Elezioni Europee 2014

20 aprile 2007

L'Italia dei Valori di Ferrara propone di dimezzare la potenza della centrale turbogas.


L’Italia dei Valori è sempre stata contraria alla costruzione della centrale turbogas da 800 Mw e coerentemente ha sempre assunto delle posizioni pubbliche su questo tema. La nostra posizione non è cambiata. Riteniamo, però, che una forza di governo qual è la nostra debba assumere delle responsabilità per governare i processi della società.Siamo fermamente convinti che una potenza di 800 Mw ha come unica giustificazione l’ammortamento dei costi nel più breve tempo possibile, attraverso la vendita di energia alla rete nazionale, da parte della SEF, la società proprietaria della centrale, e che tale potenza nulla abbia a che fare con il fabbisogno del territorio presente e futuro, poiché già oggi le centrali in funzione alimentano l’intero polo chimico e producono un surplus per la rete nazionale. Se è comprensibile la logica del privato che investe e che vuole ottenere, giustamente, un ritorno, non altrettanto è comprensibile avallare tale logica da parte della pubblica amministrazione che ha altre finalità prioritarie, in primo luogo la tutela della salute e dell’ambiente.Inoltre, dal punto di vista dell’impatto, la costruenda centrale non migliorerà le condizioni ambientali, anzi la produzione di Nox (ossidi di azoto) aumenterà del 28%, portando le emissioni complessive dalle attuali 846 t/anno a 1085 t/anno. Ciò significa che per restare nel limite attuale la centrale dovrà funzionare al 56% delle sue potenzialità. Sarà disposta la SEF a far funzionare l’impianto a poco più della metà delle sue potenzialità a fronte di investimenti rilevanti per una potenza doppia? Chi controllerà il rispetto dei limiti considerato che, per fare un esempio concreto, sulle manutenzioni delle centrali attualmente in funzione gli enti pubblici non hanno alcun potere di controllo né le proprietà sono tenute a informarli?Questa centrale nasce già vecchia, oltre che sovradimensionata, se è vero, come dice il professor Francesco Dondi dell’Università di Ferrara nel n. 3/2006 di Piazza Municipale, periodico di informazione del Comune, che “in riferimento alle direttive europee per il 2020, tutte le emissioni dovranno essere ridotte e così quelle della centrale di Ferrara”. Dunque, già oggi, a lavori non ancora ultimati, quindi in una situazione ottimale per rivedere le scelte compiute, si sa che questa centrale dovrà ridurre le emissioni. Come saranno ridotte, se la potenza resta quella prevista di 800 Mw? Inoltre, sempre su Piazza Municipale, il monito lanciato dal prof. Dondi è chiaro e preoccupante per le conseguenze sulla salute dei cittadini. Dice infatti: “In generale, su questi temi, si segnala la necessità di acquisire ulteriori dati scientifici e si ravvisa, anche a livello nazionale, che la ricerca purtroppo procede con lentezza”.A fronte dei dubbi di uno studioso abbiamo le certezze granitiche dei sostenitori della centrale, comprese, purtroppo, le Amministrazioni Comunale e Provinciale e alcuni alleati del centro sinistra. Ma non basta: “L’esperienza dei lavori nella commissione sulla turbogas (voluta dal Consiglio comunale, ndr) ha evidenziato come ci siano lacune estremamente importati nella politica scientifica che l’Italia sta svolgendo in merito alle tematiche ambientali. Non abbiamo strumenti adeguati – è sempre il prof. Dondi che parla – per conoscere ciò che accade nel nostro ambiente. Per quanto riguarda la centrale di Ferrara i responsabili dei gravi problemi ambientali non sono gli ossidi di azoto che escono dal camino, ma è l’acido nitrico che si forma in atmosfera dopo quattro o cinque giorni dall’emissione. Significa che tutto il complesso delle emissioni agisce in modo complicato e bisogna quindi scientificamente capire questi meccanismi di interazione”.Ebbene, alla luce di queste considerazioni di uno studioso, invochiamo l’adozione del principio di precauzione che deve essere fatto proprio dalle autorità preposte alla tutela della salute pubblica. Poiché i lavori non sono ancora ultimati e visto che entro l’estate sarà testato il funzionamento del primo modulo della centrale da 400 Mw, proponiamo ai nostri alleati di centro sinistra e a tutte le forze politiche di confrontarsi sulla proposta di limitare la costruzione della centrale a 400 Mw, facendo salvo, così, l’investimento dei privati e riducendo l’impatto ambientale. Una potenza simile, con tutti gli accorgimenti della migliore tecnologia disponibile, sicuramente sarebbe migliorativa della situazione ambientale attuale, purché la produzione di energia sia in continuo sulle 24 ore e non con stop and go (come invece sembra avverrà per la centrale prevista) che fanno innalzare i picchi di emissione in corrispondenza delle punte di massima potenza.Se oggi la consapevolezza e l’informazione dei cittadini ha raggiunto alti livelli lo si deve al lavoro instancabile dei comitati e alle associazioni ambientaliste che hanno surrogato un deficit di informazione delle istituzioni su questo tema, tanto che circa 11.600 ferraresi hanno espresso il loro no alla centrale in un referendum autogestito, dopo che, colpevolmente, non si è ritenuto di indire un referendum istituzionale.Vogliamo sperare che su questa nostra proposta si apra il confronto nella città e tra le forze politiche, in particolare del centro sinistra, perché il rischio è di condizionare negativamente il futuro ambientale e sanitario di Ferrara per i prossimi trent’anni.

Il Direttivo Provinciale dell'Italia dei Valori di Ferrara

11 aprile 2007

Autobomba a Ferrara: un episodio inquietante con molti lati oscuri.


L’Italia dei Valori di Ferrara esprime forte preoccupazione per quanto è accaduto questa mattina in Via dell’Arginone.
L’esplosione di oggi, che per puro miracolo non ha causato vittime, è un atto di estrema gravità che questa città non merita.
Il fatto che sia stato coinvolto un detenuto in semilibertà fa apparire la vicenda alquanto oscura. Attentato fallito o esplosione accidentale di un ordigno intenzionalmente trasportato a bordo del veicolo? Soprattutto in questo ultimo caso, ancora più inquietante, sarebbe da accertare le responsabilità di chi ha concesso il regime di semilibertà e su quali criteri di valutazione della personalità del detenuto è stata concessa la misura alternativa alla pena detentiva. Spetta ora agli inquirenti fare luce sul grave episodio.

10 aprile 2007

Tariffe per il teleriscaldamento: allargare il "tavolo tecnico" HERA-Comune di Ferrara ai cittadini ed alle associazioni di consumatori.


L’Italia dei Valori registra un’apprezzabile impegno della Giunta Comunale di Ferrara nell’individuazione di un percorso orientato alla tutela della qualità dei servizi pubblici offerti da Hera ed al controllo dell’equità delle tariffe applicate ai cittadini.
Tuttavia, nel caso del servizio di teleriscaldamento, che nell’ultimo anno ha visto un forte rincaro tariffario, l’istituzione di un “tavolo tecnico” di confronto tra il Comune di Ferrara ed Hera s.p.a. rappresenta solo un piccolo passo verso l’obiettivo della trasparenza delle bollette. Nell’interesse dei cittadini occorre quindi fare di più.
L’Italia dei Valori chiede pertanto al Comune di Ferrara di compiere un’ulteriore sforzo estendendo la partecipazione al tavolo tecnico ai cittadini-utenti, rappresentati dalle Associazioni di consumatori.
Solo in questo modo si potrà rafforzare il rapporto di fiducia tra le Istituzioni e i cittadini e si renderà effettivo esercizio del potere di “controllo dal basso” sull’attività delle aziende municipalizzate e partecipate dal Comune, come nel caso di Hera s.p.a.. Tutto ciò in perfetta coerenza con le intenzioni del Sindaco di istituire, speriamo al più presto, una sorta di authority di controllo sull’operato dei Consigli di Amministrazione delle Aziende incaricate di pubblico servizio.

16 marzo 2007

ALCOPLUS: il Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori, Paolo Nanni, presenta un’interrogazione alla Giunta regionale dell’Emilia Romagna sul caso


Il Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori, Paolo Nanni, ha presentato oggi in Regione un’interrogazione alla Giunta regionale in merito alla crisi dell’ALCOPLUS, l’azienda ferrarese produttrice di bioetanolo a rischio chiusura.
Paolo Nanni, nell’evidenziare l’importanza per l’ambente e per l’agricoltura dei "carburanti verdi", giudica poco convincenti le motivazioni addotte dalla proprietà a giustificazione della chiusura dell’impianto ferrarese, soprattutto se rapportate ad un contesto internazionale sempre più rivolto alla ricerca di risorse energetiche rinnovabili e non inquinanti.
Il Consigliere Nanni, oltre ad esprimere i timori che dietro alla chiusura dell’impianto di via Turchi vi siano mire speculative di carattere immobiliare ed a manifestare forte preoccupazione per l’ennesima crisi aziendale che colpisce il territorio ferrarese, chiede al Governo regionale un forte impegno a tutela dell’ALCOPLUS e dei suoi lavoratori.


07 marzo 2007

Il Sen. Rossi e la crisi di Governo.



Ora che il governo ha riottenuto la fiducia e il Paese ha scampato il rischio di elezioni anticipate, sarebbe utile tentare una riflessione a mente fredda su quanto è successo nei giorni convulsi del voto al senato sulla relazione di D’Alema. Premetto, e vorrei fosse chiaro, che la mia non sarà una difesa d’ufficio del senatore Rossi, anche se è una persona simpatica. Sarà, invece, una difesa dei principi che cercherò di spiegare.

Operazioni da lui compiute in passato, come un accordo in un bar (e già la scelta del luogo la dice lunga) di via Garibaldi con esponenti di Alleanza nazionale per far cadere la prima giunta Sateriale, sono indecorose e non hanno nulla a che fare con la Politica, per quanto io non condivida molte scelte dell’amministrazione comunale, turbogas e inceneritore in testa. Ed è per queste sue operazioni che Rossi è indifendibile. Ma le polemiche seguite alle dimissioni del governo e al non voto del nostro senatore hanno preso una brutta piega, abbiamo assistito ad un vero e proprio linciaggio morale inaccettabile. Decenni di pensiero liberal-democratico, che fanno parte anche della nostra Carta Costituzionale, sono stati seriamente messi in discussione nel momento in cui si è cercato un capro espiatorio alla crisi di governo e lo si è indicato al pubblico ludibrio quale causa di tutti i mali. Alcuni editoriali, poi, a firma di persone che pure hanno avuto un trascorso politico e soprattutto i toni usati, sono veramente preoccupanti e indicano una pericolosa deriva della democrazia. Insomma, di questo passo rischiamo di buttar via il bambino (i principi di libertà) con l’acqua sporca (i vari Rossi, Bianchi e Verdone, per parafrasare il titolo di un film).

Sono poco avvezzo alla real politik e credo sia nota la mia contrarietà all’ampliamento della base di Vicenza. Lo dichiaro per rendere esplicita la mia posizione. Per tornare al nostro senatore, facciamo finta per un attimo che al posto di Rossi ci fosse stato il senatore Bianchi (un nome a caso) dal passato politico irreprensibile. Prescindendo, dunque, per un momento dalle storie personali dei protagonisti, giusto o sbagliato che sia, il nostro senatore ha votato secondo coscienza, senza vincolo di mandato, secondo le prerogative che la Costituzione assegna ai rappresentanti del popolo. Una norma che i Costituenti vollero proprio perché gli eletti dal popolo non fossero sottoposti a ricatti di sorta. Se non si condivide questo principio Costituzionale si abbia il coraggio di cambiare la nostra Carta fondamentale, tanto cambiamento più cambiamento meno... Per questo è sbagliato dire, come si sente fare ad ogni capannello, che Rossi avrebbe dovuto dimettersi prima se non era d’accordo con il governo. Non è così che funziona, anche perché non è un ministro.

Credo, e qui faccio un discorso che è alla base dei principi dell’illuminismo prima e del pensiero liberale poi, che la coscienza dell’individuo debba sempre essere fatta salva e tutelata da qualsiasi pressione dell’ordine costituito, anche quella di Nando Rossi, che ci piaccia o no. Ha sbagliato Rossi ad obbedire alla propria coscienza o il governo a non ascoltare la propria base elettorale su questioni di politica estera scottanti che coinvolgono principi fondamentali come la pace? Non è per caso che vi sia un malessere reale nel Paese e quindi nella maggioranza? Perché non chiederselo invece di far finta di niente? Del resto una maggioranza che debba fidare il proprio operare sui senatori a vita è sempre in pericolo: un inciampo può succedere sui Dico (su cui le pressioni della Chiesa trovano sponde molto permeabili dentro e fuori la maggioranza), sulla politica economica, sulle politiche sociali, sulle questioni che riguardano la vita e la morte, ecc. Siamo sicuri che su tutto questo la maggioranza sia unita?

É inutile nascondersi il fatto, e va detto per completezza, che qualcuno possa cavalcare il malessere che serpeggia nel Paese per riproporsi con una rinnovata verginità, come sembra voglia fare Rossi con una nuova formazione politica di cui, per altro, non se ne sente il bisogno. Se è questo che Rossi vuol fare, allora sia coerente con la storia alla quale dice di richiamarsi e si dimetta, ora sì, dal Parlamento, ma non per aver votato contro il governo, ma per costruire così il suo partito nella società civile, tra la gente, le loro lotte e sofferenze quotidiane, come fecero i padri fondatori del Pci, e si presenti poi al giudizio dei cittadini attraverso il voto e il confronto. Rinunci alla comoda ribalta mediatica che gli è fornita dalla carica istituzionale che ricopre (per altro ottenuta grazie ad una legge elettorale perversa) e ricominci dal basso. Si misuri con la realtà e lasci perdere le alchimie della politica, quella con la “p” minuscola minuscola, gli accordi nei bar e torni a fare il manovale nell’officina della Politica.

Giuseppe Fornaro

I giovani e gli "street bar".


Noi giovani aderenti all’Italia dei Valori di Ferrara seguiamo con interesse la vicenda degli street-bar, il fenomeno giovanile di tendenza che negli ultimi mesi sta suscitando un acceso dibattito che coinvolge i cittadini residenti, le Istituzioni, gli esercenti dei locali pubblici del centro storico ed ovviamente i clienti.
Il nostro interesse deriva da due ragioni. La prima sta nel fatto che noi, in quanto giovani, siamo spesso frequentatori di locali pubblici e di spazi di aggregazione giovanile e quindi i naturali destinatari degli street-bar. La seconda motivazione nasce dal nostro impegno politico nell’Italia dei Valori, il Partito che considera il rispetto delle regole la condizione essenziale per una società che si vuol definire giusta, evoluta e tollerante.
La nascita a Ferrara di numerosi locali pubblici adibiti all’intrattenimento giovanile ha indubbiamente sortito un effetto positivo per l’intera città perché ha permesso di rivitalizzare un centro storico che altrimenti avrebbe visto prima o poi un lento ma inesorabile declino urbanistico, sociale ed economico.
Nel processo di rilancio di questa importantissima parte della nostra città, un ruolo fondamentale l’ha assunto l’Amministrazione comunale di Ferrara che, dimostrando lungimiranza e attenzione ai problemi, ha messo in atto una serie di interventi che hanno restituito ai ferraresi ed ai numerosissimi turisti un centro storico ben curato, a misura d’uomo, ricco di opportunità ricreative ed aggregative. Insomma un centro storico assolutamente degno di una città patrimonio dell’umanità.
In un contesto di vitalità ritrovata del centro storico, di spinta verso il nuovo e l’alternativo, gli street-bar ovvero i bar di strada, hanno trovato un terreno molto fertile. Gli street-bar non sono un invenzione ferrarese. Molte città europee, ma anche molte località balneari italiane, vedono da anni le loro strade invase da migliaia di giovani che si dedicano all’ormai consueta “bevuta di strada”. Noi giovani non vogliamo rinunciare a divertirci, a vivere la nostra età in spensieratezza ed a frequentare i nostri coetanei, magari ascoltando musica e bevendo una birra. Ma lo vogliamo fare nel rispetto degli altri e soprattutto mettendoci nei panni dei residenti del centro storico, spesso anziani, costretti a notti insonni per il rumore proveniente dagli street bar senza regole.
Per questo motivo noi giovani dell’Italia dei Valori di Ferrara auspichiamo che il fenomeno degli street-bar non sfugga al controllo delle Istituzioni e degli esercenti pubblici ma che invece venga gestito attraverso l’applicazione di regole che pongano al centro i diritti dei cittadini residenti.
Solo così potremo superare i conflitti, anche quelli generazionali, non assisteremo alla demonizzazione degli street bar e dei loro giovani frequentatori e si apriranno per gli esercenti possibilità di incremento della loro attività.
Ma c’è bisogno dell’impegno si tutti, in particolar modo dei titolari dei locali. A questo proposito ricordiamo che nella manovra di bilancio per il 2007 sono stati stanziati dal Comune di Ferrara 450 mila euro per il sostegno a fondo perduto delle attività commerciali e produttive del centro cittadino. Secondo noi questa misura risponde al principio "do ut des" ovvero "io do affinché tu dia". Dobbiamo quindi attenderci che da parte degli esercenti vi sia la massima collaborazione con le istituzioni e l'accettazione di regole che permettano la civile convivenza tra i giovani utenti degli street bar ed i cittadini residenti. L'applicazione agli street-bar di regole, ancorché rigide, non è un accanimento verso gli esercenti dei locali pubblici del centro storico o verso i giovani ma un doveroso riconoscimento del diritto alla quiete dei residenti.

I Giovani dell’Italia dei Valori di Ferrara

01 marzo 2007

Aumenti delle tariffe di teleriscaldamento applicate da HERA s.p.a.: dopo un mese attendiamo ancora i chiarimenti richiesti.


E’ ormai trascorso un mese da quando l’Italia dei Valori di Ferrara ha chiesto al Comune di Ferrara chiarimenti in merito ai forti aumenti delle tariffe per il teleriscaldamento applicate nell’ultimo anno da HERA s.p.a.
Quello dell’aumento tariffario per il teleriscaldamento, che in molti casi sfiora il 50%, è un problema che riguarda 18 mila famiglie ferraresi. Per alcune di esse si prospettano addirittura situazioni di morosità dovute alle difficoltà a far quadrare i bilanci familiari per effetto del caro bolletta.
L’Italia dei Valori, ritenendo i rincari spropositati e non giustificati, ha posto la questione al Sindaco affinché si chiarissero le ragioni degli aumenti e si fornissero agli utenti precise garanzie in fatto di trasparenza, di controllo e di equità delle tariffe applicate al servizio di teleriscaldamento fornito da HERA.
E’ bene ricordare che l’art.19 della delibera comunale del luglio 2002, relativa al rinnovo dell’affidamento del servizio di teleriscaldamento ad HERA, stabilisce che il Comune di Ferrara ha il potere di controllare che la gestione avvenga nel pieno rispetto delle condizioni registrate dal contratto di servizio. Si tratta quindi di capire se il Comune ha esercitato in maniera puntuale ed efficace questo diritto-dovere.
Purtroppo, a distanza di un mese dalle richieste di chiarimento dell’Italia dei Valori, nessuna risposta è giunta.

22 febbraio 2007

Crisi di governo: é necessaria una piena assunzione di responsabilità del Senatore Rossi.

"Vorrei domandare al Senatore Rossi che cosa ha ottenuto, al di là dell’effimera visibilità del giorno dopo, ora che il Governo Prodi è caduto anche grazie al suo contribuito. Non condanno il Senatore Rossi ma lo invito ad una piena assunzione di responsabilità che deve passare attraverso le sue dimissioni da parlamentare.
Coerenza vuole che non si possa prima affondare la maggioranza e poi dare la propria fiducia al Governo Prodi.
Tuttavia, va evidenziato che per il centro-sinistra si pone il problema della difficile convivenza tra la cultura movimentista e quella di governo. L’una non può escludere l’altra; entrambe vanno invece coniugate nell’interesse del Paese. E’ questa la sfida più importante per il centro-sinistra."

Il Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara
(Massimiliano Fiorillo)

19 febbraio 2007

Street bar: l'Italia dei Valori di Ferrara condanna il grave atto intimidatorio subito dal rappresentante del comitato di cittadini



Il Partito dell’Italia dei Valori esprime piena solidarietà a Mario D’Elia, portavoce del Comitato di cittadini contro gli street bar, per il grave atto intimidatorio subito ad opera di ignoti.
Questo grave episodio rende necessaria una netta presa di posizione e l’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni e dei pubblici esercenti al fine di trovare un’adeguata soluzione al problema degli street-bar che tenga conto del rispetto delle regole e del diritto alla quiete dei residenti del centro cittadino.

15 febbraio 2007

Chiusura della Distilleria Alcoplus di Ferrara. L'Italia dei Valori è al fianco dei lavoratori contro la delocalizzazione e le speculazioni.


L’Italia dei Valori di Ferrara è al fianco dei 43 lavoratori che rischiano il licenziamento per la chiusura dell’impianto di distillazione Alcoplus di Ferrara.
Di fronte al continuo stillicidio di aziende ferraresi che chiudono la loro attività, non si può che esprimere forte preoccupazione per gli effetti che si avranno sulla capacità di sviluppo economico di questo territorio e sull’occupazione.
Proprio quando più si parla dell’importanza rivestita dal bioetanolo e dai carburanti verdi ai fini del rilancio dell’agricoltura e dell’approvvigionamento di fonti energetiche pulite, ci paiono poco convincenti le motivazioni addotte da Alcoplus, riconducili alla carenza di materia prima reperibile, che stanno alla base della chiusura della distilleria di Ferrara.
Era il luglio 2005 quando, con la nascita di Alcoplus, venne dato il via al primo polo italiano per la produzione di alcool etilico di origine agricola destinato, in prospettiva, a sostenere il progetto di incentivazione dei carburanti verdi.
A distanza di soli 18 mesi il progetto industriale di Alcoplus, che vedeva nella distilleria di Ferrara il suo punto di forza, si è arenato. Cosa è successo nel frattempo?
Non vorremmo che la chiusura della distilleria fosse in realtà dettata dalla logica della delocalizzazione dell’impianto o peggio da mire speculative di natura immobiliare legate alla futura destinazione urbanistica dell’area.
L’Italia dei Valori, di fronte a questa ennesima emergenza aziendale ed occupazionale, chiede l’intervento delle Istituzioni, dei Sindacati, delle associazioni agricole e di categoria al fine di scongiurare il disimpegno di Alcoplus dal settore della produzione di bioetanolo in Provincia di Ferrara.

14 febbraio 2007

L'Italia dei Valori di Ferrara sull'allargamento della base NATO di Vicenza

Il Direttivo provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara considera un errore l’autorizzazione concessa dal Governo all’allargamento della base militare americana “Dal Molin” di Vicenza.
In questo momento di forti tensioni internazionali è necessario compiere azioni che vadano nella direzione della distensione, che non si configurino, dunque, come azioni aggressive seppur indirette, tanto più se tali azioni avvengono sotto l’egida di una potenza impegnata su scenari di guerra internazionali, poiché ciò potrebbe esporre a ripercussioni negative il nostro Paese e le nostre truppe impegnate all’estero in missioni di pace. E’ indubbio, infatti, che l’ampliamento di una base militare destinata ad ospitare truppe aviotrasportate di fatto ne aumenta il suo potenziale offensivo, con la conseguenza di configurare una precisa scelta di politica di relazioni estere del nostro Paese nei confronti del resto del mondo.
In campagna elettorale per le politiche dello scorso anno il partito e i nostri candidati si sono impegnati a favore dell’obiezione di coscienza alle spese militari.
Coerenti con quell’impegno e alla luce delle considerazioni fatte sopra, l’Italia dei Valori di Ferrara non condivide la scelta fatta dal Consiglio dei Ministri sulla base di Vicenza e sollecita il Governo ad una più attenta politica per la pace e per la distensione internazionale. Invita, inoltre, la maggioranza ad una maggiore collegialità, in particolare nell’assunzione di scelte di rilevanza strategica.

Il Direttivo Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara

13 febbraio 2007

Referendum autogestito: grande affluenza alle urne per dire NO a centrale turbogas ed inceneritore. Un segnale da non sottovalutare.


Più di undicimila ferraresi, il 10% degli aventi diritto al voto, hanno consegnano alla maggioranza di centro sinistra che governa la città un messaggio chiaro ed inequivocabile che va ascoltato.
Sarebbe un grave errore sminuire il significato della grande partecipazione al referendum autogestito riconducendolo ad una mera operazione politica volta a colpire per fini elettorali l’attuale maggioranza di centro sinistra ed a preparare la corsa a Palazzo Municipale di fantomatici candidati civici. Non vi sono, al momento, leader riconosciuti dal movimento ambientalista nel suo insieme, se non quelli autoproclamatisi tali.
L’Italia dei Valori invita i propri alleati di centro sinistra a non sottovalutare il senso di disagio manifestato da migliaia di cittadini per le scelte di politica ambientale non condivise.
D’altro canto, non si permetta al centro destra di ergersi paladino dell’ambiente e di farsi promotore ed interprete delle istanze dei cittadini che si sono recati alle urne per dire no alla centrale turbogas ed alla triplicazione dell’inceneritore.
Occorre che il centro sinistra ferrarese colmi le distanze che si sono venute a creare tra amministratori ed amministrati, prima che sia troppo tardi.

09 febbraio 2007

Referendum autogestito su centrale turbogas ed inceneritore di Ferrara. L'I.D.V. invita a votare NO.



Il Partito dell’ITALIA DEI VALORI di Ferrara condivide le ragioni dei promotori del referendum autogestito ed invita i propri elettori e tutti i ferraresi a recarsi il 10 e 11 febbraio alle urne per dire no alla centrale turbogas ed al potenziamento dell’inceneritore di Cassana.
Il nostro invito è rivolto anche a coloro che la pensano diversamente ma che ugualmente sentono l’esigenza di poter esprimere liberamente la loro idea.
Colpisce il fatto che proprio quando si parla di democrazia partecipata c’è chi vuol tenere i cittadini lontani dalle urne e di fatto impedire che essi possano esprimere la loro opinione su questioni che li riguardano da vicino, come è l’ambiente e la salute.
Il referendum proposto dai comitati di cittadini e dalle associazioni ambientaliste rappresenta un’occasione unica per rendere partecipi i ferraresi alle decisioni politiche e ci dispiace che il Comune di Ferrara non abbia consentito una consultazione popolare con valore formale.

31 gennaio 2007

La posizione dell' I.d.V. di Ferrara sull'aumento delle tariffe di teleriscadamento applicate da HERA s.p.a.



Da "La Nuova Ferrara" del 27 gennaio 2007

«Geotermia, stangata ingiustificata»

Secondo gli utenti ci sono stati aumenti anche del 50%. Il «giallo» del coefficiente ritoccato verso l’alto.
Fiorillo (Idv) chiede al sindaco un confronto con Hera

La stangata del teleriscaldamento non va ancora giù a centinaia di famiglie ferraresi. Gli aumenti della bolletta 2006, che sono stati del 26% secondo i calcoli di Hera e invece del 50% stando a quelli di diversi utenti, non sono però destinati a rimanere confinati in un contenzioso di condominio. A chiedere direttamente al sindaco un «tavolo di confronto» è una forza politica, l’Italia dei valori.

Il segretario dei dipietristi, Massimiliano Fiorillo, ha preso a cuore la vicenda. «Abbiamo registrato per settimane le lamentele dei cittadini per aumenti non giustificati delle tariffe geotermiche. Credo - è la sua valutazione - che il Comune debba intervenire esercitando appieno il ruolo di controllo previsto dalla convenzione con Agea-Hera». Il riferimento è all’art. 19 della delibera comunale del luglio 2002, con la quale veniva rinnovato l’affidamento del servizio all’azienda energetica, che recita: «Il Comune si riserva il diritto di controllare che la gestione avvenga nel pieno rispetto delle condizioni registrate dal contratto di servizio». A Fiorillo non basta la mossa del vicesindaco Rita Tagliati che aveva chiesto una spiegazione per iscritto ad Hera: la risposta, a quanto si sa, avrebbe richiamato il diritto dell’azienda di ritoccare verso l’alto (da 1 a 1,08) il “coefficiente K” della formula di calcolo della tariffa, facendo così rincarare le bollette indipendentemente dal prezzo del gas, sulla base di una disposizione nazionale. «Ci pare che questa operazione sia stata condotta senza equità nè trasparenza, e questo è particolarmente grave. Spesso - aggiunge Fiorillo - leggiamo di polemiche interminabili su aumenti tariffari o fiscali di poche decine di euro: qui invece stiamo parlando di una manovra che mette a rischio i bilanci di molte famiglie, poichè il teleriscaldamento tocca 18mila appartamenti». L’esempio del condominio Il Quartiere, il primo a sollevare il problema, è lampante: sul bilancio la stangata energetica peserà per 181.675 euro, e si contano già decine di utenze morose per necessità. Non per nulla si stanno muovendo sul tema le associazioni dei consumatori, a partire dai livelli nazionali del Codacons.
L’Italia dei valori chiede quindi l’attivazione del tavolo di confronto tra Comune, Hera, utenti e associazioni dei consumatori, sul modello indicato qualche tempo fa dall’assessore Aldo Modonesi ma del quale si sono perse le tracce. (s.c.)

18 dicembre 2006

Una centrale turbogas a Ferrara: domande e risposte.



A cura di Legambiente, Amici della Bicicletta e Comitato per una Città Sostenibile di Ferrara

Perchè una centrale turbogas a Ferrara? (quali benefici e quali rischi comporta?)

Non c’è alcun valido motivo per fare una megacentrale in città. Non ci saranno benefici per i cittadini, ma solo per l’azienda produttrice, che opera in un mercato ricchissimo e per di più protetto. La lunga battaglia per la verità condotta dai Comitati ha via via svelato tutte le false informazioni fatte circolare. Anzitutto, l’energia prodotta non servirà a Ferrara ma sarà venduta alla rete nazionale: al polo chimico è sufficiente quella della attuale centrale CTe2 da 60 MeW (che marcia a metà del suo potenziale e funziona per il 60% a metano).
E’ ridicolo, passando da una potenza di 60 a 800, parlare di sostituzione, poiché la migliore tecnologia usata non è sufficiente a garantire un minor inquinamento, che si ottiene unicamente a parità di potenza.
Rilanciare il polo chimico con la Turbogas si è dimostrata un'altra dichiarazione infondata. È invece ora di bonificare, superare e riconvertire il polo chimico.
Che la Turbogas sia il ”prezzo da pagare” per obbligare le industrie a bonificare i suoli contaminati è altrettanto infondato. La bonifica è un obbligo di legge. L’intervento proposto dalla SEF, società costruttrice - gravemente carente secondo molti esperti – riguarda meno del 3% del totale (solo l’area su cui sorgerà la centrale). Nulla si sa degli altri 260 ettari.
La contropartita dei rischi è altissima. Aumentano l’inquinamento dell’aria, l’inquinamento acustico e il riscaldamento delle acque di scarico in Po; peggiora ulteriormente un microclima già gravemente compromesso nella Pianura padana. Tutti rischi annunciati dagli esperti del nostro comitato e confermati dalla inascoltata commissione di esperti universitari guidata da Prodi.
Molti sono i rischi per la salute (tumori, allergie, malattie respiratorie, nervose e cardiocircolatorie), dovuti all’esposizione alle polveri fini e agli altri inquinanti. In una città con tassi di morte per tumore elevatissimi non basta dire che la situazione non peggiorerà: dovrebbe essere un alto impegno civile e morale fare ogni sforzo per limitare l’esposizione ad agenti inquinanti.


Se la centrale turbogas di Ferrara - così come è stata concepita - fosse già in funzione, come inciderebbe sulla situazione ambientale della città?

Le polveri fini e ultrafini immesse in atmosfera dalla turbogas sono in gran parte derivanti dagli NOx (ossidi di azoto).
Rispetto alla situazione attuale, la centrale incrementerebbe del 28% la produzione di Nox, aggiungendosi agli altri inquinanti prodotti dal polo chimico, per un totale di 1085 t/anno contro le 846 t/anno attuali. Per garantire questi livelli di emissione la centrale deve funzionare al 56% della sua potenza.
A questo proposito gli studi CAFE (Clean Air For Europe) della Commissione Europea, in considerazione del fatto che la pianura padana è una delle due zone critiche in Europa, raccomanda di ridurre la quantità degli NOx, per le centrali termoelettriche, del 40% di qui al 2020.
L’impianto, consumando circa un miliardo di metri cubi di metano all’anno, contribuirà in maniera significativa sia al consumo delle risorse energetiche non rinnovabili, sia all’aumento di gas che innalzano la temperatura planetaria, sul piano sanitario.
Riguardo all’impatto acustico, per le abitazioni più esposte del Barco, pur essendo stato valutato con un metodo considerato inadeguato, alcuni monitoraggi sono risultati superiori ai limiti di legge.


E' possibile limitare l'impatto ambientale della centrale ed eventualmente attraverso quali azioni?


Quello che era possibile fare era chiaramente indicato nella denuncia dell’ingegner Francesco Guggi (ex direttore dei lavori), che segnalò tutti i rischi della costruzione dell’edifico della centrale e nella relazione dell’Università coordinata da Franco Prodi. Entrambi inascoltati. Basta andarle a rileggere. Ad esempio che fine hanno fatto le considerazioni sui filtri più efficienti per ridurre le emissioni nocive?


Quale politica energetica è auspicabile per il futuro del territorio ferrarese?


Anche a Ferrara è giunto il momento di voltare pagina rispetto ai combustibili e alle tecnologie che alterano il clima. Oltre ai vantaggi per la salute e per l’ambiente, le energie da fonti rinnovabili possono fare da volano per una nuova crescita economica e occupazionale. Senza pensare a progetti fantascientifici, c’è oggi tantissimo margine per recuperare efficienza e risparmiare. Non c’è bisogno di aspettare lo Stato, le politiche locali sono fondamentali per il successo in questa direzione (ultimo esempio è quello di Barcellona, che sfrutterà l’energia solare per tutte le nuove costruzioni) E da noi? si userà il solare almeno per il nuovo ospedale? Si ridurranno almeno gli sprechi del riscaldamento degli ambienti pubblici? Purtroppo la turbogas è una risposta vecchia e sbagliata che condizionerà per i trent’anni futuri la politica energetica della città, lasciando poco spazio a una diversa soluzione del problema energetico.

07 dicembre 2006

Il sequestro della centrale a biomasse di Bando ha evidenziato l'inadeguatezza dei controlli di ARPA


Il sequestro dell'impianto è solo l'epilogo di una lunga serie di fatti, sospetti ed esposti (anche anonimi) che si sono susseguiti da oltre un anno a questa parte. Quindi non si può parlare di un fulmine a ciel sereno!
L'intera vicenda, al di là delle responsabilità penali che verranno accertate a carico dei rappresentanti della San Marco Bioenergie, evidenzia un fatto particolarmente preoccupante: l'inadeguatezza del sistema dei controlli messi in atto dall'ARPA.
Senza voler fare processi sommari e senza necessariamente pensare all'esistenza di atteggiamenti omertosi e conniventi di coloro che sono proposti ai controlli, viene da chiedersi se almeno non vi sia stata superficialità, incompetenza e pressappochismo da parte dei tecnici ferraresi dell'ARPA.
Ed è proprio sull'efficacia dei controlli dell'ARPA che noi di IDV a Ferrara abbiamo più volte puntato l'indice, sostenendo - crediamo a ragione - che l'ambiente e la salute dei cittadini non venivano sufficientemente tutelati.
Il nostro atto di accusa è senz'altro molto aspro, ma necessario. Alla vigilia dalla messa in funzione della mega centrale turbogas e dell'inceneritore da 150 mila tonnellate di rifiuti, ci preme porre al primo posto la legalità in campo ambientale e la salute dei ferraresi, questioni che non possono prescindere da controlli rigorosi, tempestivi ed approfonditi.
Senza un efficace sistema di monitoraggio delle emissioni di inquinanti nell'aria e senza una convinta azione di repressione degli illeciti ambientali, non possiamo affatto dirci tranquilli e fiduciosi nel futuro.

05 dicembre 2006

“Sensibilità chimica multipla”: interrogazione in Regione dell’Italia dei Valori per la tutela dei malati “dimenticati”.


Il Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori, Paolo Nanni, su specifica sollecitazione di un gruppo di malati ferraresi, ha presentato oggi un’interrogazione all’Assemblea Legislativa regionale al fine di sensibilizzare le Istituzioni sanitarie su una malattia, la “sensibilità chimica multipla” (M.C.S.), che seppur poco conosciuta colpisce in tutto il mondo milioni di persone, soprattutto lavoratori esposti ad agenti chimici tossici.
La M.C.S. è irreversibile, progressiva e non esiste, al momento, una cura. Nell’arco di pochi anni dalla comparsa della malattia i sintomi si cronicizzano e, senza un adeguato sostegno, la sindrome può avere conseguenze molto gravi sino a provocare emorragie, collassi, ictus o infarti, tumori e leucemie.
Indispensabili ausili terapeutici sono acquistabili solo all’estero e senza la copertura del Sistema Sanitario Nazionale.
In Emilia Romagna ed in particolare a Ferrara, i malati non hanno un centro di riferimento ospedaliero con medici qualificati ed esperti a cui rivolgersi, non dispongono né di un ambulatorio per il ricovero adeguatamente allestito per l’accesso e la sosta di persone chimicamente sensibili, nessuna autoambulanza compatibile, nessuna diagnosi, nessun riconoscimento di invalidità, nessuna esenzione ticket, nessun rimborso per ausili terapeutici, per cure specifiche. Tutto ciò contrariamente da quanto stabilito dalla delibera della Giunta della Regione Emilia Romagna n. 25/2005, approvata il 17/1/2005.
Per queste ragioni e per dare opportune risposte ai tanti malati di M.C.S., putroppo dimenticati dalle Istituzioni sanitarie, il Consigliere Regionale Paolo Nanni, ha interrogato la Giunta Regionale al fine di conoscere quali iniziative verranno adottate per un’adeguata individuazione e organizzazione del Presidio accreditato per la diagnosi e terapia della Sensibilità Chimica Multipla all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Bologna e per la puntuale attuazione della delibera in vigore con particolare riferimento al sostegno finanziario ai soggetti colpiti.
Viene inoltre interrogata la Giunta Regionale per sapere se è in atto o è prevista l’attuazione di un protocollo per la sperimentazione scientifica di una cura per la patologia in questione.

Massimiliano Fiorillo

23 novembre 2006

Il Consigliere Provinciale Mario Castelluzzo lascia l'Italia dei Valori e approda alla Margherita. Il documento del Direttivo Provinciale I.D.V.



Il Direttivo provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara prende atto, per averlo appreso dalla stampa locale, dell’abbandono del Partito, e di conseguenza del gruppo consiliare, da parte del Consigliere in Provincia Mario Castelluzzo. Da ciò ne discende che egli non rappresenta più le istanze dell’I.d.V. all’interno dei consigli di amministrazione o di qualunque altro organismo a cui è chiamato a far parte.
Sorvoliamo sulle questioni di stile che pure contano in politica. Nel merito delle motivazioni delle dimissioni, il Direttivo dell’I.d.V. smentisce categoricamente l’ipotesi di un sostegno del Partito a “candidature provenienti dall’area dei movimenti ambientalisti per le elezioni comunali del 2009 in alternativa al centro sinistra”. Tale ipotesi è pura fantascienza. Il Direttivo ribadisce pertanto la collocazione dell’I.d.V. all’interno del centro sinistra, sia a livello nazionale sia a livello locale, pur riaffermando il diritto ad una posizione critica rispetto ad alcune scelte politiche non condivise delle Amministrazioni comunale e provinciale di Ferrara.
Il Consigliere Castelluzzo contesta al Partito di essersi caratterizzato a Ferrara “soprattutto come forza impegnata sulle questioni ambientali locali e poco sul resto dei problemi”. É innegabile che buona parte del nostro elettorato esprime una forte sensibilità ed attenzione nei confronti dell’ambiente, anche perché una delle emergenze più rilevanti di questa città è proprio quella di carattere ambientale, su cui, peraltro, il dibattito è più accesso e l’attenzione dei cittadini più concentrata per le ripercussioni che tale emergenza ha sulla salute pubblica. Si pensi alle micropolveri ed ai provvedimenti di limitazione del traffico; si pensi alle installazioni di antenne per telefonia mobile per cui l’Amministrazione comunale, nonostante le promesse, non si è ancora dotata di un proprio regolamento; si pensi alla scelta sciagurata di autorizzare la costruzione di una centrale turbogas da 800 Mw rivelatasi, peraltro, inutile ai fini dello sviluppo dell’economia locale (il caso SFIR docet); si pensi all’altra scelta sciagurata di triplicare l’inceneritore di Cassana portandolo ad una capacità annua di smaltimento di 150mila tonnellate di rifiuti, scelta votata dal consigliere Castelluzzo nonostante il Partito gli avesse dato indicazione di astensione. Quindi non è il Partito ad essere impegnato su poche questioni ambientali per una sorta di fissazione maniacale, ma è l’agenda politica delle emergenze di questa città, emergenze create da scelte amministrative sbagliate, a dettare la linea e a porre l’I.d.V. in sintonia con una larga fetta di cittadini impegnati a vario titolo a tutela della salute e dell’ambiente.
Tralasciamo infine di commentare le considerazioni del Consigliere Castelluzzo sulla politica nazionale (es. Partito Democratico) che sono spesso un modo usato dai partiti per parlare d’altro e distogliere l’attenzione dalle spinose questioni che più interessano i cittadini.

Il Direttivo Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara

Riunitisi a Roma i Comitati per la difesa della Costituzione. Il resoconto dell'assemblea.



Il 18 Novembre 2006 a Roma, presso l’Auditorium di Via Rieti, si è riunita l’Assemblea nazionale dei delegati dei Comitati per la difesa della Costituzione per discutere il seguente tema:
La Costituzione dopo il referendum: rispettare il voto degli italiani.
Il Presidente del comitato, Sen. Oscar Luigi Scalfaro, ha aperto la riunione, successivamente sono intervenuti i costituzionalist: On Franco Bassanini, Prof. Alessandro Pace, Prof. Leopoldo Elia, Prof. Valerio Onida, Dirigenti nazionali dei sindacati, Pancho Pardi, il Ministro delle riforme istituzionale Vannino Chiti, il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni nonché vari presidenti dei comitati locali di Roma, Andria, Rovigo, Pescara, Firenze, ecc..
punti salienti della discussione risultano sinteticamente i seguenti.
La vittoria elettorale conseguita il 25 –26 giugno scorso , che ha la stessa portata storica del 02 giugno 2006, impone al comitato il dovere di essere custode della volontà espressa dagli italiani poiché si sentono “voci” che parlano come se il voto non ci fosse stato.
Il comitato non sposerà riforme di alcun genere ,tranne la riforma dell’art. 138, necessaria per mettere in sicurezza la Costituzione rispetto ad eventuali cambiamenti a colpi di maggioranza.
Il 25 giugno 2006 è stato un successo! L’esito del referendum è stato netto e chiaro con più di 5.000.000 di voti di maggioranza per il no alla riforma e, in un ‘Italia spaccata in due, dal punto di vista politico, 5.000.000 di voti sono un dato significativo.
Questo risultato evidenzia che la maggior parte degli italiani si riconosce nell’impianto vigente della Costituzione ed è per questo che i comitati locali intendono continuare la loro attività affinché il risultato del referendum non sia tradito; ciò significa impegnarsi per diffondere una cultura costituzionale diffusa, a partire dalle scuole, ma non solo, e vigilare sulle future riforme istituzionali.
Come comitato si chiede di mettere in sicurezza la Costituzione garantendo che non possa essere cambiata a colpi di maggioranza poiché, se ciò era pacifico 30 anni fa,da una quindicina d’anni non lo è più, infatti, sia il centrodestra che il centrosinistra si sono resi responsabili di riforme approvate da un solo schieramento politico.
Occorre, quindi, una modifica condivisa dell’art. 138, modifica che, tra l’altro, rientra nel programma dell’ Unione e sarebbe grave che il governo arrivasse a fine legislatura senza aver attuato questo punto.
La Costituzione deve essere messa in sicurezza soprattutto nei nostri cuori, in quanto, è la cultura costituzionale , più che la modifica delle regole formali, che va sollecitata, soprattutto nei giovani. Se i valori costituzionali diventano ideali nell’intimo di ogni cittadino non si dovranno più temere modifiche a colpi di maggioranza parlamentare.
Sono in corso tre tentativi di oblio:
1. oblio del referendum, ossia si procede politicamente come se esso non ci fosse stato;
2. oblio del significato del referendum sulla forma di governo: il voto del 25 – 26 giugno ha bocciato la devolution e il premierato;
3. oblio della necessità di modificare l’art. 138 della Costituzione.
Il tema costituzionale deve essere, però, affrontato in futuro, in modo nuovo, ossia non deve essere strumentalizzato politicamente.
La riforma dell’art. 138 non deve essere di parte, occorre quindi liberare la modifica costituzionale dagli schieramenti politici e contemporaneamente capire che molti problemi non richiedono modifiche costituzionali e che possono essere risolti con legge ordinaria e con puntuali ritocchi del testo costituzionale.
La mancanza di coesione sociale, la disaffezione verso la politica, la sfiducia nelle istituzioni possono riportare alla ribalta, ancora una volta, la modifica della Carta come panacea di tutti i mali del paese.
Ci sono molte luci e spinte positive nel paese, ma anche tante ombre e spinte di interessi particolari.
Occorre, in questo senso, cancellare tutte le leggi ad personam e far capire che la Costituzione non indica vuote parole ma progetti da realizzare.
La Costituzione necessita di puntuali innovazioni e non di grandi riforme; essa è un elemento di identità , in particolare modo, nella odierna società aperta e multiculturale in divenire, è necessario quindi rivolgersi soprattutto ai giovani ed eliminare il divario tra ciò che imparano sul contenuto costituzionale e ciò che vivono nella realtà.
I valori ed i principi costituzionali sono proprio i valori che sembrano venir meno quotidianamente nelle nostre scuole, nelle nostre strade e, forse, nella nostra classe politica e dirigente.
Non si può convincere i giovani della autorevolezza del dettato costituzionale se i messaggi, gli input, gli stimoli che ricevono quotidianamente nel loro vissuto personale e nel vissuto collettivo mediante i media, non rispecchiano minimamente quei principi.
La discussione termina con la stesura di un documento condiviso con cui il comitato si assume gli impegni fin qui esposti.

Ferrara, 18.11.06

Paola Manzan

Emissioni maleodoranti di Enb dal Petrolchimico di Ferrara: I.D.V. chiede chiarezza sui fatti e garanzie su tempestività ed efficacia dei controlli.


L’Italia dei Valori si augura che gli interventi del Sindaco e della Magistratura possano finalmente far chiarezza sulle emissioni moleste di etilen norbornene (Enb) provenienti dal petrolchimico e che da oltre due mesi creano disagi a migliaia di cittadini ferraresi.
Rimane tuttavia da domandarsi se l’ordinanza del Sindaco, che ingiunge alla Polimeri Europa l’obbligo di bloccare l’utilizzo del gas incriminato, non sia un atto tardivo. Questo perché oltre due mesi di tempo per individuare la presunta causa delle emissioni maleodoranti ci sembrano veramente troppi, soprattutto se si pensa che già nel luglio del 2003 le Rsu della Polimeri Europa denunciavano l’ennesima disfunzione alla linea di erogazione acqua potabile al reparto F26 con conseguente fuoriuscita di Enb.
E’ oltretutto bene interrogarsi sull’adeguatezza dei sistemi di controllo ambientale e di monitoraggio delle emissioni inquinanti del Petrolchimico. E’ facile infatti immaginare cosa sarebbe accaduto se le emissioni maleodoranti fossero state causate da sostanze dannose per la salute.
In vista dell’entrata in funzione della centrale turbogas e del nuovo inceneritore ed alla luce dei fatti in questione, non ci rimane che chiedere alle Istituzioni competenti ed agli Organi di vigilanza chiarezza su quanto è accaduto e maggiori garanzie sulla tempestività e sull’efficacia dell’attività di controllo dell’ambiente e della qualità dell’aria.

Il Segretario Provinciale dell’ITALIA DEI VALORI di Ferrara
(Massimiliano Fiorillo)

Contro la chiusura dello zuccherificio SFIR di Pontelagoscuro, Paolo Nanni (I.D.V.) interroga la Giunta Regionale.



Al Presidente
dell’Assemblea Legislativa


INTERROGAZIONE a risposta orale


Lo scrivente Consigliere regionale

a fronte delle notizie di stampa riguardante la grave crisi dell’industria bietolo-saccarifera con particolare riguardo allo stabilimento di Pontelagoscuro;

viste le preoccupazioni dei lavoratori per i loro livelli occupazionali ed in seguito alla mancata riconversione degli impianti


Interroga la Giunta Regionale

- per chiedere che si impegni, in tempi brevi, a convocare un tavolo composto dalle istituzioni, del mondo agricolo e delle industrie saccarifere per esaminare la situazione di grande incertezza che, in materia, affligge tutta la filiera saccarifera;

- per conoscere lo stato d’opera della riconversione degli impianti saccariferi;


- per chiedere quali azioni intenda perseguire affinché la riconversione delle strutture, non sia solo un modo “non partecipato” per costruire nuovi impianti di incenerimento rifiuti, oppure per produzioni energetiche alimentate da prodotti e materiali non legati al territorio.

Paolo Nanni


Bologna, 14 novembre 2006

Antenne selvagge: I.D.V. propone un regolamento per il Comune di Ferrara.



Approvato dal Consiglio della Circoscrizione Via Bologna un Ordine del Giorno presentato dall'Italia dei Valori per la regolamentazione dell'intallazione degli impianti fissi di telefonia mobile.
Un analogo O.d.G. verrà discusso alla Circoscrizione Centro Cittadino.



Proposta di O.d.G. presentata in data 16.11.06 dal Consigliere Massimiliano Fiorillo (Italia dei Valori).

Il Consiglio della Circoscrizione Via Bologna,

premesso

che per gli effetti dell’art. 8 comma 2 della Legge Regionale 31 ottobre 2000, n.30, i gestori di telefonia mobile hanno presentato all’Amministrazione Comunale di Ferrara il Programma annuale 2007 delle installazioni fisse di telefonia mobile da realizzare,

considerato

che ai sensi dell’art. 1 comma 2 della Delibera Regionale 20 febbraio 2001 n.197 (Direttiva per l'applicazione della L.R. 31 ottobre 2000, n. 30 recante "Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico"), gli Enti locali nell'esercizio delle loro competenze e della pianificazione territoriale e urbanistica perseguono obiettivi di qualità per la minimizzazione del rischio della popolazione ai campi elettromagnetici;

che per l’art. 8 comma 6 della Legge 22 febbraio 2001 n.36 ("Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici") i Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti fissi di telefonia mobile,

ritenuto

che un’indiscriminata proliferazione degli impianti fissi di telefonia mobile possa influire negativamente sulla salute psico-fisica degli abitanti nonché sulla qualità ambientale, paesaggistica ed urbanistica del territorio comunale;

che, in attesa di definitive acquisizioni scientifiche sugli effetti delle onde elettromagnetiche sull’uomo, la tutela della salute e del paesaggio possa realizzarsi attraverso l’adozione di atti di pianificazione e di regolamentazione dell’attività di installazione e di gestione degli impianti fissi di telefonia mobile, ispirati ai principi di cautela, di minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici, di programmazione urbanistica, di giustificazione e di ottimizzazione delle risorse del territorio,

invita l’Amministrazione comunale

alla rapida approvazione di un regolamento per l’installazione e l’esercizio degli impianti di
telecomunicazione per la telefona mobile che si ponga i seguenti obiettivi:

1) tutela della salute dei cittadini;
2) salvaguardia del patrimonio paesaggistico, urbanistico, storico ed artistico;
3) coinvolgimento dei cittadini o dei loro rappresentanti nelle fasi decisionali e di controllo delle scelte legate alla localizzazione degli impianti fissi di telefona mobile e di telecomunicazione;
4) divulgazione delle informazioni a favore dei cittadini;
5) riduzione della conflittualità e del malcontento legato all’installazione non condivisa degli impianti di telefonia;
6) riduzione dei tempi e semplificazione dell’iter di rilascio delle autorizzazioni all’installazione ai fini della maggiore trasparenza e della partecipazione democratica dei cittadini.

Auspica

che, su iniziativa del Governo e del Parlamento, venga attuato al più presto il riordino della
normativa quadro in materia di localizzazione delle antenne al fine di garantire maggiore certezza procedurale e di tutelare il diritto alla salute dei cittadini.

Ferrara, li 16.11.06


Il Consigliere
Massimiliano Fiorillo

29 ottobre 2006

Lettera aperta ad Antonio Di Pietro


Ho assistito ai dibattiti organizzati per la Festa nazionale IDV quale militante del partito. Ahimè, quanta tristezza e vergogna ho provato nel vedere sul palco l’avvicendamento di uomini politici e sullo sfondo due ragazze belle e avvenenti adibite ad assistere gli autorevoli uomini politici e poi immobili, in piedi, a fare le belle statuine.
L’unica presenza femminile garantita alle donne, nell’ambito della manifestazione, è stata questa: vallette. Avrei pianto. Soprattutto perché dietro al palco spiccava la scritta “L’innovazione per l’Italia”. Di quale Innovazione si tratta?
Non c’è alcuna giustificazione a tale arroganza maschile , non è una dimenticanza da poco, considerato il dibattito politico nazionale e le leggi comunitarie sulle quote rose.
Il femminismo è storicamente superato? Credo che dovremmo riprendere ad esercitarlo perché sento tanto aria di involuzione. Come dice Umberto Eco stiamo andando a Passo di Gambero.
Quando l’Italia si adeguerà ai livelli europei in materia di rappresentanza politica femminile?
Si tratta di un cambiamento culturale radicale femminile e maschile che, appena possono, gli uomini politici italiani rinnegano, dal profondo del loro inconscio che continua ad immaginarci spose e vallette.
Con tanta tristezza,

Paola Manzan
Ferrara, 23-09-06

25 settembre 2006

Si è conclusa a Vasto la prima Festa Nazionale dell'Italia dei Valori



Cari Amici e gentili Amiche,

la prima Festa Nazionale dell’Italia dei Valori, tenutasi nella splendida città di Vasto, ha visto ieri spegnersi i riflettori.

Senza essere banale o scontato, vorrei dirvi che per me la “quattro giorni” di Vasto è stata un’esperienza entusiasmante, unica, un tripudio di emozioni positive che mi ha rinfrancato dopo mesi di duro impegno politico; oltretutto è servita a rafforzare, credo non solo in me, il senso di appartenenza all’Italia dei Valori.

La nostra Festa è stata quindi un vero successo sia per il livello di partecipazione della gente che per la qualità dei dibattiti politici.

Per quattro giorni Vasto è stata la capitale della politica italiana. Sono stati affrontati temi di grande interesse, dall’ambiente alla legge Biagi, dal tema della pace a quello della finanziaria 2006, dal Partito Democratico alla libertà d’informazione. Grande successo ha riscosso la presenza di Romano Prodi ed il faccia a faccia Di Pietro Mastella, un duello particolarmente infuocato per le vicende delle intercettazioni illegali e dell’indulto.

Si sono avuti inoltre gli interventi di Rutelli, Fini, Rizzo, Tabacci, Storace dei Ministri De Castro, Pecoraro, Gentiloni, ecc. Mi è parsa tuttavia un po’ disertata dai vertici dei DS.

In sintesi, ecco alcuni punti su cui l’On. Di Pietro si è soffermato in occasione dell’Assemblea Nazionale degli eletti che si è tenuta sabato.


1) Partito Democratico. Di Pietro è favorevole all’ingresso di IDV nel nuovo soggetto politico solo a condizione della pari dignità e dell’effettiva democraticità dell’operazione. No a manovre di apparato ad opera di DS e Margherita. Questo concetto è stato ribadito con forza anche da Leoluca Orlando che auspica la nascita del “Partito democratico dei Democratici”, ovvero di un Partito dove la componente fondamentale sia la base, il popolo delle primarie, i giovani, le donne e la società civile. Orlando inoltre rilancia lo strumento delle primarie quale mezzo indispensabile per infondere nella gente la voglia di partecipare alla vita politica ed a quelle decisioni che fino ad ora sono ad esclusivo appannaggio delle segreterie di partito. Per Orlando, infatti, le Primarie non devono servire solo alla scelta del leader.

2) Tensioni interne. Occorre mettere da parte i contrasti, spesso di natura personale, i personalismi, le lagnanze da una parte e le piaggerie dall’altra. Di Pietro invita tutti a non strapparsi i capelli se qualcuno se ne è andato o se ne andrà. Per uno che esce, altri dieci ne entreranno. Chi esce, magari sbattendo la porta, conquista visibilità solo per un giorno, ma subito dopo per lui non resta che l’oblio.

3) Comunicazione. Bisogna migliorare la comunicazione interna al Partito ed esterna rivolta alla gente. Occorre sfruttare molto di più lo strumento internet, attraverso lo scambio di mail, il dibattito sul blog ed il sito web. Di Pietro confida moltissimo sulle potenzialità offerte da internet. Leoluca Orlando rafforza il concetto espresso da Di Pietro dicendo che occorre saper pensare anticamente e comunicare modernamente, usando cioè un linguaggio adatto ai nostri tempi.

4) Caratterizzazione politica di IDV. La difesa della legalità è e rimane il “core business” di Italia dei Valori. Ma il concetto di legalità deve essere esteso a tutti i settori della vita sociale del nostro Paese. Dall’ambiente all’economia, dal sociale ai diritti delle persone. Non “giustizialismo” ma rispetto delle regole a tutti i livelli. Il nostro Partito dovrà essere particolare impegnato nella lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione, nel superamento dei conflitti d’interesse e nella riduzione dei costi della politica.

5) IDV e centro sinistra. L’appoggio di Italia dei Valori alla coalizione di centro sinistra ed a Romano Prodi è assicurato e fuori discussione. Il fatto di non vedersi sempre riconosciuto dai nostri alleati il ruolo che ci spetta non deve divenire per IDV motivo di frustrazione o, peggio, di rottura con il centro sinistra. Il senso di responsabilità deve prevalere e con esso la consapevolezza che IDV è ora forza di governo. Tuttavia, non ci sarà da parte nostra nessuna sistematica omologazione alle scelte della coalizione ma ci riserveremo la piena libertà di esprimere critiche laddove la politica del centro sinistra sia contraria ai nostri principi. All’interno della colazione noi ci porremo come forza di “sollecitazione”. Della nostra debolezza, ovvero quella derivante dal fatto di essere un piccolo Partito, noi faremo la nostra forza: non saremo mai ricattatori (tanto meno ricattabili).

6) Personalismi e carrierismo: Di Pietro ha lanciato il suo anatema verso coloro che vedono in IDV il mezzo per ottenere o mantenere rendite di posizione. Per dirla in “dipietrese” in IDV non c’è posto per chi subisce il fascino dell’auto blu o per chi vuole fare affari con la politica. La gente che ci sostiene con il voto dovrà avere la certezza che IDV è fatta di persone oneste e perbene, animate unicamente dalla voglia di prestare un servizio alla collettività.

7) Scuola di Partito. Per IDV la fase movimentista si è conclusa ed è iniziata quella di Partito politico. Dalle proteste siamo passati alle proposte e da ora in poi non saranno più ammesse improvvisazioni nella nostra azione politica. Di Pietro ha quindi annunciato la nascita della Scuola di Formazione Politica dell’Italia dei Valori. La scuola di partito, che avrà autonomia organizzativa e finanziaria, formerà la futura classe dirigente di IDV.

8) Pari opportunità tra uomo e donna. Antonio Di Pietro, nel corso della sua relazione conclusiva, ha riconosciuto il ritardo di IDV nella corsa al riconoscimento effettivo delle pari opportunità tra uomini e donne ed ha quindi auspicato che il percorso paritario, indispensabile per la crescita del nostro Partito, sia al più presto completato.


Sperando di esser stato sufficientemente esauriente vi saluto cordialmente e vi do appuntamento alla prossima assemblea degli iscritti e dei simpatizzanti di Italia dei Valori.


Massimiliano Fiorillo
Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara

12 settembre 2006

Viale K: basta con le parole. Ora occorrono i fatti. L’Italia dei Valori chiede un maggior impegno delle Istituzioni


Il crescente disagio lamentato dai numerosi residenti di viale Krasnodar, legato alla presenza di extracomunitari irregolari nella zona, è un fenomeno da non sottovalutare ma che invece richiede un concreto impegno da parte delle Istituzioni, in particolare di Comune e Questura.

Attorno alla vicenda di “Viale K” si concentrano una miriade di prese di posizioni, di esternazioni più o meno condivisibili, di dichiarazioni d’intenti alle quali fino ad ora non sono seguite azioni concrete volte alla soluzione del problema della civile convivenza tra i cittadini.

Si ha quasi l’impressione che stiano prevalendo le parole ai fatti.

L’Italia dei Valori, nell’esprimere vivo apprezzamento per l’attività svolta da Don Domenico e dall’Associazione Viale K, ritenendola peraltro meritevole del massimo sostegno morale e materiale, comprende le preoccupazioni degli abitanti della zona che al pari di tanti cittadini extracomunitari onesti sono le vittime di una “guerra tra poveri”, frutto delle carenze delle Istituzioni e di una normativa assolutamente non idonea a gestire il pesante flusso migratorio di questo periodo.

Al Questore di Ferrara l’Italia dei Valori rivolge un accorato appello affinché venga intensificata l’attività di pattugliamento, soprattutto diurno, che oltre ad avere importanti funzioni di prevenzione e di repressione dei reati, aumenta nei cittadini la percezione di sicurezza e la fiducia nelle Forze di Polizia.

Benché qualcuno voglia far credere il contrario, fortunatamente non ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza immigrati, ma occorre intervenire al più presto e prima che la situazione degeneri e divenga insostenibile.

Il Partito dell’Italia dei Valori, infine, si schiera a fianco della Presidente della Circoscrizione Patrizia Bianchini e concorda con lei quando, al limite dell’impotenza, lamenta ritardi da parte dell’Amministrazione Comunale, tanto da far sembrare il Quartiere di Via Bologna abbandonato a se stesso.

Massimiliano Fiorillo

24 agosto 2006

Un progetto di legge regionale per la trasparenza nelle nomine negli enti pubblici.





Il cittadino comune quando va a votare è convinto, una volta scelto partito e, laddove la legge glielo permetta, candidato, di avere assolto non solo ad un fondamentale diritto/dovere, ma anche di aver dato rappresentanza democratica al proprio voto in ogni Istituzione pubblica o Ente dipendente.

Cosa avviene invece nella realtà?: Sindaci e Presidenti di province e regioni, procedono alle nomine loro attribuite dalla legge, a proprio piacimento, senza alcun preventivo esame da parte dei consigli, organi appunto eletti democraticamente dai cittadini; procedere in tal modo toglie di fatto agli Eletti la prerogativa di rappresentanza dei cittadini elettori all’interno degli Enti di II grado (enti, aziende, fondazioni, società, associazioni, consorzi, dipendenti o partecipati dalla regione).

Nella sostanza, si vorrebbe, con il Progetto di legge che il Capogruppo dell’Italia dei Valori alla Regione Emilia Romagna – Paolo Nanni – presenterà all’Assemblea legislativa a settembre, togliere la potestà esclusiva del Presidente della regione in tale campo, non al fine di sminuire il potere di decisione che rimarrà in capo allo stesso, ma al fine di aiutarlo a compiere una scelta il più possibile equa, nel rispetto delle sue prerogative, ma anche nel rispetto del diritto di partecipazione e di accessibilità al procedimento da parte dei cittadini.

Paolo Nanni
Consigliere Regionale IDV - E.R.



PROGETTO DI LEGGE REGIONALE SULLE NOMINE


Il cittadino comune quando va a votare è convinto, una volta scelto partito e, laddove la legge glielo permetta, candidato, di avere assolto non solo ad un fondamentale diritto/dovere, ma anche di aver dato rappresentanza democratica al proprio voto in ogni Istituzione pubblica o Ente dipendente.

Cosa avviene invece nella realtà?: Sindaci e Presidenti di province e regioni, procedono alle nomine loro attribuite dalla legge, a proprio piacimento, senza alcun preventivo esame da parte dei consigli, organi appunto eletti democraticamente dai cittadini; procedere in tal modo toglie di fatto agli Eletti la prerogativa di rappresentanza dei cittadini elettori all’interno degli Enti di II grado (enti, aziende, fondazioni, società, associazioni, consorzi, dipendenti o partecipati dalla regione).

Nella sostanza, si vorrebbe, con il Progetto di legge che il Capogruppo dell’Italia dei Valori della Regione Emilia Romagna – Paolo Nanni – presenterà all’Assemblea legislativa a settembre, togliere la potestà esclusiva del Presidente della regione in tale campo, non al fine di sminuire il potere di decisione che rimarrà in capo allo stesso, ma al fine di aiutarlo a compiere una scelta il più possibile equa, nel rispetto delle sue prerogative, ma anche nel rispetto del diritto di partecipazione e di accessibilità al procedimento da parte dei cittadini.

Ed è proprio in tale direzione che va la importantissima novità introdotta dal Pdl relativa alla possibilità di presentazione della candidatura da parte di qualsiasi comune cittadino, purchè in possesso dei requisiti richiesti ed altresì il divieto di cumulabilità degli incarichi in capo ad un medesimo individuo.

Attraverso questo Pdl di modifica della L.R. n. 24 del 1994 in materia di Nomine di competenza regionale, si vuole, innanzi tutto, introdurre i principi della trasparenza, della pubblicità, della garanzia e della verificabilità, laddove quest’ultima legge, dopo le modifiche ed abrogazioni introdotte dalla successiva L. 6 del 2004, ha lasciato un notevole “vuoto” normativo, facendo sì, come già detto, che l’organo regionale che è diretta espressione dei cittadini, sia in effetti quello meno coinvolto in tali decisioni.

Grazie a questo Pdl infatti, il procedimento di nomina viene integralmente innovato, in quanto si aprirà con la pubblicazione delle nomine in scadenza sia sul BUR che sul sito internet della Giunta e del Consiglio regionale (almeno 120 gg prima della scadenza) ed ogni cittadino, avente i requisiti di professionalità, onorabilità e competenza richiesti dal predetto avviso, che conterrà anche il compenso previsto, potrà proporre la propria candidatura (entro i successivi 30 gg), attraverso la presentazione del proprio curriculum professionale.

Tali proposte saranno poi esaminate dall’organo competente per la nomina, il quale dovrà estrarre almeno 5 nominativi di candidati adatti a ricoprire la carica, che dovranno poi essere trasmessi all’Autorità di garanzia per le nomine che ne valuterà la idoneità ed assegnerà un punteggio.

Dopo tale esame da parte della Autorità di garanzia, organo assolutamente neutrale e super partes, il quale viene introdotto ex novo proprio con lo scopo di rendere il procedimento più trasparente ed equo ed anche al fine, in una fase successiva, di procedere a verifiche e controlli sull’attività svolta dai soggetti nominati, l’organo competente per la nomina procederà alla stessa, fornendo una dettagliata motivazione della scelta compiuta che dovrà essere trasmessa all’Autorità di garanzia e ad all’Assemblea legislativa e che verrà poi pubblicata sul BUR e sul sito internet regionale.

Le ultime novità apportate attengono infine all’istituzione dell’Albo delle nomine, presso l’Assemblea legislativa, il quale deve essere pubblicato sul BUR, sul sito internet della Regione ed aggiornato ogni 6 mesi e deve contenere gli organismi cui le nomine si riferiscono, i requisiti richiesti, l’organo che ha provveduto alla nomina, la durata della stessa ed i relativi compensi, tutto ciò sempre al fine di garantire il massimo grado di trasparenza, pubblicità e soprattutto accessibilità da parte del cittadino.

27 luglio 2006

Colpo di spugna per corrotti e corruttori. Ed i "furbetti del quartierino" ringraziano.


L'indulto passa alla Camera. Malgrado le vibrate proteste di Antonio Di Pietro, saranno previsti sconti di pena per i reati di corruzione, di concussione, di frode e falso in bilancio, di evasione fiscale e contro la Pubblica Amministrazione.
Nel pomeriggio, bocciato l'emendamento proposto da I.d.V. per l'esclusione dai benefici dell'indulto del reato di voto di scambio mafioso.

M.F.

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Dal blog di Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.it:

Cittadini senza rappresentanza

Molti esponenti dell’Unione mi hanno espresso la loro solidarietà per la mia volontà di escludere i reati finanziari, societari e di corruzione dalla legge sull’indulto.
Lo hanno fatto in privato, in aula quasi tutti si sono comportati diversamente piegandosi alle direttive di partito.

Questa è una delle conseguenze più negative della legge elettorale voluta dalla Cdl che ha impedito ai cittadini di votare il loro candidato. Si è potuto scegliere solo il simbolo elettorale con liste chiuse di fedeli nominati dal partito. I partiti hanno deciso chi siede in Parlamento, non gli elettori.

E’ sconcertante, davvero sconcertante, vedere l’Unione rinnegare nei fatti, con questo indulto, il programma che ha presentato ai cittadini e per cui è stata eletta. Il cittadino conta meno di zero, non può scegliere i suoi rappresentanti e neppure vedere rispettato il programma di governo. A cosa serve l’istituzione parlamentare oggi? Quanto è lontana dagli elettori? E’ una domanda che noi politici dobbiamo farci e alla quale è necessario dare presto delle risposte.

Un sondaggio riportato sul sito della Repubblica chiede chi è favorevole ad inserire corruzione e concussione nell’indulto. Il 96% delle 75.000 persone che hanno risposto si è espressa per il NO. Io credo che la risposta ad un referendum nazionale sarebbe simile. Le leggi ad personam volute dalla Cdl sulla giustizia devono essere abrogate, ora, nelle prossime settimane. Questo governo non ha più tempo.

16 luglio 2006

A Cento, Tuzet parte con il piede sbagliato. Dopo il pasticcio del vice Presidente del Consiglio è la volta della nomina del CdA del Teatro.


Non gli bastava aver dimostrato scarso rispetto per forze politiche d’oppozione, individuando unilateralmente nella Gaiani la Vice Presidente del Consiglio. Ora Tuzet, sempre nell’ottica di annullare il ruolo del centro-sinistra centese e di infondere in esso elementi di divisione, ha scelto di nominare il Segretario comunale della Rosa nel Pugno membro del C.d.A. del Teatro Borgatti senza un preventivo coinvolgimento dei gruppi consiliari di minoranza. Per questa ragione l’Italia dei Valori esprime forti critiche per il metodo adottato dal Sindaco Tuzet e ritiene poco opportuna la nomina a membro del C.d.A. del Teatro di Sandro Tirini. Chiediamo pertanto al rappresentante della R.n.P. di non prestarsi al gioco del Sindaco e di rifiutare l’incarico in questione.

24 giugno 2006

Centrale turbogas: forse a qualcuno diamo un po' troppo fastidio.


E’ alquanto preoccupante il fatto che nel centro-sinistra ferrarese vi sia qualcuno che, pur di screditare l’Italia dei Valori, è disposto a ricorrere ad argomentazioni pretestuose e di scarso valore politico che tra l’altro trovano incredibilmente spazio sulla stampa locale.
Nel corso della recente riunione di maggioranza, il Partito dell’Italia dei Valori è stato oggetto di un pesante attacco per la sua posizione anti-turbogas e per aver condiviso le ragioni dei Comitati cittadini.
Ma si è andati oltre: sempre per quel qualcuno, i “dipietristi” si sarebbero addirittura “macchiati” dell’organizzazione della manifestazione anti-turbogas con Beppe Grillo evidenziando così la loro più totale ostilità alla Giunta Sateriale.
Nulla di più falso! Per coloro che non hanno argomentazioni valide a sostegno delle accuse dirette all’Italia dei Valori risulta facile tirare in ballo l’insignificante questione dell’amplificatore dato in prestito al rappresentante di Medicina Democratica come segno si cortesia personale. Da qui a dire che l’Italia dei Valori abbia organizzato la manifestazione, peraltro molto apprezzata da migliaia di cittadini, ce ne vuole ....
E’ bene precisare che, pur condividendone le motivazioni, l’Italia dei Valori non ha mai partecipato all’organizzazione delle varie iniziative dei Comitati cittadini anti-turbogas perché ha sempre ritenuto opportuno rispettare a pieno la loro connotazione apartitica.
Il sostegno alle iniziative dei Comitati anti-turbogas da parte di iscritti e militanti dell’Italia dei Valori avviene esclusivamente a titolo personale e per effetto di una spiccata sensibilità ai temi ambientali che riguardano la nostra città.
In realtà il problema è un altro, e cioè che proprio quando all’interno del centro-sinistra ferrarese si parla di riassetti di giunta, resi necessari da questioni cogenti, ogni pretesto è valido per escludere l’Italia dei Valori da qualsiasi forma di partecipazione al governo della città e della Provincia.
Siamo consapevoli che alcune nostre posizioni, soprattutto se riferite a questioni ambientali, possono per qualcuno risultare scomode e dar persino fastidio ai “poteri forti” ma non possiamo assolutamente esimerci dall’esprimere le nostre idee e dall’impegnarci per l’affermazione dei nostri valori di giustizia, di trasparenza e di vera partecipazione democratica dei cittadini alle scelte che li riguardano.
Il sostegno leale dell’Italia dei Valori alla maggioranza di centro-sinistra non è in discussione. Ma ciò non vuol dire che noi saremo perennemente silenti ed acritici.

Il Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara
(Massimiliano Fiorillo)

23 giugno 2006

Per salvare la Costituzione, il 25 e 26 giugno, votiamo NO.


Il 25 e 26 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne per il referendum costituzionale. Si tratterà di confermare o meno la riforma della Costituzione voluta dal centro-destra.
Una riforma che non serve ai cittadini ma che invece li danneggia, che non modernizza il Paese ma che invece lo fa regredire.
Qualcuno giustamente ha parlato di contro riforma, un mix pasticciato e demagogico di norme e di disposizioni nel quale coesistono derive centraliste e secessioniste.
Uno degli aspetti più rilevanti e più preoccupanti di questa riforma è rappresentato dalla previsione di un bicameralismo imperfetto con l’istituzione del Senato federale e del premierato forte. Ed è soprattutto quest’ultimo aspetto che più di altri potrebbe sconvolgere un sistema costituzionale ha garantito per sessant’anni, anche in tempi difficili, la tenuta della democrazia nel nostro Paese.
Ecco allora che con questa riforma viene svilito il ruolo del Parlamento, che diviene perenne ostaggio del primo ministro, e del Capo dello Stato relegato a funzioni di sempice rappresentanza, in pratica poco più di un cerimoniere.
E’ facilmente immaginabile quanto sia pericoloso concentrare il potere su una sola persona, senza prevedere una logica di pesi e contrappesi ovvero il bilanciamento tra i poteri dello stato che sta alla base di una sana e moderna democrazia.
Ma poi c’è il riferimento alla “devolution” con quale si trasferisce interamente ed esclusivamente alle Regioni la potestà legislativa in materie fondamentali quali sanità, scuola pubblica e sicurezza. Questo ci porterebbe ad avere tanti modelli di sanità quante sono le Regioni con prestazioni diverse a seconda della loro ricchezza;
una scuola pubblica con programmi, indirizzi e orientamenti diversi a seconda delle varie realtà locali; un apparato preposto all’ordine pubblico e di polizia ridotto ad uno “spezzatino” regionale privo di ogni coordinamento nazionale (e internazionale) e quindi incapace di fronteggiare il crimine organizzato ed internazionale.
Insomma, senza dover andare oltre, c’è ne abbastanza per dire il 25 e 26 giugno NO a questa pessima riforma.

Massimiliano Fiorillo

13 giugno 2006

I centesi hanno scelto Tuzet. Preoccupazione dell’IdV per il futuro di Cento.


Prendiamo atto della volontà degli elettori centesi e nel contempo esprimiamo la nostra preoccupazione per il futuro di Cento. Alla concretezza del progetto politico espresso da Adriano Orlandini è prevalsa la demagogia ed il populismo del centro-destra di Tuzet.
I prossimi cinque anni rappresenteranno per Cento una pesante incognita sul piano dello sviluppo economico, dei servizi sociali e della tutela del territorio. E’ facile prevedere che la vittoria di Tuzet consentirà il riflusso di persone e metodi appartenenti alla passata giunta civica che, sconfitta al primo turno, ha ritrovato nuova vita al ballottaggio. Ai consiglieri comunali eletti nel centro-sinistra attenderà il difficile ma importantissimo compito di attuare un’opposizione attenta e rigorosa.

10 giugno 2006

No alla chiusura del laboratorio HERA di Pontelagoscuro.


Il partito dell’ITALIA DEI VALORI esprime forte preoccupazione per la prospettata chiusura da parte di HERA del laboratorio di Pontelagoscuro deputato al controllo delle acque potabili provenienti dal fiume Po.
Ancora una volta, dobbiamo purtroppo registrare che in HERA prevalgono le logiche aziendali e di profitto rispetto a quelle che stanno alla base delle garanzie di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. La chiusura del laboratorio ferrarese si tradurrebbe in una minore efficacia dei controlli sulla qualità delle acque destinate all’utenza domestica perché diverrebbero meno tempestivi e quindi tali da non garantire un’adeguata risposta in caso di emergenze per inquinamento del fiume Po.
Oltretutto, la delocalizzazione del laboratorio ferrarese a Sasso Marconi aprirebbe una grave vertenza sindacale legata al trasferimento di dodici dipendenti per i quali HERA non offre alcuna garanzia.
Preoccupa inoltre l’allarme lanciato dal rappresentante della FILCEM –CGIL, secondo il quale in questi ultimi due anni la qualità dell’acqua potabile proveniente dal fiume Po sarebbe sensibilmente peggiorata. A tal riguardo, Italia dei Valori chiede che gli organi di vigilanza ambientale e sanitaria effettuino gli opportuni controlli.
Bene ha fatto il Sindaco di Ferrara ad intervenire nella vicenda ed auspichiamo che il suo impegno, unitamente a quello del Presidente della Provincia, possa scongiurare la chiusura del laboratorio ferrarese.

05 giugno 2006

L’Italia dei Valori con Adriano Orlandini per il futuro di Cento

L’Italia dei Valori con Adriano Orlandini per il futuro di Cento

A pochi giorni dal ballottaggio che vedrà contrapposti il candidato del centro-sinistra Adriano Orlandini e Flavio Tuzet, cresce l’attesa per quella che potrà rappresentare una nuova fase per il Comune di Cento.
Ci aspettiamo dai centesi un forte segnale di rinnovamento, il riscatto dopo anni di malgoverno e di isolamento istituzionale e infrastrutturale.
L’Italia dei Valori, dopo aver contribuito in maniera determinante al successo della lista Uniti per Orlandini, lancia un appello ai centesi affinché l’11 ed il 12 giugno sostengano con il loro voto il candidato del centro-sinistra Adriano Orlandini.
Il convinto sostegno dell’Italia dei Valori ad Adriano Orlandini nasce dalla totale condivisione del suo programma, dalla fiducia nella persona che garantisce onestà, impegno e serietà.
Adriano Orlandini incarna alla perfezione il Sindaco capace di dialogare con tutti i cittadini, superando per il bene comune gli steccati ideologici e le posizioni preconcette.
Le recenti squallide alchimie politiche messe in atto dal centro-destra centese, l’affannosa ricerca di improbabili accordi tra forze politiche che fino ad una settimana fa si erano aspramente contrastate in campagna elettorale, dimostrano quanto inaffidabile ed incoerente sia la compagine politica che sostiene Flavio Tuzet.
Tuzet non rappresenta il nuovo, non rappresenta l’elemento di discontinuità rispetto il fallimentare operato della Giunta Bregoli. Non è nemmeno la soluzione ai problemi di Cento e dei suoi cittadini. E’ semmai la risposta demagogica e fumosa a chi chiede di voltar pagina ed è soprattutto il cavallo di troia che rischia di favorire il riflusso di personaggi del passato, sconfitti, riciclati ma determinati a mantenere a tutti i costi il potere nelle loro mani.
Senza un convincente programma politico, Tuzet e i suoi amici sbandierano lo spauracchio di una Cento in mano ai comunisti, secondo un rituale tanto caro a Berlusconi, al tempo stesso patetico ed anacronistico. Nulla si dice però su come affrontare i problemi delle famiglie, delle giovani coppie, degli anziani, delle imprese, di un territorio saccheggiato ed irreparabilmente offeso da una cementificazione selvaggia e speculativa. Nulla si dice su come rendere Cento una città maggiormente vivibile, solidale, aperta all’accoglienza ed esempio di integrazione e convivenza civile tra i cittadini di diversa cultura, fondata sul rispetto reciproco e sull’osservanza di regole e leggi. Nulla si dice su come far ripartire il motore economico centese, da anni penalizzato da scelte poco lungimiranti in fatto di innovazione tecnologica e di dotazione infrastrutturale.
Nulla si dice infine su quali strategie occorre puntare per uno sviluppo economico effettivamente coniugato con la tutela dell’ambiente e la corretta gestione del territorio.
Adriano Orlandini e le forze politiche che lo sostengono hanno individuato un progetto politico serio e condiviso in grado di assicurare il buon governo di Cento, senza dover ricorrere a slogan ed a facili promesse ma con l’impegno e la concretezza tipica di chi pone al centro il bene della collettività.
Se l’11 e il 12 giugno i centesi daranno fiducia ad Adriano Orlandini, Italia dei Valori offrirà il proprio contributo nel governo della città ponendo particolare attenzione ai temi della legalità e della sicurezza dei cittadini e si porrà come garante della corretta e trasparente gestione della cosa pubblica e della lotta agli sprechi ed ai privilegi.

04 giugno 2006

Italia dei Valori chiede chiarezza sulla questione del ripetitore TIM di via Foro Boario. Interrogazione in Consiglio di Circoscrizione Via Bologna

Il partito dell’ITALIA DEI VALORI vuole vederci chiaro sulla questione del mega ripetitore della TIM che sta per essere installato nell’area dell’Ex AGEA di Via Foro Boario.
Non convince il fatto che, sebbene il gestore di telefona mobile sia intestatario di un’autorizzazione del 2003, i lavori d’installazione del ripetitore stiano avvenendo solo ora, in maniera molto frettolosa e silenziosa, quasi nell’intento di far passare il tutto inosservato.
Vi è il dubbio che la tecnologia utilizzata dal ripetitore in fase d’installazione non sia quella prevista nell’autorizzazione del 2003 bensì quella per i nuovi “tv-fonini” e quindi non conforme con quanto prescritto dal Comune di Ferrara.
C’è da capire se l’amministrazione Comunale sia stata messa al corrente dell’installazione del ripetitore e se ciò stia avvenendo nel rispetto delle norme vigenti e dell’autorizzazione concessa nel 2003 al gestore dell’impianto.
A fine di far piena chiarezza sull’episodio, l’ITALIA DEI VALORI ha presentato attraverso il Consigliere Massimiliano Fiorillo un‘interrogazione urgente al Presidente della Circoscrizione “Via Bologna” .

Ufficio stampa dell’ITALIA DEI VALORI di Ferrara
(tel. 347.8056095 – fax 0532.909311)

Elezioni amministrative a Cento: soddisfazione per il risultato della lista "Uniti per Orlandini"

Esprimiamo piena soddisfazione per il risultato conseguito dalla lista “UNITI PER ORLANDINI” alla quale il partito dell’ITALIA DEI VALORI ha dato un contributo determinante in termini di consensi elettorali.
Positivo si è rivelato l’apporto dei giovani che con il loro entusiasmo hanno dato una ventata di aria fresca al panorama politico centese.
L’ITALIA DEI VALORI offrirà ora il massimo impegno per la vittoria del centro-sinistra al ballottaggio e per dare a Cento un buon governo, incentrato sul rispetto della legalità, su sicurezza e sulla trasparente e corretta gestione della cosa pubblica, contro sprechi e privilegi.

Elezioni amministrative a Cento: si va al ballottaggio fra i candidati Adriano Orlandini e Flavio Tuzet.

Sarà necessario il ballottaggio fra i candidati Adriano Orlandini che ha ottenuto il 42,33 % dei voti e Flavio Tuzet con il 31,35 %, per l'elezione del Sindaco che amministrerà il Comune di Cento per il prossimo quinquennio 2006-2011.
Escluso dal ballottaggio il Sindaco uscente Annalisa Bregoli che ha ottenuto il 26,33 % dei voti.

Ottimo il risultato ottenuto della lista Uniti per Orlandini (5%) alla quale ha dato un contributo determinante l'Italia dei Valori.

Le elezioni per il ballottaggio si svolgerà l'11 e 12 giugno 2006.

Hanno votato 19.455 elettori degli aventi diritto con una percentuale del 72,61%. Nelle precedenti elezioni del 2001 l'affluenza era stata del 89,51%.

09 maggio 2006

Interrogazione del Consigliere Regionale I.D.V. Paolo Nanni sull'incidente alla Centrale CTE2 di Ferrara

Approda in Consiglio Regionale dell'Emila Romagna la vicenda dell'incidente alla Centrale CTE2 di Ferrara avvenuto il 26 aprile 2006.
Il Consigliere Regionale dell'Italia Dei Valori, Paolo Nanni, ha presentato in data 8 maggio 2006 un'interrogazione alla Giunta Regonale con la quale si chiede di conoscere in dettaglio la dinamica dell'incidente, l'impatto ambientale derivante dalla fuga di gas inquinanti ed i dati relativi alle operazioni di manutenzione effettuate alla centrale negli ultimi 5 anni.

06 maggio 2006

Amministrative 2006 a Cento (FE); per il centro-sinistra, nasce la lista Uniti per Orlandini.


Il centro sinistra centese, in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l'elezione diretta del Sindaco, potrà contare anche sulla lista "Uniti per Orlandini" nata dall'accordo tra Italia dei Valori, UDEUR, PSDI e Cento Giovane.
I candidati della lista "Uniti per Orlandini" sono i seguenti:
MINARELLI Monica; ARVEDA Daniele; BAGNANI Francesco; BORGHI Massimiliano; CARRIERO Andrea; FIORILLO Massimiliano; GALLINI PIRANI Giovanni; GRANDI Franco; MAGALINI Luca; MALAGUTI Gloria; MARANI Danilo; MASARATI Bernadette; PATRONCINI Mirco; PEDINI Filippo; ROBERTI Sandy; ROSSI Guido: TASSINARI Alessandro; TESTONI Carlo Pietro; VALIERI Andrea; ZAPPATERRA Denis.

La lista "Uniti per Orlandini" verrà presentata ufficialmente alla stampa ed ai cittadini mercoledì 10 maggio alle ore 18 presso il ristorante Castello, via Giovannina n.57 - Cento (FE).