E’ il motivo per cui l’Italia dei Valori ha avviato una battaglia che ha lo scopo di aggredire ciò che i boss della mafia temono di perdere di più, cioé i patrimoni. Case, ville e persino castelli, con tanto di parchi, giardini e piscine, ma anche terreni agricoli, alberghi, ristoranti, impianti sportivi, cave e strutture industriali. L’Idv, infatti, ha iniziato araccogliere le firme per il disegno di legge di iniziativa popolare per vendere i beni confiscati alla mafia e destinare gli 80 miliardi che si ricaverebbero a Comuni, associazioni ed enti per lo sviluppo economico e sociale del territorio.
“Il fenomeno – ricorda Sabrina Freda – riguarda in particolar modo l’Emilia Romagna, a oggi tra le prime dieci regioni in Italia con il maggior numero di beni sottratti alla criminalità organizzata. Il dato arriva dal distretto di Corte d’appello di Bologna: la Regione conta 41 procedimenti tra sequestri e confische nel periodo tra il 2009 e il 2013, e nello specifico sono 112 i beni confiscati, di cui 32 in gestione (14 immobili e 18 aziende), 86 gli immobili confiscati (in Veneto sono 84 e in Toscana 57) e 26 le aziende confiscate (in Piemonte sono 13, in Toscana 12, in Veneto 4). Utilizzare questo patrimonio può essere un modo per risanare le casse dello Stato e contribuire alla ripresa del nostro Paese, e rappresenterebbe anche un colpo durissimo alla criminalità organizzata, toccata proprio nel suo punto più vivo, il patrimonio”.
Nell’elenco dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, come detto, figura anche la provincia di Ferrara con 16 beni confiscati: 6 i beni confiscati nel capoluogo (2 le aziende in gestione), 5 ad Argenta, 2 a Comacchio e 3 a Portomaggiore.
Da www.estense.com - 21.03.14
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