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07 dicembre 2006

Il sequestro della centrale a biomasse di Bando ha evidenziato l'inadeguatezza dei controlli di ARPA


Il sequestro dell'impianto è solo l'epilogo di una lunga serie di fatti, sospetti ed esposti (anche anonimi) che si sono susseguiti da oltre un anno a questa parte. Quindi non si può parlare di un fulmine a ciel sereno!
L'intera vicenda, al di là delle responsabilità penali che verranno accertate a carico dei rappresentanti della San Marco Bioenergie, evidenzia un fatto particolarmente preoccupante: l'inadeguatezza del sistema dei controlli messi in atto dall'ARPA.
Senza voler fare processi sommari e senza necessariamente pensare all'esistenza di atteggiamenti omertosi e conniventi di coloro che sono proposti ai controlli, viene da chiedersi se almeno non vi sia stata superficialità, incompetenza e pressappochismo da parte dei tecnici ferraresi dell'ARPA.
Ed è proprio sull'efficacia dei controlli dell'ARPA che noi di IDV a Ferrara abbiamo più volte puntato l'indice, sostenendo - crediamo a ragione - che l'ambiente e la salute dei cittadini non venivano sufficientemente tutelati.
Il nostro atto di accusa è senz'altro molto aspro, ma necessario. Alla vigilia dalla messa in funzione della mega centrale turbogas e dell'inceneritore da 150 mila tonnellate di rifiuti, ci preme porre al primo posto la legalità in campo ambientale e la salute dei ferraresi, questioni che non possono prescindere da controlli rigorosi, tempestivi ed approfonditi.
Senza un efficace sistema di monitoraggio delle emissioni di inquinanti nell'aria e senza una convinta azione di repressione degli illeciti ambientali, non possiamo affatto dirci tranquilli e fiduciosi nel futuro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

COSA NE PENSATE DI QUESTO CENTROSINISTRA FERRARESE LEGATO PIU'ALLEPOLTRONE CHE AI PROBLEMI VERI?????


Respinta la mozione per abbassare le remunerazioni dei consiglieri

È stata respinta la mozione “Retribuzione dei politici” a favore del calo del 20% dei gettoni di presenza e delle indennità degli amministratori locali e dei componenti dei cda di nomina dei partiti. Contro il documento presentato dal consigliere Francesco Rendine (AN) hanno votato contro Ds, Verdi, Pdci, Prc, La Margherita e La Rosa nel pugno.

“La mozione – ha commentato a margine Massimo Masotti, capogruppo di Forza Italia - ha avuto certamente il merito di rendere chiare le diverse posizioni in tema di spesa del pubblico denaro per i pubblici amministratori”.

Tutte e tre le forze di opposizione hanno votato a favore della mozione. L’azzurro non risparmia però nemmeno i suoi colleghi di schieramento: “il voto, per chiarezza e su richiesta del consigliere Pier Francesco Perazzolo, è avvenuto per chiamata nominale: due consiglieri di minoranza si sono astenuti: Massimo Pierpaoli, nella dichiarazione di voto di astensione in dissenso dal gruppo, ha definito modesta la riduzione proposta, e sostenuto la opportunità del superamento della pratica gettonistica, sottolineando che l’azione amministrativa sia opera di volontariato vero a disposizione del territorio amministrato e della gente: tutti i Consiglieri di maggioranza (poco sorridenti e poco loquaci, molto più taciturni e meno disinvolti del solito) hanno votato contro la riduzione di gettoni e indennità: il no più forte e deciso, a microfono aperto, è arrivato dal Presidente del Consiglio comunale, che ha almeno quarantaseimila ragioni l’anno per essere contrario all’abolizione della propria indennità. Nel disgraziato momento politico della disgraziata finanziaria del governo, un segnale di disponibilità e di rinunce da parte di sindaco (assente dall’aula), assessori, consiglieri e consigliere comunali, amministratori e consiglieri di c.d.a di nomina dei partiti – indipendentemente da capacità e da titoli - avrebbe avuto un significato importante e comportato un risparmio di molte decine di migliaia di euro l’anno”.

Dopo la riflessione arriva l’attacco di Masotti. “Insomma, le forze della sinistra – afferma il forzista -, tanto impegnate per i loro elettori, tanto solidali, tanto vicine ai bisogni della gente, sempre pronte a sfilare e a parlare, così schierate al fianco del governo e dei meno abbienti per difendere la loro dignità ed il loro decoro, in realtà vogliono, semplicemente, il mantenimento del gettone. Non che questa sia una novità, almeno per noi: dispiace che in aula non fosse presente quasi nessuno: ma è stata, anche questa, un’occasione importante di chiarezza”.


Francesco Tomasi