Elezioni Europee 2014

12 giugno 2008

Il dibattito politico sulle intercettazioni telefoniche



Quello sulla riforma della normativa sulle intercettazioni è un dibattito di fondamentale importanza, dovrebbe servire innanzitutto a far comprenderne la pericolosità del disegno di legge paventato: ridurrebbe notevolmente la possibilità per i magistrati di indagare su pedofilia, concussione, corruzione, criminalità economica, usura, estorsione e tanti altri reati.
Il ministro ombra Pd della Giustizia Lanfranco Tenaglia risponde alle critiche di "tentennamento" lanciate da Di Pietro al PD affermando che " Sia per la limitazione dello strumento di indagine, sia per la necessità di tutelare il diritto di cronaca, noi agiremo in Parlamento quando conosceremo la proposta per fare una buona legge che costituisca equilibrio tra i diritti coinvolti (riservatezza, esercizio dell`azione penale e diritto di cronaca), che vanno tutti allo stesso modo considerati e tutelati ".
Ed è proprio qui che sbaglia. Se andassero considerati tutti allo stesso modo allora avrebbe perfettamente ragione il Presidente del Consiglio a volerle ridurre nella portata senza eliminarle. E’ vero che i diritti costituzionalmente garantiti vanno pesati e bilanciati tra loro, ma non è affatto vero che abbiano tutti lo stesso peso!
E' bene ricordare come l'utilizzazione dello strumento delle intercettazioni sia già sottoposto a importanti limiti dal nostro ordinamento, come per esempio l'esistenza di gravi indizi di reato ed anche la loro assoluta indispensabilità ai fini della prosecuzione delle indagini. Tali limiti vanno tenuti in considerazione in quell'opera di bilanciamento dei diritti e vanno certamente a pesare sul piatto della preservazione della privacy piuttosto che su quello dell'accertamento della verità.
E’ impossibile poi non notare come in un periodo in cui il problema della sicurezza sembra così sentito non solo dalla gente comune che lo scorso aprile ha premiato i partiti che nei loro programmi gli dedicavano ampio spazio, ma anche dall’attuale governo che ogni giorno si affanna ad annunciare norme sempre più pesanti nei trattamenti sanzionatori, lo stesso governo proponga con la medesima precipitazione un provvedimento che certamente va nel senso opposto restringendo notevolmente le facoltà investigative di magistratura e polizia.
Concludo con una riflessione, ricordando un caso recentissimo: se fosse stata già in vigore la legge sulle intercettazioni i cittadini italiani non avrebbero neppure conosciuto i crimini compiuti nella 'clinica degli orrori' di Milano e sarebbero stati potenziali pazienti dei medici arrestati.
Il giorno degli arresti delle 12 persone accusate di aver compiuto per anni operazioni inutili e dannose solo per ottenere rimborsi dalla regione truffando il sistema sanitario, lo stesso pm che ha diretto l’indagine si è sfogato sostenendo che l'uso delle intercettazioni è stato "fondamentale" per lo svolgimento dell'inchiesta.

di Pierpaolo Indino (Area tematica Giustizia, I.D.V. Ferrara)

07 giugno 2008

A Ferrara si realizzi un fronte comune bipartisan a difesa dell'Ospedale di Cona e contro il blocco dei finanziamenti vuluto dal Governo Berlsconi


Il Partito dell’Italia dei Valori è fortemente preoccupato per il futuro dell’ospedale di Cona dopo la decisione del Governo di cancellare i finanziamenti destinati alla sua ultimazione.
Se questo provvedimento verrà confermato, Ferrara rischia seriamente di non veder mai più ultimato il suo ospedale. Non un semplice ospedale cittadino ma un centro di eccellenza sanitaria d’importanza regionale deputato a servire un ampio bacino di utenza.
Un taglio cruento di risorse finanziarie, quello voluto dal Governo, che si ripercuoterà negativamente sulla salute di migliaia di persone e sul sistema sanitario di un’intera Provincia.
E’ questo uno dei primi “effetti collaterali” dell’abolizione dell’ICI sulla prima casa che, non c’è ombra di dubbio, si abbatterà come un macigno su Enti Locali e cittadini.
L’Italia dei Valori di Ferrara ha già attivato i suoi Parlamentari affinché venga scongiurato il blocco dei finanziamenti ed auspica che si costituisca al più presto un fronte comune politico-istituzionale a difesa dell’Ospedale di Cona che coinvolga tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, del nostro territorio.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

Cancellati dal Governo i finanziamenti all'INAIL per l'ospedale di Cona. Lettera aperta ai Parlamentari IDV eletti in Emilia Romagna


All'Onorevole Silvana Mura
Al Senatore Luigi Li Gotti
ROMA

Illustrissimi Onorevoli,

è di oggi la notizia che il Governo Berlusconi, all'atto della conversione in Legge del D.L. 27 maggio 2008, n. 93 recante “disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”, ha abrogato la parte del "decreto mille proroghe" che prevedeva lo stanziamento di 60,7 milioni di euro a favore dell’INAIL per il completamento del nuovo ospedale di Ferrara (meglio conosciuto come Ospedale di Cona).

Per non abusare del vostro prezioso tempo, vi risparmio la lunga elencazione delle vicissitudini che hanno accompagnato fino ad oggi la realizzazione del nuovo ospedale ferrarese. Un solo dato fra tutti: la posa della prima pietra ebbe la benedizione di Papa Wojtyla nel lontano 1990!

Nei mesi scorsi, grazie soprattutto alle sollecitazioni politiche ed istituzionali di Regione, Provincia e Comune, il cantiere aveva ripreso la sua attività a pieno ritmo; il termine dei lavori era previsto per la fine del 2009.

Ora, inaspettata, arriva la doccia fredda del blocco dei finanziamenti!

Se questo provvedimento verrà confermato, Ferrara rischia seriamente di non veder mai più ultimato il suo ospedale. Non un semplice ospedale cittadino ma un centro di eccellenza sanitaria di importanza regionale deputato a servire un ampio bacino di utenza.

Un taglio cruento di risorse finanziarie, quello voluto dal Governo, che si ripercuoterà negativamente sulla salute di migliaia di persone e sul sistema sanitario di un’intera Provincia.

In altre parole, il provvedimento del Governo è destinato ad essere uno dei primi “effetti collaterali” dell’abolizione dell’ICI sulla prima casa che, non c’è ombra di dubbio, si abbatterà come un macigno su Enti Locali e cittadini.

Ebbene, mi rivolgo a Voi, stimati Parlamentari dell’Italia dei Valori eletti in Emilia Romagna, esortandovi a prendere le difese dell’Ospedale di Cona e ad attivarvi nelle opportune sedi politiche ed istituzionali affinché venga riammesso il finanziamento necessario all’ultimazione dei lavori.

Sarebbe pertanto estremamente significativa una vostra presa di posizione pubblica, importante segnale di fattiva vicinanza a cittadini ed istituzioni locali in un momento di grande incertezza per il futuro della sanità ferrarese.

Vi ringrazio per l’attenzione e vi porgo distinti saluti.

Ferrara, 6 giugno 2008

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

04 giugno 2008

Un ennesimo incidente al petrolchimico di Ferrara. Fatalità o cattiva manutenzione degli impianti?


Sono ormai numerosi gli incidenti che negli ultimi anni si sono verificati nel petrolchimico di Ferrara.
Quello di ieri, che ha causato la fuoriuscita di una fitta nube di fumo nero, non è che l’ultimo di una lunga serie.
L’Italia dei Valori, di fronte a questi ripetuti episodi, non può che esprimere forte preoccupazione e si chiede se tali “incidenti” non siano frutto di una cattiva manutenzione degli impianti del petrolchimico.
Pertanto, in relazione a quanto è accaduto ieri nel petrolchimico di Ferrara, l’Italia dei Valori chiede ad ARPA e U.S.L. che sia fatta piena luce sulle cause dell’incidente e sulle conseguenze, con particolare riferimento alla natura delle emissioni in atmosfera, ai rischi per la popolazione ed alle responsabilità in capo al gestore dell’impianto.


Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori – Di Pietro, Ferrara)

29 maggio 2008

Ricorso al TAR da parte di Hera s.p.a.. Opportuna ma tardiva l’alzata di capo del Sindaco. Occorre rivedere il ruolo di HERA in Comune di Ferrara.


Si potrebbe dire “meglio tardi che mai”, riferendosi all’alzata di capo del Sindaco dopo l’annuncio di Hera di ricorrere al TAR contro i limiti imposti dalla Provincia al funzionamento del nuovo inceneritore di Via Diana.
Ma l’indignazione del primo cittadino giunge fuori tempo massimo e non ci pare sufficiente a scalfire minimamente l’atteggiamento arrogante e di scarso tatto istituzionale di un’azienda che, chiamata a svolgere un servizio pubblico, dimostra invece di rispondere unicamente alle logiche del profitto.
Comunque sia, l’Italia dei Valori sostiene la presa di posizione del Sindaco e si augura che essa sia genuina e non frutto di una “suggestione” indotta dall’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale del 2009.
Chiediamo quindi al Sindaco e soprattutto al suo successore di rivedere il ruolo di Hera in Comune di Ferrara, visto che dalla fusione di Agea s.p.a. nell’holding bolognese i ferraresi non hanno tratto vantaggi in termini di qualità dei servizi e di equità delle tariffe.
In seconda battuta, chiediamo che vangano intraprese azioni concrete volte a ridurre drasticamente, attraverso la raccolta differenziata “porta a porta”, la quantità di rifiuti destinati all’inceneritore di Via Diana.
Infine, coerentemente con la nostra adesione al Comitato per l'acqua pubblica, chiediamo al Sindaco ed alla Giunta, vista l'inaffidabilità di Hera, di essere conseguente con le proprie dichiarazioni e di riportare sotto il totale controllo pubblico la gestione dell'acqua, un bene comune che non può essere oggetto di privatizzazione e fonte di utili.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori - Di Pietro, Ferrara)

25 maggio 2008

Adriano Orlandini salva la giunta Tuzet


Non occorrono molte parole per commentare e condannare il grave voltafaccia di Adriano Orlandini che, eletto nel centro-sinistra, con il suo voto determinante ha salvato il Sindaco Tuzet e la sua Giunta di centro-destra dalla sfiducia politica del Consiglio Comunale di Cento.
Basterebbe solo dire che martedì sera a Cento è andato di scena il teatro dell’assurdo, protagonista assoluto colui che nemmeno due anni fa si era presentato agli elettori come candidato sindaco per il centro-sinistra e che ora ha votato a favore del centro-destra.
L’Italia dei Valori, che insieme ai Partiti dell’Unione di centro-sinistra aveva sostenuto con convinzione la candidatura a sindaco di Adriano Orlandini, esprime forte rammarico e delusione per l’esito del voto in Consiglio Comunale di martedì sera.
Non c’è dubbio e non ci sono attenuanti; Adriano Orlandini ha tradito i Partiti che l’hanno sostenuto nella corsa a Sindaco di Cento e, cosa ancor più grave, ha voltato le spalle agli elettori del centro-sinistra che l’hanno votato. Coerenza vorrebbe quindi che Orlandini prendesse atto del suo grave errore politico e che rassegnasse le dimissioni dalla carica di Consigliere Comunale eletto da coloro che, a quanto pare, egli non rappresenta più.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori – Di Pietro di Ferrara)

23 maggio 2008

I trent'anni della Legge 194


In questi giorni ricorre il trentennale dell’entrata in vigore della Legge 22 maggio 1978, n.194, recante “norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. La Legge 194 ha rappresentato una conquista di civiltà per milioni di donne ed ha contribuito in maniera determinante a sconfiggere la drammatica piaga dell’aborto clandestino, causa di un elevato tasso di mortalità femminile oltre che di indicibili sofferenze fisiche e psicologiche; dal 1982, inoltre, ha ridotto il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza del 44%.

Malgrado ciò e sebbene la Legge 194 abbia dimostrato di saper rispondere pienamente alle esigenze di tutela della salute delle donne, del loro diritto all’autodeterminazione e ad una maternità consapevole e responsabile, ora come non mai è oggetto di un attacco concentrico ad opera delle alte gerarchie vaticane e di numerosi esponenti del centro-destra.

L’Italia dei Valori-Di Pietro si schiera con convinzione a difesa della Legge 194 e per questa ragione ha presentato un Ordine del Giorno, che verrà discusso nel Consiglio della Circoscrizione di Via Bologna, nel quale si chiede che, attraverso le opportune vie istituzionali e politiche, sia data piena applicazione della Legge 194 e che in particolare:

1. sia rafforzato il ruolo dei consultori pubblici istituiti ai sensi dell’art.2 c.1 lett. A della Legge 29.07.75 n.405, attraverso l’adeguata dotazione di personale medico e paramedico;

2. siano superate le difficoltà derivanti dall’esercizio dell’obiezione di coscienza dei medici (a Ferrara, l’85% dei medici ginecologi sono obiettori – fonte UDI Ferrara);

3. sia resa pienamente disponibile nelle strutture sanitarie della Provincia di Ferrara la pillola RU 486;

4. sia intrapresa nelle scuole una capillare attività d’informazione ed educazione sui temi della sessualità, della tutela della salute e della contraccezione.


Massimiliano Fiorillo, vice presidente della Circoscrizione “Via Bologna”

24 aprile 2008

L’Italia dei Valori appoggia i referendum di Beppe Grillo sull'informazione


Il 25 aprile gli “amici di Beppe Grillo” organizzeranno a Ferrara ed in tutta Italia banchetti adibiti alla raccolta delle firme per tre referendum per una libera informazione e plurale. I referendum chiedono l'abolizione dell'ordine dei giornalisti, del finanziamento pubblico all'editoria e della legge Gasparri sulle radiotelevisioni.
L’Italia dei Valori ha deciso appoggiare questi referendum perché crede che non possa esistere uno Stato democratico in assenza di un’informazione pluralista e libera da interessi economici e di partito.
La vittoria del centrodestra è stata possibile anche grazie alla proprietà di tre televisioni e del gruppo Mondadori da parte di Silvio Berlusconi. Il centro sinistra ha commesso molti errori, ma il più grave è stato di non aver fatto una legge sul conflitto di interessi per adeguarsi alle altre democrazie occidentali. Oggi ne paga le conseguenze.
Il centro destra dispone, dal giorno dopo le elezioni, di sei televisioni nazionali su sette. Tutte nelle mani di una sola persona.
Per queste ragioni l’Italia dei Valori di Ferrara invita i propri iscritti e simpatizzanti a recarsi il 25 aprile ai banchetti organizzati dagli amici di Beppe Grillo per firmare per i referendum sull’informazione.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori - Di Pietro, Ferrara)

16 aprile 2008

A Ferrara l'Italia dei Valori raddoppia i voti ed ora nessuno può far finta che non esistiamo


L’exploit elettorale dell’Italia dei Valori, che a Ferrara ha raddoppiato i voti rispetto al 2006, non è bastato a contrastare la logica populista di Silvio Berlusconi e l’egoismo intollerante e prepotente dei leghisti.
Convinti che con le elezioni del 13 e 14 aprile il Paese abbia perso una grande occasione di crescita su tutti i versanti, noi dell’Italia dei Valori chiediamo ora al PD un’opposizione in Parlamento rigorosa, senza sconti a Berlusconi ed inciuci. I 42 Parlamentari dell’Italia dei Valori faranno la loro parte e non si presteranno in nessun modo ad accordi con Berlusconi tali da snaturare il senso degli impegni presi con gli elettori.
D’ora in avanti il PD non potrà più far finta che l’Italia dei Valori non esista e
pertanto rivendichiamo, con lo sguardo già rivolto alle Amministrative del 2009, maggiore considerazione e rispetto, soprattutto a livello locale dove le distanze da colmare tra i due Partiti sono ancora ampie.

Massimiliano Fiorillo
(Segretario Provinciale Italia dei Valori - Di Pietro, Ferrara)

10 aprile 2008

L'unico voto utile. Quello dato all'Italia dei Valori.


In questi giorni i candidati del Pdl stanno fornendo una chiara dimostrazione della loro vera natura.

Berlusconi ha dichiarato che: "Il pubblico accusatore dovrebbe essere sottoposto periodicamente a esami che ne attestino la sanità mentale", non da meno le affermazioni di Marcello Dell'Utri che definisce Vittorio Mangano, condannato all’ergastolo per 2 omicidi, “un eroe".
Nelle liste del Pdl ci sono condannati, indagati, prescritti e rinviati a giudizio.

L’Italia dei Valori è l’unico partito ad aver candidato solo persone incensurate. Questa è la nostra risposta alla legge "porcellum" che ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliere il candidato.

Il voto all’Italia dei Valori è l’unico voto VALIDO per i cittadini onesti.

31 marzo 2008

L'On. Antonio Di Pietro a Ferrara


L'On. Antonio Di Pietro sarà a Ferrara il 3 aprile alle ore 9.30 presso il Ristorante del Teatro Nuovo di Piazza Trento Trieste per incontrare i cittadini e gli organi d'informazione. La conferenza stampa pubblica sarà trasmessa su due maxiscermi collocati in piazza Trento Trieste presso il Gazebo dell'Italia dei Valori. Inoltre potrà essere seguita in diretta su Skypecast. (clicca qui)

15 marzo 2008

Politiche 2008: presentazione dei candidati ferraresi e del programma dell'I.D.V.


L’ITALIA DEI VALORI ha scelto di sostenere la candidatura a premier di Walter Veltroni e quindi di correre in apparentamento con il P.D.
Una scelta che nasce dalla condivisione del programma politico del candidato premier, alla cui scrittura l’ITALIA DEI VALORI vi ha contribuito con proposte ed idee. In esso sono state riconosciute questioni per noi importanti ed irrinunciabili, prima tra tutte quelle attinenti l’etica in politica ed il rispetto della legalità. Risultato di ciò è l’aver accettato regole comuni per la non candidabilità di persone condannate con sentenze passate in giudicato e per favorire il ricambio generazionale della classe politica, privilegiando le donne ed i giovani.
L’ITALIA DEI VALORI è per una politica del fare, una politica che sappia cioè compiere scelte per il bene del Paese, che sappia esprimere un governo stabile in grado di decidere senza dover sottostare a contrapposizioni interne alla coalizione, a veti incrociati ed a ricatti. Un clima, questo, che ha caratterizzato il passato esecutivo e che ha reso estremamente difficile l’azione di governo.
Noi dell’ITALIA DEI VALORI siamo ancora tra quelli che credono nell’importanza dell’unitarietà delle forze di centro-sinistra ma riteniamo che il percorso di aggregazione e di condivisione di un progetto politico comune debba riguardare forze politiche omogenee, non condizionate da barriere ideologiche e da egoismi di partito.
Ha fatto bene Walter Veltroni ad abbandonare l’idea dell’autosufficienza perché l’alleanza con l’ITALIA DEI VALORI rappresenta per il PD un’energia aggiuntiva per battere il centro destra di Berlusconi. Avremmo potuto correre da soli ottenendo sicuramente un migliore risultato elettorale, ma è prevalso in noi il senso di responsabilità, lo spirito unitario e l’interesse per il Paese.
Ne è nato quindi un patto tra ITALIA DEI VALORI e PD che, a testimonianza della volontà di intraprendere un percorso politico-programmatico comune, porterà alla creazione di un gruppo parlamentare unico.
Questo non significa che ITALIA DEI VALORI si scioglie, anzi, semmai sarà il contrario.
ITALIA DEI VALORI infatti continuerà ad esistere ed a portare avanti le sue battaglie che riguardano questioni importantissime per la democrazia, per lo sviluppo del paese e per il bene comune.
Legalità, giustizia, pluralismo e libertà d’informazione, soluzione del conflitto d’interessi sono le nostre priorità nella prossima legislatura.
Faccio mie le parole di Leoluca Orlando quando dice che le elezioni del 13 e 14 aprile saranno una sorta referendum sui valori della legalità, dove i cittadini dovranno dire se vorranno un Paese ispirato ad un modello di sviluppo civile, sociale ed economico fondato sulla legalità, sul rispetto delle regole e delle persona, oppure l’Italia dei condoni che premiano i furbi, delle leggi ad personam, del precariato a tempo indeterminato; l’Italia di chi – ed è il caso di Silvio Berlusconi – assolve sul piano morale l’elusione e l’evasione fiscale.
Noi dell’ITALIA DEI VALORI abbiamo deciso quale paese vogliamo ed abbiamo fatto la nostra scelta di campo. Vogliamo una giustizia che assicuri la certezza della pena e processi più brevi. Noi crediamo in una magistratura autonoma ed indipendente, libera di poter esercitare il proprio ruolo senza l’interferenza della politica. Noi vogliamo un parlamento senza condannati ed una legge uguale per tutti.
Altra emergenza democratica di questo paese è rappresentata dal conflitto d’interessi; il più macroscopico è quello in capo a Silvio Berlusconi, candidato alla guida del paese ed, al tempo stesso, detentore di uno strapotere mediatico.
Diretta conseguenza di ciò è un sistema dell’informazione distorto, sempre più piegato al volere della politica e dei poteri economici e che ha perso i connotati del servizio d’interesse pubblico e generale.
Una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti, esecuzione sentenza europea su Europa 7 e spostamento di Rete 4 sul satellite, limite di una sola rete per i concessionari privati - come Mediaset, abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria sono le nostre proposte per un’informazione plurale e libera.
Naturalmente l’impegno e l’attenzione dell’ITALIA DEI VALORI riguarderà anche i classici temi della politica come il lavoro, con la lotta al precariato e il riconoscimento ai giovani si un reddito minino garantito; la sicurezza dei cittadini, non ultima quella sui luoghi di lavoro con l’applicazione sanzioni severe e maggiori controlli; la lotta agli sprechi nella P.A. e la riduzione dei costi della politica; il sostegno alle famiglie, con agevolazioni sulla prima casa per le giovani coppie ed il riconoscimento dei diritti alle unioni di fatto; la tutela dell’ambiente, attraverso politiche che incentivano l’uso di fonti energetiche rinnovabili ed il trasporto pubblico.
Ebbene, prima di passare alla presentazione dei candidati ferraresi, mi preme dire che ITALIA DEI VALORI sarà pertanto presente nella scheda elettorale con il proprio simbolo e propri candidati; quindi un voto dato all’ITALIA DEI VALORI è un voto dato a sostegno di Walter Veltroni e per il buon governo del Paese.

Segue la presentazione dei singoli candidati.

Camera dei Deputati (capolista Antonio Di Pietro)

9° GROPPI Roberto
16° MARCHESINI Alessandro
28° MONESI Federico
31° VICENTINI Valerio

Senato della Repubblica (capolista Luigi Li Gotti)

7° MANZAN Paola
16° MELAGRANI Stefano
18° RUSSO Roberta

Massimiliano Fiorillo
Segretario Provinciale I.D.V. – Ferrara

08 marzo 2008

Democrazia ed informazione

Per vedere il video clicca qui.

dal blog di Antonio Di Pietro

Ho deciso di denunciare all’autorità giudiziaria i componenti dell'Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni per il loro mancato intervento sull’attuale uso partigiano e criminoso delle televisioni. Mi riferisco all’attribuzione di spazi televisivi in modo prevalente a pochi fortunati esponenti di partito e all’esclusione quasi completa di altri, tra cui l’Italia dei Valori.
Una informazione falsata, come è quella attuale, sta trasformando delle libere elezioni in una farsa degna di Ceaucescu e di Pinochet. Senza una libera informazione non vi è democrazia, il risultato elettorale viene, come è ovvio, alterato.
L'Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni non ha mosso un dito per dare esecuzione alla sentenza europea su Europa7 e spostare Rete4 sul satellite e ha invece sanzionato Anno Zero per un supposto mancato contraddittorio. Quanti voti sposta la propaganda di Emilio Fede, un direttore di telegiornale abusivo, cantore a tempo pieno di un aspirante premier che è anche il suo padrone?
L'Authority non sta facendo il lavoro per il quale è pagata dai cittadini italiani: vigilare sull’informazione. La mia denuncia, purtroppo, non avrà un esito prima delle elezioni. In ogni caso, questa Authority va messa in discussione subito dopo le elezioni.
E’ ormai diventata la foglia di fico di un conflitto di interessi gigantesco tra politica e informazione, un vero pericolo per la democrazia.

Pubblico anche una mia dichiarazione video registrata questa mattina sull'argomento.

01 marzo 2008

Io Sostengo Italia dei Valori



Caro/a amico/a,
ti segnalo la nuova iniziativa "io sostengo l’Italia dei Valori"
Per avere tutte le informazioni al riguardo ti invito a visitare il sito http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/iosostengo/index.php, dove, se lo vorrai, potrai iscriverti gratuitamente e ricevere tra l’altro la Card del Sostenitore, la maglietta ed altro materiale informativo. Inoltre, potrai entrare a far parte del "Social Network dell’Italia dei Valori” e quindi creare gruppi locali e tenerti aggiornato sulle iniziative, sul materiale pubblicato, sui nuovi strumenti on line che ti consentiranno di partecipare all’attività del Partito.

“Io sostengo Italia dei Valori” è l’iniziativa per dare il tuo appoggio alle attività e alle battaglie di Italia dei Valori. Si tratta del tuo sostegno libero e spontaneo.

Ti ricordo che La Card del sostenitore non è una tessera di partito e non offre quindi i diritti di un tesserato. Se vuoi tesserarti vai alla pagina del tesseramento http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/idv/tesseramento_offline.php

Per tutte le informazioni relative all’attività dell’Italia dei Valori a Ferrara e Provincia puoi contattarmi:

• lasciando un messaggio ed il tuo recapito telefonico alla segreteria telefonica/Fax: 1782729676 * (sarai ricontattato)

• inviandomi una mail all’indirizzo massimiliano.fiorillo@italiadeivaloriferrara.it oppure info@italiadeivaloriferrara.it

• contattandomi su Skype ** al nome utente: masfior

Inoltre, puoi visitare il sito dell’Italia dei Valori di Ferrara, www.italiadeivaloriferrara.it e il blog http://italiadeivaloriferrara.blogspot.com/.

Grazie e spero di averti tra i sostenitori dell’Italia dei Valori.
Cordialmente.

Massimiliano Fiorillo
(Coordinatore Provinciale Italia dei Valori – Lista Di Pietro – Ferrara)



(* al solo costo di una chiamata urbana da tutta Italia)
(** per parlare gratis con gli utenti Skype, per videochiamare ed altro ancora, scarica gratuitamente Skype dal sito www.skype.it)

20 febbraio 2008

11 punti per cambiare l'Italia (clicca sull'immagine)

Clicca sull'immagine per ingrandirla oppure clicca sul titolo per andare alla pagina del programma politico dell'Italia dei Valori.

18 febbraio 2008

Ricambio generazionale, mancano i maestri.


Se ne parla tanto di ricambio generazionale… il mio punto di partenza è come sempre una sua definizione, sulla cui base costruirmi un’opinione il più possibile motivata.
Devo ammettere che è risultato piuttosto faticoso trovare una definizione che si confacesse alle mie aspettative, l’interpretazione che prevale del concetto è piuttosto tecnica e materiale ed è riassumibile con “processo di rinnovamento mediante il quale una popolazione sostituisce le perdite per decesso con le nascite”. Ok, già da questa definizione mi appare chiaro quanto questo concetto trovi scarsa applicazione nella realtà che mi circonda. La popolazione Italiana diventa ogni giorno che passa più vecchia e a questo concorrono più fattori: la diminuzione della fecondità, l’innalzamento dell’aspettativa di vita e la riduzione del tasso di mortalità.
Di per sé gli ultimi due fattori citati non possono che essere accolti con favore, certo sono indice di un progresso. La scienza, grazie ai continui e sorprendenti sviluppi tecnologici, ha consegnato nelle nostre mani innumerevoli strumenti di benessere e tutela della nostra salute.
Per quanto riguarda il primo fattore mi pare tuttavia di poter affermare che non rappresenti un indice di progresso ma al contrario di regresso, di progressivo annullamento.
Spero di non essere il solo a riconoscere la bellezza, la capacità di rinnovamento, la freschezza, l’incisività, il coraggio, l’audacia, la capacità di sognare che ci contraddistinguono in età giovanile. La frase “i giovani sono il nostro futuro” non è una banale affermazione, non è retorica, è la realtà oggettiva, sotto tutti i punti di vista. A volte mi pare che questa realtà sia sottovalutata. Non solo ci sono sempre meno giovani, ma, cosa ancora più grave, quegli stessi giovani vengono lasciati a sé stessi, demotivati, disincentivati, disillusi, bollati come “bambaccioni”, sfruttati in qualità di “consumatori” o “risorse umane”, malpagati, corrotti da modelli e stili di vita fasulli, non virtuosi, che ne annullano la capacità di sognare, di creare, di vivere. Sapete cos’è che manca veramente a un giovane? Manca la figura di un Maestro.
Mancano dei modelli da inseguire, mancano i genitori, mancano gli insegnanti, manca una classe dirigente responsabile che si faccia promotrice di quei principi che non hanno colore, perché in sé li contengono già tutti: l’onestà, la solidarietà, il senso civico, l’umiltà, il rispetto per il prossimo.

Federico Monesi - Giovani dell'Italia dei Valori di Ferrara

26 ottobre 2007

Scandali (già) dimenticati: SISMI-CSM, Telecom-SISMI, Scaramella-Mitrokhin


di Pierpaolo Indino
(Giovani dell'Italia dei Valori di Ferrara)

Lo scorso 3 luglio 2007 gli italiani cominciano ad apprendere da TV, giornali e internet della scoperta di un nuovo scandalo politico-istituzionale, di un ennesimo scandalo che segue quelli che negli ultimi mesi hanno ulteriormente scalfito la già vacillante credibilità della nostra politica e delle nostre istituzioni.
Come anche nei casi precedenti le notizie arrivano una dopo l’altra, frammentate, confuse tanto da non rendere l’idea della gravità dei fatti riportati. Il giorno dopo la situazione è più chiara: nell’ambito dell’inchiesta Telecom è avvenuto, in via Nazionale a Roma, il ritrovamento di un importante archivio. Si apre un inchiesta parallela alla prima in cui è indagato Pollari insieme all'ex funzionario del Sismi Pio Pompa per peculato e violazione della corrispondenza elettronica.
Ma andiamo per ordine: il 3 luglio Pio Pompa si presenta davanti ai pm di Roma che lo indagano insieme con l'ex direttore del servizio Nicolò Pollari per rendere delle dichiarazioni spontanee con l’evidente finalità di sminuire la vicenda.
L’indomani però, a pronunciarsi in risposta al funzionario del Sismi è proprio l’organo di autogoverno della Magistratura. Per il Csm, l'opera di intelligence nei confronti delle toghe “si è concretizzata non solo nella raccolta e nella schedatura di materiali noti o comunque pubblici, ma anche in un capillare monitoraggio delle attività dei movimenti e della corrispondenza informatica di magistrati, mediante forme di osservazione diretta o a opera di terzi non individuati”. Non solo. Il documento del Csm sottolinea: “sono stati posti in essere dal Sismi specifici interventi tesi a ostacolare e contrastare l'attività professionale o politico culturale dei magistrati e delle loro associazioni”. In particolare, scrive al riguardo il relatore della risoluzione, Fabio Roia, l'attività di intelligence da parte del Sismi – “che si è protratta in modo capillare e continuativo, fino al settembre 2003 e in modo saltuario fino al maggio 2006 fu oggetto di ripetute informazioni al direttore del servizio e sembra quindi riferibile al Sismi in quanto tale e non a suoi settori deviati come conferma del resto nella memoria depositata alla procura di Milano il 7 luglio del 2006 il coordinatore di questa attività, Pio Pompa”. Infine, a preoccupare il Consiglio superiore della magistratura è anche il fatto che l'opera di intelligence nei confronti di magistrati “si è talora svolta con la partecipazione o l'ausilio di appartenenti all'ordine giudiziario”. Da quanto emerge dalla risoluzione, quasi l'intera procura di Milano è citata nell'archivio segreto di via Nazionale. I nomi di alcuni magistrati compaiono in elenchi; mentre per altri ci sono schede che danno conto sopratutto dei rapporti intrattenuti con autorità politiche: è il caso di dei pm milanesi Armando Spataro e Stefano Dambruoso e di Domenico Gallo.
Spiati anche magistrati di Torino, Roma e Palermo. Una scheda è dedicata a Emmanuel Barbe, magistrato francese di collegamento presso il ministero della Giustizia. Si parla tra l'altro dei suoi legami con Violante, Di Pietro, Caselli, Bruti Liberati e Ignazio Patrone, allora presidente di Medel e segretario di Magistratura democratica. A quanto riferisce l'Ansa, ai magistrati delle sedi giudiziarie di Milano, Torino, Roma e Napoli si fa riferimento in appunti risalenti alla primavera-estate del 2001 riguardanti un “progetto di osservazione e intervento del Sismi su settori della magistratura definiti portatori di pensieri e strategie destabilizzanti e vicini ai partiti della passata maggioranza”. L'obiettivo era la “neutralizzazione di iniziative politico-giudiziarie , riferite direttamente a esponenti dell'attuale maggioranza di governo e di loro familiari (anche attraverso l'adozione di provvedimenti traumatici su singoli soggetti)”. La gran parte dei nomi dei pm milanesi (alcuni sono ancora in procura mentre altri c'erano all'epoca delle informative) compaiono in elenchi e schede di magistrati qualificati come “aree di sensibilità da sottoporre a osservazione e interventi di contrasto e dissuasione”.
I consiglieri del Csm citati sono soprattutto delle passate consiliature ( dell'attuale sono solo due Cesqui e Pepino, mentre tra i "vecchi" c'è l'attuale capo dell'Organizzazione giudiziaria di via Arenula Claudio Castelli)e la gran parte di loro è oggetto di attenzione per la loro appartenenza alla corrente di Magistratura democratica e a all'associazione europea di magistrati Medel (a cui Md aderisce) e che viene definita “il deus ex machina del movimento internazionale dei magistrati militanti”. Su Medel ci sono elenchi di tutte le organizzazioni e dei singoli magistrati che ne fanno parte: il più ricco del 2001 comprende 203 magistrati con relativi indirizzi di posta elettronica di 12 Paesi. Ma c'è anche un monitoraggio capillare delle attività e dei contatti e dei documenti dell'organizzazione, che avviene - sottolinea la risoluzione del Csm - “anche attraverso l'analisi dettagliata dei messaggi di posta elettronica diffusi nella lista (di carattere interno) dell'associazione”. Secondo il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro i rilievi del Csm nei confronti del Sismi dimostrano che “la magistratura viene messa sotto scacco dai poteri forti”.
Come scrive Marco Travaglio nell’articolo “Sismi-Telecom colpo doppio” inoltre, l'episodio più grave tra quelli finora emersi grazie alla scoperta dell’archivio segreto, è quello rivelato l’8 luglio scorso da Francesco Grignetti su la Stampa: il falso dossier di Pompa per screditare l'allora capo del Sismi, ammiraglio Gianfranco Battelli, poi sostituito dall'amico Nicolò Pollari. Un caso che fa il paio con quello gemello avvenuto in casa Telecom negli stessi giorni dell'estate 2001: la prima estate del secondo governo Berlusconi. Anche lì si trattava di epurare la vecchia guardia per rimpiazzarla con la “banda Tavaroli”, gemellata col Sismi tramite Marco Mancini. E anche lì non si esitò a ricorrere al falso per agevolare il cambio della guardia: una finta microspia nell'auto dell'amministratore delegato Enrico Bondi screditò i vecchi 007, prontamente rimpiazzati dagli uomini di Tavaroli.
Nell'agosto 2001 ( si è da poco concluso il “famoso” G8 ) Pompa produce «report» e, in una bozza di uno di quest’ultimi, fa nome e cognome di Battelli affermando che l'allora capo del Sismi avrebbe addirittura «costituito una ristretta task force con il compito di produrre le prove circa la presenza di estremisti di destra negli incidenti di Genova». In pratica l'ammiraglio infedele starebbe trescando con l'ex maggioranza ulivista per sabotare il governo di centrodestra fabbricando una pista nera (Forza Nuova al posto dei No global) dietro ai Black Bloc «con l'intento di alleggerire la posizione di difficoltà dell'opposizione offrendole argomenti in grado di accrescerne il potere contrattuale nei confronti del governo, costringendolo a mediare sulle decisioni che investono i vertici di polizia e dei servizi di sicurezza».
L'appunto, fondato sul nulla, è della fine di agosto del 2001. Il 27 settembre Berlusconi decapita i servizi: al Sismi esce Battelli ed entra Pollari, con Pompa al seguito.
La vicenda sopra riassunta è evidentemente logicamente collegata e successiva ad un altro scandalo che negli ultimi anni ha sporcato la nostra penisola: i rapporti illeciti fra la sicurezza Telecom e ancora una volta i nostri servizi segreti militari.
Lo scandalo Telecom-Sismi, relativo alle intercettazioni illegali effettuate da alcuni responsabili di Telecom Italia, è scoppiato nel settembre 2006, con gli arresti di vari dipendenti di Telecom, di poliziotti e di militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Tra gli arrestati, Marco Mancini (arrestato anche in relazione al sequestro di Abu Omar), ex numero due del Sismi, Giuliano Tavaroli, ex manager di Telecom, ed Emanuele Cipriani, investigatore (quest'ultimo parrebbe implicato anche nella vicenda dello scandalo Laziogate).
Cipriani avrebbe costruito illecitamente per conto di Tavaroli, all'epoca a capo della security di Telecom e di Pirelli, trenta dossier su varie personalità politiche, economiche e dello spettacolo, oltre che giudici e giornalisti. Anche Mancini avrebbe fornito a Tavaroli numerose informazioni riservate (su conti correnti, informazioni penali, dati anagrafici, ecc.) dietro pagamento di forti somme di denaro.
Nel gennaio e nel marzo 2007 altri provvedimenti di arresto hanno colpito varie persone coinvolte nella vicenda, tra cui Fabio Ghioni e il suo Tiger team, di Telecom, e nuovamente Giuliano Tavaroli (attualmente agli arresti domiciliari) e Mancini. Tra gli arresti del marzo 2007 rientrano anche ex poliziotti ed un ex agente della CIA.
I vari capi di imputazione comprendono i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione del segreto d'ufficio, appropriazione indebita, falso, favoreggiamento e riciclaggio.
Si comprende che all'ombra della più grande azienda italiana, la Telecom, è cresciuta per anni una centrale di spionaggio illegale che non ha precedenti nella storia del nostro Paese. Giuliano Tavaroli aveva ai suoi ordini un esercito aziendale di 500 dipendenti, ma soprattutto era al centro di un network fuorilegge che secondo i magistrati formava “una vera e propria ragnatela parallela” in grado di usare “tutti i mezzi concretamente esistenti sul mercato” per raccogliere “qualsiasi tipo di informazione”, violando “i principi costituzionali fondanti di questo Paese”. Gli spiati sono soprattutto imprenditori e finanzieri (Benetton, De Benedetti, Della Valle, Geronzi, Tanzi), ma i files illegali sono più di centomila. Lo spionaggio avveniva attraverso la sicurezza Telecom, le agenzie d'investigazione privata di Emanuele Cipriani, longa manus di Tavaroli, le intercettazioni abusive, l'uso dei tabulati telefonici, l'abuso sulle intercettazioni legali della magistratura, che fino a qualche tempo fa avvenivano attraverso il “Centro nazionale autorità giudiziaria” controllato proprio da Tavaroli. In più, con la corruzione si compravano notizie riservate sulle banche dati del ministero degli Interni, dell'Economia, della Giustizia, “nonché informazioni e atti svolti da agenti e pubblici ufficiali dei servizi segreti italiani e stranieri”. Una colossale banca privata - e ovviamente fuorilegge - di informazioni riservate e illegali, coltivata e nascosta nel cuore della modernità d'impresa, tra i telefonini e le fibre ottiche. Con un legame diretto con il Sismi non soltanto sul terreno operativo, ma anche nel vertice, visto che l'ordinanza del Gip parla di “rapporti pericolosi” con i servizi segreti e in particolare con l'ex numero due del Sismi Marco Mancini, fino all'istituzione di un canale segretissimo “per le informazioni più delicate e riservate”, sul quale operava proprio Mancini, in connessione con Tavaroli e Cipriani: un terzetto che nell'ordinanza un teste chiave definisce "la banda Bassotti". Questa enorme massa di informazioni illegali e di dati riservati era commissionata “per la stragrande maggioranza” da uomini Telecom e Pirelli “e pagata con denaro di tali società”. Non solo. L'attività di Tavaroli non era soggetta a controllo alcuno “se non a livello di vertici aziendali”. Gli atti criminali avevano “come destinatario, come soggetto interessato” qualcuno “posto al di sopra di Tavaroli”, che le utilizzava “a propri fini”. Superando questi due scandali, come si diceva, estremamente collegati tra loro vale la pena di passare ad un altro avvenimento drammatico per la nostra democrazia, ad un’altra scoperta degli ultimi mesi, anch’essa bastevole se verificata compiutamente dalla Magistratura per gettare seri dubbi quantomeno sulla correttezza della gestione dei servizi segreti da parte del governo che ha preceduto quello di Prodi.
Si badi, in questo lavoro si è scelto di non soffermarsi sulla vicenda Abu Omar che pure coinvolge soggetti istituzionali altamente ricorrenti nello stesso, e cioè il governo Berlusconi, i vertici dei servizi segreti italiani di quegli anni e la CIA. Questa scelta è dovuta al fatto che quest’ultima vicenda, almeno apparentemente, non coinvolge e non menoma la credibilità dei partiti politici che ieri erano all’opposizione. Eppure è bene tenere in mente come, anche in questa occasione, le garanzie costituzionali e i diritti fondamentali violati sono molti.
Detto questo, l’altro evento pericoloso per la democrazia, riferibile al lustro berlusconiano al quale si alludeva è la vicenda che vide protagonista Mario Scaramella.
Il nome del consulente napoletano è purtroppo legato nella notoriamente labile memoria degli italiani solamente all’avvelenamento dell’ex spia russa Litvinenko. Non sono in molti quelli che lo associano ad una vicenda ben più importante per il nostro paese: la costruzione delle false prove che a pochi giorni dalle scorse elezioni politiche avrebbero dovuto svelare all’Italia intera il candidato premier del centro-sinistra come ex membro del famigerato Kgb comunista.
Le frottole di Mario Scaramella non avrebbero fatto molta strada se non avessero potuto far leva sul ruolo istituzionale del Senatore forzista Paolo Guzzanti, presidente della commissione d'inchiesta; sul prestigio dell'ex procuratore di Napoli, Agostino Cordova; sul silenzio del Sismi che, allarmato dai Servizi inglesi, pur sapendo quale macchinazione combinava a Londra Scaramella, ha taciuto.
Nella conversazione telefonica del 28 gennaio 2006 con Mario Scaramella, pubblicata su Repubblica del 1 dicembre 2006 si vede come Paolo Guzzanti sollecitasse, con modi anche bruschi, il suo consulente a trovargli almeno le “prove” che Prodi fosse “coltivato dal Kgb”, utilizzando la testimonianza dell'ex colonnello del Kgb, riparato in Inghilterra, Oleg Gordievskij. Nonostante Scaramella ammetta che Gordievskij non può dir nulla del fantomatico agente “perché non è accaduto”, perché non è vero. Allora Paolo Guzzanti – continuano le intercettazioni – consiglia al suo cacciatore di fango di metterla giù così: “In quella cosa si dice, [Prodi è] il nostro uomo?. E quello dice: Yes!. Punto e basta. Non voglio sapere altro”. Tre giorni prima, il 25 gennaio 2006 – come si legge nell’intercettazione pubblicata su Repubblica del 6 dicembre 2006 – Scaramella spiega con chiarezza a Perry, un misterioso amico californiano, il progetto e, soprattutto, svela che il “dirty job” gli procurerà, come promette Berlusconi, un prestigioso incarico internazionale, dal quale - Scaramella rassicura Perry - potrà ancora aiutare “l'organizzazione”. Quale organizzazione? Non si sa.
Inoltre il 26 gennaio, alle ore 19.23 e 49 secondi, Scaramella si accorda con Agostino Cordova su come cucinare, secondo canoni formali accettabili, uno scandalo prima politico, e poi penale. I due discutono per dieci minuti e 11 secondi. Come si leggerà nell'intercettazione, appare sufficientemente chiaro che entrambi sono consapevoli di due circostanze. Primo: Gordievskij non sa nulla di Prodi e quel che gli metteranno in bocca non sembra attendibile, ma sarà utile soltanto a un processo politico. Secondo: i due danno per scontato che Berlusconi protegga la loro iniziativa, al punto da poter tenere sotto controllo l'intelligence politico-militare, il Sismi, in difficoltà con i “cugini” inglesi che appaiono molto infastiditi dalle manovre provocatorie di Scaramella. Fingendo di non conoscere nomi e autorità, le tre vicende appena delineate potrebbero costituire tre validi copioni per un film con G. Hackman e J. Travolta ben adattati al panorama italiano e, allo stesso modo, nessuno si meraviglierebbe di leggerle come trama dei più classici gialli. E invece, purtroppo, questi tre scandali venuti alla luce negli ultimi mesi rappresentano la situazione politico-istituzionale del nostro Paese nel terzo millennio.
In questo lavoro ci si è ben guardati dall’ esprimere comparazioni e giudizi di valore proprio perché tutte e tre le vicende sopra riassunte paiono estremamente gravi.
E’ oggettivamente possibile però, ravvisare nelle stesse tre costanti: il coinvolgimento diretto o indiretto del SISMI, la collocazione temporale nel lustro del governo Berlusconi, ed anche, ed è proprio questo che qui si vuol mettere in evidenza, lo scarso risalto dato dall’opinione pubblica e dalla politica in generale alle stesse.
Alla terza vicenda di quelle qui ricordate Romano Prodi, diretto interessato, per esempio, reagisce – come si legge su Il Sole 24 ore del 1 dicembre 2006 – con un comunicato diffuso dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi in cui si afferma che «il presidente del Consiglio Romano Prodi ha dato incarico ai suoi legali di procedere contro gli autori di dichiarazioni e di atti lesivi della sua dignità di cittadino e di rappresentante delle istituzioni in relazione al cosiddetto caso Mitrokhin».
Cinque mesi più tardi invece, la frase con cui il comico Andrea Rivera, sul palco del concerto in occasione della festa dei lavoratori, esprimeva una propria opinione sul rifiuto della Chiesa di concedere i funerali a Welby, è stata seguita da durissime critiche da parte fra i tanti del leader di An Gianfranco Fini, del deputato dell'Udc Carlo Giovanardi, del coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi, di Cgil, Cisl e Uil e del direttore di Raitre Paolo Ruffini fino a venire paragonata ad un gesto di «terrorismo» dall’ Osservatore Romano. Tanto da rendere necessario un pronto intervento di Prodi che ha spiegato: «ormai sono mesi e mesi che si stanno continuamente alzando i toni e credo che di questo il Paese non abbia bisogno. Abbiamo bisogno di serenità e questo è l’unico messaggio che va a tutti. Gli scriteriati ci sono sempre, ci sono sempre persone che usano linguaggi al di sopra delle righe - aggiunge Prodi -. Chi ha più buonsenso lo usi, diceva sempre mia madre: cerchiamo di usarlo». Si vuol dire cioè che da tempo si alzano i toni, si montano le polemiche per questioni di poco conto, mentre non lo si è fatto per le tre vicende sopra ricordate, o lo si è fatto al pari di tante altre.
C’è da chiedersi se è possibile che in una Repubblica Democratica coi capelli bianchi vicende gravissime come quelle csm-sismi, sismi-telecom e Scaramella-Mitrokhin, abbiano, nei tg e nei giornali, lo stesso peso di una sterile polemica tra Sircana e Bonaiuti, se siano veramente collocabili tra la notizia di un incidente stradale e quella del salvataggio di una tartaruga Caretta caretta in Sicilia.
Data l’estrema gravità, per l’esistenza di una sana democrazia, dei meccanismi emersi nella scoperta degli scandali rammentati, il fatto che ciò effettivamente accada può significare o che sono davvero in pochi ad aver capito la gravità della situazione, e fra questi gli organi di informazione non ci sono, o che della stessa ne erano a conoscenza e quindi se ne giovavano molte più persone, molte più autorità di quelle emerse nelle intercettazioni.


12 luglio 2007

Non dimentichiamo Marco Galan




Marco Galan, 44 anni, è un Vigile del Fuoco di Ferrara rimasto vittima nel luglio 2006 di un tragico incidente sul lavoro. Ora Marco è in coma vegetativo e purtroppo poche sono le speranze di recupero.
E' passato ormai un anno dal grave incidente e le indagini condotte a rilento non hanno ancoro fatto chiarezza sulle responsabilità, soprattutto quelle a carico degli alti livelli gerarchici, in fatto di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro presso la Caserma dei Vigili del Fuoco di Ferrara.
Da parte dei vertici dei Comando Provinciale dei VV.FF di Ferrara e del Ministero dell’Interno poco o nulla è stato fatto per chiarire le circostanze dell’incidente e per definire le responsabilità connesse. Oltretutto nessun sostegno morale e materiale è stato offerto alla famiglia di Marco Galan, che come già detto, da un anno è ricoverato in stato di coma presso un centro di riabilitazione di Ferrara.
Marco è stato dimenticato dallo Stato! Ma non dagli amici e dai colleghi che alcuni giorni fa hanno costituito un Comitato che si prefigge l’obiettivo di non far cadere nell’oblio questa drammatica vicenda e soprattutto di contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro dei Vigili del Fuoco.
L'Italia dei Valori di Ferrara ha preso a cuore la vicenda di Marco Galan e si propone di attivarsi nelle opportune sedi politiche affinché venga fatta luce su accaduto quel tragico 26 luglio 2006 nella Caserma di Ferrara e soprattutto perché vengano riconosciuti al Personale del Corpo dei Vigili del Fuoco maggiori livelli di sicurezza sul luogo di lavoro e durante lo svolgimento dei compiti istituzionali.

Per aderire al Comitato Amici di Marco Galan scrivere a: comitatopermarco@libero.it (http://www.marcogalan.blogspot.com/)

Massimiliano Fiorillo


09 luglio 2007

L'Italia dei Valori sostiene il referendum per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale


La nuova legge elettorale, quella che ha ridato alle segreterie dei partiti la facoltà di comporre liste bloccate di candidati, rappresenta il simbolo della negazione del diritto dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti nel Parlamento. Proprio per la necessità di opporsi ad un provvedimento che favorisce la frammentazione dei partiti e nega il potere di scelta dei cittadini e il loro diritto alla trasparenza, l’Italia dei Valori di Ferrara ha deciso di sostenere i tre quesiti referendari - abrogativi della legge elettorale votata nella scorsa legislatura - depositati in Cassazione il 24 ottobre scorso.
Noi riteniamo che il diritto al voto libero e democratico sia uno dei capisaldi di un paese civile e crediamo che le riforme vadano fatte per i cittadini e con i cittadini.
Per queste ragioni sosteniamo un referendum che colpisce il cuore dei meccanismi di ricambio della classe dirigente e scardina un'idea oligarchica e paternalistica della politica. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce, d’altra parte, nella storia del nostro Partito che già nell’estate del 2003 aveva lanciato la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo della legge “Lodo Schifani” sull’immunità parlamentare e che nel 2006 ha partecipato con successo ai comitati per la difesa della Costituzione.
Consapevoli che il referendum che si propone non darà, di per sé, la legge migliore (non verrebbe risolto per esempio il problema delle liste bloccate), restiamo convinti che esso rappresenti una spinta decisiva al cambiamento contro l’instabilità e la frammentazione politica e partitica favorite dal sistema attuale.
Per aderire o per informazioni: info@italiadeivaloriferrara.it – cel. 347.8056095.


Italia dei Valori – Lista Di Pietro Ferrara


I tre quesiti


Il primo ed il secondo quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento. Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti. Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata. Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
Gli effetti politico-istituzionali: si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica; la frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione. Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza. Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi e sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza.



Il terzo quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”) che, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione! E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

13 maggio 2007

Un'iniziativa di IDV e CODACONS a tutela dei consumatori

RISPARMIO ENERGETICO E DIRITTI DEI CONSUMATORI

DIFENDO IL MIO REDDITO

CONTRIBUISCO A SALVARE L’AMBIENTE

E TUTELO LA MIA SALUTE

Come risparmiare soldi e contribuire a salvare l’ambiente?

Soluzioni reali e praticabili. Il problema degli aumenti di tariffa e la trasparenza delle bollette.

UN INCONTRO AL SERVIZIO DEL CITTADINO

interverranno:

Bruno Barbieri, Vicepresidente Nazionale del CODACONS

Giulio Dall’Olio, Presidente di Pyramis s.r.l.

Andrea Magagnali, Giudice di Pace di Bologna

Aumento della richiesta di energia, effetto serra e minori risorse energetiche tradizionali. Centrali a turbogas e pericoli connessi.

La necessità di energie alternative: fonti rinnovabili.

Come risparmiare energia quotidianamente per salvare l’ambiente e salvaguardare il proprio budget.

Modificare le proprie abitudini per ottenere il massimo risparmio con la minima fatica.

L’aiuto di un avvocato per non diventare vittima di bollette scorrette ed il diritto alla trasparenza sugli aumenti di tariffa e suoi costi indicati in fattura. La partecipazione democratica dei cittadini/utenti all’attività di controllo sull’equità delle tariffe e sulla qualità dei servizi offerti dalle Aziende municipalizzate e partecipate dal Comune.

Lunedì 14 MAGGIO 2007 - Ore 20.30

HOTEL “ IL DUCA D’ESTE “

Via BOLOGNA,258 – FERRARA

07 maggio 2007

Centrale turbogas: l'Italia dei Valori di Ferrara in merito alle affermazioni di Rosario Cigna (SEF)


“Costruire nuove centrali, ma piccole, non ha senso finanziario”. A pronunciare questa frase è stato Rosario Cigna, responsabile di Sef, proprietaria della costruenda centrale turbogas da 800 Mw, davanti ad una platea di sindacalisti, rappresentanti politici, amministratori pubblici il 20 aprile scorso in un convegno organizzato dai sindacati. Ecco svelato, semmai ce ne fosse bisogno, il vero senso della costruzione di una mega centrale da 800 Mw. Per questo riteniamo che quella frase sia uno schiaffo in faccia alla città. I sostenitori di quel progetto, Giunta comunale e provinciale insieme ad alcune forze politiche, dovrebbero a questo punto fare un serio esame di coscienza e prendere atto di quanto andiamo da tempo sostenendo insieme a comitati e associazioni ambientaliste, e cioè che quella centrale non serve alla città ed al territorio, ma solo agli interessi economici di un gruppo industriale. Nei giorni scorsi avevamo proposto che si aprisse un confronto tra le forze politiche sull’ipotesi di limitare la centrale turbogas a 400 Mw. Denunciamo il fatto che nessuna forza politica si è degnata di interloquire con la nostra proposta, che pur non piacendoci nella sostanza perché restiamo contrari alla centrale, va però nella direzione di limitare i danni alla città. Di fronte alla latitanza della politica ecco arrivare, invece, puntuale, la doccia fredda di chi deve difendere i propri interessi economici al di sopra della salute e dell’ambiente. A questo punto ne prendano atto i sostenitori politici della centrale, ne prenda atto il Sindaco e il Presidente della Provincia e se ne assumano in toto la responsabilità di fronte ai cittadini in quanto firmatari del protocollo d’intesa sul petrolchimico. Sollecitiamo tutte le forze politiche ad avviare un confronto serio su questo argomento perché non vorremmo che le prossime amministrative si trasformassero in un referendum pro o contro la centrale, pro o contro i sostenitori di questo sciagurato progetto poiché i primi segnali di quale sarebbe l’esito li abbiamo già avuti.

il Direttivo Provinciale dell'Italia dei Valori - Lista Di Pietro di Ferrara

28 aprile 2007

Una fiaccolata per Alcoplus


Lunedi 30 aprile, alle ore 21 in piazza della Cattedrale a Ferrara si terrà una fiaccolata a sostegno dei lavoratori del’Alcoplus, l’azienda ferrarese leader nella produzione di bioetanolo a rischio di chiusura.
L’iniziativa, seppur lanciata dall’I.D.V. di Ferrara, non vuole avere connotazione politica ma si prefigge di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sulla crisi dell’Alcoplus. Non saranno quindi esposte bandiere o simboli di partito!
Invitiamo le forze politiche e sindacali, i rappresentanti delle Istituzioni locali, le associazioni, la società civile ad aderire alla fiaccolata.

Per informazioni e adesioni: cell. 347.8056095 – E.mail: fiaccolataxalcoplus@italiadeivaloriferrara.it

21 aprile 2007

Turbogas: ''Dati errati su carta patinata''


Turbogas: ''Dati errati su carta patinata''
La pubblica amministrazione continua a sostenere l’opportunità economica della centrale turbogas da 800 MW e parimenti ne sostiene la non pericolosità a livello di impatto ambientale e di rischi sulla salute umana.
Afferma addirittura che vi sarà un miglioramento della qualità dell’aria con lo spegnimento delle vecchie centrali CTE 1 e CTE 2 da 20 e 60 MW.
Tali affermazioni, dopo uno studio attento dei dati fornitici dai suoi esperti, mostrano una profonda infondatezza e conducono a conclusioni errate.
Concentrandoci sul tema della non pericolosità, proviamo ad esaminare i punti fondamentali per il confronto tra “vecchio sistema” descritto come maggiormente inquinante e “moderna turbogas”.
1) Per la CTE 2 usata nel confronto i risultati ottenuti risentono dell’essere stati calcolati per un funzionamento al 100% dell’impianto, che invece risulta funzionare mediamente al 65% del suo potenziale (per fermo–manutenzione, riduzione richiesta notturna…)
I calcoli sono stati ottenuti moltiplicando i dati delle emissioni misurate di NOx e SOx per la portata massima autorizzata (da progetto) e non per la portata reale.
Ne consegue che le conclusioni sulle attuali emissioni inquinanti della CTE1 e CTE2 contenute all’interno de “Il Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria” presentato nello scorso autunno sono sbagliate.
L’attuale produzione di NOx risulta allora non di 820 tonnellate/anno, come dichiarato, ma significativamente inferiore.
Pertanto le emissioni di 1085 tonnellate/anno di NOx autorizzate per la futura turbogas (equivalenti ad un funzionamento di 4480 ore, rispetto alla reale potenzialità di 8060 ore di esercizio) sono estremamente superiori a quelle attualmente emesse dalla CTE1 e CTE2.
2) Sempre “Il Piano di Tutela” afferma che gli SOx scompariranno con la chiusura dei vecchi impianti. Anche questo dato non è corretto, visto che la CTE 2 continuerà ad essere utilizzata come riserva fredda della turbogas e che i dati presenti in letteratura indicano emissioni di inquinanti solforosi anche da impianti a gas naturale.
3) Comunque, anche se i bilanci considerati fossero realistici, non si possono assimilare gli impatti sulla salute di sostanze chimiche diverse, in particolare SOx con NOx, in quanto hanno effetti diversi .
E’ nota a tutti la relazione che esiste tra NOx e produzione di ozono e i gravi effetti che lo smog fotochimico produce sulla salute. Non a caso l’OMS parla per la pianura padana di ”allarme ozono” e della assoluta necessità di ridurne le concentrazioni in atmosfera .
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la funzione respiratoria diminuisce in media del 10% nelle persone sensibili che praticano un'attività fisica all'aperto se la concentrazione dell'ozono nell'aria raggiunge 200 µg/m³.
4) Nel calcolo delle emissioni inquinanti dell’aria non vanno trascurate tutte le altre emissioni perché, a fronte dell’unica forte diminuzione degli SOx, aumenterà grandemente l’emissione di CO, da 40 ton.(Emas1999) a 585 ton. (ing. Mirandola, per funzionamento turbogas a 4480 ore) con incremento del 1363%, di CO2, da 271.220 ton. a 1.451.520 ton. con incremento del 435%, e non si può non tenere conto che aumenterà l’emissione di idrocarburi reattivi, tra cui la formaldeide, e di metalli pesanti. Tali emissioni inquinanti aumenterebbero poi enormemente se si considerasse l’intero ciclo di vita della centrale, dalle infrastrutture cantieristiche fino alla chiusura dell’impianto.
5) I calcoli effettuati dai tecnici dell’assessorato ambientale della provincia, o meglio, dai tecnici di Arpa, relativi al totale annuale dei micro aereo inquinanti possono essere esatti, ma il problema è se sono esatti i parametri utilizzati per il calcolo.
Infatti il rilievo della polluzione della CTE 2 usato per il confronto, è effettuato con metodica in continuo dagli stessi gestori dell’impianto ed automaticamente trasformato in un numero che rappresenta una media oraria. Questa è inviata in tempo reale ai controllori pubblici.
Pur essendo consapevoli che quanto descritto rispetta le norme in vigore, appare ovvio che per l’importante confronto tra inquinanti prodotti dalla obsoleta centrale e quelli dalla moderna turbogas, ci si può solo fidare del gestore dell’impianto che ha profondi interessi nel nuovo, in avanzata fase di costruzione.
6) Come fidarsi dei dati continuamente rassicuranti proposti da chi fino a poco tempo fa negava l’esistenza del particolato secondario? Come fidarsi di chi affermava la diminuzione degli NOx (depliant comune 2004) mentre solo oggi riconosce la produzione rilevante di polveri secondarie (868 ton) e l’incremento degli NOx del 32%? Come possiamo fidarci di chi continua a parlare delle due centrali che la turbogas andrà a sostituire come totalmente alimentate a olio combustibile.? Questo mentre le CTE1, l’unica che sarà chiusa funziona a gas naturale e la CTE2 che continuerà a funzionare come riserva fredda è alimentata a olio solo per il 45%.?
Infine appare non ascrivibile al campo delle rassicurazioni tecniche e neppure di quelle politiche l’affermazione che la futura turbogas sarà comunque “imbrigliata” nel suo lavoro da un divieto di superare l’emissione di 1085 t./ anno di NOx . Sarà sempre l’ente erogatore a fornire i dati per il controllo?
Tale affermazione si cita unicamente per rimarcare come scelte così importanti per la salute pubblica abbiano bisogno di ben altre ponderazioni.

Comitato Ferrara Città Sostenibile




20 aprile 2007

L'Italia dei Valori di Ferrara propone di dimezzare la potenza della centrale turbogas.


L’Italia dei Valori è sempre stata contraria alla costruzione della centrale turbogas da 800 Mw e coerentemente ha sempre assunto delle posizioni pubbliche su questo tema. La nostra posizione non è cambiata. Riteniamo, però, che una forza di governo qual è la nostra debba assumere delle responsabilità per governare i processi della società.Siamo fermamente convinti che una potenza di 800 Mw ha come unica giustificazione l’ammortamento dei costi nel più breve tempo possibile, attraverso la vendita di energia alla rete nazionale, da parte della SEF, la società proprietaria della centrale, e che tale potenza nulla abbia a che fare con il fabbisogno del territorio presente e futuro, poiché già oggi le centrali in funzione alimentano l’intero polo chimico e producono un surplus per la rete nazionale. Se è comprensibile la logica del privato che investe e che vuole ottenere, giustamente, un ritorno, non altrettanto è comprensibile avallare tale logica da parte della pubblica amministrazione che ha altre finalità prioritarie, in primo luogo la tutela della salute e dell’ambiente.Inoltre, dal punto di vista dell’impatto, la costruenda centrale non migliorerà le condizioni ambientali, anzi la produzione di Nox (ossidi di azoto) aumenterà del 28%, portando le emissioni complessive dalle attuali 846 t/anno a 1085 t/anno. Ciò significa che per restare nel limite attuale la centrale dovrà funzionare al 56% delle sue potenzialità. Sarà disposta la SEF a far funzionare l’impianto a poco più della metà delle sue potenzialità a fronte di investimenti rilevanti per una potenza doppia? Chi controllerà il rispetto dei limiti considerato che, per fare un esempio concreto, sulle manutenzioni delle centrali attualmente in funzione gli enti pubblici non hanno alcun potere di controllo né le proprietà sono tenute a informarli?Questa centrale nasce già vecchia, oltre che sovradimensionata, se è vero, come dice il professor Francesco Dondi dell’Università di Ferrara nel n. 3/2006 di Piazza Municipale, periodico di informazione del Comune, che “in riferimento alle direttive europee per il 2020, tutte le emissioni dovranno essere ridotte e così quelle della centrale di Ferrara”. Dunque, già oggi, a lavori non ancora ultimati, quindi in una situazione ottimale per rivedere le scelte compiute, si sa che questa centrale dovrà ridurre le emissioni. Come saranno ridotte, se la potenza resta quella prevista di 800 Mw? Inoltre, sempre su Piazza Municipale, il monito lanciato dal prof. Dondi è chiaro e preoccupante per le conseguenze sulla salute dei cittadini. Dice infatti: “In generale, su questi temi, si segnala la necessità di acquisire ulteriori dati scientifici e si ravvisa, anche a livello nazionale, che la ricerca purtroppo procede con lentezza”.A fronte dei dubbi di uno studioso abbiamo le certezze granitiche dei sostenitori della centrale, comprese, purtroppo, le Amministrazioni Comunale e Provinciale e alcuni alleati del centro sinistra. Ma non basta: “L’esperienza dei lavori nella commissione sulla turbogas (voluta dal Consiglio comunale, ndr) ha evidenziato come ci siano lacune estremamente importati nella politica scientifica che l’Italia sta svolgendo in merito alle tematiche ambientali. Non abbiamo strumenti adeguati – è sempre il prof. Dondi che parla – per conoscere ciò che accade nel nostro ambiente. Per quanto riguarda la centrale di Ferrara i responsabili dei gravi problemi ambientali non sono gli ossidi di azoto che escono dal camino, ma è l’acido nitrico che si forma in atmosfera dopo quattro o cinque giorni dall’emissione. Significa che tutto il complesso delle emissioni agisce in modo complicato e bisogna quindi scientificamente capire questi meccanismi di interazione”.Ebbene, alla luce di queste considerazioni di uno studioso, invochiamo l’adozione del principio di precauzione che deve essere fatto proprio dalle autorità preposte alla tutela della salute pubblica. Poiché i lavori non sono ancora ultimati e visto che entro l’estate sarà testato il funzionamento del primo modulo della centrale da 400 Mw, proponiamo ai nostri alleati di centro sinistra e a tutte le forze politiche di confrontarsi sulla proposta di limitare la costruzione della centrale a 400 Mw, facendo salvo, così, l’investimento dei privati e riducendo l’impatto ambientale. Una potenza simile, con tutti gli accorgimenti della migliore tecnologia disponibile, sicuramente sarebbe migliorativa della situazione ambientale attuale, purché la produzione di energia sia in continuo sulle 24 ore e non con stop and go (come invece sembra avverrà per la centrale prevista) che fanno innalzare i picchi di emissione in corrispondenza delle punte di massima potenza.Se oggi la consapevolezza e l’informazione dei cittadini ha raggiunto alti livelli lo si deve al lavoro instancabile dei comitati e alle associazioni ambientaliste che hanno surrogato un deficit di informazione delle istituzioni su questo tema, tanto che circa 11.600 ferraresi hanno espresso il loro no alla centrale in un referendum autogestito, dopo che, colpevolmente, non si è ritenuto di indire un referendum istituzionale.Vogliamo sperare che su questa nostra proposta si apra il confronto nella città e tra le forze politiche, in particolare del centro sinistra, perché il rischio è di condizionare negativamente il futuro ambientale e sanitario di Ferrara per i prossimi trent’anni.

Il Direttivo Provinciale dell'Italia dei Valori di Ferrara

11 aprile 2007

Autobomba a Ferrara: un episodio inquietante con molti lati oscuri.


L’Italia dei Valori di Ferrara esprime forte preoccupazione per quanto è accaduto questa mattina in Via dell’Arginone.
L’esplosione di oggi, che per puro miracolo non ha causato vittime, è un atto di estrema gravità che questa città non merita.
Il fatto che sia stato coinvolto un detenuto in semilibertà fa apparire la vicenda alquanto oscura. Attentato fallito o esplosione accidentale di un ordigno intenzionalmente trasportato a bordo del veicolo? Soprattutto in questo ultimo caso, ancora più inquietante, sarebbe da accertare le responsabilità di chi ha concesso il regime di semilibertà e su quali criteri di valutazione della personalità del detenuto è stata concessa la misura alternativa alla pena detentiva. Spetta ora agli inquirenti fare luce sul grave episodio.

10 aprile 2007

Tariffe per il teleriscaldamento: allargare il "tavolo tecnico" HERA-Comune di Ferrara ai cittadini ed alle associazioni di consumatori.


L’Italia dei Valori registra un’apprezzabile impegno della Giunta Comunale di Ferrara nell’individuazione di un percorso orientato alla tutela della qualità dei servizi pubblici offerti da Hera ed al controllo dell’equità delle tariffe applicate ai cittadini.
Tuttavia, nel caso del servizio di teleriscaldamento, che nell’ultimo anno ha visto un forte rincaro tariffario, l’istituzione di un “tavolo tecnico” di confronto tra il Comune di Ferrara ed Hera s.p.a. rappresenta solo un piccolo passo verso l’obiettivo della trasparenza delle bollette. Nell’interesse dei cittadini occorre quindi fare di più.
L’Italia dei Valori chiede pertanto al Comune di Ferrara di compiere un’ulteriore sforzo estendendo la partecipazione al tavolo tecnico ai cittadini-utenti, rappresentati dalle Associazioni di consumatori.
Solo in questo modo si potrà rafforzare il rapporto di fiducia tra le Istituzioni e i cittadini e si renderà effettivo esercizio del potere di “controllo dal basso” sull’attività delle aziende municipalizzate e partecipate dal Comune, come nel caso di Hera s.p.a.. Tutto ciò in perfetta coerenza con le intenzioni del Sindaco di istituire, speriamo al più presto, una sorta di authority di controllo sull’operato dei Consigli di Amministrazione delle Aziende incaricate di pubblico servizio.