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07 marzo 2010

Ferrara: Di Pietro all'attacco dopo il decreto "Salva liste"




Il Resto del Carlino del 07/03/2010 , articolo di STEFANO LOLLI
Di Pietro, furia sul Listone: «Aria di... golpe nel Paese»
Il leader dell'Idv contro le liste riammesse



di STEFANO LOLLI Porge la sinistra a chi vuol stringergli la mano in piazza, ma solo perchè al braccio destro si è appena rotto il tendine. Ma tra la gente di piazza Trento e Trieste, Antonio Di Pietro non indugia nella cerimoniosità. «Siamo in pieno golpe!», l'esordio tonante. RIFERIMENTO alla riammissione delle liste del Pdl in Lombardia e nel Lazio: «Ho appena parlato con Bersani, il mio... fratello maggiore - dice il leader dell'Italia dei Valori -, l'unica risposta possibile è una grande manifestazione popolare. Solo la resistenza attiva, una chiamata alle... armi democratiche può contrastare questa deriva squadrista». Non manca il rilievo, aspro, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «L'arbitro costituzionale ha avallato questo provvedimento che cambia le carte in tavola a gioco avviato - incalza Di Pietro, sul palco col segretario provinciale Massimiliano Fiorillo e ai candidati alle Regionali Alessandro Rorato, Graziella Ferretti e Roberto Groppi -; un fatto gravissimo, perchè da cinquant'anni ad ogni elezione e ci sono liste che vengono escluse, senza che a nessuno sia mai venuto in mente di avallare la riammissione». LO SCHIOCCO non piacerà all'alleato Pd, ma Di Pietro incalza: «A chi dovevamo rivolgerci se non a lui? Mannaggia...», lo sfogo in dipietrese purissimo. Poi una parentesi più distensiva, parlando del ruolo dell'IdV nello scenario politico. «E' un fiore spontaneo di campo», dice Di Pietro. Ma le immagini bucoliche durano un lampo, di fronte «alle difficoltà e alla crisi - torna grintoso -; nel programma anche per le Regionali, l'occupazione e il lavoro sono una priorità perchè rappresentano l'argine fondamentale per salvaguardare la legalità e la sicurezza». SU QUESTO punta anche Fiorillo; il vicepresidente della Provincia, in avvio di comizio, saluta i rappresentanti delle imprese in crisi, presenti sul Listone. Di Pietro invoca poi «uno sforzo di libertà degli elettori che potranno approfittare anche delle Regionali per lanciare un messaggio forte e chiaro al governo e a Berlusconi». E' lui il vero nemico, per il leader ed il popolo dipietrista, con Di Pietro che non teme di usare accostamenti forti, evocando persino la malavita organizzata: «Ma siamo alla vigilia di una dittatura vera...», chiude l'arringa alle trecento persone circa strette sotto il palco. NON MANCA il riferimento alla situazione dell'Emilia Romagna, «dove ci sono rose e fiori ma anche delle belle spine - dice, spiegando poi di riferirsi al caso Delbono -; anche qui c'è l'esigenza di fare più e meglio, con più trasparenza e meno interessi personali. Ma qui almeno c'è stata la capacità, di fronte a fatti gravi e clamorosi, di affidarsi alla magistratura rispettandone il lavoro e l'esito, quale esso sarà...».



La Nuova Ferrara del 07/03/2010 , articolo di MARCELLO PRADARELLI
«Doveva pensarci due volte prima di firmare il golpe»
«Ma il vero nemico è il governo di Benito Berlusconi»


E' dolorante Antonio Di Pietro, ha il braccio destro al collo per la rottura di un tendine, ma l'acciacco non gli impedisce di menare fendenti a destra e in alto, verso il colle dove siede Napolitano. Quando arriva in piazza si mette davanti a telecamere e taccuini e spara a raffica.
«E' un golpe, non lo si può chiamare in altro modo. serve una grande manifestazione di piazza di tutta l'opposizione per dire no a questa modello fascista. Ci lascia stupiti e amareggiati il fatto che l'arbitro istituzionale abbia avallato un provvedimento di tipo golpista, un golpe istituzionale». Il leader dell'Idv non vede contraddizione tra attaccare Napolitano e chiamare a raccolta tutto il centro sinistra contro il decreto del governo per rimettere in gioco le liste del centro destra escluse. «Ma a chi ci dovremmo appellarci se non al presidente della Repubblica per tutelarci davanti a squadristi che si fanno le leggi per conto proprio? Se non ci mette un freno lui chi lo deve mettere?».
Quando sale sul palco montato in piazza Trento Trieste ammorbidisce un po' i toni nei confronti di Napolitano: «Il nostro presidente della Repubblica avrebbe dovuto pensarci due volte prima di firmare». Ma basta questo accenno per far scattare l'applauso dei 500 assiepati su un Listone punteggiato di mimose gialle. «Era l'ultima nostra speranza, l'ultima garanzia, però sia chiaro che il problema non è lui, il problema è Berlusconi, il governo di Benito Berlusconi».
«Dobbiamo riflettere su cosa è successo. C'è un golpe in atto e le tv dicono che è stato fatto un decreto salvaliste e salva caos». Di Pietro è di altro avviso: «Siccome stavano perdendo hanno deciso di ricominciare la partita». E' lo stesso meccanismo delle legge ad personam e cita il caso Mills: «Commettono un reato, corrompono il testimone, poi fanno la legge per ridurre i tempi della prescrizione per non farsi condannare e Minzolini dice che Berlusconi è stato assolto. Sono 50 anni che vengono bocciate liste, è successo adesso anche all'Idv in Campania. Se fosse capitato solo a noi e avessimo chiesto di cambiare la legge ci avrebbero riso dietro. Invece il tg di Scodinzolini dice che così di rimedia al caos delle liste. No, così si rende lecito ciò che è illecito». Informa l'uditorio sulla sua agenda: «Alle 12 mi sento con Bersani e gli altri del centro sinistra per fare grande manifestazione di piazza, c'è bisogno di chiamata alle armi democratica. «Si stanno addormentando le coscienze, serve una reazione. Non è solo una sfida per le regionali, questo voto è anche un banco di prova per la tenuta democratica». L'obiettivo è «mandare a casa questo governo prima che si tardi» e comunque costruire un'alleanza senza andare troppo per il sottile per impedire che domani ci sia «ancora un governo Berlusconi»
Qualcosa sulle regionali, però, bisogna pur dirla: «In Emilia Romagna volgiamo dare una spinta per fare di più e meglio e perchè si coltivano meno gli interessi individuali». Strappa altri applausi sul no al nucleare e alla privatizzazione dell'acqua e sui candidati «tutti col certificato penale pulito, noi glielo chiediamo prima».

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