Elezioni Europee 2014

13 maggio 2007

Un'iniziativa di IDV e CODACONS a tutela dei consumatori

RISPARMIO ENERGETICO E DIRITTI DEI CONSUMATORI

DIFENDO IL MIO REDDITO

CONTRIBUISCO A SALVARE L’AMBIENTE

E TUTELO LA MIA SALUTE

Come risparmiare soldi e contribuire a salvare l’ambiente?

Soluzioni reali e praticabili. Il problema degli aumenti di tariffa e la trasparenza delle bollette.

UN INCONTRO AL SERVIZIO DEL CITTADINO

interverranno:

Bruno Barbieri, Vicepresidente Nazionale del CODACONS

Giulio Dall’Olio, Presidente di Pyramis s.r.l.

Andrea Magagnali, Giudice di Pace di Bologna

Aumento della richiesta di energia, effetto serra e minori risorse energetiche tradizionali. Centrali a turbogas e pericoli connessi.

La necessità di energie alternative: fonti rinnovabili.

Come risparmiare energia quotidianamente per salvare l’ambiente e salvaguardare il proprio budget.

Modificare le proprie abitudini per ottenere il massimo risparmio con la minima fatica.

L’aiuto di un avvocato per non diventare vittima di bollette scorrette ed il diritto alla trasparenza sugli aumenti di tariffa e suoi costi indicati in fattura. La partecipazione democratica dei cittadini/utenti all’attività di controllo sull’equità delle tariffe e sulla qualità dei servizi offerti dalle Aziende municipalizzate e partecipate dal Comune.

Lunedì 14 MAGGIO 2007 - Ore 20.30

HOTEL “ IL DUCA D’ESTE “

Via BOLOGNA,258 – FERRARA

07 maggio 2007

Centrale turbogas: l'Italia dei Valori di Ferrara in merito alle affermazioni di Rosario Cigna (SEF)


“Costruire nuove centrali, ma piccole, non ha senso finanziario”. A pronunciare questa frase è stato Rosario Cigna, responsabile di Sef, proprietaria della costruenda centrale turbogas da 800 Mw, davanti ad una platea di sindacalisti, rappresentanti politici, amministratori pubblici il 20 aprile scorso in un convegno organizzato dai sindacati. Ecco svelato, semmai ce ne fosse bisogno, il vero senso della costruzione di una mega centrale da 800 Mw. Per questo riteniamo che quella frase sia uno schiaffo in faccia alla città. I sostenitori di quel progetto, Giunta comunale e provinciale insieme ad alcune forze politiche, dovrebbero a questo punto fare un serio esame di coscienza e prendere atto di quanto andiamo da tempo sostenendo insieme a comitati e associazioni ambientaliste, e cioè che quella centrale non serve alla città ed al territorio, ma solo agli interessi economici di un gruppo industriale. Nei giorni scorsi avevamo proposto che si aprisse un confronto tra le forze politiche sull’ipotesi di limitare la centrale turbogas a 400 Mw. Denunciamo il fatto che nessuna forza politica si è degnata di interloquire con la nostra proposta, che pur non piacendoci nella sostanza perché restiamo contrari alla centrale, va però nella direzione di limitare i danni alla città. Di fronte alla latitanza della politica ecco arrivare, invece, puntuale, la doccia fredda di chi deve difendere i propri interessi economici al di sopra della salute e dell’ambiente. A questo punto ne prendano atto i sostenitori politici della centrale, ne prenda atto il Sindaco e il Presidente della Provincia e se ne assumano in toto la responsabilità di fronte ai cittadini in quanto firmatari del protocollo d’intesa sul petrolchimico. Sollecitiamo tutte le forze politiche ad avviare un confronto serio su questo argomento perché non vorremmo che le prossime amministrative si trasformassero in un referendum pro o contro la centrale, pro o contro i sostenitori di questo sciagurato progetto poiché i primi segnali di quale sarebbe l’esito li abbiamo già avuti.

il Direttivo Provinciale dell'Italia dei Valori - Lista Di Pietro di Ferrara

28 aprile 2007

Una fiaccolata per Alcoplus


Lunedi 30 aprile, alle ore 21 in piazza della Cattedrale a Ferrara si terrà una fiaccolata a sostegno dei lavoratori del’Alcoplus, l’azienda ferrarese leader nella produzione di bioetanolo a rischio di chiusura.
L’iniziativa, seppur lanciata dall’I.D.V. di Ferrara, non vuole avere connotazione politica ma si prefigge di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sulla crisi dell’Alcoplus. Non saranno quindi esposte bandiere o simboli di partito!
Invitiamo le forze politiche e sindacali, i rappresentanti delle Istituzioni locali, le associazioni, la società civile ad aderire alla fiaccolata.

Per informazioni e adesioni: cell. 347.8056095 – E.mail: fiaccolataxalcoplus@italiadeivaloriferrara.it

21 aprile 2007

Turbogas: ''Dati errati su carta patinata''


Turbogas: ''Dati errati su carta patinata''
La pubblica amministrazione continua a sostenere l’opportunità economica della centrale turbogas da 800 MW e parimenti ne sostiene la non pericolosità a livello di impatto ambientale e di rischi sulla salute umana.
Afferma addirittura che vi sarà un miglioramento della qualità dell’aria con lo spegnimento delle vecchie centrali CTE 1 e CTE 2 da 20 e 60 MW.
Tali affermazioni, dopo uno studio attento dei dati fornitici dai suoi esperti, mostrano una profonda infondatezza e conducono a conclusioni errate.
Concentrandoci sul tema della non pericolosità, proviamo ad esaminare i punti fondamentali per il confronto tra “vecchio sistema” descritto come maggiormente inquinante e “moderna turbogas”.
1) Per la CTE 2 usata nel confronto i risultati ottenuti risentono dell’essere stati calcolati per un funzionamento al 100% dell’impianto, che invece risulta funzionare mediamente al 65% del suo potenziale (per fermo–manutenzione, riduzione richiesta notturna…)
I calcoli sono stati ottenuti moltiplicando i dati delle emissioni misurate di NOx e SOx per la portata massima autorizzata (da progetto) e non per la portata reale.
Ne consegue che le conclusioni sulle attuali emissioni inquinanti della CTE1 e CTE2 contenute all’interno de “Il Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria” presentato nello scorso autunno sono sbagliate.
L’attuale produzione di NOx risulta allora non di 820 tonnellate/anno, come dichiarato, ma significativamente inferiore.
Pertanto le emissioni di 1085 tonnellate/anno di NOx autorizzate per la futura turbogas (equivalenti ad un funzionamento di 4480 ore, rispetto alla reale potenzialità di 8060 ore di esercizio) sono estremamente superiori a quelle attualmente emesse dalla CTE1 e CTE2.
2) Sempre “Il Piano di Tutela” afferma che gli SOx scompariranno con la chiusura dei vecchi impianti. Anche questo dato non è corretto, visto che la CTE 2 continuerà ad essere utilizzata come riserva fredda della turbogas e che i dati presenti in letteratura indicano emissioni di inquinanti solforosi anche da impianti a gas naturale.
3) Comunque, anche se i bilanci considerati fossero realistici, non si possono assimilare gli impatti sulla salute di sostanze chimiche diverse, in particolare SOx con NOx, in quanto hanno effetti diversi .
E’ nota a tutti la relazione che esiste tra NOx e produzione di ozono e i gravi effetti che lo smog fotochimico produce sulla salute. Non a caso l’OMS parla per la pianura padana di ”allarme ozono” e della assoluta necessità di ridurne le concentrazioni in atmosfera .
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la funzione respiratoria diminuisce in media del 10% nelle persone sensibili che praticano un'attività fisica all'aperto se la concentrazione dell'ozono nell'aria raggiunge 200 µg/m³.
4) Nel calcolo delle emissioni inquinanti dell’aria non vanno trascurate tutte le altre emissioni perché, a fronte dell’unica forte diminuzione degli SOx, aumenterà grandemente l’emissione di CO, da 40 ton.(Emas1999) a 585 ton. (ing. Mirandola, per funzionamento turbogas a 4480 ore) con incremento del 1363%, di CO2, da 271.220 ton. a 1.451.520 ton. con incremento del 435%, e non si può non tenere conto che aumenterà l’emissione di idrocarburi reattivi, tra cui la formaldeide, e di metalli pesanti. Tali emissioni inquinanti aumenterebbero poi enormemente se si considerasse l’intero ciclo di vita della centrale, dalle infrastrutture cantieristiche fino alla chiusura dell’impianto.
5) I calcoli effettuati dai tecnici dell’assessorato ambientale della provincia, o meglio, dai tecnici di Arpa, relativi al totale annuale dei micro aereo inquinanti possono essere esatti, ma il problema è se sono esatti i parametri utilizzati per il calcolo.
Infatti il rilievo della polluzione della CTE 2 usato per il confronto, è effettuato con metodica in continuo dagli stessi gestori dell’impianto ed automaticamente trasformato in un numero che rappresenta una media oraria. Questa è inviata in tempo reale ai controllori pubblici.
Pur essendo consapevoli che quanto descritto rispetta le norme in vigore, appare ovvio che per l’importante confronto tra inquinanti prodotti dalla obsoleta centrale e quelli dalla moderna turbogas, ci si può solo fidare del gestore dell’impianto che ha profondi interessi nel nuovo, in avanzata fase di costruzione.
6) Come fidarsi dei dati continuamente rassicuranti proposti da chi fino a poco tempo fa negava l’esistenza del particolato secondario? Come fidarsi di chi affermava la diminuzione degli NOx (depliant comune 2004) mentre solo oggi riconosce la produzione rilevante di polveri secondarie (868 ton) e l’incremento degli NOx del 32%? Come possiamo fidarci di chi continua a parlare delle due centrali che la turbogas andrà a sostituire come totalmente alimentate a olio combustibile.? Questo mentre le CTE1, l’unica che sarà chiusa funziona a gas naturale e la CTE2 che continuerà a funzionare come riserva fredda è alimentata a olio solo per il 45%.?
Infine appare non ascrivibile al campo delle rassicurazioni tecniche e neppure di quelle politiche l’affermazione che la futura turbogas sarà comunque “imbrigliata” nel suo lavoro da un divieto di superare l’emissione di 1085 t./ anno di NOx . Sarà sempre l’ente erogatore a fornire i dati per il controllo?
Tale affermazione si cita unicamente per rimarcare come scelte così importanti per la salute pubblica abbiano bisogno di ben altre ponderazioni.

Comitato Ferrara Città Sostenibile




20 aprile 2007

L'Italia dei Valori di Ferrara propone di dimezzare la potenza della centrale turbogas.


L’Italia dei Valori è sempre stata contraria alla costruzione della centrale turbogas da 800 Mw e coerentemente ha sempre assunto delle posizioni pubbliche su questo tema. La nostra posizione non è cambiata. Riteniamo, però, che una forza di governo qual è la nostra debba assumere delle responsabilità per governare i processi della società.Siamo fermamente convinti che una potenza di 800 Mw ha come unica giustificazione l’ammortamento dei costi nel più breve tempo possibile, attraverso la vendita di energia alla rete nazionale, da parte della SEF, la società proprietaria della centrale, e che tale potenza nulla abbia a che fare con il fabbisogno del territorio presente e futuro, poiché già oggi le centrali in funzione alimentano l’intero polo chimico e producono un surplus per la rete nazionale. Se è comprensibile la logica del privato che investe e che vuole ottenere, giustamente, un ritorno, non altrettanto è comprensibile avallare tale logica da parte della pubblica amministrazione che ha altre finalità prioritarie, in primo luogo la tutela della salute e dell’ambiente.Inoltre, dal punto di vista dell’impatto, la costruenda centrale non migliorerà le condizioni ambientali, anzi la produzione di Nox (ossidi di azoto) aumenterà del 28%, portando le emissioni complessive dalle attuali 846 t/anno a 1085 t/anno. Ciò significa che per restare nel limite attuale la centrale dovrà funzionare al 56% delle sue potenzialità. Sarà disposta la SEF a far funzionare l’impianto a poco più della metà delle sue potenzialità a fronte di investimenti rilevanti per una potenza doppia? Chi controllerà il rispetto dei limiti considerato che, per fare un esempio concreto, sulle manutenzioni delle centrali attualmente in funzione gli enti pubblici non hanno alcun potere di controllo né le proprietà sono tenute a informarli?Questa centrale nasce già vecchia, oltre che sovradimensionata, se è vero, come dice il professor Francesco Dondi dell’Università di Ferrara nel n. 3/2006 di Piazza Municipale, periodico di informazione del Comune, che “in riferimento alle direttive europee per il 2020, tutte le emissioni dovranno essere ridotte e così quelle della centrale di Ferrara”. Dunque, già oggi, a lavori non ancora ultimati, quindi in una situazione ottimale per rivedere le scelte compiute, si sa che questa centrale dovrà ridurre le emissioni. Come saranno ridotte, se la potenza resta quella prevista di 800 Mw? Inoltre, sempre su Piazza Municipale, il monito lanciato dal prof. Dondi è chiaro e preoccupante per le conseguenze sulla salute dei cittadini. Dice infatti: “In generale, su questi temi, si segnala la necessità di acquisire ulteriori dati scientifici e si ravvisa, anche a livello nazionale, che la ricerca purtroppo procede con lentezza”.A fronte dei dubbi di uno studioso abbiamo le certezze granitiche dei sostenitori della centrale, comprese, purtroppo, le Amministrazioni Comunale e Provinciale e alcuni alleati del centro sinistra. Ma non basta: “L’esperienza dei lavori nella commissione sulla turbogas (voluta dal Consiglio comunale, ndr) ha evidenziato come ci siano lacune estremamente importati nella politica scientifica che l’Italia sta svolgendo in merito alle tematiche ambientali. Non abbiamo strumenti adeguati – è sempre il prof. Dondi che parla – per conoscere ciò che accade nel nostro ambiente. Per quanto riguarda la centrale di Ferrara i responsabili dei gravi problemi ambientali non sono gli ossidi di azoto che escono dal camino, ma è l’acido nitrico che si forma in atmosfera dopo quattro o cinque giorni dall’emissione. Significa che tutto il complesso delle emissioni agisce in modo complicato e bisogna quindi scientificamente capire questi meccanismi di interazione”.Ebbene, alla luce di queste considerazioni di uno studioso, invochiamo l’adozione del principio di precauzione che deve essere fatto proprio dalle autorità preposte alla tutela della salute pubblica. Poiché i lavori non sono ancora ultimati e visto che entro l’estate sarà testato il funzionamento del primo modulo della centrale da 400 Mw, proponiamo ai nostri alleati di centro sinistra e a tutte le forze politiche di confrontarsi sulla proposta di limitare la costruzione della centrale a 400 Mw, facendo salvo, così, l’investimento dei privati e riducendo l’impatto ambientale. Una potenza simile, con tutti gli accorgimenti della migliore tecnologia disponibile, sicuramente sarebbe migliorativa della situazione ambientale attuale, purché la produzione di energia sia in continuo sulle 24 ore e non con stop and go (come invece sembra avverrà per la centrale prevista) che fanno innalzare i picchi di emissione in corrispondenza delle punte di massima potenza.Se oggi la consapevolezza e l’informazione dei cittadini ha raggiunto alti livelli lo si deve al lavoro instancabile dei comitati e alle associazioni ambientaliste che hanno surrogato un deficit di informazione delle istituzioni su questo tema, tanto che circa 11.600 ferraresi hanno espresso il loro no alla centrale in un referendum autogestito, dopo che, colpevolmente, non si è ritenuto di indire un referendum istituzionale.Vogliamo sperare che su questa nostra proposta si apra il confronto nella città e tra le forze politiche, in particolare del centro sinistra, perché il rischio è di condizionare negativamente il futuro ambientale e sanitario di Ferrara per i prossimi trent’anni.

Il Direttivo Provinciale dell'Italia dei Valori di Ferrara

11 aprile 2007

Autobomba a Ferrara: un episodio inquietante con molti lati oscuri.


L’Italia dei Valori di Ferrara esprime forte preoccupazione per quanto è accaduto questa mattina in Via dell’Arginone.
L’esplosione di oggi, che per puro miracolo non ha causato vittime, è un atto di estrema gravità che questa città non merita.
Il fatto che sia stato coinvolto un detenuto in semilibertà fa apparire la vicenda alquanto oscura. Attentato fallito o esplosione accidentale di un ordigno intenzionalmente trasportato a bordo del veicolo? Soprattutto in questo ultimo caso, ancora più inquietante, sarebbe da accertare le responsabilità di chi ha concesso il regime di semilibertà e su quali criteri di valutazione della personalità del detenuto è stata concessa la misura alternativa alla pena detentiva. Spetta ora agli inquirenti fare luce sul grave episodio.

10 aprile 2007

Tariffe per il teleriscaldamento: allargare il "tavolo tecnico" HERA-Comune di Ferrara ai cittadini ed alle associazioni di consumatori.


L’Italia dei Valori registra un’apprezzabile impegno della Giunta Comunale di Ferrara nell’individuazione di un percorso orientato alla tutela della qualità dei servizi pubblici offerti da Hera ed al controllo dell’equità delle tariffe applicate ai cittadini.
Tuttavia, nel caso del servizio di teleriscaldamento, che nell’ultimo anno ha visto un forte rincaro tariffario, l’istituzione di un “tavolo tecnico” di confronto tra il Comune di Ferrara ed Hera s.p.a. rappresenta solo un piccolo passo verso l’obiettivo della trasparenza delle bollette. Nell’interesse dei cittadini occorre quindi fare di più.
L’Italia dei Valori chiede pertanto al Comune di Ferrara di compiere un’ulteriore sforzo estendendo la partecipazione al tavolo tecnico ai cittadini-utenti, rappresentati dalle Associazioni di consumatori.
Solo in questo modo si potrà rafforzare il rapporto di fiducia tra le Istituzioni e i cittadini e si renderà effettivo esercizio del potere di “controllo dal basso” sull’attività delle aziende municipalizzate e partecipate dal Comune, come nel caso di Hera s.p.a.. Tutto ciò in perfetta coerenza con le intenzioni del Sindaco di istituire, speriamo al più presto, una sorta di authority di controllo sull’operato dei Consigli di Amministrazione delle Aziende incaricate di pubblico servizio.

16 marzo 2007

ALCOPLUS: il Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori, Paolo Nanni, presenta un’interrogazione alla Giunta regionale dell’Emilia Romagna sul caso


Il Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori, Paolo Nanni, ha presentato oggi in Regione un’interrogazione alla Giunta regionale in merito alla crisi dell’ALCOPLUS, l’azienda ferrarese produttrice di bioetanolo a rischio chiusura.
Paolo Nanni, nell’evidenziare l’importanza per l’ambente e per l’agricoltura dei "carburanti verdi", giudica poco convincenti le motivazioni addotte dalla proprietà a giustificazione della chiusura dell’impianto ferrarese, soprattutto se rapportate ad un contesto internazionale sempre più rivolto alla ricerca di risorse energetiche rinnovabili e non inquinanti.
Il Consigliere Nanni, oltre ad esprimere i timori che dietro alla chiusura dell’impianto di via Turchi vi siano mire speculative di carattere immobiliare ed a manifestare forte preoccupazione per l’ennesima crisi aziendale che colpisce il territorio ferrarese, chiede al Governo regionale un forte impegno a tutela dell’ALCOPLUS e dei suoi lavoratori.


07 marzo 2007

Il Sen. Rossi e la crisi di Governo.



Ora che il governo ha riottenuto la fiducia e il Paese ha scampato il rischio di elezioni anticipate, sarebbe utile tentare una riflessione a mente fredda su quanto è successo nei giorni convulsi del voto al senato sulla relazione di D’Alema. Premetto, e vorrei fosse chiaro, che la mia non sarà una difesa d’ufficio del senatore Rossi, anche se è una persona simpatica. Sarà, invece, una difesa dei principi che cercherò di spiegare.

Operazioni da lui compiute in passato, come un accordo in un bar (e già la scelta del luogo la dice lunga) di via Garibaldi con esponenti di Alleanza nazionale per far cadere la prima giunta Sateriale, sono indecorose e non hanno nulla a che fare con la Politica, per quanto io non condivida molte scelte dell’amministrazione comunale, turbogas e inceneritore in testa. Ed è per queste sue operazioni che Rossi è indifendibile. Ma le polemiche seguite alle dimissioni del governo e al non voto del nostro senatore hanno preso una brutta piega, abbiamo assistito ad un vero e proprio linciaggio morale inaccettabile. Decenni di pensiero liberal-democratico, che fanno parte anche della nostra Carta Costituzionale, sono stati seriamente messi in discussione nel momento in cui si è cercato un capro espiatorio alla crisi di governo e lo si è indicato al pubblico ludibrio quale causa di tutti i mali. Alcuni editoriali, poi, a firma di persone che pure hanno avuto un trascorso politico e soprattutto i toni usati, sono veramente preoccupanti e indicano una pericolosa deriva della democrazia. Insomma, di questo passo rischiamo di buttar via il bambino (i principi di libertà) con l’acqua sporca (i vari Rossi, Bianchi e Verdone, per parafrasare il titolo di un film).

Sono poco avvezzo alla real politik e credo sia nota la mia contrarietà all’ampliamento della base di Vicenza. Lo dichiaro per rendere esplicita la mia posizione. Per tornare al nostro senatore, facciamo finta per un attimo che al posto di Rossi ci fosse stato il senatore Bianchi (un nome a caso) dal passato politico irreprensibile. Prescindendo, dunque, per un momento dalle storie personali dei protagonisti, giusto o sbagliato che sia, il nostro senatore ha votato secondo coscienza, senza vincolo di mandato, secondo le prerogative che la Costituzione assegna ai rappresentanti del popolo. Una norma che i Costituenti vollero proprio perché gli eletti dal popolo non fossero sottoposti a ricatti di sorta. Se non si condivide questo principio Costituzionale si abbia il coraggio di cambiare la nostra Carta fondamentale, tanto cambiamento più cambiamento meno... Per questo è sbagliato dire, come si sente fare ad ogni capannello, che Rossi avrebbe dovuto dimettersi prima se non era d’accordo con il governo. Non è così che funziona, anche perché non è un ministro.

Credo, e qui faccio un discorso che è alla base dei principi dell’illuminismo prima e del pensiero liberale poi, che la coscienza dell’individuo debba sempre essere fatta salva e tutelata da qualsiasi pressione dell’ordine costituito, anche quella di Nando Rossi, che ci piaccia o no. Ha sbagliato Rossi ad obbedire alla propria coscienza o il governo a non ascoltare la propria base elettorale su questioni di politica estera scottanti che coinvolgono principi fondamentali come la pace? Non è per caso che vi sia un malessere reale nel Paese e quindi nella maggioranza? Perché non chiederselo invece di far finta di niente? Del resto una maggioranza che debba fidare il proprio operare sui senatori a vita è sempre in pericolo: un inciampo può succedere sui Dico (su cui le pressioni della Chiesa trovano sponde molto permeabili dentro e fuori la maggioranza), sulla politica economica, sulle politiche sociali, sulle questioni che riguardano la vita e la morte, ecc. Siamo sicuri che su tutto questo la maggioranza sia unita?

É inutile nascondersi il fatto, e va detto per completezza, che qualcuno possa cavalcare il malessere che serpeggia nel Paese per riproporsi con una rinnovata verginità, come sembra voglia fare Rossi con una nuova formazione politica di cui, per altro, non se ne sente il bisogno. Se è questo che Rossi vuol fare, allora sia coerente con la storia alla quale dice di richiamarsi e si dimetta, ora sì, dal Parlamento, ma non per aver votato contro il governo, ma per costruire così il suo partito nella società civile, tra la gente, le loro lotte e sofferenze quotidiane, come fecero i padri fondatori del Pci, e si presenti poi al giudizio dei cittadini attraverso il voto e il confronto. Rinunci alla comoda ribalta mediatica che gli è fornita dalla carica istituzionale che ricopre (per altro ottenuta grazie ad una legge elettorale perversa) e ricominci dal basso. Si misuri con la realtà e lasci perdere le alchimie della politica, quella con la “p” minuscola minuscola, gli accordi nei bar e torni a fare il manovale nell’officina della Politica.

Giuseppe Fornaro

I giovani e gli "street bar".


Noi giovani aderenti all’Italia dei Valori di Ferrara seguiamo con interesse la vicenda degli street-bar, il fenomeno giovanile di tendenza che negli ultimi mesi sta suscitando un acceso dibattito che coinvolge i cittadini residenti, le Istituzioni, gli esercenti dei locali pubblici del centro storico ed ovviamente i clienti.
Il nostro interesse deriva da due ragioni. La prima sta nel fatto che noi, in quanto giovani, siamo spesso frequentatori di locali pubblici e di spazi di aggregazione giovanile e quindi i naturali destinatari degli street-bar. La seconda motivazione nasce dal nostro impegno politico nell’Italia dei Valori, il Partito che considera il rispetto delle regole la condizione essenziale per una società che si vuol definire giusta, evoluta e tollerante.
La nascita a Ferrara di numerosi locali pubblici adibiti all’intrattenimento giovanile ha indubbiamente sortito un effetto positivo per l’intera città perché ha permesso di rivitalizzare un centro storico che altrimenti avrebbe visto prima o poi un lento ma inesorabile declino urbanistico, sociale ed economico.
Nel processo di rilancio di questa importantissima parte della nostra città, un ruolo fondamentale l’ha assunto l’Amministrazione comunale di Ferrara che, dimostrando lungimiranza e attenzione ai problemi, ha messo in atto una serie di interventi che hanno restituito ai ferraresi ed ai numerosissimi turisti un centro storico ben curato, a misura d’uomo, ricco di opportunità ricreative ed aggregative. Insomma un centro storico assolutamente degno di una città patrimonio dell’umanità.
In un contesto di vitalità ritrovata del centro storico, di spinta verso il nuovo e l’alternativo, gli street-bar ovvero i bar di strada, hanno trovato un terreno molto fertile. Gli street-bar non sono un invenzione ferrarese. Molte città europee, ma anche molte località balneari italiane, vedono da anni le loro strade invase da migliaia di giovani che si dedicano all’ormai consueta “bevuta di strada”. Noi giovani non vogliamo rinunciare a divertirci, a vivere la nostra età in spensieratezza ed a frequentare i nostri coetanei, magari ascoltando musica e bevendo una birra. Ma lo vogliamo fare nel rispetto degli altri e soprattutto mettendoci nei panni dei residenti del centro storico, spesso anziani, costretti a notti insonni per il rumore proveniente dagli street bar senza regole.
Per questo motivo noi giovani dell’Italia dei Valori di Ferrara auspichiamo che il fenomeno degli street-bar non sfugga al controllo delle Istituzioni e degli esercenti pubblici ma che invece venga gestito attraverso l’applicazione di regole che pongano al centro i diritti dei cittadini residenti.
Solo così potremo superare i conflitti, anche quelli generazionali, non assisteremo alla demonizzazione degli street bar e dei loro giovani frequentatori e si apriranno per gli esercenti possibilità di incremento della loro attività.
Ma c’è bisogno dell’impegno si tutti, in particolar modo dei titolari dei locali. A questo proposito ricordiamo che nella manovra di bilancio per il 2007 sono stati stanziati dal Comune di Ferrara 450 mila euro per il sostegno a fondo perduto delle attività commerciali e produttive del centro cittadino. Secondo noi questa misura risponde al principio "do ut des" ovvero "io do affinché tu dia". Dobbiamo quindi attenderci che da parte degli esercenti vi sia la massima collaborazione con le istituzioni e l'accettazione di regole che permettano la civile convivenza tra i giovani utenti degli street bar ed i cittadini residenti. L'applicazione agli street-bar di regole, ancorché rigide, non è un accanimento verso gli esercenti dei locali pubblici del centro storico o verso i giovani ma un doveroso riconoscimento del diritto alla quiete dei residenti.

I Giovani dell’Italia dei Valori di Ferrara

01 marzo 2007

Aumenti delle tariffe di teleriscaldamento applicate da HERA s.p.a.: dopo un mese attendiamo ancora i chiarimenti richiesti.


E’ ormai trascorso un mese da quando l’Italia dei Valori di Ferrara ha chiesto al Comune di Ferrara chiarimenti in merito ai forti aumenti delle tariffe per il teleriscaldamento applicate nell’ultimo anno da HERA s.p.a.
Quello dell’aumento tariffario per il teleriscaldamento, che in molti casi sfiora il 50%, è un problema che riguarda 18 mila famiglie ferraresi. Per alcune di esse si prospettano addirittura situazioni di morosità dovute alle difficoltà a far quadrare i bilanci familiari per effetto del caro bolletta.
L’Italia dei Valori, ritenendo i rincari spropositati e non giustificati, ha posto la questione al Sindaco affinché si chiarissero le ragioni degli aumenti e si fornissero agli utenti precise garanzie in fatto di trasparenza, di controllo e di equità delle tariffe applicate al servizio di teleriscaldamento fornito da HERA.
E’ bene ricordare che l’art.19 della delibera comunale del luglio 2002, relativa al rinnovo dell’affidamento del servizio di teleriscaldamento ad HERA, stabilisce che il Comune di Ferrara ha il potere di controllare che la gestione avvenga nel pieno rispetto delle condizioni registrate dal contratto di servizio. Si tratta quindi di capire se il Comune ha esercitato in maniera puntuale ed efficace questo diritto-dovere.
Purtroppo, a distanza di un mese dalle richieste di chiarimento dell’Italia dei Valori, nessuna risposta è giunta.

22 febbraio 2007

Crisi di governo: é necessaria una piena assunzione di responsabilità del Senatore Rossi.

"Vorrei domandare al Senatore Rossi che cosa ha ottenuto, al di là dell’effimera visibilità del giorno dopo, ora che il Governo Prodi è caduto anche grazie al suo contribuito. Non condanno il Senatore Rossi ma lo invito ad una piena assunzione di responsabilità che deve passare attraverso le sue dimissioni da parlamentare.
Coerenza vuole che non si possa prima affondare la maggioranza e poi dare la propria fiducia al Governo Prodi.
Tuttavia, va evidenziato che per il centro-sinistra si pone il problema della difficile convivenza tra la cultura movimentista e quella di governo. L’una non può escludere l’altra; entrambe vanno invece coniugate nell’interesse del Paese. E’ questa la sfida più importante per il centro-sinistra."

Il Segretario Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara
(Massimiliano Fiorillo)

19 febbraio 2007

Street bar: l'Italia dei Valori di Ferrara condanna il grave atto intimidatorio subito dal rappresentante del comitato di cittadini



Il Partito dell’Italia dei Valori esprime piena solidarietà a Mario D’Elia, portavoce del Comitato di cittadini contro gli street bar, per il grave atto intimidatorio subito ad opera di ignoti.
Questo grave episodio rende necessaria una netta presa di posizione e l’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni e dei pubblici esercenti al fine di trovare un’adeguata soluzione al problema degli street-bar che tenga conto del rispetto delle regole e del diritto alla quiete dei residenti del centro cittadino.

15 febbraio 2007

Chiusura della Distilleria Alcoplus di Ferrara. L'Italia dei Valori è al fianco dei lavoratori contro la delocalizzazione e le speculazioni.


L’Italia dei Valori di Ferrara è al fianco dei 43 lavoratori che rischiano il licenziamento per la chiusura dell’impianto di distillazione Alcoplus di Ferrara.
Di fronte al continuo stillicidio di aziende ferraresi che chiudono la loro attività, non si può che esprimere forte preoccupazione per gli effetti che si avranno sulla capacità di sviluppo economico di questo territorio e sull’occupazione.
Proprio quando più si parla dell’importanza rivestita dal bioetanolo e dai carburanti verdi ai fini del rilancio dell’agricoltura e dell’approvvigionamento di fonti energetiche pulite, ci paiono poco convincenti le motivazioni addotte da Alcoplus, riconducili alla carenza di materia prima reperibile, che stanno alla base della chiusura della distilleria di Ferrara.
Era il luglio 2005 quando, con la nascita di Alcoplus, venne dato il via al primo polo italiano per la produzione di alcool etilico di origine agricola destinato, in prospettiva, a sostenere il progetto di incentivazione dei carburanti verdi.
A distanza di soli 18 mesi il progetto industriale di Alcoplus, che vedeva nella distilleria di Ferrara il suo punto di forza, si è arenato. Cosa è successo nel frattempo?
Non vorremmo che la chiusura della distilleria fosse in realtà dettata dalla logica della delocalizzazione dell’impianto o peggio da mire speculative di natura immobiliare legate alla futura destinazione urbanistica dell’area.
L’Italia dei Valori, di fronte a questa ennesima emergenza aziendale ed occupazionale, chiede l’intervento delle Istituzioni, dei Sindacati, delle associazioni agricole e di categoria al fine di scongiurare il disimpegno di Alcoplus dal settore della produzione di bioetanolo in Provincia di Ferrara.

14 febbraio 2007

L'Italia dei Valori di Ferrara sull'allargamento della base NATO di Vicenza

Il Direttivo provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara considera un errore l’autorizzazione concessa dal Governo all’allargamento della base militare americana “Dal Molin” di Vicenza.
In questo momento di forti tensioni internazionali è necessario compiere azioni che vadano nella direzione della distensione, che non si configurino, dunque, come azioni aggressive seppur indirette, tanto più se tali azioni avvengono sotto l’egida di una potenza impegnata su scenari di guerra internazionali, poiché ciò potrebbe esporre a ripercussioni negative il nostro Paese e le nostre truppe impegnate all’estero in missioni di pace. E’ indubbio, infatti, che l’ampliamento di una base militare destinata ad ospitare truppe aviotrasportate di fatto ne aumenta il suo potenziale offensivo, con la conseguenza di configurare una precisa scelta di politica di relazioni estere del nostro Paese nei confronti del resto del mondo.
In campagna elettorale per le politiche dello scorso anno il partito e i nostri candidati si sono impegnati a favore dell’obiezione di coscienza alle spese militari.
Coerenti con quell’impegno e alla luce delle considerazioni fatte sopra, l’Italia dei Valori di Ferrara non condivide la scelta fatta dal Consiglio dei Ministri sulla base di Vicenza e sollecita il Governo ad una più attenta politica per la pace e per la distensione internazionale. Invita, inoltre, la maggioranza ad una maggiore collegialità, in particolare nell’assunzione di scelte di rilevanza strategica.

Il Direttivo Provinciale dell’Italia dei Valori di Ferrara

13 febbraio 2007

Referendum autogestito: grande affluenza alle urne per dire NO a centrale turbogas ed inceneritore. Un segnale da non sottovalutare.


Più di undicimila ferraresi, il 10% degli aventi diritto al voto, hanno consegnano alla maggioranza di centro sinistra che governa la città un messaggio chiaro ed inequivocabile che va ascoltato.
Sarebbe un grave errore sminuire il significato della grande partecipazione al referendum autogestito riconducendolo ad una mera operazione politica volta a colpire per fini elettorali l’attuale maggioranza di centro sinistra ed a preparare la corsa a Palazzo Municipale di fantomatici candidati civici. Non vi sono, al momento, leader riconosciuti dal movimento ambientalista nel suo insieme, se non quelli autoproclamatisi tali.
L’Italia dei Valori invita i propri alleati di centro sinistra a non sottovalutare il senso di disagio manifestato da migliaia di cittadini per le scelte di politica ambientale non condivise.
D’altro canto, non si permetta al centro destra di ergersi paladino dell’ambiente e di farsi promotore ed interprete delle istanze dei cittadini che si sono recati alle urne per dire no alla centrale turbogas ed alla triplicazione dell’inceneritore.
Occorre che il centro sinistra ferrarese colmi le distanze che si sono venute a creare tra amministratori ed amministrati, prima che sia troppo tardi.

09 febbraio 2007

Referendum autogestito su centrale turbogas ed inceneritore di Ferrara. L'I.D.V. invita a votare NO.



Il Partito dell’ITALIA DEI VALORI di Ferrara condivide le ragioni dei promotori del referendum autogestito ed invita i propri elettori e tutti i ferraresi a recarsi il 10 e 11 febbraio alle urne per dire no alla centrale turbogas ed al potenziamento dell’inceneritore di Cassana.
Il nostro invito è rivolto anche a coloro che la pensano diversamente ma che ugualmente sentono l’esigenza di poter esprimere liberamente la loro idea.
Colpisce il fatto che proprio quando si parla di democrazia partecipata c’è chi vuol tenere i cittadini lontani dalle urne e di fatto impedire che essi possano esprimere la loro opinione su questioni che li riguardano da vicino, come è l’ambiente e la salute.
Il referendum proposto dai comitati di cittadini e dalle associazioni ambientaliste rappresenta un’occasione unica per rendere partecipi i ferraresi alle decisioni politiche e ci dispiace che il Comune di Ferrara non abbia consentito una consultazione popolare con valore formale.

31 gennaio 2007

La posizione dell' I.d.V. di Ferrara sull'aumento delle tariffe di teleriscadamento applicate da HERA s.p.a.



Da "La Nuova Ferrara" del 27 gennaio 2007

«Geotermia, stangata ingiustificata»

Secondo gli utenti ci sono stati aumenti anche del 50%. Il «giallo» del coefficiente ritoccato verso l’alto.
Fiorillo (Idv) chiede al sindaco un confronto con Hera

La stangata del teleriscaldamento non va ancora giù a centinaia di famiglie ferraresi. Gli aumenti della bolletta 2006, che sono stati del 26% secondo i calcoli di Hera e invece del 50% stando a quelli di diversi utenti, non sono però destinati a rimanere confinati in un contenzioso di condominio. A chiedere direttamente al sindaco un «tavolo di confronto» è una forza politica, l’Italia dei valori.

Il segretario dei dipietristi, Massimiliano Fiorillo, ha preso a cuore la vicenda. «Abbiamo registrato per settimane le lamentele dei cittadini per aumenti non giustificati delle tariffe geotermiche. Credo - è la sua valutazione - che il Comune debba intervenire esercitando appieno il ruolo di controllo previsto dalla convenzione con Agea-Hera». Il riferimento è all’art. 19 della delibera comunale del luglio 2002, con la quale veniva rinnovato l’affidamento del servizio all’azienda energetica, che recita: «Il Comune si riserva il diritto di controllare che la gestione avvenga nel pieno rispetto delle condizioni registrate dal contratto di servizio». A Fiorillo non basta la mossa del vicesindaco Rita Tagliati che aveva chiesto una spiegazione per iscritto ad Hera: la risposta, a quanto si sa, avrebbe richiamato il diritto dell’azienda di ritoccare verso l’alto (da 1 a 1,08) il “coefficiente K” della formula di calcolo della tariffa, facendo così rincarare le bollette indipendentemente dal prezzo del gas, sulla base di una disposizione nazionale. «Ci pare che questa operazione sia stata condotta senza equità nè trasparenza, e questo è particolarmente grave. Spesso - aggiunge Fiorillo - leggiamo di polemiche interminabili su aumenti tariffari o fiscali di poche decine di euro: qui invece stiamo parlando di una manovra che mette a rischio i bilanci di molte famiglie, poichè il teleriscaldamento tocca 18mila appartamenti». L’esempio del condominio Il Quartiere, il primo a sollevare il problema, è lampante: sul bilancio la stangata energetica peserà per 181.675 euro, e si contano già decine di utenze morose per necessità. Non per nulla si stanno muovendo sul tema le associazioni dei consumatori, a partire dai livelli nazionali del Codacons.
L’Italia dei valori chiede quindi l’attivazione del tavolo di confronto tra Comune, Hera, utenti e associazioni dei consumatori, sul modello indicato qualche tempo fa dall’assessore Aldo Modonesi ma del quale si sono perse le tracce. (s.c.)

18 dicembre 2006

Una centrale turbogas a Ferrara: domande e risposte.



A cura di Legambiente, Amici della Bicicletta e Comitato per una Città Sostenibile di Ferrara

Perchè una centrale turbogas a Ferrara? (quali benefici e quali rischi comporta?)

Non c’è alcun valido motivo per fare una megacentrale in città. Non ci saranno benefici per i cittadini, ma solo per l’azienda produttrice, che opera in un mercato ricchissimo e per di più protetto. La lunga battaglia per la verità condotta dai Comitati ha via via svelato tutte le false informazioni fatte circolare. Anzitutto, l’energia prodotta non servirà a Ferrara ma sarà venduta alla rete nazionale: al polo chimico è sufficiente quella della attuale centrale CTe2 da 60 MeW (che marcia a metà del suo potenziale e funziona per il 60% a metano).
E’ ridicolo, passando da una potenza di 60 a 800, parlare di sostituzione, poiché la migliore tecnologia usata non è sufficiente a garantire un minor inquinamento, che si ottiene unicamente a parità di potenza.
Rilanciare il polo chimico con la Turbogas si è dimostrata un'altra dichiarazione infondata. È invece ora di bonificare, superare e riconvertire il polo chimico.
Che la Turbogas sia il ”prezzo da pagare” per obbligare le industrie a bonificare i suoli contaminati è altrettanto infondato. La bonifica è un obbligo di legge. L’intervento proposto dalla SEF, società costruttrice - gravemente carente secondo molti esperti – riguarda meno del 3% del totale (solo l’area su cui sorgerà la centrale). Nulla si sa degli altri 260 ettari.
La contropartita dei rischi è altissima. Aumentano l’inquinamento dell’aria, l’inquinamento acustico e il riscaldamento delle acque di scarico in Po; peggiora ulteriormente un microclima già gravemente compromesso nella Pianura padana. Tutti rischi annunciati dagli esperti del nostro comitato e confermati dalla inascoltata commissione di esperti universitari guidata da Prodi.
Molti sono i rischi per la salute (tumori, allergie, malattie respiratorie, nervose e cardiocircolatorie), dovuti all’esposizione alle polveri fini e agli altri inquinanti. In una città con tassi di morte per tumore elevatissimi non basta dire che la situazione non peggiorerà: dovrebbe essere un alto impegno civile e morale fare ogni sforzo per limitare l’esposizione ad agenti inquinanti.


Se la centrale turbogas di Ferrara - così come è stata concepita - fosse già in funzione, come inciderebbe sulla situazione ambientale della città?

Le polveri fini e ultrafini immesse in atmosfera dalla turbogas sono in gran parte derivanti dagli NOx (ossidi di azoto).
Rispetto alla situazione attuale, la centrale incrementerebbe del 28% la produzione di Nox, aggiungendosi agli altri inquinanti prodotti dal polo chimico, per un totale di 1085 t/anno contro le 846 t/anno attuali. Per garantire questi livelli di emissione la centrale deve funzionare al 56% della sua potenza.
A questo proposito gli studi CAFE (Clean Air For Europe) della Commissione Europea, in considerazione del fatto che la pianura padana è una delle due zone critiche in Europa, raccomanda di ridurre la quantità degli NOx, per le centrali termoelettriche, del 40% di qui al 2020.
L’impianto, consumando circa un miliardo di metri cubi di metano all’anno, contribuirà in maniera significativa sia al consumo delle risorse energetiche non rinnovabili, sia all’aumento di gas che innalzano la temperatura planetaria, sul piano sanitario.
Riguardo all’impatto acustico, per le abitazioni più esposte del Barco, pur essendo stato valutato con un metodo considerato inadeguato, alcuni monitoraggi sono risultati superiori ai limiti di legge.


E' possibile limitare l'impatto ambientale della centrale ed eventualmente attraverso quali azioni?


Quello che era possibile fare era chiaramente indicato nella denuncia dell’ingegner Francesco Guggi (ex direttore dei lavori), che segnalò tutti i rischi della costruzione dell’edifico della centrale e nella relazione dell’Università coordinata da Franco Prodi. Entrambi inascoltati. Basta andarle a rileggere. Ad esempio che fine hanno fatto le considerazioni sui filtri più efficienti per ridurre le emissioni nocive?


Quale politica energetica è auspicabile per il futuro del territorio ferrarese?


Anche a Ferrara è giunto il momento di voltare pagina rispetto ai combustibili e alle tecnologie che alterano il clima. Oltre ai vantaggi per la salute e per l’ambiente, le energie da fonti rinnovabili possono fare da volano per una nuova crescita economica e occupazionale. Senza pensare a progetti fantascientifici, c’è oggi tantissimo margine per recuperare efficienza e risparmiare. Non c’è bisogno di aspettare lo Stato, le politiche locali sono fondamentali per il successo in questa direzione (ultimo esempio è quello di Barcellona, che sfrutterà l’energia solare per tutte le nuove costruzioni) E da noi? si userà il solare almeno per il nuovo ospedale? Si ridurranno almeno gli sprechi del riscaldamento degli ambienti pubblici? Purtroppo la turbogas è una risposta vecchia e sbagliata che condizionerà per i trent’anni futuri la politica energetica della città, lasciando poco spazio a una diversa soluzione del problema energetico.

07 dicembre 2006

Il sequestro della centrale a biomasse di Bando ha evidenziato l'inadeguatezza dei controlli di ARPA


Il sequestro dell'impianto è solo l'epilogo di una lunga serie di fatti, sospetti ed esposti (anche anonimi) che si sono susseguiti da oltre un anno a questa parte. Quindi non si può parlare di un fulmine a ciel sereno!
L'intera vicenda, al di là delle responsabilità penali che verranno accertate a carico dei rappresentanti della San Marco Bioenergie, evidenzia un fatto particolarmente preoccupante: l'inadeguatezza del sistema dei controlli messi in atto dall'ARPA.
Senza voler fare processi sommari e senza necessariamente pensare all'esistenza di atteggiamenti omertosi e conniventi di coloro che sono proposti ai controlli, viene da chiedersi se almeno non vi sia stata superficialità, incompetenza e pressappochismo da parte dei tecnici ferraresi dell'ARPA.
Ed è proprio sull'efficacia dei controlli dell'ARPA che noi di IDV a Ferrara abbiamo più volte puntato l'indice, sostenendo - crediamo a ragione - che l'ambiente e la salute dei cittadini non venivano sufficientemente tutelati.
Il nostro atto di accusa è senz'altro molto aspro, ma necessario. Alla vigilia dalla messa in funzione della mega centrale turbogas e dell'inceneritore da 150 mila tonnellate di rifiuti, ci preme porre al primo posto la legalità in campo ambientale e la salute dei ferraresi, questioni che non possono prescindere da controlli rigorosi, tempestivi ed approfonditi.
Senza un efficace sistema di monitoraggio delle emissioni di inquinanti nell'aria e senza una convinta azione di repressione degli illeciti ambientali, non possiamo affatto dirci tranquilli e fiduciosi nel futuro.