
Quello sulla riforma della normativa sulle intercettazioni è un dibattito di fondamentale importanza, dovrebbe servire innanzitutto a far comprenderne la pericolosità del disegno di legge paventato: ridurrebbe notevolmente la possibilità per i magistrati di indagare su pedofilia, concussione, corruzione, criminalità economica, usura, estorsione e tanti altri reati.
Il ministro ombra Pd della Giustizia Lanfranco Tenaglia risponde alle critiche di "tentennamento" lanciate da Di Pietro al PD affermando che " Sia per la limitazione dello strumento di indagine, sia per la necessità di tutelare il diritto di cronaca, noi agiremo in Parlamento quando conosceremo la proposta per fare una buona legge che costituisca equilibrio tra i diritti coinvolti (riservatezza, esercizio dell`azione penale e diritto di cronaca), che vanno tutti allo stesso modo considerati e tutelati ".
Ed è proprio qui che sbaglia. Se andassero considerati tutti allo stesso modo allora avrebbe perfettamente ragione il Presidente del Consiglio a volerle ridurre nella portata senza eliminarle. E’ vero che i diritti costituzionalmente garantiti vanno pesati e bilanciati tra loro, ma non è affatto vero che abbiano tutti lo stesso peso!
E' bene ricordare come l'utilizzazione dello strumento delle intercettazioni sia già sottoposto a importanti limiti dal nostro ordinamento, come per esempio l'esistenza di gravi indizi di reato ed anche la loro assoluta indispensabilità ai fini della prosecuzione delle indagini. Tali limiti vanno tenuti in considerazione in quell'opera di bilanciamento dei diritti e vanno certamente a pesare sul piatto della preservazione della privacy piuttosto che su quello dell'accertamento della verità.
E’ impossibile poi non notare come in un periodo in cui il problema della sicurezza sembra così sentito non solo dalla gente comune che lo scorso aprile ha premiato i partiti che nei loro programmi gli dedicavano ampio spazio, ma anche dall’attuale governo che ogni giorno si affanna ad annunciare norme sempre più pesanti nei trattamenti sanzionatori, lo stesso governo proponga con la medesima precipitazione un provvedimento che certamente va nel senso opposto restringendo notevolmente le facoltà investigative di magistratura e polizia.
Concludo con una riflessione, ricordando un caso recentissimo: se fosse stata già in vigore la legge sulle intercettazioni i cittadini italiani non avrebbero neppure conosciuto i crimini compiuti nella 'clinica degli orrori' di Milano e sarebbero stati potenziali pazienti dei medici arrestati.
Il giorno degli arresti delle 12 persone accusate di aver compiuto per anni operazioni inutili e dannose solo per ottenere rimborsi dalla regione truffando il sistema sanitario, lo stesso pm che ha diretto l’indagine si è sfogato sostenendo che l'uso delle intercettazioni è stato "fondamentale" per lo svolgimento dell'inchiesta.
di Pierpaolo Indino (Area tematica Giustizia, I.D.V. Ferrara)