario soggetto al Patto di Sindacato, ovvero nella quota vincolata al possesso da parte del Pubblico del 51%.
Ma il Fondo Strategico Italiano NON può essere parificato ad un Ente Locale. NON ha alcun legame con le Istituzioni locali, NON è espressione della volontà dei cittadini di cui quelle Istituzioni sono garanti, NON ha alcun legame con il territorio.
Come saranno i SPL dopo la fusione? È facile prevedere che le bollette continueranno ad aumentare, non caleranno le perdite idriche, diminuiranno invece investimenti e manutenzione, e aumenterà invece il debito accumulato: 2 miliardi e 800 milioni di € dopo la fusione e saranno i cittadini a dover pagare.
Inoltre la preannunciata riorganizzazione aziendale si muoverà in direzione di una spinta di divisionalizzazione (specializzazione), cancellando le caratteristiche di multiutility e le Strutture Operative territoriali, minando ulteriormente il radicamento territoriale, a favore di uno spostamento dei poteri al centro. Di questa operazione soffriranno gli utenti, gli enti locali e i lavoratori. E allora non chiamateli più Servizi Pubblici Locali, che dopo questa operazione di fusione non saranno niente di tutto questo!
Ma qualcosa si muove: i comuni in queste settimane stanno mostrando inquiedtudine nella fase di votazione della delibera di fusione, e non tutti sono d’accordo. Se in alcuni casi la fusione ha subito un'approvazione a strettissima maggiora, altrove è stata bocciata - comuni di Formigine (MO), San Portico e San Benedetto (FC), Premilcuore (FC) e Rocca San Casciano (FC) Predappio e a Civitella di Romagna (FC), Porretta Terme (BO) – mentre a Bologna e San Lazzaro si teme per la tenuta della maggioranza.
E a Ferrara? Lunedì 8 ottobre alle 15,30 il consiglio comunale vota, mobilitiamoci! Diciamo NO all’ennesimo tentativo di mercificazione dei servizi idrici!
Si scrive acqua, si legge democrazia.
Italia dei Valori
Sinistra Ecologia e Libertà
Ecologisti - Reti civiche - Verdi europei,
Federazione della Sinistra,
Usb (Unione Sindacale di Base)
12 luglio 2012
Spending review nella scuola

Insomma la grande novità dell’Esame di Stato 2012 ha fatto cilecca e ha fatto rimpiangere il vecchio e collaudato software “Conchiglia”.
Perciò ben vengano le nuove tecnologie che sono in grado di snellire il lavoro e di recare vantaggi ma se i risultati sono quelli che si sono visti, forse sarebbe il caso di investire più risorse per migliorare l’efficacia dei prodotti che dovrebbero far uscire la scuola italiana dal Medioevo.
Ma si sa in Italia le contraddizioni sono la regola. Infatti se da una parte nel decreto legge sulla revisione della spesa pubblica si rilancia l’innovazione tecnologica per avere una scuola moderna e all’avanguardia, dall’altra parte si tagliano posti di lavoro, si destinano docenti in esubero ad insegnare, senza abilitazione, materie affini, si mortificano ancora l’istruzione e la cultura sottraendo risorse indispensabili proprio per compiere quel rinnovamento che sembra tanto auspicato.
L’Italia dei Valori si oppone con forza a queste misure che penalizzano sempre di più la Scuola, l’Università e la Cultura ribadendo che il Governo sta andando nella direzione opposta rispetto ai bisogni formativi di un Paese che ha necessità di rinascere attraverso politiche di rilancio dell’istruzione e della ricerca e che non rappresentano, di certo, gli sprechi e il cattivo uso del denaro pubblico.
Già la grande rivoluzione nella scuola sembrava essere stata introdotta di recente, in occasione degli Esami di Stato, dal plico telematico e da “Commissione Web”, un nuovo pacchetto software, realizzato per la gestione delle attività connesse all’esame.
Susanna Tasso, responsabile regionale Dipartimento Scuola I.D.V. Emilia Romagna
11 luglio 2012
Presentata in Provincia dal Consigliere I.D.V. Alessandro Rorato un'interpellanza sul progetto di centrale a biogas a Migliarino
Il consigliere provinciale dell’Italia dei Valori, Alessandro Rorato, ha depositato un’interpellanza sul progetto di centrale a biogas presentato in Provincia.
Infatti è stato presentato qualche tempo fa alla Provincia di Ferrara il progetto per una nuova centrale a biogas, sotto il Megawatt, da realizzare nel territorio comunale di Migliarino in via San Vitale. L’impianto in questione, secondo Rorato, evidenzia diverse criticità fondamentalmente riassumibili nel fatto che i terreni dell’azienda agricola non sono sufficienti per alimentare la centrale. “146 ettari quando nominalmente ne servono 200 mentre la pratica comune dice che questi impianti funzionano con almeno 240 ettari”, sostiene Rorato. “Sarebbe poi auspicabile – continua – che qualora, come nel caso in questione, venga dedicato terreno agricolo esclusivamente ad alimentare questo tipo di centrali, l’azienda garantisca almeno una autoproduzione sufficiente a permettere il funzionamento dell’impianto. Considerato che la delibera del Consiglio Regionale n. 51 del 26 luglio 2011 recita: “Ai fini del rilascio dell’ autorizzazione alla realizzazione degli impianti, l’autorità competente tiene conto della quantità e della distanza di provenienza delle biomasse e del fatto che le stesse siano ottenute o meno da colture dedicate, in relazione alle vocazioni del territorio e alle attività e produzioni locali ”, chiedo all’Amministrazione Provinciale quale sia l’orientamento fin qui maturato in merito all’autorizzazione della suddetta centrale a biogas, considerate le criticità suesposte”.
dal Estenss.com del 11.07.12
08 luglio 2012
Liana Barbati (IDV): Bando per dirigente nella Provincia di ferrara, tagliano Province e posti di lavoro, ma Ferrara assume dirigenti
“Sul sito istituzionale della Provincia di Ferrara, nella sezione concorsi, campeggia dal 20 giugno il bando di concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di un dirigente di area tecnica, in pratica l'ingegnere capo dell'Ente. Al di là di chi andrà a ricoprire questo importante e ben remunerato ruolo – in ogni caso questione di non secondaria importanza – è l’opportunità di questa assunzione che contesto: in un momento in cui il taglio delle Province è ancora materia d’esame al Governo, e in cui i tagli gravano sull’intera popolazione, un dirigente in più è quello che serve ineluttabilmente alla Provincia di Ferrara?”, fa sapere Liana Barbati, capogruppo dell’Idv in Regione.
“Sebbene non compaia nel decreto sullo ‘spending review’ attualmente in via d’approvazione, la riduzione degli enti questione è solo rimandata ad agosto. Di certo c’è però quanto basta: il taglio del 20% dei dirigenti della pubblica amministrazione e del 10% del personale non dirigenziale – presumibilmente quelli senza protezione politica – oltre che la riduzione di risorse che proprio oggi i presidenti Pd delle Province emiliano romagnole hanno lamentato al loro leader Bersani.
Senza contare le spese che i comuni del ferrarese si stanno trovando a fronteggiare a causa della disastrosa ondata sismica i cui effetti sono ben lungi dall’esaurirsi. Ora, un dirigente per un Ente che potrebbe scomparire a breve è davvero necessario?”, si chiede la dipietrista
“La medesima valutazione deve averla fatta la stessa Regione Emilia Romagna, che ha revocato un bando per una carica analoga, a causa “lo specifico contesto istituzionale di grave crisi economico finanziaria che sempre più richiede, in attuazione a politiche di rigore nella spesa pubblica, l’adozione di misure di contenimento di costi per la gestione del personale’, oltre che ‘le misure di riassetto dei livelli istituzionali decise con recenti provvedimenti legislativi nazionali dovranno trovare applicazione in specifiche normative regionali, avviando così possibili processi di ridefinizione organizzativa delle strutture regionali’.
A che scopo, mi chiedo e chiedo alla Presidente Marcella Zappaterra, assumere per licenziare? A meno che, non si proceda poi semplicemente spostando il neo assunto da un posto all’altro. In ogni caso, l’inopportunità di quest’azione, resta.
Rischiamo di avere più dirigenti che Province, arrivando davvero al paradosso nella Pubblica Amministrazione”, conclude la Barbati.
Ufficio stampa Liana Barbati
Presidente Gruppo assembleare Regione Emilia Romagna
Italia dei Valori – Lista Di Pietro

Tagli e terremoto, ma la casta non molla. A Ferrara neo dirigente da 90mila euro
Nonostante i costi per la ricostruzione del post sisma e i tagli imposti dalla spending review di Monti, la Provincia del capoluogo estense, che verrà probabilmente accorpata ad enti locali vicini, indice un bando per un posto a tempo indeterminato con stipendio da oltre 8mila euro al mese
Di Marco Zavagli - 8 luglio 2012
In una delle provincie più disastrate dal terremoto, con interi comuni in ginocchio, con i dettami dellaspending review che costringeranno l’amministrazione a cercare accorpamenti con quelle limitrofe, si pensa a una nuova assunzione di un super dirigente. Succede a Ferrara, dove la Provincia ha pubblicato lo scorso 20 giugno sul proprio sito istituzionale un bando di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di un dirigente di area tecnica, in pratica l’ingegnere capo dell’ente che ha sede nel castello estense.
A puntare il dito contro l’opportunità di questa scelta è Liana Barbati, capogruppo dell’Italia dei Valori in Regione, che si chiede se “in un momento in cui il taglio delle Province è ancora materia d’esame al Governo, e in cui i tagli gravano sull’intera popolazione, un dirigente in più è quello che serve ineluttabilmente alla Provincia di Ferrara?”. E se lo chiederanno anche molti ferraresi, specialmente dopo aver letto le dichiarazioni di fuoco contro il decreto del governo postate su facebook proprio dalla presidente della Provincia, Marcella Zappaterra.
Marcella Zappaterra, espressione del PD locale, presidente del Cal (consiglio delle autonomie locali), tuonava fino a ieri contro l’esecutivo di Monti che “può già cominciare a nominare i commissari liquidatori degli enti locali. Dubito che gli amministratori rimangano ad aspettare di verificare il dissesto dei bilanci. Buona politica se ci sei batti un colpo”. Più o meno lo stesso tenore dei colleghi di partito e omologhi presidenti, che al proprio segretario Pierluigi Bersani rivolgevano un appello affinché “impedisca la macelleria delle autonomie locali”: “con questi tagli – riportava l’agenzia Asca – saremo costretti a ridurre i servizi ai cittadini e i tagli ai bilanci manderanno in dissesto gli enti, con la conseguente messa in mobilità dei dipendenti”.
Tra questi dipendenti sicuramente potrà sorridere invece il futuro vincitore del bando (deliberato lo scorso 5 giugno dalla giunta Zappaterra), che si potrà accontentare di qualcosa come 90mila euro, seguendo i canoni delle tabelle fornite dal servizio gestione umane dell’amministrazione. Non è la prima volta che la giunta Zappaterra finisce sulla cronaca per incarichi definiti quantomenogenerosi dalle opposizioni. Già Il Fatto Quotidiano.it aveva parlato della portavoce della presidente, remunerata con 60mila euro l’anno “per la cura della posta elettronica e dell’agenda della presidente” (che, per inciso, già dispone di due segretarie in ufficio), come sintetizzò nell’occasione un altro esponente Idv, Alessandro Rorato.
Ora arriva questa nuova ventata occupazionale, nonostante il verbo della spending review ammonisca gli enti pubblici a ridurre in misura non inferiore al 20% l’organico dei dirigenti. Vero è che il bando è stato indetto prima del decreto ancora in via di approvazione (la deliberazione del Castello numero 127/41769 risale allo scorso 5 giugno), ma indire un concorso del genere per un ente “a rischio” da più di un anno (già l’anno scorso si parlava dell’abolizione delle Province) appare quantomeno poco lungimirante. Tanto che Liana Barbati fa notare perplessa che “tagliano Province e posti di lavoro, ma Ferrara assume dirigenti”.
Eppure di contro esempi virtuosi ce ne sono. Ultimo in ordine di tempo, lo scorso 27 giugno, la revoca di un concorso similare voluta dall’assemblea legislativa regionale. L’annullamento, sottolinea la dipietrista, venne motivato sulla base dello “specifico contesto istituzionale di grave crisi economico finanziaria che sempre più richiede, in attuazione a politiche di rigore nella spesa pubblica, l’adozione di misure di contenimento di costi per la gestione del personale’, oltre che ‘le misure di riassetto dei livelli istituzionali decise con recenti provvedimenti legislativi nazionali dovranno trovare applicazione in specifiche normative regionali, avviando così possibili processi di ridefinizione organizzativa delle strutture regionali’”.
“A che scopo, mi chiedo e chiedo alla Presidente Marcella Zappaterra, assumere per licenziare – conclude la Barbati -? A meno che, non si proceda poi semplicemente spostando il neo assunto da un posto all’altro. In ogni caso, l’inopportunità di quest’azione, resta. Rischiamo di avere più dirigenti che Province, arrivando davvero al paradosso nella Pubblica Amministrazione”.
In merito alla vicenda, il Consigliere provinciale IDV Alessandro Rorato ha presentato la presente interpellanza alla Presidente della Provincia.
“Sebbene non compaia nel decreto sullo ‘spending review’ attualmente in via d’approvazione, la riduzione degli enti questione è solo rimandata ad agosto. Di certo c’è però quanto basta: il taglio del 20% dei dirigenti della pubblica amministrazione e del 10% del personale non dirigenziale – presumibilmente quelli senza protezione politica – oltre che la riduzione di risorse che proprio oggi i presidenti Pd delle Province emiliano romagnole hanno lamentato al loro leader Bersani.
Senza contare le spese che i comuni del ferrarese si stanno trovando a fronteggiare a causa della disastrosa ondata sismica i cui effetti sono ben lungi dall’esaurirsi. Ora, un dirigente per un Ente che potrebbe scomparire a breve è davvero necessario?”, si chiede la dipietrista
“La medesima valutazione deve averla fatta la stessa Regione Emilia Romagna, che ha revocato un bando per una carica analoga, a causa “lo specifico contesto istituzionale di grave crisi economico finanziaria che sempre più richiede, in attuazione a politiche di rigore nella spesa pubblica, l’adozione di misure di contenimento di costi per la gestione del personale’, oltre che ‘le misure di riassetto dei livelli istituzionali decise con recenti provvedimenti legislativi nazionali dovranno trovare applicazione in specifiche normative regionali, avviando così possibili processi di ridefinizione organizzativa delle strutture regionali’.
A che scopo, mi chiedo e chiedo alla Presidente Marcella Zappaterra, assumere per licenziare? A meno che, non si proceda poi semplicemente spostando il neo assunto da un posto all’altro. In ogni caso, l’inopportunità di quest’azione, resta.
Rischiamo di avere più dirigenti che Province, arrivando davvero al paradosso nella Pubblica Amministrazione”, conclude la Barbati.
Ufficio stampa Liana Barbati
Presidente Gruppo assembleare Regione Emilia Romagna
Italia dei Valori – Lista Di Pietro

Tagli e terremoto, ma la casta non molla. A Ferrara neo dirigente da 90mila euro
Nonostante i costi per la ricostruzione del post sisma e i tagli imposti dalla spending review di Monti, la Provincia del capoluogo estense, che verrà probabilmente accorpata ad enti locali vicini, indice un bando per un posto a tempo indeterminato con stipendio da oltre 8mila euro al mese
Di Marco Zavagli - 8 luglio 2012
In una delle provincie più disastrate dal terremoto, con interi comuni in ginocchio, con i dettami dellaspending review che costringeranno l’amministrazione a cercare accorpamenti con quelle limitrofe, si pensa a una nuova assunzione di un super dirigente. Succede a Ferrara, dove la Provincia ha pubblicato lo scorso 20 giugno sul proprio sito istituzionale un bando di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di un dirigente di area tecnica, in pratica l’ingegnere capo dell’ente che ha sede nel castello estense.
A puntare il dito contro l’opportunità di questa scelta è Liana Barbati, capogruppo dell’Italia dei Valori in Regione, che si chiede se “in un momento in cui il taglio delle Province è ancora materia d’esame al Governo, e in cui i tagli gravano sull’intera popolazione, un dirigente in più è quello che serve ineluttabilmente alla Provincia di Ferrara?”. E se lo chiederanno anche molti ferraresi, specialmente dopo aver letto le dichiarazioni di fuoco contro il decreto del governo postate su facebook proprio dalla presidente della Provincia, Marcella Zappaterra.
Marcella Zappaterra, espressione del PD locale, presidente del Cal (consiglio delle autonomie locali), tuonava fino a ieri contro l’esecutivo di Monti che “può già cominciare a nominare i commissari liquidatori degli enti locali. Dubito che gli amministratori rimangano ad aspettare di verificare il dissesto dei bilanci. Buona politica se ci sei batti un colpo”. Più o meno lo stesso tenore dei colleghi di partito e omologhi presidenti, che al proprio segretario Pierluigi Bersani rivolgevano un appello affinché “impedisca la macelleria delle autonomie locali”: “con questi tagli – riportava l’agenzia Asca – saremo costretti a ridurre i servizi ai cittadini e i tagli ai bilanci manderanno in dissesto gli enti, con la conseguente messa in mobilità dei dipendenti”.
Tra questi dipendenti sicuramente potrà sorridere invece il futuro vincitore del bando (deliberato lo scorso 5 giugno dalla giunta Zappaterra), che si potrà accontentare di qualcosa come 90mila euro, seguendo i canoni delle tabelle fornite dal servizio gestione umane dell’amministrazione. Non è la prima volta che la giunta Zappaterra finisce sulla cronaca per incarichi definiti quantomenogenerosi dalle opposizioni. Già Il Fatto Quotidiano.it aveva parlato della portavoce della presidente, remunerata con 60mila euro l’anno “per la cura della posta elettronica e dell’agenda della presidente” (che, per inciso, già dispone di due segretarie in ufficio), come sintetizzò nell’occasione un altro esponente Idv, Alessandro Rorato.
Ora arriva questa nuova ventata occupazionale, nonostante il verbo della spending review ammonisca gli enti pubblici a ridurre in misura non inferiore al 20% l’organico dei dirigenti. Vero è che il bando è stato indetto prima del decreto ancora in via di approvazione (la deliberazione del Castello numero 127/41769 risale allo scorso 5 giugno), ma indire un concorso del genere per un ente “a rischio” da più di un anno (già l’anno scorso si parlava dell’abolizione delle Province) appare quantomeno poco lungimirante. Tanto che Liana Barbati fa notare perplessa che “tagliano Province e posti di lavoro, ma Ferrara assume dirigenti”.
Eppure di contro esempi virtuosi ce ne sono. Ultimo in ordine di tempo, lo scorso 27 giugno, la revoca di un concorso similare voluta dall’assemblea legislativa regionale. L’annullamento, sottolinea la dipietrista, venne motivato sulla base dello “specifico contesto istituzionale di grave crisi economico finanziaria che sempre più richiede, in attuazione a politiche di rigore nella spesa pubblica, l’adozione di misure di contenimento di costi per la gestione del personale’, oltre che ‘le misure di riassetto dei livelli istituzionali decise con recenti provvedimenti legislativi nazionali dovranno trovare applicazione in specifiche normative regionali, avviando così possibili processi di ridefinizione organizzativa delle strutture regionali’”.
“A che scopo, mi chiedo e chiedo alla Presidente Marcella Zappaterra, assumere per licenziare – conclude la Barbati -? A meno che, non si proceda poi semplicemente spostando il neo assunto da un posto all’altro. In ogni caso, l’inopportunità di quest’azione, resta. Rischiamo di avere più dirigenti che Province, arrivando davvero al paradosso nella Pubblica Amministrazione”.

Premesso
- che è stato bandito da questo ente un concorso pubblico, per esami, per la copertura di un posto di dirigente a tempo indeterminato - area tecnica - settore tecnico, con scadenza il 19 luglio 2012;
- che ormai da molto tempo si discute di una riduzione del numero delle Province, e Ferrara sembra essere tra quelle che spariranno;
- che con l’ultimo decreto sulla c.d. “spending review” è stata oltretutto prevista una riduzione di almeno il 20% dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni;
- che la Regione Emilia Romagna ha revocato una procedura selettiva pubblica per la copertura di una posizione della qualifica unica dirigenziale vacante nell'organico del personale dell'Assemblea legislativa “Area supporto al processo legislativo ed amministrativo” approvata con determinazione n. 508/2011, “..considerato lo specifico contesto istituzionale di grave crisi economico finanziaria che sempre più richiede, in attuazione a politiche di rigore nella spesa pubblica, l'adozione di misure di contenimento di costi per la gestione del personale”;
interpella codesta Amministrazione per sapere
- se la Presidente della Provincia ritenga opportuna questa assunzione di un dirigente in più a tempo indeterminato in un momento in cui il taglio delle Province appare quasi certo, e in cui i tagli gravano sull’intera popolazione, senza contare le spese che i comuni del ferrarese si stanno trovando a fronteggiare a causa della disastrosa ondata sismica i cui effetti sono ben lungi dall’esaurirsi.
26 giugno 2012
Disagi e disservizi al Reparto di Ostetricia e Ginecologia del Nuovo ospedale S.Anna di Cona. Presentata da Liana Barbati (IDV) un'interrogazione in Regione.

La mancata apertura dei diversi blocchi del Reparto (sala parto, sala travaglio, neonatologia, ambulatorio gravidanza a rischio, ambulatorio gravidanza a termine, ambulatorio ecografico e pronto soccorso ginecologico), ha generato difficoltà nell’accedere alle cure da parte delle gestanti, nonché disfunzioni organizzative al personale medico sanitario. I problemi riscontrati sono stati ripetutamente segnalati da pazienti come dai dipendenti dell’ospedale, nonché riportati sulla stampa locale.
“Secondo quanto denunciato, le partorienti sarebbero state trasferite in una sala operatoria del Reparto di Chirurgia (allestito per l’occasione in tutta fretta e nel dubbio rispetto delle buone pratiche organizzativo - logistiche), l'attività ambulatoriale svolta in spazi ricavati in aree della degenza e l'attività di pronto soccorso ginecologico sarebbe avvenuta presso il pronto soccorso generale”, dichiara la capogruppo Idv in Regione Liana Barbati. Inoltre “le motivazioni della mancata attivazione del Reparto di Ostetricia e Ginecologia appaiono oscure e non comunicate al personale medico ed infermieristico che si è trovato ad operare nella totale mancanza di informazioni e comunicazioni da parte della Direzione ospedaliera con inevitabili ripercussioni sull'efficienza del servizio offerto ai pazienti”, prosegue la consigliera regionale.
“A tal proposito il gruppo regionale Idv ha depositato un’interrogazione a risposta immediata per avere dell’assessore competente e dalla Giunta chiarimenti in merito alla mancata entrata in funzione del Reparto, e alle annesse responsabilità. Vorremmo inoltre sapere se e quali misure si intenda adottare in futuro e indicativamente entro quali termini – e soprattutto – se siano previsti indennizzi per quei pazienti che hanno subito gravi e comprovati disagi all’interno dei suddetti reparti”.
Ufficio Stampa regionale Italia dei Valori
16 giugno 2012
Nuovo ospedale s.Anna: reparto di ostetricia con sala travaglio e sala parto non agibili?
In questi giorni le cronache locali hanno dato la notizia del primo nato al nuovo Ospedale S.Anna di Cona. La notizia è di buon auspicio per il futuro del nuovo ospedale ma pare che qualcosa ancora non funzioni a dovere.
Sembrerebbe infatti che il trasferimento del Reparto di Ostetricia sia avvenuto senza che la Sala travaglio e la Sala parto abbiano ottenuto le necessarie autorizzazioni. Le partorienti verrebbero quindi dirottate in sala operatoria in uno spazio allestito in tutta fretta. Anche gli ambulatori del reparto sarebbero privi di autorizzazione ed i medici costretti ad utilizzare gli spazi delle degenze.
Ora, se quanto sopra venisse confermato, ci troveremmo di fronte ad un fatto molto grave. Non vorremmo che la fretta di effettuare il trasloco a tutti costi avesse giocato un altro brutto scherzo alla Direzione del nuovo S.Anna, dopo il clamoroso flop dell'ottobre dello scorso anno.
Ci auguriamo di essere smentiti dal Dr. Rinaldi.
Italia dei Valori Ferrara
Sembrerebbe infatti che il trasferimento del Reparto di Ostetricia sia avvenuto senza che la Sala travaglio e la Sala parto abbiano ottenuto le necessarie autorizzazioni. Le partorienti verrebbero quindi dirottate in sala operatoria in uno spazio allestito in tutta fretta. Anche gli ambulatori del reparto sarebbero privi di autorizzazione ed i medici costretti ad utilizzare gli spazi delle degenze.
Ora, se quanto sopra venisse confermato, ci troveremmo di fronte ad un fatto molto grave. Non vorremmo che la fretta di effettuare il trasloco a tutti costi avesse giocato un altro brutto scherzo alla Direzione del nuovo S.Anna, dopo il clamoroso flop dell'ottobre dello scorso anno.
Ci auguriamo di essere smentiti dal Dr. Rinaldi.
Italia dei Valori Ferrara
31 maggio 2012
No alla parata per il 2 Giugno. La priorità è aiutare la popolazione dell'Emilia Romagna colpita dal terremoto

come sapete fin dalle prime ore immediatamente successive al nuovo sisma che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna, l’Italia dei Valori ha chiesto che la tradizionale parata del 2 giugno non si svolgesse e di destinare le somme che sarebbero state spese per quell’evento alla ricostruzione delle zone terremotate.
Antonio Di Pietro ha detto “ E una follia sperperare tanti soldi per la parata militare del 2 Giugno. In un momento così difficile per il nostro paese flagellato in queste ore dal terremoto, è opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Repubblica.”
La posizione espressa dal Presidente Di Pietro non è contraria ad uno stato che celebra con orgoglio la propria storia, ma ritiene che tali celebrazioni non solo non si possano svolgere, ma siano contrarie ad ogni senso logico e agli stessi principi per i quali la Repubblica Italiana è nata, quando in una delle sue regioni sono appena morte 24 persone, ci sono migliaia di sfollati costretti a dormire in strada privi di tutto, e ovunque sono presenti tonnellate di macerie fumanti che fino a qualche ora prima erano case, aziende o monumenti storici molto antichi.
Non si può dimenticare oggi che la nostra repubblica è nata dalle macerie e dai lutti prodotti dalla guerra e dalla dittatura. Macerie di cui l’Italia era piena anche il 2 giugno del 1946. I padri costituenti, se fossero qui oggi, non esiterebbero un solo minuto a fare quello che è già stato fatto nel 1976 in occasione del tragico terremoto del Friuli. Disdire la parata che per quanto dimessa possa essere, rimane una celebrazione in assoluto contrasto con la sofferenza che si vive in Emilia Romagna dove la terra continua purtroppo a tremare.
Poiché, purtroppo, la parata militare sfilerà regolarmente il 2 giugno lungo via dei Fori Imperiali a Roma, bruciando due preziosi milioni di euro che potevano essere destinati alla ricostruzione, Antonio Di Pietro ha sentito il dovere di dire che “l’Italia dei Valori non andrà alla parata, ma il 2 giugno sarà con le popolazioni dell’Emilia Romagna, perché alla parata militare preferiamo un gesto di solidarietà”.
E’ molto importante che chi è in grado di farlo, il 2 giugno celebri la festa della Repubblica aiutando chi in questo momento soffre, anche semplicemente con la propria presenza o con una parola di conforto.
E’ per questo che invito tutti ad essere presenti insieme a me nelle zone della nostra regione colpite dal territorio, e a festeggiare con loro i veri valori della Repubblica tra i quali la solidarietà nei confronti di chi soffre è al primo posto.
On. Silvana Mura
Segretario regionale Italia dei Valori Emilia Romagna
19 maggio 2012
Attentato di Brindisi. Lo sdegno e la ferma condanna dell'Italia dei Valori. Mobilitazione per dire no alla violenza ed alla logica del terrore.
L'Italia dei Valori esprime profonda indignazione e condanna fermamente il vile attentato che questa mattina ha colpito l'Istituto professionale “Morvillo – Falcone” di Brindisi, provocando la morte di una giovane studentessa ed il ferimento di numerosi ragazzi.
Anche se saranno le indagini ad individuare gli autori dell'attentato, aleggia il pesante sospetto che la matrice del folle gesto sia di natura mafiosa. Colpire una scuola, uccidere e ferire i suoi giovani studenti ha un significato di estrema gravità e barbarie.
Sia ben chiaro a chi si oggi è macchiato le mani di sangue che lo Stato, le Istituzioni democratiche, i cittadini onesti non si faranno intimidire dalla violenza mafiosa criminale e che tutti insieme porteranno in ogni angolo del Paese i valori della legalità, della civile convivenza e il nome di Melissa Bassi, l'ultima vittima innocente della follia mafiosa.
L'Italia dei Valori si stringe attorno agli studenti dell'Istituto Morvillo-Falcone ed in particolare ai ragazzi feriti ed ai famigliari della giovane Melissa.
L'Italia dei Valori di Ferrara parteciperà al presidio di solidarietà alle vittime dell'attentato di Brindisi che si terrà oggi pomeriggio alle 18 in piazza Trento Trieste.
Ufficio stampa Italia dei Valori di Ferrara
Anche se saranno le indagini ad individuare gli autori dell'attentato, aleggia il pesante sospetto che la matrice del folle gesto sia di natura mafiosa. Colpire una scuola, uccidere e ferire i suoi giovani studenti ha un significato di estrema gravità e barbarie.
Sia ben chiaro a chi si oggi è macchiato le mani di sangue che lo Stato, le Istituzioni democratiche, i cittadini onesti non si faranno intimidire dalla violenza mafiosa criminale e che tutti insieme porteranno in ogni angolo del Paese i valori della legalità, della civile convivenza e il nome di Melissa Bassi, l'ultima vittima innocente della follia mafiosa.
L'Italia dei Valori si stringe attorno agli studenti dell'Istituto Morvillo-Falcone ed in particolare ai ragazzi feriti ed ai famigliari della giovane Melissa.
L'Italia dei Valori di Ferrara parteciperà al presidio di solidarietà alle vittime dell'attentato di Brindisi che si terrà oggi pomeriggio alle 18 in piazza Trento Trieste.
Ufficio stampa Italia dei Valori di Ferrara
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